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Darkest fantasy II edizione

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2021 16:30
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Post: 1.104
Giudice*****
29/12/2020 15:25
 
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Cari partecipanti, dichiaro il contest ufficialmente concluso.
Vi ringrazio di cuore per aver partecipato così numerosi e per aver consegnato in tanti ♥ Soprattutto, sono contenta che i pacchetti abbiano ispirato anche chi si è ritirato, e spero di poter leggere presto le vostre storie, anche se fuori contest ^^
Per quanto riguarda l'andamento delle valutazioni, tenete d'occhio il bando, che aggiornerò man a mano che proseguo.
Per qualunque domanda/dubbio/chiarimento, rimango a vostra disposizione.


Di seguito, lascio i pacchetti, per chi fosse curioso :)

1. Artorias
Personaggio:
Cavaliere
Prompt: Sacrificio
Oggetto: Spada
Frase: “Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro”.

2. Girandola
Personaggio:
Negromante
Prompt: Legame
Oggetto: Maschera
Frase: “Un uomo senza famiglia è il più solo al mondo”.

3. Sif
Personaggio:
Licantropo
Prompt: Fedeltà
Oggetto: Tomba
Frase: “Ogni legame è un legame di dolore”.

4. Sulyvahn
Personaggio:
Sacerdote
Prompt: Ambizione
Oggetto: Occhio
Frase: “Per raggiungere la grandezza bisogna sacrificare una piccola parte di se stessi”.

5. Lothric
Personaggio:
Principe
Prompt: Malattia
Oggetto: Lancia
Frase: “Il destino è crudele e gli uomini sono miserabili”.

6. Peccatrice Perduta
Personaggio:
Ribelle
Prompt: Peccato
Oggetto: Prigione
Frase: “Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per tutta la vita”.

7. Quelaag
Personaggio:
Stregone
Prompt: Segreto
Oggetto: Fuoco
Frase: “Ci sono mali dai quali non bisogna cercare di guarire, perché sono i soli a proteggerci contro altri più gravi”.

8. Priscilla
Personaggio:
Mezzosangue
Prompt: Rifugio
Oggetto: Falce
Frase: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”.

9. Wolnir
Personaggio:
Sovrano
Prompt: Paura
Oggetto: Calice
Frase: “Gli uomini, fuggendo la morte, l’inseguono”.

10. Cacciatore Oscuro
Personaggio:
Prigioniero
Prompt: Attesa
Oggetto: Piuma
Frase: “Per quanto sia vasta l’oscurità dobbiamo procurarci da soli la nostra luce”.
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Post: 961
Giudice*****
29/12/2020 15:53
 
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Direi, e penso a nome di tutti, grazie a te per aver indetto una seconda edizione di Darkest Fantasy. Mi sto ancora mangiando le mani per non aver partecipato alla prima xD
I pacchetti sono fantastici e sono certo che ogni storia ha saputo convertirli al meglio in idee.
Auguro a tutti buona fortuna!
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Post: 487
29/12/2020 17:03
 
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Io scoprirò se ho fatto bene a partecipare oppure no solo quando qualcuno mi darà conferma che la mia storia può essere considerata "dark" 😅

Ho adocchiato a lungo questo contest senza aver il coraggio di partecipare, però i pacchetti sono piaciuti tantissimo anche a me. Grazie mille!

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Post: 961
Giudice*****
29/12/2020 17:14
 
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Re:
ethors, 29/12/2020 17:03:

Io scoprirò se ho fatto bene a partecipare oppure no solo quando qualcuno mi darà conferma che la mia storia può essere considerata "dark" 😅

Ho adocchiato a lungo questo contest senza aver il coraggio di partecipare, però i pacchetti sono piaciuti tantissimo anche a me. Grazie mille!




Spetta al giudice l'ultima parola. In mia opinione direi di sì, e più della mia se devo essere sincero ;)
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Post: 1.104
Giudice*****
21/01/2021 17:13
 
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Aggiornamento


Cari partecipanti, come potete notare dalla scaletta, ho terminato di valutare tutte le vostre storie (e di assegnare i premi bonus, tranne uno, che è ancora in forse). Prima di pubblicare i risultati, tuttavia, vorrei prendermi un paio di giorni per ricontrollare tutte le valutazioni e ricalcolare i punteggi, per essere sicura di non aver commesso errori, pertanto vi chiedo ancora un po' di pazienza.
Indicativamente, pubblicherò i risultati Domenica, al più in tarda serata :)
[Modificato da Dark Sider 21/01/2021 17:16]
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Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:43
 
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Discorso pre-risultati

Cari partecipanti, eccomi qui a consegnarvi finalmente i risultati.

Come al solito, faccio la mia solita, doverosa premessa sulla grammatica.
Non considero errori le d eufoniche, le ripetizioni, qualora sporadiche nel testo, e quelli che sono chiaramente refusi. Ovviamente, un’eccessiva presenza di ripetizioni e refusi è andata a incidere sul punteggio dello stile. Per quanto riguarda, invece, gli altri errori grammaticali, i punti sono stati detratti seguendo questo schema:
- errori non gravi di reggenza (come, ad esempio, preposizioni o complementi errati): -0,1;
- errori di concordanza soggetto/verbo, errori gravi di ortografia (come “qual è” con l’apostrofo, oppure “se stesso/a” con il “se” accentato), errori nella consecutio temporum: -0,2;
- costruzione errata della frase: -0,3.
Lo scorretto uso della punteggiatura, invece, viene considerato nella valutazione dello stile.

Come sempre, ho cercato di redigere dei giudizi il più accurati e, soprattutto, oggettivi possibile, ma vi ricordo che non sono una critica letteraria, pertanto prendete le mie valutazioni per quelle che sono, ovvero pareri di una persona come voi, basati sulle sue esperienze e conoscenze. Se non siete d'accordo con qualche punto della vostra valutazione, fatelo presente e ne discuteremo tranquillamente insieme ^^
Fatta questa premessa, ci tengo a dire che ogni storia, indipendentemente dalla sua posizione nell'inevitabile classifica, ha avuto i suoi punti di forza e le sue qualità, che me l'hanno fatta apprezzare (infatti, noterete che alcuni punteggi sono molto vicini tra loro, e che la posizione in classifica è stata dettata da una differenza di centesimi). Vi ringrazio, quindi, per il lavoro che avete fatto nel consegnarmi i vostri scritti, chi cimentandosi con un genere che non è nelle sue corde, chi tra i vari impegni e chi in un periodo difficile della propria vita. Spero di aver ripagato, anche solo un po', il vostro impegno con le mie valutazioni.

Vi lascio, ora, alle valutazioni e vi prego di non intervenire in discussione finché non avrò postato la classifica riepilogativa :)
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Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:46
 
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Undicesima classificata
“The Shadow of Fire” di Sakkaku


Grammatica e stile:
6,8/10 (3,8 grammatica + 3 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

In generale, hai la tendenza a separare il verbo e il soggetto al quale si riferisce con un segno d’interpunzione, quando questo invece non deve mai accadere, a meno che non vi sia un inciso. (-0,5 per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il testo)

”per essere certe che nascesse femmina” ---> ”per essere certa”, refuso.

”infine di aveva dormito con un uomo nato dall'unione tra una donna e un demone” ---> ”di aver dormito”, refuso.

”anche mentre la spintonarono per abbassarsi” ---> ”mentre la spintonavano”. Mentre richiede l’imperfetto, in quanto indica un’azione durativa. (-0,2)

”Avvicinò le labbra della donna a quelle di Vincent, che oltre ad essere incatenato, due guardie alle sue spalle lo tenevano fermo” ---> C’è un problema di costruzione della frase, che avrebbe dovuto essere: ”Avvicinò le labbra della donna a quelle di Vincent, che oltre ad essere incatenato, era tenuto fermo da due guardie alle sue spalle”, oppure: ”Avvicinò le labbra della donna a quelle di Vincent, che, oltre ad essere incatenato, due guardie alle sue spalle tenevano fermo”. (-0,3)

”La creatura stava cercando in tutti i modi cercava di fermare l'incendio che stava bruciando un'enorme albero ---> ”la creatura stava cercando in tutti i modi di fermare”, refuso. E ”un enorme albero”, errore. (-0,2)

”In piazza eseguivano solo con le condanne” ---> ”in piazza eseguivano solo le condanne”, refuso.

”e per coloro alla quale era legato” ---> ”ai quali era legato”, refuso.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere immediato, che predilige frasi brevi e concise, volte a trasmettere subito i concetti e le sensazioni. Questi periodi diretti e poveri di subordinate ben si accordano con le atmosfere del racconto e con la crudezza dello stesso: permettono di rappresentarsi con immediatezza le immagini, soprattutto quelle crude, di vedersele scorrere davanti agli occhi senza che vi siano elementi di distrazione, che allentino la tensione. Il lessico è semplice e non particolarmente ricercato, ma mai inappropriato: anch’esso è funzionale a un racconto crudo, spartano, che si concentra sull’essenziale, su quegli elementi volti a destare raccapriccio in chi legge. Per quanto riguarda la punteggiatura, prediligi il punto fermo e la virgola e non sempre ne fai un utilizzo appropriato: spesso, ci sono delle virgole mancanti, oppure utilizzi virgole e punti laddove avrebbe dovuto esserci altro segno d’interpunzione. Inoltre, gli incisi tra un discorso diretto e l’altro mancano di punteggiatura: per farti un esempio, la frase ”«Ciao fratellino» lo salutò il demone «La regina pensa che ti sono mancato, quindi sono tornato per te»” avrebbe dovuto essere: ”«Ciao, fratellino» lo salutò il demone. «La regina pensa che ti sono mancato, quindi sono tornato per te»”.
Le descrizioni sono quasi del tutto assenti e quelle che sono presenti si concentrano principalmente sui dettagli raccapriccianti e disturbanti del racconto, come le torture, oppure le crudeltà perpetrate dal re e dalla sua consorte. In un racconto dark fantasy come quello che hai presentato, questa è senz’altro un’ottima scelta per rendere efficacemente l’orrore, la terribilità e l’ingiustizia del mondo in cui i protagonisti sono calati, tuttavia l’assenza di altre descrizioni si fa sentire, poiché manca una contestualizzazione, che rende difficile immaginare luoghi e situazioni e rende la lettura confusa. Anche i salti temporali sono netti e improvvisi, disorientando il lettore e non rendendogli immediato collocare gli eventi in un tempo e un contesto. Qualche descrizione in più, anche breve, per delineare meglio i luoghi e i momenti, avrebbe aiutato a comprendere meglio gli eventi, e a rendere la lettura più fluida e immediata.
Vi è una preponderanza di discorsi diretti rispetto alla parte narrata, anche per quanto detto sopra; anche per quanto riguarda le sensazioni provate da Vincent, esse sono mostrate direttamente attraverso i suoi pensieri, piuttosto che attraverso i suoi gesti e le sue sensazioni (ad esempio, quando Kaira viene decapitata dinanzi a lui e il suo sangue lo ricopre, il turbamento di Vincent viene espresso attraverso i suoi pensieri, ma non viene descritta alcuna reazione esteriore, né una sensazione che potrebbe essere di dolore, disgusto o altro. Il suo senso di colpa viene esplicitato con un suo ragionamento, e questo rende più difficile provare empatia per lui o immedesimarsi).
In generale, il tuo stile risulta essere un po’ acerbo e piatto e questo rende difficile per il lettore immedesimarsi nei personaggi e nelle situazioni che vivono, soprattutto a causa, come detto sopra, di una mancanza di descrizioni e di analisi introspettiva. Per lo stesso motivo, il racconto risulta a volte confuso e i personaggi rimangono piuttosto piatti. Ottime, invece, le parti in cui vengono descritti e analizzati gli elementi raccapriccianti e disturbanti: essi sono senza dubbio il tuo punto forte e hai fatto un ottimo lavoro nel trasmettere al lettore tutto l’orrore che dilaga in questo regno.

Caratterizzazione personaggi: 6/10

Nella tua storia, sono tre i personaggi su cui viene posta l’attenzione maggiore: Kaira, Vincent e il demone.
Kaira e Vincent incarnano quelle che sono le caratteristiche tipiche degli eroi: sono generosi, riconoscenti, fedeli e leali; si oppongo strenuamente al male e alle ingiustizie, anche a costo di mettere in pericolo loro stessi o i loro legami. Le loro convinzioni sono forti, ferme e non vacillano mai. Rappresentano il bene nel senso più assoluto del termine, quello inscalfibile, incorruttibile e incrollabile. Muoiono e soffrono per i loro ideali, che non mettono mai in discussione e seguono con forte convinzione. Il demone, invece, rappresenta l’esatto opposto: è un essere crudele, spietato, senza cuore e senza pietà, che ben si accorda con la malvagità assoluta del re, della regina e dei loro galoppini. Il demone è sadico, subdolo, trae piacere dalla sofferenza, dall’infliggerla. Si contrappone agli eroi e rappresenta l’oscurità, il male che avanza e che cerca di piegare il bene con ogni mezzo e senza pietà.
Il demone è sicuramente il personaggio la cui personalità spicca maggiormente. Di lui sappiamo poco, solamente che è il fratello di Vincent e che, in qualche modo, la regina ha dei contatti con lui. Nelle scene in cui compare, tuttavia, appare evidente il suo modo di essere, in particolare da ciò che dice e da come lo dice: apprendiamo, dunque, che si tratta di un personaggio crudele e subdolo, che vorrebbe portare suo fratello dalla sua parte e che gode nel vedere la sua sofferenza, nonostante abbia con lui un legame di sangue. È un essere astuto, che sa come piegare la volontà delle sue vittime, come arrecare loro sofferenza. sa di essere in una posizione di vantaggio e se ne compiace, facendosi beffe del prigioniero e mostrando anche una sottile ironia che è sicuramente la caratteristica che lo fa spiccare sugli altri e gli dona una forte personalizzazione, che negli altri personaggi viene un po’ a mancare. È il personaggio che colpisce di più, che incuriosisce e che sa farsi meglio ricordare. La sua è una personalità che spicca e, anche se non è approfondita, riesce a colpire il lettore.
Kaira è un personaggio buono e puro, votato al bene, che ha sempre tentato di perseguire in ogni modo. Si è sempre battuta per il popolo vessato dai tiranni e ha cercato di risollevarne le sorti come ha potuto. Ha cercato di portare speranza e di migliorare le condizioni di vita della gente sfruttata e maltrattata. Questi suoi ideali e questa sua incrollabile purezza d’animo l’hanno infine condotta a una morte che affronta con fierezza, senza vacillare, sicura e convinta di ciò che ha sempre sostenuto e portato avanti. In lei, dunque, come già detto, convivono quelle che sono le caratteristiche del classico eroe fantasy, ma non si riesce a riscontrare qualcosa di caratteristico e particolare, che permette d’indentificarla inconfondibilmente come Kaira, e questo fa rimanere il personaggio un po’ piatto e trasparente: non ha nessuna sfaccettatura del carattere che la faccia risaltare. È un buono, nel senso più assoluto del termine, e del buono ha tutte le caratteristiche, senza però che ne assuma qualcuna propria, che la distacchi dal topos e che la renda un personaggio completo e a tutto tondo.
Anche Vincent incarna quelli che sono gli ideali dell’eroe. Inizialmente, è stato mosso dal desiderio di riscattarsi, di migliorare la sua condizione sociale e di farsi accettare dalla società, di farsi amare dal popolo e di non condurre più una vita da reietto e maledetto. È Kaira che, per ripagare la sua gentilezza di aver salvato l’albero sacro dalle fiamme, lo aiuta in questa sua impresa, permettendogli di riuscire. È così che Vincent inizia la sua crociata contro il tiranno, una crociata che lo porta a essere tradito e imprigionato, costretto a essere torturato e a vedere i suoi stessi compagni subire la medesima sorte e venire uccisi sotto i suoi occhi. Vincent è divorato dai sensi di colpa e si domanda che cosa ha sbagliato e che cosa avrebbe potuto fare meglio: in questo, si discosta un po’ dal topos dell’eroe, in quanto si trova a vacillare, a dubitare di se stesso e delle sue scelte. Questo gli dona senz’altro una caratterizzazione maggiore rispetto a Kaira e consente al lettore di farsene un’immagine più chiara e immediata. Anche qui, tuttavia, manca, come già detto, un’analisi introspettiva che consenta di entrare in empatia con lui o di partecipare emotivamente alla situazione che sta vivendo. quando Kaira viene uccisa davanti ai suoi occhi, ad esempio, Vincent non ha praticamente alcun tipo di reazione, nonostante si tratti della donna che ama: non vengono analizzati i suoi pensieri a riguardo, come se lui fosse uno spettatore esterno e passivo, e questo impedisce al lettore di sentirsi coinvolto in ciò che sta leggendo. Interessante il fatto che Vincent dia per metà umano e per metà demone e che in lui coesistano e si scontrino questi due aspetti, con quello demoniaco che tenta di prendere il sopravvento: anche qui, tuttavia, questa lotta interiore non viene approfondita, cosicché il lettore non sa in che misura la parte demoniaca di Vincent sia davvero pericolosa, ma può solamente immaginarlo dal fatto che viene sottinteso che prima o poi prenderà il controllo. Di questo suo dissidio interiore, del suo essere diviso a metà non viene detto nulla se non alla fine e in modo appena accennato: anche qui, manca un’analisi introspettiva a riguardo. Inoltre, non viene neppure approfondito il legame tra Vincent e Kaira: i due sono innamorati e stanno insieme, ma non viene detto nulla riguardo l’intensità del loro legame o del modo in cui lo vivono, pertanto la morte di Kaira e il loro rapporto in generale rimangono piuttosto piatti.
In generale, dunque, è l’introspezione poco curata e approfondita che ha impedito ai tuoi personaggi di risaltare, di spiccare e di coinvolgere il lettore in ciò che stava accadendo. Vincent, che è quello attraverso i cui occhi guardiamo tutto ciò che succede, ha poche reazioni, poche sensazioni descritte rapidamente soprattutto attraverso i suoi stessi pensieri, e questo porta a distaccarsi da ciò che si sta leggendo, a non sentirsene coinvolti. Un’eccezione si ha quando Vincent assiste alla tortura di Axel, dove la sua disperazione viene descritta un po’ più approfonditamente, ma per il resto del testo non vi sono particolari analisi psicologiche di nessun personaggio, cosicché è difficile distinguere l’uno dall’altro: i buoni sono tutti buoni allo stesso modo, così come i malvagi sono tutti malvagi allo stesso modo, dai sovrani, al boia, alla guardia che riaccompagna Vincent in cella. Unica eccezione, come già detto, è rappresentata dal demone. In generale, dunque, una maggiore caratterizzazione dei personaggi e un’introspezione più approfondita ti avrebbero permesso di dare un’immagine più completa di loro e di donare a ognuno un individualismo che altrimenti viene a mancare, rendendoli tutti simili e piuttosto piatti. La base dei tuoi personaggi è buona, ma manca quell’approfondimento che li avrebbe resi completi, sfaccettati e convincenti.

Trama e originalità: 6/10

Dal punto di vista della trama, hai creato una storia senza troppi intrecci, in cui gli eventi si susseguono linearmente, a parte il flashback sul primo incontro tra Kaira e Vincent. In generale, la trama è discretamente svolta: gli accadimenti generali sono ben delineati e, alla fine della lettura, si ha un’idea chiara di ciò che è accaduto a Vincent e ai suoi. La base di partenza, dunque, è buona così come l’idea di fondo. Anche qui, tuttavia, si è sentita quella carenza di approfondimento che coinvolge anche i personaggi, e questo porta a formulare molti interrogativi nel lettore, che non trovano risposta alla fine della lettura. Il contesto della tua storia è appena abbozzato: si comprende solamente che ci si trova all’interno di un regno vessato dalla crudeltà dei suoi regnanti e popolato da una moltitudine di creature magiche, ma nulla più. Trattandosi di un mondo fantastico e quindi completamente inventato, qualche riga di spiegazione in più circa l’universo narrativo avrebbe consentito al lettore di farsi un’idea più chiara dei meccanismi e delle dinamiche, permettendogli di contestualizzare meglio i fatti e gli accadimenti. Inoltre, alcuni eventi, anche importanti, non vengono approfonditi, e questo crea una leggera confusione; ad esempio, i poteri di Vincent: che cosa sa fare esattamente il nostro cavaliere? Nel corso della storia, emerge una serie di capacità che Vincent possiede, ma il fatto che non venga spiegato che cosa il suo status di mezzo demone gli consente di fare esattamente, li rende slegati tra loro: Vincent sa manipolare le fiamme, ma anche evocare Cerbero e cos’altro? Non si riesce a definire il limite dei suoi poteri, anche alla luce del fatto che non viene descritto il luogo da cui provengono i demoni: da quello che si evince, è assimilabile all’Inferno dantesco, ma, di nuovo, è qualcosa che viene lasciato all’immaginazione del lettore. Inoltre, non viene neppure detto per quale motivo Vincent fosse maledetto ed emarginato: solamente per via del suo status di mezzo demone o per qualcos’altro di cui magari si è, anche involontariamente, macchiato? E in che modo Kaira è riuscita a risollevare le sorti di Vincent, tanto da farlo diventare capo dei cavalieri? E a proposito dei cavalieri, viene da supporre che siano i cavalieri del re, dal momento che viene detto che Vincent e Kaira devono essere vicini ai regnanti, per conoscere in anticipo le loro mosse e sventarle: alla luce di ciò, viene da domandarsi perché i due non abbiano mai tentato di organizzare un regicidio, essendo così vicini ai sovrani. Infine, c’è il demone: è il fratello di Vincent, e lui non sembra stupirsene, pertanto significa che è a conoscenza del legame che li unisce, ma anche qui non c’è un approfondimento a riguardo, come non viene data spiegazione del motivo per cui questo demone collabori con la regina. Quali sono le sue motivazioni? Vincent ne è a conoscenza o ha dei sospetti? In generale, la mancata contestualizzazione e lo scarso approfondimento degli eventi non ti hanno consentito di rendere la trama approfondita, e questo l’ha resa un po’ confusa negli aspetti appena esplicati.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia è abbastanza innovativa. Viene trattato il tema di un tiranno che opprime il popolo e di alcuni eroi che vi si oppongono che, di per sé, è un cliché del genere. Tu, tuttavia, hai saputo renderlo interessante, soprattutto per via del fatto che il protagonista sia un mezzo umano mezzo demone, e che in lui esista, dunque, una parte malvagia che minaccia di prendere costantemente il sopravvento e farlo passare dalla parte del male. Vincent, inoltre, è un vinto: è stato catturato, è in prigione, in una situazione di stallo dalla quale gli è impossibile uscire, a rimpiangere il passato, a tormentarsi per le scelte sbagliate che ha fatto, guardando i suoi amici e compagni venire torturati e morire sotto i suoi occhi. Non c’è via di fuga per quest’uomo che ha perso tutto: non è il tiranno a essere stato rovesciato, non è il bene a vincere sul male, ma l’esatto opposto e, anzi, viene lasciato intendere che, a lungo andare, prima o poi anche Vincent sarà corrotto e diventerà malvagio. E forse, a quel punto, rincontrerà Kaira in vesti che lei non si aspetta. Questi elementi hanno permesso alla tua storia di allontanarsi leggermente dai cliché del genere, donandole una leggera connotazione innovativa, che l’ha resa piacevole nella lettura.
La tua storia è indubbiamente e pienamente dark fantasy. Il mondo da te descritto è decadente, oscuro, terribile e vessato da tiranni che non conoscono pietà alcuna. Il senso d’oppressione è forte, così come il senso d’angoscia che striscia tra le righe del racconto. È presente anche l’elemento horror, nelle varie scene splatter che hai descritto. Il tuo è senza dubbio un racconto dalle tinte fosche, oscure e dark. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 4/5
Il personaggio è stato ben utilizzato, in quanto la maggior parte della vicenda ruota intorno alla prigionia di Vincent, che si ritrova catturato dopo essere stato tradito. Il suo status di prigioniero è chiaro e irreversibile: solamente votandosi al male - cosa che lui cerca di evitare con tutte le sue forze - sarà libero. (+1)
Anche il prompt è stato ben svolto. La vita di Vincent, dopo la morte di Kaira e la sua cattura, si consuma tutta nell’attesa, che assume varie forme e vari livelli: Vincent attende la propria morte, come fine delle sofferenze che subisce, tormentandosi con i sensi di colpa; attende anche il momento in cui dovrà dolorosamente assistere alla tortura e all’uccisione di un suo compagno, che come unica colpa ha avuto quella di rimanere fedele a lui fino alla fine. Infine, vi è anche un altro tipo di attesa, che è quella della sua parte demoniaca che, acquattata nell’ombra, aspetta che Vincent abbassi la guardia, che s’indebolisca, per prendere il sopravvento. (+2)
La piuma è stata inserita in maniera molto intelligente ed efficace. È il simbolo dello status di capo dei cavalieri per Vincent, rappresenta il suo riscatto, ciò che è diventato con molti sacrifici, ma rappresenta anche - alla fine del racconto - ciò che ha perso, i suoi errori, la libertà che non ha più, quello che ha sbagliato e che non è stato in grado di fare. (+1)
La frase non è stata utilizzata, pertanto non è stato assegnato il relativo punteggio.

Gradimento personale: 3/5

La base della tua storia è indubbiamente interessante e godibile: nonostante la classicità della vicenda, offre degli spunti che la rendono intrigante e che suscitano curiosità. In generale, è una lettura che non mi è dispiaciuta, ma che non mi sono potuta godere appieno, per via di quanto detto nelle voci precedenti. Mi sarebbe piaciuto un maggiore approfondimento sul contesto e sui personaggi, che avrebbe permesso di dissipare molti dei miei interrogativi e di farmi affezionare maggiormente a Vincent e a Kaira. Mi è piaciuto molto il modo in cui hai descritto le parti più crude e cruente del racconto: sei stata diretta, concisa, dettagliata, eppure non sei mai scaduta nell’eccessivo. Sei stata efficace nel rendere il raccapriccio di ciò che accadeva, senza cadere in uno splatter esagerato, che avrebbe fatto perdere di credibilità al tutto. E questa è una cosa che ho molto apprezzato. Come punto di partenza, dunque, la tua storia è molto buona: rimaneggiandola, ampliandola e approfondendola, ne verrebbe sicuramente fuori un ottimo racconto.

Punteggio totale: 25,8/40
OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:47
 
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Decima classificata
“Il marchio dei sogni proibiti” di Chris_88(Efp)


Grammatica e stile:
6,2/10 (2,7 grammatica + 3,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

Hai la tendenza, in presenza di discorsi diretti, a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo o interrogativo: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no.

In generale, hai anche la tendenza a scrivere “sé stessa/o”, mentre la grafia corretta è “sé” oppure “se stessa/o”. Di seguito, ti riporto i casi riscontrati nel testo (-0,5 per via del fatto che l’errore sia ripetuto lungo tutto il testo):

”e si concentrò solo su sé stessa ---> ”solo su di sé”, oppure ”solo su se stessa”.

”Non aveva dato ascolto a nessuno se non a sé stessa ---> ”se non a sé”, oppure ”se non a se stessa”.

”ma le sue iridi erano illuminate da una caparbietà che poche volte aveva trovato in qualcuno se non in sé stessa ---> ”se non in sé”, oppure ”se non in se stessa”.

”disse più a sé stesso che a lei” ---> ”più a sé”, oppure ”più a se stesso”.

Prologo

”il Generale andrò a premere sul livido dello stinco.” ---> ”andò”, refuso.

1

”Immaginò che fosse la donna proibita a farle quel trattamento” ---> ”a fargli”, refuso.

”La cosa che la esasperava più di tutte, era il fatto che lei riuscisse a percepire” ---> Il verbo e il soggetto al quale si riferisce non devono mai essere separati da alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso, pertanto la frase avrebbe dovuto essere: ”La cosa che la esasperava più di tutte era il fatto che lei riuscisse a percepire”. (-0,2)

”Ascoltò il suo respiro mentre scese con la mano tra le sue gambe” ---> ”mentre scendeva”. Mentre richiede l’imperfetto, in quanto indica un’azione durativa. (-0,2)

” Mani forti che stringono la sua intimità. E poi, un respiro che le solleticò la pelle.” ---> In questo punto, c’è un errore nella consecutio temporum, dal momento che si passa dall’uso del presente a quello del passato remoto. La scena, invece, avrebbe dovuto essere scritta tutta con un tempo o con l’altro. (-0,2)

2

”aveva letto una richiesta troppo forte dalla quale non riuscì a sfuggire” ---> ”alla quale non riuscì a sfuggire”, oppure ”dalla quale non riuscì a fuggire”. (-0,1)

”appena notò il movimento sotto alle palpebre dei Rodhos ---> ”di Rodhos”, refuso.

”In un istante le eccitazioni delle sue notti le fece quasi fremere” ---> ”la fecero”, refuso ed errore di concordanza soggetto-verbo. (-0,2)

” Un tassello che le fece inconsciamente collegare dei punti ma che, razionalmente, evitò di addentrarsi a cosa quella rivelazione potesse significare” ---> C’è un problema di costruzione della frase: il secondo che, quello dopo il ma, a livello sintattico, per com’è costruito il periodo, si riferisce al tassello; tuttavia, dato che poi usi l’espressione ”evitò di addentrarsi”, è chiaro che si riferisca invece a Diandra, dunque la frase è costruita scorrettamente. Inoltre, c’è un errore di reggenza: addentrarsi regge il complemento di moto a luogo, pertanto la grafia corretta è ”addentrarsi in cosa”. (-0,4)

conferò il druido” ---> ”confermò”, refuso.

”soltanto che quello che hai in mano non è possiede nessuna traccia dell’Anima del patto” ---> ”non possiede”, refuso.

”Devi essere proprio uno stupido se non ci sei riuscito te ---> ”tu”. (-0,2)

”unendosi con una dea che le concesse l’immortalità” ---> ”che gli concesse”, refuso.

”disse Diandra scattando i piedi ---> ”scattando in piedi”, refuso.

”il metallo presenti sulle vesti di Diandra” ---> ”presente”, refuso.

”una persona fuori la porta ---> ”fuori dalla porta”. (-0,1)

3

Fottendosi su dove il vostro seme va a finire e le conseguenze” ---> ”Fottendosi di”. (-0,1)

impedendole che le coprissero il viso” ---> ”impedendo”, refuso.

”Diandra non sembrava avesse la benché minima intenzione di farlo” ---> ”non sembrava avere”. (-0,1)

5

”Forse qualcuno l'ascolto davvero” ---> ”l’ascoltò”, refuso.

Dove sbrigarsi” ---> ”doveva”, refuso.

”Quella soffitta una volta doveva essere stato il magazzino della fucina” ---> ”doveva essere stata”, refuso.

Dal punto di vista dello stile, hai un modo di scrivere abbastanza fluido e diretto; le frasi sono brevi e concise, povere di subordinate e arrivano subito dritte al punto. Hai un lessico semplice, ma curato, anche se non presenta una grande varietà di termini, infatti alcune espressioni si ripetono spesso nel corso della narrazione, rendendo talvolta il testo poco dinamico per questo. Inoltre, a volte sono presenti dei termini che non sono molto appropriati per una storia fantasy, e questo fa perdere di credibilità al testo. Per fare un esempio, il termine domenica: esso è stato introdotto con la religione cristiana, in sostituzione del giorno precedentemente dedicato alla divinità del Sol Invictus; esso significa letteralmente “giorno del Signore” ed è, pertanto, fortemente legato alla cristianità. È perciò poco credibile trovarlo in un racconto fantasy, in cui la religione è politeista - si parla spesso di dèi - e dove, quindi, non esiste il cristianesimo: sarebbe stato più appropriato utilizzare un termine più generico (quale, ad esempio, settimo giorno della settimana), o inventare un termine ad hoc. In generale, utilizzi un registro appropriato al tipo di storia che stai presentando, né troppo altisonante, né troppo semplicistico. Per quanto riguarda la punteggiatura, utilizzi esclusivamente la virgola e il punto fermo, mentre sono del tutto assenti gli altri segni d’interpunzione, quali il punto e virgola e i due punti: ciò ha spesso portato a un utilizzo non sempre puntuale della punteggiatura. In alcuni punti, ci sono delle virgole mancanti, ma più spesso esse vengono utilizzate in luogo di altro segno di punteggiatura più appropriato e ciò, a volte, rende la lettura difficoltosa e poco fluida. Inoltre, i paragrafi sono molto lunghi, tendi ad andare poco a capo, anche quando avrebbe senso farlo, per esempio come nei botta e risposta dei dialoghi, e questo rende confusa e affaticata la lettura.
Per quanto riguarda le descrizioni, le scene erotiche sono molto dettagliate, descritte con minuzia di particolari, senza tuttavia mai sfociare nel volgare: si capisce che sono il tuo punto di forza e sai renderle con grande vividezza. Per quanto riguarda il resto del racconto, tuttavia, non si riscontra la stessa cura: ciò che accade non è descritto quasi per nulla, le scene e gli avvenimenti sono tratteggiati velocemente, risultano poco approfonditi, svolti rapidamente, e questo crea uno squilibrio tra le scene erotiche e tutto il resto del racconto, come se fossero le prime la parte più importante della storia, il suo momento centrale, ciò su cui il lettore deve focalizzare tutta la sua attenzione - anche considerando la loro preponderanza rispetto a tutto il resto -, spogliando quindi d’importanza la trama vera e propria e rubandole spazio.
Buono l’equilibrio tra dialoghi e parte narrata.

Caratterizzazione personaggi: 6/10

La protagonista assoluta della tua storia è senza dubbio Diandra, questa donna che appare indomita e indomabile, uno spirito libero e ribelle, che vive la vita secondo i suoi gusti e le sue inclinazioni, che malvolentieri sottostà alle imposizioni e che mostra un carattere deciso e indipendente. È una dominatrice, un’incantatrice di uomini, una donna che ha sempre la situazione sotto controllo e le cui scelte, per quanto dettate dall’avventatezza, la conducono sempre verso una fortunosa conclusione. Ciò che muove le sue azioni è quello che lei stessa ritiene giusto, indipendentemente da quelle che sono le imposizioni. Ama prima di tutto se stessa, poi gli altri: eccezione a questa regola è rappresentata da Talitas, che è colui di cui si è innamorata e per il quale è disposta anche a sacrificarsi, facendosi catturare. Lei è certamente il personaggio meglio caratterizzato, in quanto il punto di vista che offri è prettamente il suo e questo consente al lettore di poter ben comprendere le sue attitudini e i suoi atteggiamenti. Presenta tutti quelli che sono i cliché della classica eroina: il suo unico momento di fragilità, che incrina quest’immagine di personaggio perfetto e l’allontana lievemente dai canoni, si ha quando viene violentata dal generale, a inizio capitolo, e alla fine, quando chiede aiuto a Rodhos. Non presenta uno sviluppo o una maturazione evidenti, nel corso della narrazione: nonostante ciò che ha imparato nel corso degli anni, nonostante ciò che ha vissuto, alla fine resta ancora la donna impulsiva e ribelle che, molti anni prima, si è introdotta a Kuta; questo rende il personaggio un po’ piatto, poco sfaccettato e dinamico, prevedibile nelle scelte e nel modo di agire, a volte quasi artefatto. Rimane comunque indubbio che siano ben resi gli aspetti che la caratterizzano.
Rodhos, nonostante appaia in meno scene, è ben delineato negli aspetti fondamentali e salienti del suo carattere. È facile intuirne la personalità dai discorsi che fa con Diandra e comprendere quali siano le sue inclinazioni e i suoi modi di fare. Si tratta di un personaggio fermo e deciso nelle sue scelte, che rischia il tutto per tutto pur di raggiungere il suo obiettivo e che non si lascia facilmente spaventare e scoraggiare dai muri che Diandra gli pone di fronte, né dalla difficoltà nell’ottenere le informazioni che cerca. È una persona diretta, schietta, sincera e trasparente. Certamente, è una personalità di spicco all’interno della storia.
Il personaggio meno delineato di tutti è Talitas, e questo anche a causa del fatto che compare poco all’interno della storia, al di fuori dei sogni di Diandra, dove però non c’è una sua caratterizzazione. Tutto ciò che sappiamo di Talitas ci viene detto da lui stesso in un lungo discorso diretto, e questo non dà modo di esplorare a fondo la sua personalità. Sicuramente, è un personaggio il cui agito è stato sempre mosso dall’amore, prima per Halianor e poi per Diandra: la sua vita è sempre stata dipendente da questo sentimento, che l’ha condizionata e l’ha trasformata, portandolo a dover patire una maledizione eterna. È un sentimento umano come quello dell’amore che lo porta a cadere in errore, a commettere un tremendo peccato e a condannarsi, per poi vedersi scivolare dalle dita ciò per cui ha sacrificato tutto. E, nonostante ciò, è di nuovo l’amore a fargli percorrere un sentiero similare a quello del passato, a farlo tornare sugli stessi passi, nonostante la sofferenza che Halianor gli ha causato. Nonostante sia un Demone, il suo animo non è malvagio e crudele, non vive per arrecare sofferenza ad alcuno, se non per opporsi a Barlow, contro il quale è costretto a scontrarsi per la maledizione; ha un animo gentile, ha aiutato Diandra e, in un certo qual modo, aiuta tutti i Caduti che ha accolto e a cui ha dato una possibilità di redenzione, quella stessa redenzione che lui non potrà mai ottenere. Questo lo rende senza dubbio interessante, anche se la sua personalità rimane piuttosto sfumata, impedendogli di spiccare.
In generale, il tuo racconto manca d’introspezione. Non ci sono mai momenti, nella storia, in cui ci si sofferma ad analizzare a fondo l’interiorità dei personaggi, la loro psicologia, il loro sentire, ad approfondire le loro reazioni a ciò che accade, le motivazioni che li hanno spinti a prendere una decisione piuttosto che un’altra e questo porta il lettore a non sentirsi coinvolto in ciò che accade e a non comprendere fino in fondo i personaggi, a sentirsene distaccato. Un’analisi psicologica più approfondita ti avrebbe permesso di rendere i protagonisti della tua storia più vivi e di coinvolgere maggiormente il lettore in ciò che accade loro.

Trama e originalità: 6,5/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia presenta un’impostazione interessante: infatti, s’inizia a raccontare dalla fine, per poi presentare una lunga digressione che esplica come si sia arrivati a quel punto, che viene poi ripreso nella parte finale. Questo modo d’impostare il racconto ti ha senza dubbio permesso di suscitare curiosità nel lettore, di spingerlo a continuare la lettura per scoprire che cosa fosse successo, perché quella donna si trovasse lì, chi stesse cercando di proteggere e perché, per quale motivo avesse chiesto improvvisamente udienza al re. In generale, hai svolto una trama che presenta una buona base, ma che purtroppo non trova il giusto spazio all’interno della storia: come già detto, sono le scene erotiche a costituire la parte preponderante del racconto, cosicché gli eventi rimangono molto marginali e relegati. Solamente nella parte finale, la storia subisce un’accelerazione in tal senso e ci si concentra di più sugli eventi e sulle vicende, ma proprio per questo motivo, tutto ciò che c’è da sapere viene svelato in una volta sola, creando una serie di infodump (ad esempio, quando Rodhos conversa con Diandra a casa sua, dopo essersi ripreso dalle ferite, oppure quando Talitas spiega la sua storia a Diandra), che oltre a confondere il lettore, bombardandolo con un grande quantitativo d’informazioni tutte insieme, rende anche i dialoghi poco realistici (come nel caso, riprendendo l’esempio di prima, di Talitas che spiega la sua storia a Diandra). Questi infodump si sarebbero potuti evitare dando più spazio alla narrazione e alla trama e disvelando ciò che c’era da sapere poco a poco. Inoltre, ben vengano le scene di sesso, ma quando esse sono pertinenti ed è sensato descriverle; nella tua storia ce n’è un eccesso non giustificato dal genere (si tratta di un racconto il cui genere principale avrebbe dovuto essere il dark fantasy, non l’erotico), né da esigenze narrative: ogni cosa che accade sfocia invariabilmente in una scena erotica di qualche tipo, anche quando non ve ne è ragione (ad esempio, quando Talitas e Diandra “litigano” dopo che lui l’ha fatta imprigionare, si tratta di un momento di confronto e di risoluzione del rapporto molto importante; considerando che sono due persone adulte e mature, e non due adolescenti con gli ormoni in subbuglio, la scena erotica era fuori luogo) o non è realistico che accada (ad esempio, quando Rodhos e Diandra consumano il loro amplesso: considerato il mese di convalescenza di Rodhos e considerato quanto le sue condizioni possano averlo debilitato - non esistendo le flebo e avendo lui dormito per la maggior parte del tempo, non può essersi nutrito a dovere -, di certo un amplesso non è la prima cosa a cui si pensa, né realisticamente un corpo convalescente riesce a sostenerlo). In generale, spesso non era necessario dettagliare così minuziosamente ogni scena erotica e se ne potevano lasciare indietro alcune, o la maggior parte, in favore della trama vera e propria; anche perché una presenza così massiccia di scene erotiche è andata a creare un effetto caricaturale, oltre a rendere il racconto piatto e prevedibile. Inoltre, la tua storia presenta poco show, don’t tell: quello che sappiamo dei personaggi e del loro modo di essere viene detto esplicitamente da loro, anziché lasciare che il lettore lo inferisca dai modi di fare e dai comportamenti (ad esempio, Diandra dice spesso di sé di non essere affatto una santa, di essere un’amante del sesso, di essere una ribelle: tutte queste cose potevano essere mostrate e comprese dal suo agito e dai dialoghi, senza che lei le dicesse esplicitamente), e questo porta la tua storia a essere piatta e poco dinamica. Infine, la trama della tua storia presenta delle imprecisioni (ad esempio, la prima volta che Diandra vede Talitas, viene detto che lui ha i capelli scuri, poi quando parlano nella cella, li ha invece biondi) e dei punti oscuri, che non vengono chiariti: ad esempio, perché la città di Kuta non è mai stata cercata o trovata da re Barlow? È invisibile e Diandra l’ha trovata perché era destinata ad arrivarci oppure ci sono altri motivi? Perché alla fine Diandra ha deciso di rimanere con i Caduti, quando la sua propensione era quella di andarsene? Perché Talitas, tra tanti, ha scelto proprio Barlow con cui stringere il patto? E perché Barlow ha ucciso Halianor? Perché Rodhos vuole aiutare a uccidere Barlow (non viene detto da nessuna parte che sia un re malvagio e che sia un tiranno che fa soffrire il suo popolo, o che abbia arrecato offesa al Druido)? Perché il Marchio dei Sogni Proibiti ha bruciato quando Rodhos ha posseduto Diandra, poiché ha violato qualcosa di proprietà del Demone, ma con Nikolas non è mai accaduto? Questi aspetti rendono la trama confusa e poco chiara.
Dal punto di vista dell’originalità, la tua storia non è molto innovativa per i temi trattati (un re contro cui scontrarsi e l’amore che muove tutto), tuttavia presenta degli aspetti che la rendono interessante, come l’elemento del Demone dei Sogni, i Caduti, e questa maledizione eterna, in cui Barlow e Talitas sono destinati a scontrarsi per sempre, in un ciclo infinito, finché Diandra non arriva a spezzarlo. Interessante il fatto che un Demone, dotato di grandi poteri, non abbia potuto far nulla contro il re, perché protetto a dovere, e che l’elemento decisivo sia stato un semplice essere umano, con nessun particolare potere. Buono anche il finale aperto, che lascia immaginare al lettore che cosa accadrà e che lascia in sospeso la scelta di Diandra, anche se forse la storia si è conclusa in maniera un po’ brusca, come se mancasse qualcosa per la conclusione vera e propria. In generale, il racconto presenta dunque degli spunti interessanti, e questo ti ha permesso di ottenere un punteggio abbastanza alto nella voce.
Il tuo racconto, tutto sommato, si può ritenere appartenente al genere dark fantasy. Nella sua parte di trama vera e propria, quella che viene presentata è una vicenda fosca e oscura, popolata di personaggi di dubbia moralità e dove tutto è mosso da un oscuro patto che si è dimostrato una lama a doppio taglio; i protagonisti non sono positivi, non perseguono il bene comune, ma per lo più scopi personali. In generale, dunque, la tua storia è cruda e angosciante, pertanto il tuo racconto può ritenersi abbastanza dark fantasy.

Utilizzo del pacchetto: 4,5/5

La protagonista della tua storia è senza dubbio una ribelle, uno spirto libero che segue ciò che vuole e che non vuole sottostare alle regole. Tuttavia, rispetto al resto, questo suo aspetto rimane piuttosto marginale: viene detto che Diandra è una ribelle perché è lei stessa ad affermarlo, e la vediamo infrangere le regole quando decide di curare Rodhos anche se Talitas vieta d’introdurre estranei a Kuta, ma in generale non è questo l’aspetto più preponderante del suo carattere nella storia, lo è di più, ad esempio, il suo essere libertina, che non si traduce in ribellione, in una città in cui questo comportamento non viene discriminato o punito, pertanto il punteggio nella voce non è pieno. (+0,5)
Il prompt del pacchetto è stato ben sviluppato. Il peccato commesso da Talitas è ciò che ha condizionato la sua vita e l’ha costretto a vivere la sua eterna maledizione, bloccato sulla terra a combattere Barlow, ed è quello che ha mosso tutti gli eventi che hanno da lì avuto seguito, compresa la scelta di Diandra di farsi catturare nel tentativo di spezzare questo ciclo senza fine. (+2)
La prigione è senza dubbio presente nel tuo racconto. Non solo essa occupa tutta la parte iniziale del racconto ed è il luogo in cui Talitas rinchiude Diandra e dove i due risolvono i loro attriti, ma viene a essere metafora della condizione di Talitas: egli, infatti, è imprigionato nella sua forma mortale, costretto a vivere sulla terra per l’eternità. (+1)
La frase è ben inserita nel racconto. Non solo viene ripetuta e rimarcata più volte, ma il suo concetto viene anche sviluppato all’interno della storia: essa è il mantra di Talitas e riassume molto bene quello che è stata tutta la sua vita. Le scelte che ha fatto, prese d’impulso e per amore, lo hanno portato a dover contare una pena eterna. (+1)

Gradimento personale: 3/5

La tua storia mi è abbastanza piaciuta. Di fondo, la tua storia presenta delle tematiche interessanti e ho trovato molto interessante l’idea del Demone dei Sogni, che interagisce con i mortali solo attraverso sogni e incubi, perché non ha una forma corporea vera e propria. Mi è molto piaciuto il piccolo colpo di scena sui Caduti, che si scopre essere persone morte, a cui è stata data la possibilità di redimersi. Ciò che non mi ha fatto godere appieno la lettura, come già detto, è la carenza d’introspezione dei personaggi e l’eccessiva presenza di scene erotiche, che mi hanno reso la lettura ripetitiva e piatta. Mi sarebbe piaciuto leggere più sui personaggi, su questo mondo da te creato, sugli eventi e sulla trama in generale. Comunque, di base, il tuo rimane un buon racconto, con degli spunti interessanti e originali.

Punteggio totale: 26,2/40


OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:49
 
Quota

Nona classificata
“I giorni della Fiamma Nera” di Anatra.Valeria


Grammatica e stile:
4,3/10 (1,8 grammatica + 2,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

In generale, ho notato una diffusa mancanza del punto fermo alla fine della frase. (-0,5 per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo il testo)

Inoltre, mancano gli apostrofi sugli articoli indeterminativi quando i nomi sono femminili. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo il testo)

Hai sempre scritto “perchè”, in luogo di ”perché”. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo il testo)

Spesso, hai interposto una virgola tra soggetto e verbo, mentre tra il verbo e il soggetto al quale si riferisce non deve esserci mai alcun segno d’interpunzione, a meno che non vi sia un inciso a separarli. (-0,5, per il fatto che l’errore sia ripetuto lungo il testo)

Capitolo 1

”Kniverod segno qualcosa” ---> ”segnò”, refuso.

”I demoni dell’oltre tomba” ---> ”dell’oltretomba”, refuso.

”appartenuto aKniverod ---> ”a Kniverod”, refuso.

”Rispondeva sempre verso i due figlioli” ---> ”ai due figlioli”. (-0,2)

m non ci fece tanto caso sul momento” ---> ”ma non”, refuso.

”furono strette forte del primogenito ---> ”dal primogenito”, refuso.

”mio maritò non sarà morto” ---> ”mio marito”, refuso.

davanti quella che era” ---> ”davanti a quella che era. “Davanti”, quando è preposizione, regge “a”. (-0,2)

Qual'era la ragione di quell'atteggiamento freddo misto a sorpresa” ---> ”Qual era”. (-0,2)

”dietro lui v'era Arakria, i quali occhi erano arcigni come quelli di un falco” ---> ”i cui occhi”. (-0,1)

anche sé non impiegò tanto tempo a ritrovar moglie” ---> ”anche se”, refuso.

”in una stretta treccia a spiga di pesce” ---> ”spina di pesce”, refuso.

”alti e stretti vasi era posizionati agli angoli delle inferriate” ---> ”erano posizionati”, refuso.

”Si fermò dinanzi delle brevi scalinate” ---> ”dinanzi a delle breve scalinate”. Come “davanti”, regge “a”. (-0,2)

Capitolo 2

”Giunto nel mezzo dell'appezzamento di terreno si fermo ---> ”si fermò”, refuso.

”in un morbido chignone ---> ”chignon”, refuso.

”un colpo leggero di vento leggero ---> ”un colpo leggere di vento”, oppure ”un colpo di vento leggero”, refuso.

”dalla coltre nebbia nera” ---> ”coltre di nebbia”, refuso.

”Certamente, e tu chi saresti? Un mio antenato?” ---> ”discendente”, in quanto Birken discende da Kniverod, non è un suo antenato. (-0,1)

”– Ma conferma i miei sospetti, non sei tu il principe primogenito – restò spiazzato a tale domanda.” ---> Quella di Kniverod è un’affermazione, non una domanda. Refuso.

uscì la mano avvolta in un guanto di velluto nero” ---> ”fece uscire”. (-0,2)

”cercando di non far trapanare alcuna emozione” ---> ”trapelare”, refuso.

”Tutte queste stranezza confermano che Svart sia la Fiamma Nera” ---> ”queste stranezze”, refuso.

”Quando uscì il sovrano, una flotta copiosa di gente s'accalcò” ---> ”una frotta”, refuso.

”e da le uniche due vie” ---> ”dalle uniche due vie”, refuso.

”Si guardo bene intorno, forse un po' spaesato” ---> ”si guardò”, refuso.

”il tono di voce di Svar era assai cupo” ---> ”Svart”, refuso.

Lo cercherò io stesso quella dannatissima Fiamma” ---> ”la cercherò”, refuso.

”Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superrius, est sicut quod est inferius : ad perpetranda miracula rei unius ---> Questa frase e le seguenti dello stesso tipo non sono un errore, ma te le segnalo per consigliarti di mettere una nota con la traduzione, in modo che il lettore che non conosce il latino possa comunque capire cosa si sta dicendo.

Capitolo 3

”La donna aveva un'aria truce dipinto sul volto” ---> ”dipinta”, refuso.

”appena vide l'amico quassi lo investì” ---> ”quasi lo investì”, refuso.

”Cosa? Perché mai dovrei essere condannato a morte? Solo perché esito?” ---> Credo volessi scrivere ”esisto”, refuso.

”con gli occhi incavati e solcate da profonde occhiaie” ---> ”solcati”, refuso.

Mi è davvero dispiaciuto doverti dare un punteggio così basso in questa voce, ma il testo presenta alcuni problemi che purtroppo hanno inficiato e che di seguito proverò a illustrarti (insieme, ovviamente, ai punti di forza).
Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere che risulta essere immediato, grazie al fatto che prediligi frasi rapide, brevi e concise, volte a sottolineare immediatamente le scene e gli accadimenti; utilizzi poche subordinate, e questo ti consente di calare immediatamente il lettore nella storia e di dare alla narrazione un ritmo serrato, quasi come se si fosse dinanzi alle sequenze di un film che scorrono in rapida successione, con un ritmo che ben si adatta alla storia da te presentata. Nel racconto vi è una buona varietà lessicale, che contribuisce a non renderlo piatto e noioso, tuttavia non sempre i termini scelti sono utilizzati in maniera appropriata o corretta. Allo stesso modo, la punteggiatura è spesso utilizzata in maniera scorretta: vi sono dei segni d’interpunzione in luogo di altri, oppure mancanti. Ho inoltre riscontrato parecchi errori di distrazione, di reggenza, di costruzione della frase e alcuni problemi con la consecutio temporum: tutto ciò ha contribuito a rendere la lettura difficoltosa e poco scorrevole. Unitamente a ciò, ho notato, in alcuni punti, un’alternanza di un lessico aulico e ricercato e di uno più quotidiano e colloquiale: questo ha reso il testo poco uniforme e ha dato, in questi punti, l’idea di “caduta di stile”. A rendere faticosa la lettura è anche la diffusa tendenza a mette il soggetto dopo il verbo a cui si riferisce: questa licenza poetica, che ha un sapore arcaico (e che quindi ben si accorda con l’atmosfera generale del testo), avrebbe funzionato se non abusata, ma nell’uso ampio che ne hai fatto tu tende a rendere la lettura poco fluida.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di essenziali, senza mai dilungarti troppo, ma dicendo il necessario per permettere al lettore di figurarsi con precisione e chiarezza i personaggi e le situazioni, senza creare confusione ma senza appesantire neppure la lettura. Questo utilizzo delle descrizioni ben si accorda con il tuo stile di scrittura rapido e incisivo. Per quanto riguarda le descrizioni fisiche dei personaggi, mentre per alcuni di loro sono state inserite opportunamente e in accordo con la narrazione, per altri si ha invece la sensazione che esse siano state introdotte forzatamente all’interno del testo, in punti che hanno frammentato la narrazione: in questi casi, sarebbe stato più opportuno spostare in un altro punto tali descrizioni, oppure dilazionarle lungo il testo (ad esempio, la descrizione delle mani dei personaggi si sarebbe potuta legare a una loro gestualità, piuttosto che inserirla insieme a quella meramente fisica). Inoltre, solitamente, non è consigliato dettagliare così minuziosamente l’aspetto fisico dei personaggi, ma concentrarsi piuttosto solamente su quei loro aspetti che sono caratteristici, peculiari, oppure che sono funzionali al momento e alla narrazione (ad esempio, che Svart ha gli occhi dorati è importante, dato che è una caratteristica della Fiamma Nera, mentre meno importante è conoscere il colore degli occhi di Birken).
Ottimo l’equilibrio tra parte narrativa e dialoghi; per quanto riguarda questi ultimi, ho un unico appunto da fare: a volte, nello stesso dialogo, un personaggio si appella all’altro rivolgendosi a lui prima con la seconda persona plurale e poi con la terza singolare (il cocchiere a Svart), oppure prima con la terza singolare e poi con la seconda singolare (Logan a Svart), e questo crea un po’ di confusione nella lettura.
In generale, ti consiglio un’attenta rilettura del testo, per sistemare questi aspetti.

Caratterizzazione personaggi: 6/10

Nel tuo testo sono presenti vari personaggi e, in generale, hai fatto una buona caratterizzazione di Svart e Kniverod.
Il protagonista assoluto della vicenda è, senza ombra di dubbio, Svart ed è proprio lui a essere, di conseguenza, il personaggio più approfondito di tutti. Di lui ci doni un’immagine iniziale molto chiara, che va a rimarcare la sua nobiltà e bontà d’animo, la sua indole posata ed equilibrata, nonché l’attaccamento a suo padre e al suo fratellastro. Ciò ti ha permesso, poi, di rendere ancora più d’impatto la sua lenta trasformazione nella Fiamma Nera. Il passaggio di Svart da uomo a bestia è, non solo graduale, ma anche consapevole: il ragazzo, infatti, si rende conto che qualcosa in lui sta cambiando, che ci sono delle voci crudeli che gli parlano e lo spingono al male; comprende di essere malato, di avere qualcosa che non va, e questo rende il suo declino ancora più triste e drammatico. Convincente il fatto che la sua trasformazione parta dal forte dolore per la morte del padre e per l’allontanamento di Birken, che lui aveva sempre creduto essere un fratello sincero e affezionato. Svart si guarda intorno e si rende conto di essere solo, nonostante sia circondato da moltissime persone: solamente Logan gli rimane sempre accanto ed è il suo ultimo appiglio a quell’umanità che sta inesorabilmente perdendo. La trasformazione di Svart è tanto evidente quanto inevitabile e il protagonista appare come una vittima di un destino che non si è scelto e che non ha voluto. Interessante notare come, anche quando il consiglio lo condanna a morte, lui mantenga una scintilla di bontà e si offra docilmente al boia, poiché il suo pensiero più saldo rimane sempre e solo quello di proteggere il suo popolo, anche se ciò significa sacrificare la propria vita. Nella sua bestialità, dunque, Svart riesce a mantenere una parte di umanità, dove la sua indole, presentata all’inizio della storia, è ben salda e riconoscibile. Hai saputo, dunque, tratteggiare bene questo personaggio, mostrando adeguatamente la sua dolorosa metamorfosi, e caricandola di una drammaticità che arriva dritta al lettore, che percepisce il destino del re come un’ingiustizia, prova empatia e soffre insieme a lui.
Altro personaggio ben caratterizzato è Kniverod. Di lei viene dato un quadro completo nel primo capitolo della storia, quello dedicato alle origini della piaga dei demoni e della profezia sulla Fiamma Nera. Kniverod è certamente un personaggio molto peculiare, di cui hai saputo mettere in luce pregi e stranezze, dipingendo di lei un’immagine molto nitida e a tutto tondo. Benché non sia la protagonista della vicenda e, nel tempo in cui vive Svart sia morta, e ricompare per poche righe solamente quando viene evocata da Birken, la sua presenza è molto forte e aleggia per tutta la storia, vivendo nei taccuini che ha lasciato ai posteri e nelle scuole che ha fondato. È, insomma, un personaggio che sa certamente farsi ricordare e apprezzare e che tu hai saputo rendere con estrema vividezza.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, essi rimangono più sullo sfondo e sono meno caratterizzati. Di loro si riescono comunque a cogliere i tratti salienti del carattere, ma non sono così approfonditi da spiccare o da rimanere particolarmente impressi. Eccezione in tal senso è fatta da Logan, che tra i personaggi secondari è quello di cui si possono cogliere maggiori sfumature, anche grazie alle conversazioni che intrattiene spesso con Svart. Birken e Berenice, invece, ci vengono presentati in maniera meno approfondita, cosicché non si riesce bene a comprendere alcuni loro comportamenti e reazioni, soprattutto per quanto riguarda Berenice.
In generale, ho notato una carenza d’introspezione all’interno della tua storia, che non ti ha aiutata con la caratterizzazione: vengono soprattutto descritte le azioni dei personaggi e molto raramente ci si sofferma, invece, sui loro pensieri e sulle loro sensazioni riguardo ciò che accade. Fatta eccezione per Svart, di cui in alcuni punti ci sveli qualche spaccato della sua psiche, la psicologia degli altri personaggi non viene approfondita o delineata. Per fare un esempio, Quando Birken svela a Berenice che Svart è la Fiamma Nera e che occorre ucciderlo, questa non ha alcuna reazione, che sia di stupore, di inorridimento o altro. La conversazione con Birken è asettica e non lascia trapelare nulla dei sentimenti dei personaggi. Questo rende difficile comprendere lei e il perché del suo modo di agire. Per quanto riguarda Svart, come già detto, hai invece svolto una buona analisi introspettiva, anche se in alcuni momenti essa è tratteggiata in maniera rapida e superficiale, come accade durante il processo in cui viene condannato a morte: passa rapidamente dalla costernazione alla rassegnazione e per il lettore è difficile comprendere perché ciò sia accaduto, dal momento che non viene mostrato. Inoltre, non viene detto nulla della reazione di Berenice alla condanna a morte di suo marito, se ne sia dispiaciuta, oppure sollevata perché si è liberata di un mostro.
In generale, dunque, hai fatto un buon lavoro di caratterizzazione per quanto riguarda Svart e Kniverod, mentre gli altri personaggi sono stati tratteggiati velocemente e manca, di loro, un’analisi introspettiva che avrebbe fatto comprendere la complessità dei loro legami con il protagonista e le motivazioni che muovono il loro agito.

Trama e originalità: 7,5/10

La trama della tua storia è interessante, così come gli eventi che vi ruotano intorno. Essa non presenta un particolare intreccio, è lineare, tuttavia questo non si associa a un testo noioso o poco dinamico, poiché gli eventi si susseguono rapidamente, mantenendo sempre alta l’attenzione del lettore e la sua curiosità circa l’evoluzione della vicenda. In generale, hai presentato una trama ben costruita e strutturata, dove gli eventi si susseguono in un crescendo di tensione che ha il suo culmine nell’esecuzione di Svart e nel finale aperto, che lascia intendere che la minaccia non sia stata sventata.
In generale, dunque, hai creato una buona trama; l’unico appunto che ho da fare è che, in alcuni punti, essa è stata svolta troppo rapidamente, e questo ha creato alcune piccole incongruenze o punti un po’ oscuri. Ad esempio, nel capitolo uno, viene detto che Berenice giunge alla capitale per l’incoronazione di Svart, ma poi, nel capitolo due, viene descritta mentre osserva un quadro del sovrano, come se fosse la prima volta che lo vede, inoltre quello che segue sembra essere il loro primo incontro. È strano che la futura sposa del re non si sia presentata a lui, quando è giunta ad assistere alla sua incoronazione, né che lo abbia visto, anche solo da lontano, in quell’occasione. Inoltre, a un certo punto, viene detto che la scuola di Negromanzia ha chiuso, ma non ne viene spiegato il motivo. È a causa della visita di Svart oppure per altri motivi? È solamente una diceria, oppure è vero? Benché la scuola di Negromanzia rappresenti solamente uno sfondo all’interno della storia, essa risulta essere comunque fondamentale nella lotta contro i demoni, tanto che il sovrano stesso vi si rivolge in cerca di consiglio, pertanto un approfondimento in più a riguardo avrebbe reso più chiari i motivi che hanno portato un’istituzione così fondamentale, nella società da te creata, a chiudere, diffondendo lo sconforto nella popolazione. Inoltre, il processo a Svart, che è un momento cruciale nella narrazione, viene svolto molto rapidamente e declinato in poche righe: non viene spiegato come il consiglio sia giunto alla conclusione di sacrificare il re, non vengono mostrate le reazioni degli astanti e, come già detto nella precedente voce, Svart passa repentinamente dallo sconcerto per la notizia all’accettazione, senza che ne vengano indagate le motivazioni. In generale, dunque, hai creato una buona trama che, tuttavia, in alcuni punti, è svolta frettolosamente, e questo crea delle mancanze e delle incongruenze.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia è senza dubbio innovativa. Hai saputo sfruttare gli elementi caratteristici del genere per dar vita a una storia interessante e per nulla scontata: non sei caduta nel banale e hai saputo gestire con maestria quest’idea del “seme del male” che è sia salvezza che distruzione: l’inesorabile trasformazione di Svart è un’anticipazione che le persone intorno a lui non riescono a vedere, se non Birken, a cui la verità è stata rivelata da Kniverod. Il suo trasformarsi lentamente in una belva, assecondando le voci che gli sussurrano nella testa, rappresenta quell’avanzare della piaga che distruggerà il mondo proprio in quella persona che, più di tutti, vorrebbe salvare il proprio popolo dai demoni. Quella di Svart è una vicenda dolorosa e tragica, che si conclude con la sua infelice morte, una morte che diviene ancora più tragica alla luce del finale aperto, che mostra come essa sia stata inutile, perché una nuova Fiamma Nera è nata e la storia è destinata a ripetersi. Anche quest’idea di ciclicità e di ineluttabilità ha contribuito a rendere la tua storia estremamente interessante, presentando una conclusione inaspettata e amarissima, che tuttavia ben si addice alle tinte fosche di questo racconto. Hai saputo dunque creare una storia molto originale e avvincente, che sa farsi apprezzare.
Il tuo è un racconto che s’inserisce pienamente nel genere dark fantasy, poiché hai presentato una storia dark e cupa, popolata da personaggi antieroici e dove il male e l’orrore la fanno da padroni. Il senso di decadenza di questo mondo e l’angoscia provata dai suoi abitanti è palpabile in ogni singola riga, così come la costernazione di Svart e la sua solitaria e disperata lotta contro un male che lo sta consumando dall’interno. La tua è una storia intrisa di dramma e sofferenza, che strizza l’occhio al genere e ci riesce con efficacia e originalità. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 5/5

Il personaggio del principe è stato pienamente utilizzato, in quanto lo sono sia Svart prima, che Birken poi. Entrambi i personaggi hanno una loro rilevanza all’interno della storia: Svart è il protagonista intorno a cui ruotano tutte le vicende, è il principe primogenito, cosa che causa attrito con il suo fratellastro. Anche Birken è un personaggio centrale nella vicenda, poiché è a lui che Kniverod rivela la profezia della Fiamma Nera, aiutandolo quindi a comprendere che lo fosse Svart stesso e rendendolo consapevole della necessità di ucciderlo. Il principe, dunque, è assolutamente centrale all’interno del racconto. (+1)
Anche il prompt è stato brillantemente utilizzato: ciò che affligge Svart non può essere considerato una malattia nel senso proprio del termine, ma è in questo modo che viene vista da tutti gli ignari che lo circondano e Svart stesso la definisce in questo modo, quando ne parla. La sua condizione di Fiamma Nera viene vista come una malattia misteriosa e incurabile, dalle cause sconosciute. È un morbo che divora il giovane giorno dopo giorno, che lo consuma e lo trasforma nella belva che è destinata a essere. È il segno della profezia, l’inconfutabile prova che la Fiamma Nera si è manifestata. (+2)
L’oggetto non è molto presente all’interno della narrazione ma, quando compare, ricopre un ruolo importante nella storia. Innanzitutto, è l’arma creata da Kniverod per poter fronteggiare e uccidere i demoni, l’unica in grado di togliere la vita alle creature magiche, nonché il simbolo del sovrano e della sua lotta alla piaga dei demoni. In secondo luogo, è l’arma con cui viene ucciso Svart, quella con cui - teoricamente - si dovrebbe sventare la profezia e liberare il mondo dai demoni. Da questo punto di vista, diviene l’incarnazione della speranza del popolo e di Svart stesso, il mezzo con cui liberare il mondo dai demoni. (+1)
La frase è inserita in maniera coerente e naturale nel racconto e viene ripresa in più di un punto. È una delle ultime parole che il re morente lascia al proprio figlio e fonte di successiva riflessione da parte di questo, che si ritrova a concordare, mentre osserva ciò che lo circonda. La frase diviene, dunque, parte del modo di pensare di Svart e si accorda molto bene alla sua personalità e alle situazioni in cui la pronuncia. (+1)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Ho molto apprezzato i richiami a Dark Souls e alle sue atmosfere, così come hai saputo rendere l’atmosfera di orrore e drammaticità che permea questo mondo in balia dei demoni che hai delineato. Mi sono piaciuti molto Svart e il modo in cui ha affrontato il suo triste e doloroso viaggio, la sua consapevole eppure inevitabile trasformazione in qualcosa che è l’esatto opposto del suo animo buono e gentile. Ho apprezzato come il male abbia preso il sopravvento e come esso abbia, alla fine, prevalso, in quanto la Fiamma Nera non è stata estirpata, poiché è rinata nel figlio di Svart, in questo finale aperto che ho trovato davvero molto ben riuscito, inaspettato e assolutamente in linea con il racconto da te presentato.
Purtroppo, quanto già detto nel parametro di grammatica e stile e le lacune, sottolineate nel parametro della trama, non mi hanno permesso di godere appieno del racconto, che tuttavia rimane molto buono, originale e interessantissimo. Hai presentato uno storia davvero avvincente. Complimenti!

Punteggio totale: 26,8/40



OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:50
 
Quota

Ottava classificata
“Spezzato” di R.Mayfair


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, complimenti!

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere diretto e molto evocativo. Le frasi sono ricche di subordinate ma, nonostante questo, non appesantiscono la lettura, non la rallentano e sono efficaci nel delineare nella mente del lettore immagini e sensazioni. Il ritmo della storia è lento, e si accorda bene con il flusso di pensieri del protagonista e con la sua rassegnazione a una condizione che per lui è divenuta naturale. Il lessico è semplice, ma ricercato, e anche esso si accorda bene a un personaggio che non appartiene a una classe sociale elevata e che, quindi, non può avere un’istruzione approfondita: questa scelta ha permesso al tuo racconto di risultare realistico e fluido. Hai un’ottima proprietà di linguaggio e ti destreggi tra i vari termini, utilizzandone sempre di appropriati e di efficaci per veicolare i concetti che desideri esprimere. L’uso della punteggiatura è variegato e sempre puntuale: prediligi punto fermo e virgola, ma dimostri di saper utilizzare correttamente anche gli altri segni d’interpunzione. Hai gestito molto bene l’io narrante, dimostrando padronanza di questo punto di vista e riuscendo a veicolare efficacemente i pensieri e gli stati d’animo del protagonista. L’uso del tempo presente, inoltre, ti ha permesso di donare al racconto immediatezza.
Le descrizioni sono brevi, ma adeguate e molto evocative: grazie a un’efficace accostamento di termini e aggettivi, riesci a creare in poche pennellate immagini vivide e chiare. Con poche parole, crei immediatamente nel lettore l’idea dell’ambiente che lo circonda e degli eventi che stanno accadendo, intrecciandoli ai pensieri e alle considerazioni del protagonista.
Ottimo l’equilibrio tra parte narrata e dialoghi, sempre appropriati e mai artificiosi, brevi e concisi, diretti e taglienti. In generale, hai presentato un testo ben scritto, scorrevole e molto piacevole da leggere. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 7,5/10

Il protagonista assoluto della vicenda è uno sfortunato uomo di cui non conosciamo il nome, affetto da una terribile maledizione che lo costringe a ballare senza posa per l’eternità.
Di lui, metti ben in evidenza i pensieri riguardo la propria maledizione e le sue conseguenze e di come viva il rapporto con gli altri, persone che sembra guardare come attraverso un vetro, distanti: si prendono gioco di lui, lo infastidiscono, lo reputano bizzarro e lui guarda questi loro atteggiamenti con rassegnazione. Infatti, mentre prima si toglieva la maschera per far vedere loro il suo vero volto e farli impazzire, ora semplicemente si lascia scorrere addosso la loro cattiveria, quasi che questa non lo tocchi più, dopo tanto tempo passato a osservare il mondo, a guardarlo volteggiargli intorno, in quella danza che non ha mai fine. Il tono pacato con cui il protagonista narra la sua vicenda lascia trasparire una grande melanconia, ma anche una profonda stanchezza che tuttavia non si traduce in accettazione; egli, infatti, si reca presso una negromante per farsi aiutare, per cercare un modo per spezzare la sua maledizione e questo lascia intendere che abbia tentato di farlo per tutto questo tempo, fallendo.
La donna che il protagonista incontra è delineata nei suoi tratti essenziali, tuttavia tanto basta per dare un’idea chiara di lei: si tratta di una donna misteriosa, che ha sulle spalle molta esperienza e altrettanta saggezza e che, come il protagonista, è entrata in possesso di un cappello ed è stata a sua volta maledetta. È lei che lo aiuta a riacquistare i ricordi di come la sua maledizione sia cominciata, così come è lei che gli rivela come spezzare la magia che lo tiene prigioniero. Questa figura, seppur fugace nella sua apparizione, sa farsi ricordare con forza, per via dell’alone di mistero che l’avvolge e per le parole che rivolge al protagonista: parole dure, terribili, che portano con sé il peso di una scelta che lei ancora rimpiange. Questo dettaglio rivela che la negromante è una donna divorata dai sensi di colpa, e il suo isolamento, unitamente al fatto che la sua casa sia piena di trappole, indica di come questi sensi di colpa l’abbiano spinta ad allontanarsi da tutto e tutti. Si tratta di una donna che non è crudele - infatti aiuta il protagonista, quando riesce a raggiungerla -, ma che le esperienze della vita hanno indurito e reso distante.
Il protagonista si dimostra un uomo furbo, nonostante le sue umili origini, in quanto riesce a escogitare un modo per rompere la maledizione del cappello, sulla base di ciò che la negromante gli ha detto. Egli, infatti, riesce a liberarsene cedendolo a una prostituta e contendendoselo con lei, rivolendolo disperatamente indietro, per non condannarla al suo stesso, triste destino.
In generale, si riesce a immaginare abbastanza bene il tipo di personaggio incarnato dal protagonista: si tratta dell’archetipo dell’uomo avido, che vuole raggiungere con facilità fama e successo, piuttosto che farlo con impegno e fatica; è un uomo che sceglie la strada facile, che si lascia tentare dal diavolo, che questi cappelli ha costruito, e che, per questo, viene maledetto. Ottiene ciò che vuole, in fin dei conti, ma a un prezzo altissimo. Il passare del tempo, lo scorrere inesorabile della vita e il peso della maledizione lo fanno poi maturare, gli fanno comprendere i suoi errori e lo rendono meno egoista, nel suo desiderare che qualcun altro non subisca le sue stesse sorti. Il suo desiderio, infatti, è quello di poter rivelare come rompere la maledizione dei cappelli, per liberarne il mondo, perché ne ha finalmente compreso la natura malevola e ingannatrice: questo, tuttavia, non gli sarà possibile, in quanto la prostituta non è disposta ad ascoltarlo e quindi lui è destinato a morire con il suo segreto. Una morte che per lui è pace, perché sancisce la fine di una vita di sofferenze.
Hai delineato bene quelli che sono i pensieri del personaggio riguardo la sua condizione, che per lui è diventata un’ossessione, un pensiero fisso e ricorrente, tanto che non c’è praticamente spazio per null’altro. Il protagonista, tuttavia, è in generale caratterizzato in maniera piuttosto superficiale: la sua caratterizzazione nasce e si sviluppa tutta in funzione della piccola vicenda che hai raccontato, cosicché di lui non ci viene data un’immagine a tutto tondo. Della sua vita passata conosciamo solamente ciò che viene accennato quando lui ricorda le origini della sua maledizione, ma sono informazioni superficiali, che non dicono quasi nulla della persona che era prima e che lasciano quindi intuire a fatica il percorso di crescita che il personaggio ha affrontato. Ti sei soffermata poco anche sulla sua introspezione, complice la brevità del racconto, e questo non ha permesso di poter entrare in empatia con lui e con la sua sofferenza; si rimane distaccati, non si riesce a partecipare appieno a ciò che gli accade. Il personaggio rimane piuttosto piatto e limitato al contesto ristretto in cui si muove, impedendo quindi di riuscire a immaginarselo indipendentemente dalla situazione che sta vivendo. In generale, dunque, hai delineato il protagonista nei suoi tratti salienti, permettendo al lettore di farsi una chiara immagine di lui, ma circoscritta a ciò che accade, mentre non vi è molta introspezione e questo, unito alla poca contestualizzazione del personaggio, ha portato a rendere di lui un’immagine piuttosto piatta. La base è molto buona e, con un’analisi introspettiva più approfondita, saresti sicuramente riuscita a dare di lui un’idea più completa e d’impatto.

Trama e originalità: 7,5/10

Dal punto di vista della trama, hai creato una storia che non ha un particolare intreccio e in cui gli eventi si susseguono in maniera lineare. La struttura della tua storia assomiglia a quella di una favola, di una leggenda popolare e, in effetti, anche il tema trattato è quello che normalmente si può ritrovare nel folklore: vi è, infatti, il diavolo che tesse delle trame, per adescare anime avide di potere e/o fama, alla quali spetta una terribile maledizione. In questo caso, il protagonista è costretto a ballare senza posa e cerca un modo per liberarsi dalla sua maledizione: il motivo per cui non sia ancora riuscito a trovare una soluzione è giustificato dal fatto che lui non ricordi nulla del suo passato e, quindi, neppure di come sia entrato in possesso del cappello: è la negromante che decide d’incontrare che gli fa ricordare il suo passato e, quindi, gli fa comprendere che cosa deve fare per liberarsi della sua maledizione. Questo espediente è decisamente convincente per giustificare il fatto che la maledizione del protagonista perduri da moltissimo tempo, tanto che lui è divenuto estremamente vecchio. La conclusione della storia è ambivalente: da una parte è positiva, poiché il protagonista riesce a rompere la maledizione del cappello senza dover maledire qualcun altro a posto suo; d’altra parte, però egli non è riuscito a spiegare alla prostituta come spezzare la maledizione degli altri cappelli, e dunque quel segreto morirà con lui. Altra gente, da qualche altra parte, soffrirà terribili maledizioni, senza che lui possa aver fatto nulla per aiutarla. In generale, il contesto della storia rimane piuttosto vago, limitandosi agli eventi che vengono narrati nel racconto: quello che viene detto è sufficiente a se stesso, ma non vi è alcun approfondimento, neppure, come già detto, per quanto riguarda il passato del protagonista. Le informazioni che vengono date sono sommarie e molto limitate e questo non consente di spaziare nell’ambientazione né nella vita del protagonista e questo non dà l’idea di ampio respiro, di universo narrativo che vive ed esiste anche al di fuori di quello che viene raccontato. In generale, comunque, hai costruito una buona trama, che non ha buchi e non lascia il lettore confuso una volta terminata la lettura.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa per i motivi espressi sopra: quello del diavolo tentatore che promette alla vittima fama e gloria, ma in cambio di un prezzo amarissimo, è un cliché letterario molto usato, così come è molto usato il topos del protagonista che riesce a ingannare il diavolo stesso e a liberarsi del pagamento che gli è dovuto. In questo, dunque, la tua storia non presenta caratteri di originalità. Originale è, invece, il fatto che la maledizione sia portata da un cappello e che, quindi, il diavolo non agisca direttamente, palesandosi, ma attraverso degli oggetti che lui stesso ha costruito: in tal senso, sono le persone stesse a portare avanti le maledizioni dei cappelli; il diavolo sfrutta la loro disperazione nel volersi liberare dalla maledizione per permettere al cappello di passare da una persona all’altra. Altro elemento abbastanza innovativo è il fatto che il protagonista non solo cerca di liberarsi della sua maledizione, ma tenta di farlo senza dover passare la sua pena a qualcun altro: pertanto, riesce a ingannare il diavolo e a riottenere la libertà, ma senza che qualcun altro paghi al suo posto, mostrando un altruismo che solitamente in questo tipo di storie non si ritrova. Inoltre, il protagonista ha ormai perduto tutta la sua vita, non ha possibilità di riscatto, o di ricominciare: è vecchio e il suo corpo, libero dalla maledizione che lo rende immortale, muore all’istante, senza dargli la possibilità di riassaporare, neppure per un attimo, la tanto agognata libertà. Per questo motivi, il punteggio nella voce è comunque alto.
La tua storia è abbastanza dark fantasy, anche se il genere non è fortemente presente. Il tuo racconto sottolinea certamente l’angoscia del protagonista, che soffre per la sua condizione, e dipinge una città in cui le persone sono meschine e crudeli, ma non si percepisce un forte senso di angoscia, soprattutto per via dell’atmosfera autunnale e gioiosa che circonda il protagonista. La sua vicenda, inoltre, ha un lieto fine, in quanto lui riesce a liberarsi dalla sua maledizione e a salvare dal suo stesso triste destino la prostituta: siamo quindi in presenza di un personaggio positivo, così come positivo è anche il personaggio della negromante, che aiuta disinteressatamente il protagonista. Il senso di angoscia e disperazione, dunque, è tutto racchiuso nella condizione che vive il protagonista: per questo motivo la tua storia si può comunque considerare dark fantasy, anche se non pienamente.

Utilizzo del pacchetto: 3,5/5
Per quanto riguarda il personaggio, secondo la definizione, il negromante è un mago che pratica magia nera legata ai morti, oppure un indovino che predice il futuro tramite l’evocazione dei defunti, un divinatore che evoca gli spiriti dei morti. Esso ha, quindi, sempre un qualche tipo di collegamento con i morti nelle sue pratiche. La negromante della tua storia risulta essere un’indovina nel senso più classico del termine: non vi è nulla, nel suo riportare il passato alla memoria del protagonista, che sia riconducibile a una pratica legata ai morti o agli spiriti dei defunti, o in cui essi siano in qualche modo coinvolti. Ella si fa chiamare “negromante”, ma non ha un collegamento con la magia nera legata ai morti: si è data questo appellativo dopo aver passato il cappello a qualcun altro, perché i cappelli sono stati creati, secondo lei, da un vero negromante; ma, anche se chi ha creato i cappelli era davvero un negromante, non vi è negromanzia in essi. Pertanto, non ho assegnato il relativo punto, in quanto ritengo, alla luce di quanto detto, il personaggio non utilizzato.
Il prompt è stato ben utilizzato e sviluppato. Il lega tra il protagonista e il cappello è quello che dà vita alla maledizione e che costringe l’uomo a ballare incessantemente e da tempo immemore. È proprio questo legame che il protagonista tenta di spezzare, per poter riguadagnare finalmente la tanto agognata libertà. Il legame, dunque, è il filo conduttore di tutta la storia e ciò che muove tutta la vicenda. (+2)
Hai fatto un buon utilizzo dell’oggetto. La maschera è parte integrante del protagonista: egli la indossa per celare il suo volto, un volto che, se visto, causa la pazzia in chi lo guarda. È la strumento che lo protegge dal mondo esterno e che, al contempo, protegge il mondo esterno da lui. È un oggetto necessario, indispensabile e, pertanto, importante. (+1)
La frase è pronunciata dalla negromante e ricorda al protagonista una vecchia ballata che si tramanda di generazione in generazione, ma non ha un vero riscontro nella vicenda, né una sua importanza. È una frase che viene detta e poi subito lasciata cadere, che non si ricollega a nulla, né che viene poi ripresa. Si potrebbe ricondurre al protagonista che, a causa della sua maledizione, ha perso la sua famiglia e non se ne è potuto costruire una, e per questo è rimasto solo, ma non è un pensiero che lui esprime. Pertanto, non ho assegnato punteggio pieno nella voce, ma ho detratto qualche punto. (+0,5)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Hai proposto un tema classico nella letteratura e l’hai rivisitata in chiave personale, introducendo l’originale elemento del cappello come portatore della maledizione, nonché il meccanismo del passaggio del cappello stesso per liberarsene. Quella che hai narrato è una vicenda semplice, che pure si è saputa far apprezzare, sostenuta anche da uno stile scorrevole e molto evocativo. Anche se, come già detto, mi sarebbe piaciuto leggere di più sul protagonista, conoscere meglio lui e le sfaccettature della sua personalità, e il mondo in cui si muove, ho letto con davvero molto piacere la tua storia.

Punteggio totale: 32,5/40

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:51
 
Quota

Settima classificata
“Seven years” di Kim_


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, complimenti!

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere fluido e diretto, con frasi incisive e non troppo lunghe. Questo ha contribuito a rendere la lettura molto scorrevole e piacevole, anche grazie alla padronanza del lessico e all’utilizzo di termini vari e sempre adatti al concetto che stai esprimendo. La brevità delle frasi, povere di subordinate, ha permesso di donare al testo immediatezza e, di conseguenza, ha permesso al lettore di entrare subito nella mente del personaggio e di poterne cogliere immediatamente i pensieri e i tormenti. Il lessico non si avvale di termini ricercati, ma non per questo risulta semplicistico o poco curato, anzi: esso ben si adatta al personaggio da te presentato e al flusso di pensieri che costituisce l’intero racconto. Un linguaggio più aulico avrebbe reso il testo meno realistico e più artificioso. La punteggiatura è vari e utilizzata sempre in maniera appropriata; la predilezione per le virgole dona alla storia un ritmo disteso, che contribuisce a sottolineare l’atmosfera cupa e la disperazione della protagonista.
La storia non presenta particolari descrizioni, ma piuttosto pennellate brevi, volte a delineare dettagli, soprattutto atmosferici, dell’ambiente che circonda Rachel. Questo, tuttavia, non ha penalizzato il tuo testo, ma ha anzi contribuito a focalizzare l’attenzione sull’interiorità del personaggio, senza distrarre il lettore con informazioni superflue. Ogni descrizione dell’ambiente è funzionale allo stato d’animo della protagonista: il mare che è un abisso gelido, la pioggia sempre più battente sotto la quale siede, tutto è funzionale alla sua disperazione e al suo senso di perdita. L’attenzione è tutta concentrata sulle sensazioni, le emozioni e i pensieri di Rachel, resi efficacemente e con vividezza.
I dialoghi sono del tutto assenti, trattandosi di un testo introspettivo, e questa scelta ti ha permesso, ancora una volta, di focalizzare l’attenzione del lettore sull’interiorità della protagonista. Non si sente la mancanza di discorsi diretti o di dialoghi, in quanto il testo ha un carattere totalmente introspettivo: è un viaggio nella mente di Rachel, e non c’è spazio per elementi esterni a lei e al suo dolore. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

La protagonista indiscussa di questa vicenda è Rachel, l’angelo che si è macchiato di peccati indicibili e che è stato, per questo, disconosciuto dalla sua stessa specie.
Data la mia severità in questo parametro, non avrei mai pensato di assegnare il punteggio pieno in una storia breve come quella che hai portato tu, ma nel tuo racconto non ho trovato assolutamente niente che mi facesse risultare questo personaggio incompleto, oscuro o poco esplorato. In poche righe hai saputo creare un quadro approfondito ed esaustivo di Rachel, hai saputo presentarla ponendo attenzione su quei dettagli che ne delineassero inconfondibilmente il carattere, hai scavato a fondo nella sua interiorità e nella sua mente, presentando agli occhi del lettore un personaggio tridimensionale, a tutto tondo, capace di colpire, di rimanere impresso. Un personaggio che non resta piatto, che non è superficiale e con il quale si entra facilmente in empatia, grazie all’ottima introspezione. Hai saputo cogliere i punti salienti della personalità di Rachel e hai saputo portarli alla luce e all’attenzione del lettore, facendogliela comprendere come se la conoscesse da sempre e vi avesse familiarità.
Rachel è un angelo che ha commesso un unico, imperdonabile errore: si è innamorata dell’essere umano che ha scoperto la sua natura. D’istinto e mossa dal senso del dovere, ha posto fine alla sua vita, com’è richiesto in questi casi, ma quest’esperienza ha aperto un profondo solco in lei e l’ha segnata per sempre. L’ha allontanata dalla sua vera natura e l’ha trasformata nell’esatto opposto: gli angeli sono, nell’immaginario comune, esseri purissimi, innocenti e liberi dal peccato. Rachel, invece, si pone in contrapposizione con quest’ideologia, sia per come vengono dipinti gli angeli in quest’universo da te immaginato, sia per la strada che decide d’intraprendere. Nella tua storia, gli angeli non sono creature totalmente positive, poiché ricorrono a uno strumento immorale come l’omicidio - anche di persone innocenti - per proteggere la propria specie: questo li allontana dal modo in cui si è soliti immaginarli. Inoltre, Rachel macchia la sua anima di ulteriori omicidi, tutti ingiustificati, questa volta anche dalla sua stessa specie, solo per sentirsi ancora viva, solo per tentare di ritrovare nelle persone che uccide qualcosa di Everett. La sua anima, oramai, ha perso tutto della purezza che la caratterizzava, per divenire nera e per trasformarla, come lei stessa ammette, in un demone. Non c’è più nulla di angelico nei suoi comportamenti e in quegli omicidi che decide di continuare a perpetrare, senza che il senso di colpa la divori. L’unico dolore che sente è quello per la perdita di Everett, per averlo dovuto uccidere quando invece lo amava e avrebbe voluto vivere accanto a lui. L’unico senso di colpa che l’attanaglia è quello. Tutto il resto è vuoto e grigio, tutto il resto ha perso di significato. Rachel si ritrova sola con se stessa: non può e non vuole integrarsi con gli umani ed è rifiutata dagli angeli. Non ha più un posto nel mondo, qualcuno a cui sente di appartenere. Rachel è morta quando è morto Everett e questo ha causato in lei una trasformazione irreversibile. Il dolore che ha provato l’ha divorata dall’interno, fino a renderla un mostro che cerca una pace dai suoi tormenti nell’assassinio.
L’analisi introspettiva di Rachel è svolta magistralmente: il suo dolore, il senso di colpa, il tormento che la perseguita sono ben resi e mostrati, così come è ben articolata la trasformazione che ha portato Rachel ad arrivare al punto in cui si trova. Gli eventi che l’hanno traumatizzata sono esplicati chiaramente, così come ciò che lei ha provato durante e dopo aver ucciso Everett e come questo l’abbia profondamente turbata. Nulla rimane confuso o non chiarificato e questo porta il lettore a immedesimarsi in Rachel, a comprendere il suo dolore e a capire perché sia diventata una spietata assassina senza cuore. Si intuisce quanto la sua anima fosse candida e pura, prima di quell’avvenimento che l’ha cambiata per sempre, e questo rende la sua disperata condizione ancora più dolorosa e drammatica. Hai saputo rendere con grande forza narrativa uno stato d’animo davvero complesso, dipingendo un personaggio convincente e sfaccettato. Complimenti!

Trama e originalità: 8,5/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia non ne presenta una nel vero e proprio senso del termine. Il tuo racconto è piuttosto un viaggio introspettivo nella mente della protagonista, un’analisi dei suoi pensieri e del suo stato d’animo, ai quali fa da contorno un ambiente esterno che ben si accorda con le sensazioni negative provate da Rachel. In tale senso, non vi sono intrecci particolari e la storia si sviluppa in maniera lineare. Nonostante ciò, la lettura non risulta noiosa o monotona, proprio per il modo in cui sei riuscita a coinvolgere il lettore nel descrivere il tormento di Rachel e le motivazioni che l’hanno spinta a divenire un’assassina. La sua ossessione per Everett, il dolore mai superato per la sua morte la fanno da padroni lungo tutta la narrazione, trascinando il lettore nella spirale di follia e disperazione di questo angelo che di angelico ormai non ha più nulla. Hai scavato a fondo nella mente di Rachel, hai mostrato ogni suo pensiero, ogni sua emozione, la sua solitudine e il suo sentirsi divisa tra ciò che era prima e quello che è diventata. Il suo è un flusso di pensieri che scorre tra ricordi e presente, tra ciò che è stata e ciò che è, tra il riconoscimento della terribilità delle sue azioni e l’assenza di sensi di colpa, la necessità di continuare, l’averne bisogno per sentire qualcosa, per sentirsi viva.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, per via del tematica tratta, ovvero quella di un amore perduto e del sopravvissuto che non riesce a rassegnarsi alla morte della persona amata, evento dal quale viene profondamente segnato e che lo cambia per sempre. Inoltre, è un cliché molto usato anche quello dell’amore impossibile tra due creature diverse, in questo caso tra un angelo e un umano. La storia, tuttavia, non risulta scontata o noiosa, e questo è il motivo per cui il punteggio nella voce è comunque alto: innanzitutto, la protagonista da te presenta è un angelo, ma, come già detto in precedenza, non si tratta di un angelo canonico; queste creature, nell’universo da te creato, non sono poi così pure e innocenti, ma sono disposte ad adottare anche mezzi crudeli e immorali, pur di proteggersi, e questo è un elemento senz’altro originale. Il dolore di Rachel per la perdita di Everett, inoltre, la segna e la cambia profondamente, ma in un modo crudele e perverso, che sovverte la sua stessa natura. Rachel diventa un’assassina, per lei uccidere diviene una necessità. Si rifugia nel piacere di togliere la vita a persone innocenti, ricerca lì un motivo per andare avanti, per sentirsi viva, per riempire quel vuoto lasciatole dalla persona amata. Questo è senz’altro un risvolto interessante, qualcosa che non ci si aspetterebbe da un angelo, soprattutto da uno che è sempre stato abituato a obbedire e la cui indole è tutt’altro che ribelle. In tal senso, dunque, la tua storia presenta un carattere di originalità, che l’ha resa interessante da leggere e non l’ha fatta scadere nel banale.
Il racconto che hai presentato si può collocare, in linea di massima, nel genere dark fantasy. L’atmosfera della tua storia è senz’altro dark e cupa, impregnata della sofferenza della protagonista, a cui fa da cornice un ambiente esterno tutt’altro che accogliente, che tratteggia uno scenario fosco. La protagonista della tua storia è un personaggio negativo, disturbante, soprattutto per il fatto che si tratta di un angelo votato a compiere crimini atroci, dai quale trae piacere e trofei che conserva con fierezza. Hai creato un racconto angosciante e dark e, sebbene non vi siano elementi horror e spaventosi, e sebbene l’ambiente circostante sia ostile solo nella percezione della protagonista, in generale le altre caratteristiche del genere sono presenti.

Utilizzo del pacchetto: 3,3/5

Il personaggio del pacchetto è stato utilizzato molto bene. Rachel riflette su quanto abbia avuto sempre un indole tutt’altro che ribelle, su quanto sia sempre stata ubbidiente e sottomessa ai precetti che le sono stati imposti dall’alto e su come questo sia cambiato dopo la morte di Everett. Rachel è divenuta una ribelle ed è andata contro tutte le regole della sua specie, è andata persino contro se stessa e non ne prova alcun rimorso. (+1)
Anche il prompt è stato ben sviluppato ed è ambivalente: l’assassinio di Everett rappresenta per Rachel un grave peccato di cui si è macchiata. Ha ucciso un ragazzo innocente solamente perché l’ha seguita, curioso. Allo stesso modo, l’uccidere innocenti e continuare a farlo rappresentano a loro volta dei peccati agli occhi di quelli della sua stessa specie, che per questo l’hanno allontanata e rinnegata. Lei stessa riconosce i suoi atti come peccati, pur non potendo fare a meno di compierli. Il peccato, dunque, è decisamente presente e centrale nella storia. (+2)
La prigione non è presente nel tuo racconto. Benché si possa dire che Rachel sia prigioniera delle sue scelte e dei suoi tormenti, il concetto non è comunque molto evidente o rilevante all’interno della narrazione, quindi il relativo punto non è stato assegnato.
La frase non è esplicitamente presente nella storia, tuttavia il suo concetto è ben sviluppato e centrale lungo tutto il racconto. La vita di Rachel è stata influenzata da una scelta presa d’istinto e compiuta in pochi istanti, ma che poi ha condizionato e continua a condizionare il resto della sua vita. Benché la frase avrebbe dovuto essere esplicitata, ho ritenuto comunque di assegnarti qualche punto, dal momento che il concetto generale che essa esprime è molto presente e ben sviluppato. (+0,3)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Ho un debole per i racconti introspettivi, quindi questo non ha potuto che farmi trovare molto piacevole la lettura di un racconto in cui l’interiorità del personaggio è analizzata a fondo e con la dovuta cura e attenzione. Hai saputo trattare uno stato d’animo non facile come quello della perdita e lo hai fatto evolvere in una disperazione che ha portato Rachel a rinnegare la sua stessa creatura e a macchiare le sue candide ali di sangue innocente. Mi è piaciuto il modo lucido e crudele con cui Rachel analizza la sua condizione e come riconosca lei stessa l’atrocità degli atti che commette, ma come, allo stesso tempo, non ne provi rimorso e ne abbia anzi bisogno per continuare a provare qualcosa, per sentirsi viva, per ritrovare Everett, quello spettro che la tormenta, quel fantasma che aleggia nei suoi ricordi e la ossessiona. Hai saputo rendere con una grande forza il dolore provato dalla protagonista della tua storia, non ci si può non sentire coinvolti dalla sua disperazione, provare pena per lei nonostante ciò che fa. Quella che hai mostrato è un’anima distrutta, derelitta, e lo hai saputo fare con grande maestria. Complimenti!

Punteggio totale: 35,8/40

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:52
 
Quota

Sesta classificata
“I quattro regni” di ethors


Grammatica e stile:
9,4/10 (4,4 grammatica + 5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

1. La Dea Rinata

”sapendo però bene, però, che il ricordo di quella notte le sarebbe rimasto per sempre” ---> ”sapendo però bene che”, refuso.

”Il mio corpo potrebbe essere tuo, se tu uccidessi padre ---> ”tuo padre”, refuso.

”vista la grande disparità disparità di potere tra padre e figlio” ---> ”disparità di potere”, refuso.

2. La nuova alleanza

”e gli elfi, su questo, non aveva fatto nessuna obiezione.” ---> ”non avevano fatto”. (-0,2)

”ma abbasso in tempo il braccio sinistro” ---> ”abbassò”, refuso.

”Fearus, Melilon, Azaghâl e un gruppetto dei loro” ---> ”Mannlet”, refuso.

”e il Signore Oscuro volle subito sperimentare ciò gli era stato donato” ---> ”ciò che gli era stato donato”, refuso.

”l’unico capace resistere alla Dea Rinata” ---> ”capace di resistere”, refuso.

”Intanto fa come ti ho detto” ---> ”fa’ come ti ho detto”. La forma imperativa del verbo richiede l’apostrofo. (-0,2)

”I primi raggi del sole nascente illuminavo l’estesa pianura degli uomini” ---> ”illuminavano”, refuso.

”La sua scomparsa è stata duro colpo per tutti noi” ---> ”un duro colpo”, refuso.

”rispose subito re Mannlet, schiacciandosi contro schienale ---> ”contro lo schienale”, refuso.

”mentre sul volto del nano appare un’espressione più divertita che turbata” ---> ”apparve”, refuso.

3. Il torturatore

che nessuno nemico aveva mai attraversato”” ---> ”nessun nemico”, refuso.

”che se stava sempre accanto al torturatore” ---> ”che se ne stava”, refuso.

”Lei non è un normale ragazza umana” ---> ”una normale”, refuso.

4. La battaglia per Mirìel

”Mentre i maghi confabulavo euforici tra loro” ---> ”confabulavano”, refuso.

”e nuovi armi e gli accorgimenti adottati avevano rallentato l’esercito elfo ---> ”elfico”, refuso.

”Perché mi ha raccontato tutto questo?” ---> ”mi hai”, refuso.

”Adis si inginocchio davanti a lui” ---> ”inginocchiò”, refuso.

5. I vincoli oscuri

”tutte le volta che la ragazza umana le si avvicinava per tenerla in vita” ---> ”tutte le volte che”, refuso.

”poi si accorse il coltello a portata di mano” ---> ”del coltello”, refuso.

”dove più di centro elfi scappavano da altrettanti demoni armati di bastone” ---> ”cento elfi”, refuso.

”appena fuori le mura ---> ”fuori dalle mura”. Fuori regge la preposizione “da”, oppure “di”, a seconda delle linee di pensiero a riguardo, ma comunque mai il complemento oggetto. (-0,1)

”ma sapeva che battaglia sarebbe stata un massacro” ---> ”che una battaglia”, refuso.

6. Il tramonto di un popolo

”ma procedete un poco alla volta” ---> ”procedette”, refuso.

”Il primo esercito elfo vi era passato sopra quando era ancora incompiuta” ---> ”esercito elfico”, refuso.

”Il capitano dell’esercito elfo ---> ”esercito elfico”, refuso.

”quando l’intero esercitò si addossò alla barriera” ---> ”esercito”, refuso.

”nessuno di essi riuscì a scappare ai demoni ---> ”scampare ai demoni”, oppure ”scappare dai demoni”. (-0,1)

”E Asteria, vestita con una tunica sontuosa” ---> ”Astelera”, refuso.

Le prime a cadere furono gli antichi castelli” ---> ”i primi a cadere”, refuso.

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere davvero fluido e accattivante, che predilige frasi povere di subordinate: ciò ha permesso alla tua narrazione di essere diretta e incisiva, adattandosi perfettamente al tipo di storia che hai narrato, incentrata soprattutto sulla guerra. Il lessico che utilizzi è variegato e pertinente: hai un’ampia varietà lessicale che permette al testo di essere dinamico, mai piatto o noioso, e che denota la tua padronanza della lingua italiana. Hai adottato un registro pomposo e altisonante, che hai saputo mantenere bene per tutto il testo: nonostante la lunghezza della storia, infatti, non si riscontrano cadute di stile. Questo registro, dal sapore medievaleggiante, ben si adatta alle atmosfere e ai fatti della tua storia: sembra cucito alla perfezione sul tuo racconto, e il lettore ha l’impressione di star leggendo un antico poema dal sapore epico. La punteggiatura, varia e sempre puntuale, è utilizzata sapientemente e, di volta in volta, si adatta bene al ritmo della narrazione, che si fa disteso nei momenti di relativa tranquillità, per poi divenire incalzante durante gli scontri e le battaglie. Ci sono alcuni refusi lungo il testo, e qualche errore, ma comunque nulla che renda la lettura difficoltosa in alcun modo, pertanto non ha affatto inciso sullo stile.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di brevi, ma efficaci. Non ti dilunghi mai troppo nel presentare un luogo o una situazione, tuttavia il lettore non si trova confuso, perché delinei tutto con sapienti pennellate che sono sufficienti per avere un quadro completo e chiaro dei personaggi e degli eventi. Tutto è ben dosato e, anche qui, ha un sapore epico: il lettore ha l’impressione di star leggendo di un passato grandioso, dove tutto è magnifico e magnificente.
Ottimo l’equilibrio tra parte narrata e dialoghi: questi ultimi sono ben costruiti, sempre pertinenti e realistici. L’unico appunto che ho da fare a riguardo, è che i linguaggi usati dai vari personaggi non si differenziano molto gli uni dagli altri: tutti utilizzano il medesimo registro, i medesimi vocaboli, e questo rende difficoltoso identificare i personaggi dal loro modo di parlare (eccezione la fanno i nani, nel loro appellare gli elfi “orecchie a punta”). Tolto questo, non ho davvero nulla da eccepire: hai presentato un testo fluido, godibilissimo e di ottima qualità.

Caratterizzazione personaggi: 8,5/10

Il tuo racconto presenta una ricca varietà di personaggi, di cui ci offri i punti di vista, che si alternano lungo la narrazione; nella maggior parte dei casi, quest’alternanza è stata ben gestita e risulta netta e chiara: solo in un paio di occasioni ho riscontrato head hopping, ma si è trattato di passaggi brevi, che quindi non hanno pesato troppo sulla narrazione e sulla comprensione.
Fearus è il protagonista indiscusso della vicenda ed è sicuramente il personaggio meglio caratterizzato di tutti. Di lui sono ben visibili la trasformazione e la maturazione avvenute a seguito della morte di suo padre: la sua evoluzione non è solamente fisica, ma anche e soprattutto mentale. Il suo amore per Astelera si tramuta (anche se non del tutto) in odio e umiliazione e il senso di colpa per aver causato la morte di suo padre lo divora e guida tutte le sue azioni da quel momento in avanti. Se inizialmente Fearus si presenta come un personaggio ingenuo e tutto sommato “innocuo” (tanto che, alla morte di Obscurus, anche i suoi sottoposti non sembrano prendere sul serio la sua autorità, prima della sua trasformazione), in seguito egli diventa crudele, spietato e dimostra di avere una tenacia e un ingegno invidiabili. Siamo dinanzi a una creatura dotata di grande capacità oratoria, che utilizza per persuadere gli umani e i nani a creare una nuova alleanza con lui; Fearus è intelligente, scaltro, conosce il nemico e non si lascia ingannare da lui (non più): sfrutta ogni cosa che possa essergli anche minimamente vantaggiosa, riesce a cogliere le opportunità, come Mirìel. Conosce i punti di forza dei suoi alleati e sa farne buon uso. Si presenta come un personaggio inarrestabile, dotato di tutte le carte per essere un avversario temibile e per poter portare gli elfi alla disfatta, cosa che effettivamente accade. Alla fine riesce a prendersi la sua vendetta, e anche il corpo di Astelera, che era ciò a cui ambiva dalla prima volta che l’ha vista. Tuttavia, in lui c’è anche dell’onore: egli, infatti, nonostante la sua superiorità sia come singolo che come esercito (contando che aveva con sé anche gli elfi schiavizzati e quelli oscuri), ha rispettato i patti con i suoi alleati e ha ceduto ciò che spettava loro, senza cercare d’ingannarli o di sopraffarli. Ciò rende Fearus un personaggio dalla personalità sfaccettata e interessante: le sue scelte non appaiono scontate e le motivazioni che le muovono sono complesse e ragionate. È senza dubbio un personaggio crudele, ma non in senso assoluto: rispetta le alleanze, ama sua moglie Adis ed è sempre stato schietto con i re suoi alleati. È un antieroe che tende al malvagio, una personalità indefinita, spietata, egoista, ma che sa anche provare sentimenti positivi, quali l’amore e la lealtà. Non si può non condividere la sua vittoria finale, per quanto spietata e totalizzante.
Astelera, invece, è un personaggio che rimane piuttosto in ombra, nonostante di lei ci sia offerto il punto di vista in varie occasioni. Si presenta come una creatura determinata, forte dei suoi poteri così come d’animo e, soprattutto, profondamente legata alla sorella, nonché al suo popolo tutto. Tuttavia, in contrasto con questa fermezza d’animo, c’è la sua condizione di eterna asservita, al re degli elfi prima e a Fearus poi. Se nel secondo caso la sua schiavitù è giustificata dalla maledizione che le ha inflitto il Signore Oscuro, e che alla fine l’ha piegata, nel primo caso mancano le motivazioni che sottostanno alla sua cieca fedeltà. Perché Astelera è così asservita a re Melilon? Ne condivide i principi e gli ideali, è stata plagiata dall’idea di essere la Dea Rinata e, quindi, di avere determinati doveri, oppure la sua è solamente cieca obbedienza derivata dall’idea di non avere altra scelta? Ella appare indomita, eppure serve; è condottiera, passionale nell’agito, ma il suo animo si piega facilmente alle regole e alle imposizioni. Ha un carattere complesso, che tuttavia manca di un’analisi un po’ più approfondita per poterne capire appieno le sfumature. Alcune motivazioni del perché sia com’è sfuggono, e questo rende difficile comprenderla del tutto e potersi quindi avvicinare a lei e al suo sentire.
Mirìel è un altro personaggio importante all’interno della narrazione, poiché è la chiave che conduce l’alleanza alla vittoria contro gli elfi. Di lei ci offri un quadro completo, dove a farla da padroni sono la paura e il dolore, che accompagnano la sua lenta trasformazione da elfo libero a schiava devota di Fearus. All’inizio ella appare come una donna determinata a non dare per alcun motivo al suo nemico ciò che desidera, a non aiutarlo in alcun modo, nonostante il terrore che l’attanaglia e la situazione in cui viene gettata. La sua è una guerra di resistenza, di logoramento, che però è destinata a perdere, nonostante la relativa clemenza del suo torturatore: si ritrova a fare da cavia, suo malgrado, e poi a servire il suo padrone, prima con riluttanza, poi con fervore. Interessante il fatto che sia stata proprio la gemella di Astelera a condurre la sorella che tanto amava e il popolo elfico tutto alla rovina, prima involontariamente, poi coscientemente, ingannando la propria gemella senza remore e senza provare sensi di colpa. Il suo legame con la sorella, che tanto la rendeva fiera e incrollabile pur nel terrore, è stato proprio il mezzo tramite il quale ha potuto poi ingannarla, facendo leva su quel cieco affetto che lei non prova più.
A spiccare sono anche il personaggio del torturatore e di Auri, che risultano interessanti per il rapporto che li lega: lui torturatore, lei guaritrice. Due opposti, due antipodi, che però hanno trovato la loro dimensione per amarsi. Essendo due personaggi secondari, non sono stati ovviamente molto approfonditi, ma di loro hai dato un quadro abbastanza completo, facendoli risaltare per le loro caratteristiche e particolarità. Altro personaggio secondario, ma fondamentale, è Adis, la devotissima moglie di Fearus: di lei si ha l’immagine di una donna che ha messo l’amore e la devozione per suo marito sopra ogni altra cosa, che mostra una fierezza nel pretendere che lui la ami, o nel voler morire altrimenti, ma che poi si dimostra cedevole e arrendevole nei suoi confronti. È ambivalente; anche qui, i motivi di alcune sue scelte non appaiono chiarissimi e lasciano il lettore confuso (prima Fearus dice che lei non vuole essere posseduta da qualcuno che non la ama più, poi quando lui torna dal drago e lei lo vede, desidera che lui la ingravidi, pur sapendo che Fearus non prova più niente; oppure, ancora, si fa promettere da Fearus che non avrà figli da Astelera, poi lui disattende questa promessa ma a lei sembra non importare nulla).
In generale, hai dato un quadro completo ed esaustivo dei personaggi. Quello che manca, tuttavia, è un’introspezione approfondita degli stessi, un’analisi psicologica; tolti alcuni brevi passaggi, non ti soffermi mai a indagare la mente dei personaggi, a descrivere che cosa pensino o provino, a far guardare al lettore il loro sentire attraverso i loro occhi (un esempio, quando Astelera vede la disfatta del suo popolo dalle mura, non viene detto nulla su quello che prova, sul dolore interiore che sente nel vedere il suo esercito ridotto alla disfatta, nulla della sua disperazione). Questo, a volte, dà l’impressione che si stia leggendo un testo in cui vengono descritti con distacco gli eventi che accadono, senza partecipazione, e questo porta il lettore stesso a distaccarsi da ciò che accade. Un’introspezione più curata, dunque, ti avrebbe consentito di approfondire meglio l’interiorità dei personaggi, rendendo più chiare le motivazioni di alcune loro scelte e permettendo al lettore di avvicinarsi a loro e di partecipare maggiormente a ciò che accade. In generale, comunque, hai svolto un buon lavoro di caratterizzazione, soprattutto con Fearus.

Trama e originalità: 9/10

Dal punto di vista della trama, hai scritto una storia che procede in maniera lineare, senza particolari intrecci; la scelta di mostrare gli eventi da vari punti di vista, tuttavia, ti ha consentito di rendere la tua storia interessante e di mantenere sempre alta l’attenzione del lettore, facendo sostare il suo sguardo sui vari fronti, mostrandogli alternativamente cosa accadeva dall’una o dall’altra parte. Come già detto, hai saputo gestire bene i vari punti di vista, così come i tempi narrativi: hai equilibrato tutto bene, in modo che il lettore non avesse l’impressione che il tempo stesse scorrendo troppo in fretta, oppure che alcuni eventi fossero trattati in maniera troppo affrettata. Sei stato molto preciso sulle dimensioni degli eserciti, sul numero di nani richiesti per lo scavo, sui giorni trascorsi da Astelera a guarire e dai demoni a cercare una soluzione alla malia, e questo ha permesso non solo al lettore di comprendere e di non essere spaesato, ma anche di mostrare il realismo del tuo testo. In generale, hai presentato una trama ben costruita e strutturata, senza grandi buchi. A riguardo, ci sono solamente alcune cose che non vengono approfondite, e che fanno sorgere spontanee alcune domande circa alcuni avvenimenti. Ad esempio, perché Fearus decide d’incontrare in segreto Astelera la prima volta, pur sapendo che fosse una nemica del suo popolo e un grande pericolo? Perché il drago decide di aiutare Fearus e tenere in custodia il suo cuore: per divertimento, oppure perché ha mire specifiche? Inoltre, Fearus promette ad Adis che non avrà figli da Astelera, e Adis decide di legarsi a lui proprio a seguito di ciò, ma poi Fearus viene meno a questa sua promessa, e ingravida Astelera, ma ad Adis non importa comunque nulla: perché? Tolti questi punti oscuri nella trama, comunque, hai fatto in generale un ottimo lavoro.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia riprende un grande cliché del genere fantasy, ovvero quello di una guerra, tuttavia il modo in cui hai svolto il racconto ti ha garantito un punteggio alto nella voce. Innanzitutto, gli elfi vengono spogliati dell’immagine che hanno nel fantasy classico, ovvero quello di creature perlopiù pacifiche e schive; qui, sono loro quelli che iniziano una guerra, con il pretesto di conquistare tutti gli altri popoli e imporsi su di loro: questo rappresenta senza dubbio un elemento di novità, così com’è interessante che i demoni, che solitamente vengono dipinti come creature distruttive e crudeli, ricerchino un’alleanza per primi per sconfiggere un nemico comune. Interessante anche il fatto che non solo Fearus riesce a raggiungere il suo obiettivo e gli elfi vengono sconfitti, ma anche che alcuni di loro vengono convertiti al male e diventino elfi oscuri, soprattutto quelli che avrebbero dovuto essere i più puri, come Mirìel e Astelera. Ottimo anche il fatto che, alla fine della storia, non si riesca a valutare se ad avere la meglio sia stato il bene oppure il male: ogni fazione aveva le sue ragioni, i suoi lati oscuri e i suoi pregi, e questo sfuma squisitamente la linea di demarcazione che separa il bene dal male, facendoli mescolare.
Il tuo racconto rientra nel genere dark fantasy, non in ognuna delle sue parti (dove a volte si sfocia più nell’high fantasy), ma nella maggior parte di esse, quindi in definitiva si può considerare appartenente al genere. Hai saputo creare atmosfere angoscianti e cupe durante le torture di Mirìel e durante gli scontri feroci tra i demoni e gli elfi; il tuo protagonista è un personaggio tormentato, tutt’altro che eroico o positivo, così come non sono del tutto positivi quei personaggi che dovrebbero esserlo (Mirìel e Astelera). Inoltre, il finale è tetro, cupissimo, intriso di malvagità.

Utilizzo del pacchetto: 5/5

Il personaggio è stato indubbiamente ben utilizzato. La tua è una storia di re, che prendono parte a intricati giochi politici, fatti di delicati equilibri e inganni. Inoltre, il protagonista principale del racconto è un sovrano, quindi senza dubbio il personaggio è centrale. (+1)
Hai fatto un buon uso anche del prompt. La paura non è onnipresente all’interno della storia e, tuttavia, quando compare è ben sviluppata. È la paura che venisse scoperta la causa della morte di Obscurus a muovere i passi di Fearus dal drago, così come è la paura il sentimento dominante in Mirìel durante tutta la sua prigionia e il cardine intorno a cui ruota tutta la sua tortura. C’è, infine, paura in Fearus quando questo teme che qualcuno dei suoi possa uccidere Astelera e che, quindi, lui non possa più averla. (+2)
Hai fatto un utilizzo semplice, ma efficace, dell’oggetto. Il calice è il mezzo attraverso il quale si concretizza la maledizione, prima in Adis e poi in Mirìel e in Astelera, maledizione che è fondamentale per far sì che Fearus possa raggiungere il suo obiettivo e possa avere per sé Astelera, come ha desiderato dalla prima volta che l’ha vista. (+1)
La frase è inserita in maniera naturale e pertinente all’interno del racconto. Viene pronunciata da Obscurus nel suo tentativo di convincere il re degli umani a dare inizio a un’alleanza e s’incastra alla perfezione sia nel discorso che viene pronunciato, sia nel concetto generale che viene espresso nello stesso. (+1)

Gradimento personale: 4,3/5

La tua storia mi è piaciuta. È ben scritta, ben resa e gli eventi sono narrati prendendo il giusto tempo. Mi è piaciuto il protagonista che hai creato, questo demone malvagio che pure ha dei lati positivi, come l’amore che prova per Adis e la lealtà che dimostra nei confronti dei suoi alleati: è un essere oscuro, mosso dalla vendetta, eppure è razionale, scaltro, e assistere alla sua ascesa è soddisfacente, nonostante i mezzi tutt’altro morali che utilizza. Mi è piaciuto il modo in cui hai saputo gestire gl’intrighi e gli equilibri politici, come hai tratteggiato le trattative tra gli alleati e con gli elfi e l’equilibrio che hai saputo creare tra queste parti e quelle d’azione. Tolto il fatto che, come già detto, ho sentito la mancanza di un po’ d’introspezione in più, hai creato davvero una bella storia, di ottima qualità, che ho letto con molto piacere.

Punteggio totale: 36,2/40

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:52
 
Quota

Quinta classificata
“Dal primo all’ultimo istante” di Soul_Shine


Grammatica e stile:
9,8/10 (4,8 grammatica + 5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il rispettivo punteggio detratto.

Capitolo I

”aveva portato a casa proprio due giorni una nuova e scintillante automobile” ---> ”proprio due giorni prima”, refuso.

”Pareva che nulla e nessuno fosse in grado di destare la sua attenzione” ---> ”fossero”, il verbo va al plurale, dal momento che ci sono due soggetti uniti da congiunzione. (-0,2)

Il tuo stile inconfondibile e riconoscibilissimo dona sempre una lettura piacevole, fluida e scorrevole, e questo racconto non fa eccezione. Il testo scorre rapidamente, senza che la lettura s’inceppi o risulti troppo pesante o ridondante. Le frasi sono brevi, rapide, incisive e concise, povere di subordinate: questo dona immediatezza al tuo racconto e ti permette di veicolare efficacemente non solo gli accadimenti, ma anche le sensazioni e i dolorosi stati d’animo della protagonista. Gli avvenimenti scorrono rapidamente sotto gli occhi del lettore, ma non per questo sono frettolosi o poco approfonditi. Il lessico è vario ed è utilizzato sempre in maniera efficace e pertinente, adattandosi all’età della protagonista, man a mano che cresce, permettendo in questo modo non solo d’immedesimarsi in lei, ma anche di rendere il racconto più realistico e credibile. Ottimo anche l’uso degli aggettivi, sempre efficaci nel rendere le atmosfere e i pensieri. La punteggiatura è utilizzata in maniera appropriata e funzionale alla narrazione: prediligi il punto fermo, che dona un ritmo serrato al racconto e si accorda bene con le atmosfere cupe e dark del racconto e con lo stato d’animo della protagonista. Il ritmo rallenta nei momenti in cui Skye ricorda i suoi momenti felici con la famiglia o nella parte finale, quando la protagonista si appresta a ricongiungersi con il fratello, per poi ritornare a un ritmo più incalzante nei momenti più concitati o quando vengono mostrati i pensieri tormentati di Skye.
Le descrizioni sono brevi, ma efficaci: hai delineato rapidamente, ma non in maniera confusionaria, i luoghi e i personaggi, tratteggiandoli attraverso quelli che sono gli occhi di Skye: l’incidente con l’auto, così, è un momento confuso, in cui a prevalere sono il terrore e la confusione di una bambina di cinque anni che non si rende bene conto di cosa sta accadendo; la signora Havelock sembra una donna inquietante, perché a osservarla sono quegli stessi occhi smarriti, quando invece si tratta solamente di una signora anziana. Le descrizioni sono, insomma, sempre funzionali alla narrazione, non dicono troppo, ma nemmeno troppo poco e veicolano efficacemente le immagini di ciò che sta accadendo o che Skye sta provando.
La parte narrata prevale sui dialoghi e questa scelta è coerente con una protagonista chiusa in se stessa, che parla poco e che è persa nel suo mondo fatto di spiriti e voci che solo lei può sentire. Questa povertà di discorsi diretti ha contribuito a sottolineare il suo straniamento dalla realtà.

Caratterizzazione personaggi: 9,8/10

La protagonista indiscussa della tua storia è Skye, la piccola negromante di cui seguiamo le vicende da quando non è altro che una bambina fino a quando non diventa quasi una donna. Di lei ci offri un quadro ricchissimo, completato da un’ottima introspezione, che indaga ogni aspetto della sua psicologia e della sua personalità.
Skye è una persona che ha vissuto un trauma e che, di questo trauma, porta i segni addosso per tutta la vita. Lei è un’orfana, ma non un’orfana che non ha mai conosciuto la sua famiglia, o che è stata abbandonata dalla stessa: lei aveva una vita normale e felice, prima che un incidente le portasse via i genitori e l’amatissimo fratello. I fantasmi di quel giorno, sia letterali che metaforici, la perseguiteranno, condizionando ogni sua azione e il suo modo di rapportarsi agli altri.
Nella prima parte della storia, Skye non è altro che una bambina che ha appena perso la sua famiglia e si ritrova catapultata in un orfanotrofio, in una realtà nuova e spaventosa; hai reso benissimo i suoi stati d’animo e ciò che ha vissuto, mostrandoli efficacemente attraverso gli occhi e l’ingenuità di un bambino di quell’età: tutto, per Skye, è spaventoso, confuso, conturbante, mentre i fantasmi che l’accompagnano sono amichevoli, consolatori, soprattutto perché tra loro ritrova il suo fratellino Timmy. Nei fantasmi, Skye trova una sicurezza e una tranquillità che il mondo esterno non sa assicurarle. I bambini dell’orfanotrofio non sanno darle ciò di cui lei ha bisogno, né sanno tirarla fuori da quella tristezza che l’avvolge. Skye si sente sola e smarrita, e solo i fantasmi che le parlano sanno farla sentire meglio. Da qui, inizia il suo lento distacco dalla realtà, il suo isolamento da cui nessuno, neppure la psicologa, sa farla uscire. Il dolore di Skye è uno scudo che la isola da ciò che le sta intorno e che le impedisce di andare avanti, di accantonare il passato e continuare a vivere. Il passare degli anni, durante i quali la sua visione della vita diviene man a mano più matura, di pari passo con la sua crescita, la vedono sempre più chiusa e malinconica, sempre più distaccata dalla realtà. Skye comincia ad assomigliare, ogni giorno di più, a quei fantasmi che le parlano, mentre Timmy si fa sempre più concreto: non è più solo un’ombra sfuggente, ma ha una fisionomia ben definita, a indicare come la protagonista sia sempre più rivolta verso il mondo dei morti, piuttosto che quello dei vivi.
Hai fatto davvero un ottimo lavoro d’introspezione e di analisi psicologica, trattando un tema - quello della perdita - molto delicato e difficile da esprimere, soprattutto quando questa perdita è vissuta da un bambino piccolo, che non riesce neppure a rendersi bene conto di che cosa sia accaduto: trovo che tu abbia affrontato in maniera molto realistica ciò che è successo a Skye, così come quello che ha provato in seguito alla sua traumatica esperienza; attraverso ciò che la protagonista vive, hai sviscerato in maniera attenta e completa la sua mente, mostrando al lettore i suoi pensieri dolorosi, l’angoscia che l’attanaglia, mettendoli in contrapposizione con la gioia e la tranquillità che la coglie ogniqualvolta i fantasmi, e Timmy in particolare, vengono a farle visita. Skye è intrappolata nei ricordi, nel passato, è ancorata alla vita che aveva prima e che la tiene ferma, incapace di andare avanti, di costruirsi una vita nuova e diversa: il passato è un tormento che continua a vessarla sotto forma di spiriti e in cui lei riesce a ritrovare una sorta di pace.
Anche il legame con Timmy è reso molto bene, non solo attraverso ciò che ci mostri di loro quando ancora il gemello era vivo, ma anche nel modo in cui Skye interagisce con lo spirito, come scherzano e giocano insieme e come Timmy continui a essere effettivamente presente nella vita di lei, nonostante sia morto da molto tempo. Il legame tra i due gemelli è talmente forte e radicato che trascende persino la morte stessa, e li riunisce in un abbraccio in cui Skye è tornata bambina, come se il tempo non fosse mai passato.
L’unico motivo per cui il punteggio non è pieno, è una minuzia che riguarda il confronto tra Skye e il rapporto con la madre: mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa in più riguardo i pensieri di Skye su ciò che è accaduto e su che cosa abbia significato per lei essere aggredita dal fantasma della donna che avrebbe dovuto amarla sopra ogni cosa, ma si tratta davvero di un dettaglio, infatti il punteggio detratto è minimo. Per il resto, hai fatto davvero un ottimo lavoro, presentando un personaggio reale e realistico, mostrandone con vividezza il dolore e il trauma vissuto, permettendo al lettore di provare empatia e di sentirsi vicino alla sfortunata protagonista. Skye è un personaggio a tutto tondo, che sa farsi ricordare e amare in ciò che è accaduto e nel modo in cui lo affronta.

Trama e originalità: 8/10

Dal punto di vista della trama, hai presentato una storia ben costruita e strutturata, che non presenta buchi o punti oscuri. Tutto, alla fine del racconto, appare chiaro e ben approfondito. La storia scorre in maniera piuttosto lineare, a parte il flashback iniziale, in cui si racconta di come Skye sia giunta in orfanotrofio, tuttavia non per questo la lettura risulta noiosa o poco coinvolgente. Quello che ci viene presentato è il percorso di crescita di una bambina che ha vissuto un gravissimo trauma e che ricerca nei fantasmi della sua mente un rifugio. Hai trattato il tema della perdita e l’accettazione della stessa, il modo in cui il lutto viene elaborato, in un’età in cui non è semplice viverlo, poiché mancano gli strumenti per capirlo appieno. Hai deciso d’indagare la mente di una bambina e di indagare il suo dolore per aver perso ogni cosa, inaspettatamente: hai saputo coinvolgere il lettore nel dolore di Skye, hai saputo accompagnarlo in punta di piedi nella sua vita e nei suoi disagi, nel suo doversi adattare a una realtà nuova, che non ha mai davvero sentito come sua. Per tutto il racconto, aleggia costantemente il concetto per cui Skye sia già morta dentro e il suo lento e inesorabile procedere verso il mondo dei morti, distaccandosi sempre di più da quello dei vivi. Questo lascia presagire un finale tragico e drammatico che, pure, ha una sua positività, quantomeno per la protagonista. Hai saputo rendere perfettamente un tema tanto comune quanto difficile da trattare, facendolo evolvere e maturare nella mente di Skye man a mano che lei stessa cresce e matura, donandogli nuove sfaccettature e dando a lei una nuova comprensione del mondo che la circonda e del lutto che si ritrova a vivere da anni.
Dal punto di vista dell’originalità, la tua storia non è molto innovativa, in quanto il tema della perdita di qualcuno di caro è molto abusato, così come la comparsa di questo sotto forma di spirito, e il racconto presenta molti cliché del genere. Tuttavia, il modo in cui hai strutturato la storia ti ha permesso di ottenere comunque un punteggio alto: tutto il racconto gioca sulla sottile linea di confine tra realtà e fantasia, tra irreale e psicologico. Pur sapendo che si tratta di un racconto di genere sovrannaturale, per cui l’unica spiegazione agli avvenimenti è quella del fantastico, il lettore è portato sempre a domandarsi se quello che accade a Skye sia reale oppure se si tratti veramente di un modo della sua mente per rielaborare il lutto. I fantasmi che vede ci sono davvero, oppure sono frutto della sua immaginazione? Quei tagli sul braccio sono veramente frutto dell’aggressione di sua madre, o se li è procurati Skye da sola? Si tratta di fenomeni che accadono davvero, o è la mente sconvolta della ragazza a creare tutto? Questa duplice chiave di lettura ha reso senza ombra di dubbio il tuo racconto davvero molto interessante e coinvolgente. Il finale, inoltre, pur nella sua classicità, presenta un elemento inaspettato, che lo ha reso apprezzabile: Skye è tornata bambina e si trova abbracciata al corpo senza vita di suo fratello; questo, se da una parte sancisce la chiave di lettura sovrannaturale per tutta la storia, fugando ogni dubbio, dall’altra sottolinea quanto il legame tra i due fratelli sia forte, talmente tanto che i loro corpi, oltre ai loro spiriti, si trovano fisicamente riuniti, come se il tempo non fosse mai davvero passato. Hai saputo, quindi, svolgere in maniera interessante un tema classico, rendendo la tua storia molto godibile e piacevole.
Il tuo racconto si può considerare abbastanza dark fantasy. Nonostante la protagonista sia una bambina e nonostante il finale fondamentalmente positivo, non c’è alcun dubbio sul fatto che la tua storia presenti un costante senso d’angoscia, accompagnato da atmosfere cupe e da elementi dell’horror, come lo spirito adirato della madre di Skye, o gli scenari lugubri dell’orfanotrofio di notte. Nonostante il racconto sia, dunque, prettamente psicologico, gli elementi del genere sono presenti e la tua storia trasmette molto bene il senso di angoscia e di disperazione di Skye, nel suo essere bloccata tra i suoi fantasmi, che la conducono verso una morte di cui lei stessa si rallegra.

Utilizzo del pacchetto: 4/5

Il personaggio del negromante è stato ben utilizzato; nella tua storia lo hai usato nella sua accezione di evocatore degli spiriti dei defunti. Nel caso di Skye, si tratta di una negromante inconsapevole, che attira a sé gli spiriti dei defunti naturalmente, senza rendersene conto e, tuttavia, senza esserne spaventata, ma anzi attratta, in nome di quella sua natura che non viene mai esplicitamente nominata, ma che è assolutamente evidente. (+1)
Hai fatto un ottimo uso del prompt: esso è il filo conduttore di tutta la vicenda, è presente in ogni momento nel fantasma di Timmy che aleggia intorno a Skye, in ciò che unisce i due gemelli. Il loro legame è ciò che spinge la protagonista verso il mondo dei morti, fino a decidere di raggiungerlo, pur di potersi ricongiungere con il suo gemello. Ciò che li unisce è qualcosa di potente, che sopravvive al di là della morte e che la trascende; il legame con Timmy è tutto ciò che resta a Skye dopo la tragedia, ciò che la sostiene e che guida le sue scelte e i suoi passi negli anni successivi. (+2)
L’oggetto non è stato utilizzato, pertanto non è stato assegnato il relativo punteggio.
La frase è inserita in maniera pertinente e naturale all’interno della storia ed è ripresa anche come concetto durante la narrazione, quando viene ribadito più volte che Skye soffre di solitudine per aver perso tutta la sua famiglia: ella si isola da chiunque, si chiude in se stessa, non vuole avere amici, è disinteressata a tutto. Si sente sola, perché non ha più una famiglia al suo fianco. La frase, pertanto, non è solamente presente in quanto tale nel testo, ma compare anche più volte come concetto. (+1)

Gradimento personale: 4,8/5

La tua storia mi è piaciuta molto. Hai trattato il tema della perdita di una persona cara e hai deciso di farlo attraverso gli occhi di una bambina, scelta che ho apprezzato moltissimo. Hai reso alla perfezione i pensieri e i sentimenti di Skye, il suo dolore, la sua melanconia e la sua solitudine a seguito di ciò che le è accaduto: non si può non provare empatia per lei, non si può non essere vicini al suo dolore e non si può non gioire quando, alla fine, va incontro a un destino che è triste, ma che per lei rappresenta l’unica felicità. Hai sviscerato ogni spetto della sua psicologia, mostrando egregiamente i meccanismi che si sono instaurati in lei dopo la morte dei suoi genitori e di suo fratello, come sia svanita giorno dopo giorno, diventato sempre più simile a quei fantasmi che solo lei puoi vedere. Hai presentato una vicenda tragica, drammatica, che pure ha un suo lieto fine, per quanto tetro esso sia. Ho amato moltissimo il sottile confine tra psicologico e sovrannaturale che ha caratterizzato tutta la storia e il finale è stato una gradevole sorpresa che mai mi sarei aspettata. Hai scritto davvero una bellissima storia, che mi ha tenuto incollata allo schermo. Complimenti!

Punteggio totale: 36,4/40

OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:55
 
Quota

Quarta classificata
e vincitrice del premio “Darkest fantasy”
“La storia del giglio bianco e del lupo nato per servirlo” di Lupo Bianco Del Nord


Grammatica e stile:
8,3/10 (3,8 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo, con il relativo punteggio detratto.

Hai la tendenza a inserire una virgola tra il verbo e il soggetto al quale si riferisce, mentre tra questi due elementi non dovrebbe mai intercorrere alcun segno d’interpunzione, a meno che non siano separati da un inciso. (-0,5 per il fatto che l’errore è ripetuto lungo tutto il testo)

Prologo

”Una mano aperto s'impone sul giaciglio di quel focolare” ---> ”una mano aperta”, refuso.

”Gli occhi, ormai abituatasi alla penombra” ---> ”ormai abituatisi”, refuso.

”Posso sentire il bocca il sapore della tristezza” ---> ”in bocca”, refuso.

Capitolo primo

”Nonostante, ormai, fosse rimasto ben poco da proteggere.” ---> Errore nella consecutio temporum. La frase avrebbe dovuto essere: ”Nonostante, ormai, sia rimasto ben poco da proteggere”. (-0,2)

”la stessa carta che costituita l'accordo tra i due popoli.” ---> ”che costituiva”, refuso.

”Nella speranza di potervi restituire un frammento di quell'innocenza che vi rubata anzitempo” ---> ”che vi è stata rubata”, refuso.

Capitolo secondo

”e in men che meno i miei artigli ad aprir loro le carotidi” ---> ”e men che meno”, refuso.

Capitolo terzo

”prima di poter tornare a concentrare tutte le mie attenzioni alla donna che ho di fronte” ---> ”sulla donna che ho di fronte”. (-0,1)

”Il vecchio lupo non poté far altro che cominciare a ringhiare dalla sua posizione sdraiato ---> ”posizione sdraiata”, refuso.

tutto a questo a meno di un paio di metri dal nostro tavolo” --- ”tutto questo”, refuso.

quello è il mio naso, la mia bocca e i miei occhi,” ---> ”quelli sono il mio naso, la mia bocca e i miei occhi,”. (-0,2)

”Una lacrima mi riga viso, ora.” ---> ”mi riga il viso”, refuso.

”e volle che la raccontassi di lei.” ---> ”le raccontassi”, refuso.

Capitolo quarto

”Attese di fronte la porta principale” ---> ”di fronte alla porta”. (-0,1)

”come se fosse conviventi” ---> ”come se fossero conviventi”, refuso.

”Procedeva al buoi ---> ”al buio”, refuso.

”tramutando quello che era un mero modello tridimensionale a una riproduzione verosimile” ---> ”in una riproduzione verosimile”. (-0,1)

”persino le registrazione del primo Sif” ---> ”le registrazioni”, refuso.

”Sally era riuscito a stabilizzare Sif.” ---> ”era riuscita”, refuso.

Capitolo quinto - epilogo

” Le avevo promesso che saremmo contati le rughe a vicenda” ---> ”che ci saremmo”, refuso.

”riportando la fronte a poggiarsi sull’avambraccia ---> ”sull’avambraccio”, refuso.

”Indossa una tuta rossa ignifuca ---> ”ignifuga”, refuso.

”ma un’altra auto la preclude la via di fuga,” ---> ”le preclude”, refuso.

”La scansione neurale che le aveva fatta ---> ”le aveva fatto”, refuso.

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere diretto, immediato, costituito da frasi brevi e povere di subordinate, che ti consentono di creare subito immagini vivide nella mente del lettore e di veicolare con immediatezza il messaggio che vuoi trasmettere. Questi periodi così brevi e incisivi, inoltre, hanno anche ricreato la confusione che il protagonista vive per la maggior parte della vicenda, riproducendo i suoi pensieri frammentati e confusi, mentre cerca di ricordare chi sia, dove si trovi e perché. Il lessico è ricco e variegato: hai scelto sapientemente le parole da utilizzare e l’accostamento tra aggettivi e sostantivi, per ricreare delle immagine nitide, immediate, che coinvolgessero il lettore e gli dessero modo d’immaginare con precisione i luoghi e gli avvenimenti. Anche la punteggiatura è volta a dare alla narrazione un ritmo differente in base al momento della storia: all’inizio, si ha un clima più disteso, scandito da frasi molto corte e parecchi punti fermi; nella seconda parte della storia, poi, le frasi diventano più lunghe, scandite da virgole, a dettare un ritmo più serrato che ben si accorda con ciò che sta accadendo. Un appunto che ho da fare riguarda la punteggiatura: non sempre essa è utilizzata in maniera precisa, a volte ci sono delle virgole di troppo, oppure mancanti. Comunque, nulla di grave o che renda le frasi poco fluide o di difficile comprensione. Altro appunto riguarda le ripetizioni: in generale, ce ne sono parecchie, ma nulla che non si possa risolvere con un’attenta rilettura.
Per quanto riguarda le descrizioni, nella tua storia sono ampiamente presenti, anche se non sono eccessivamente prolisse, e questo ti ha permesso di creare un contesto chiaro e suggestivo, pur senza appesantire la lettura. Le tue descrizioni sono brevi, rapide pennellate che danno immediatamente l’idea dei luoghi, delle sensazioni e che trascinano il lettore nella tua storia, dipingendo davanti ai suoi occhi delle immagini chiare e nitide, spesso molto pittoresche. Le tue descrizioni coinvolgono tutti i sensi, non solo il tatto, e questo ti consente di coinvolgere completamente il lettore e di calarlo nel tuo mondo come se si trovasse davvero lì.
L’equilibrio tra dialoghi e parte narrata è ottimo e il risultato è una lettura piacevole, scorrevole e mai noiosa, nonostante la lunghezza della storia.

Caratterizzazione personaggi: 10/10

I protagonisti assoluti della tua vicenda sono Arthur e Sally.
Arthur è un personaggio difficile da inquadrare, per via del fatto che per la maggior parte del tempo è in balia di ciò che accade, senza comprenderne il senso, il motivo e il significato. È un uomo senza ricordi, almeno inizialmente, e questo causa in lui un’inevitabile spersonalizzazione, che inizialmente lo rende uno spettatore di se stesso, sia in senso letterale che figurato. Vediamo Arthur farsi domande su chi sia, su dove si trovi, sul perché gli venga naturale fare determinate cose, come ubbidire agli ordini della Reggente Bambina, essere asservito a lei, averle dedicato la vita senza ripensamenti o pentimenti. Arthur, in un corpo che non riconosce come il suo, viaggia in questo regno devastato dai draghi, e ad accompagnarlo ci sono sempre urla lontane di bambina e il fuoco, un fuoco che vede anche sott’acqua, che lo fa star male e che tuttavia non riesce a ricollegare a nulla in particolare. La sua confusione aumenta quando apre la porta dietro la quale dovrebbe esserci il nemico che Roxanne gli ha chiesto di sconfiggere, e invece si ritrova a un appuntamento con Sally, in un ristorante in cui assiste alla sua stessa morte. Ed è lì che avviene la sua presa di coscienza, in concomitanza con lo svisceramento di un sogno ricorrente, dove di nuovo a farla da padrone è il fuoco. È qui che Arthur inizia a ricordare, è qui che prende coscienza del fatto che sia morto e di come. I suoi ricordi ritornano e tutto ciò che ha vissuto inizia ad avere un significato, anche in relazione a ciò che gli racconta in seguito Sally. È questo il momento in cui la sua personalità inizia a delinearsi maggiormente: di lui apprendiamo che è un uomo profondamente devoto alla famiglia, una devozione e una fedeltà che trascendono persino la morte e il suo non avere ricordi. È il tratto del carattere che contraddistingue maggiormente Arthur, qualcosa che lo caratterizza a un punto tale che è la prima cosa che si palesa di lui, ciò che rimane nonostante l’assenza di ricordi e d’identità iniziale. La vita di Arthur ha ruotato tutta intorno alla sua ricerca scientifica ma, soprattutto, all’amore per la sua famiglia, una famiglia che si è visto ingiustamente e brutalmente portare via e che, ora che non è altro che una coscienza senza più un corpo, è tutto ciò che rimane e che conta. Lui era uno scienziato brillante e avido di scoperta, desideroso di creare qualcosa di stupefacente, ma non ambizioso a tal punto da anteporre il suo lavoro a tutto. Arthur, infatti, era anche un marito profondamente innamorato e un padre affettuoso, che ha sempre saputo ritagliarsi dei momenti per sua figlia, la cui morte lo ha spezzato. La sua personalità è molto interessante e sfaccettata, così com’è interessante il modo in cui hai deciso di presentarla, disvelandola pian piano al lettore, man a mano che la storia prosegue: così, scopriamo com’è Arthur di pari passo con lui. Ricordiamo insieme a lui, siamo confusi con lui, soffriamo con lui. L’io narrante ti ha permesso di mostrare le varie sfumature della sua personalità, da quella ironica, a quella affettuosa, a quella protettiva, grazie al fatto che hai narrato tutta la vicenda dal suo punto di vista, e questo ti ha consentito di dare spessore a un personaggio che altrimenti avrebbe rischiato di rimanere in ombra, a causa della sua mancanza di memoria. Con questo espediente, invece, hai saputo dargli vita, lo hai reso realistico e umano, facendo sentire il lettore vicino a lui e alla sua tragedia.
Sally è un personaggio che spicca con forza nella narrazione e s’impone. La sua personalità è brillante, audace, spigliata, determinata. Quella che ci viene presentata è una donna forte, che non si piega, che tenta il tutto per tutto per riavere indietro ciò che le è stato portato via, che è disposta anche a sacrificarsi per ciò che ama. È una persona che ha visto il peggio della vita e che pure non si è arresa, nonostante il momento di umana stanchezza che la coglie comprensibilmente alla fine, quando decide che è stanca di scappare e sta per rinunciare davvero a tutto. E anche in questo sta il suo realismo: in quella fragilità che finalmente mostra, in quell’arrendevolezza che, se non fosse stato per Arthur, l’avrebbe vinta. Sta nelle lacrime che versa quando sta per essere uccisa, in tutti i rimpianti che confessa ad Arthur. Sally ha dovuto vendere la sua dignità, ha dovuto adeguarsi a una vita crudele, abbassarsi a determinati livelli per raggiungere i suoi obiettivi, eppure resta nonostante tutto una donna fiera, guidata nelle azioni dall’unico obiettivo di recuperare Sif e tentare di far rivivere sua figlia e suo marito attraverso di lui. La sua vita è un dramma che si consuma lentamente, ma che la vede vittoriosa anche alla fine, quando viene braccata e uccisa, perché nonostante tutto ha ottenuto ciò che voleva. Ha dato un significato alla sua vita dopo la cattura, a tutta la sofferenza che ha dovuto ingoiare e a tutti i sacrifici fatti. Ha dato un significato, infine, anche alla sua morte. Anche con lei hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione: la guardiamo attraverso gli occhi soggettivi di Arthur e da lui apprendiamo tutte le sue innumerevoli qualità, che pure spiccano anche in maniera più oggettiva nel racconto di come è stata la sua vita dopo la morte del consorte. Abbiamo così un duplice quadro di Sally: quello che ci viene offerto da Arthur, e quello che il lettore si dipinge nella mente leggendo di lei e della sua forza d’animo. Questo rende la sua personalità ricca, dirompente, per nulla scontata. In lei c’è una tenacia incrollabile, data da quell’amore per la famiglia che ha in comune con Arthur e che è il mezzo che le permette di ritrovarlo, di riaverlo con sé, anche se per poco tempo. Sally è un personaggio estremamente reale e umano, che buca lo schermo ed entra direttamente nel cuore del lettore.

Trama e originalità: 9,2/10

La trama della tua storia presenta un intreccio molto complesso, dove s’intersecano diversi piani narrativi, ognuno dei quali mostra un nuovo aspetto della vicenda e che, nell’insieme, forniscono un quadro completo e chiaro della situazione. Inizialmente, il lettore brancola nel buio, esattamente come il protagonista: viene convinto di star assistendo a qualcosa di ben specifico, che la vicenda vada in una ben delineata direzione: c’è un licantropo che ha perso la memoria, e che serve una regina bambina in un regno vessato dalla minaccia dei draghi. Eppure, hai sapientemente disseminato dei dettagli in modo che il lettore attento possa capire che qualcosa non va: il falò che si accende all’inizio, il fatto che il Lycos si addormenti all’improvviso, il fatto che non ricordi nulla ma che, una volta entrato in città, ne riconosca gli abitanti e la storia, il fatto che abbia divorato il cuore del demone drago che ha ucciso, ma poi se ne ritrovi improvvisamente metà in mano, quella metà che sa di dover consegnare a Roxanne, anche se fino a un momento prima non ne aveva coscienza, il cuore stesso che si dissolve in un fuoco fatuo. Tutto questo, a un occhio attento, risulta molto similare ad alcune meccaniche che si possono ritrovare in un videogioco, dandogli il sentore che qualcosa non va, unitamente alle grida di bambina che il Lycos sente e a quel fuoco che lo tormenta. Infatti, ben presto lo scenario è destinato a cambiare e il lettore si ritrova a dover mettere in discussione ciò che credeva di sapere, poiché Arthur si ritrova in un ristorante, abbandonando repentinamente l’ambientazione fantastica in cui si è trovato fino a un istante prima. Qui, s’inserisce inoltre l’ulteriore piano narrativo del sogno, dove viene rimarcato il concetto della perdita. Da questo momento in avanti, la trama riacquista una sua linearità, rotta dal lungo flashback in cui Arthur viene a conoscenza della vita di Sally durante la sua assenza; poi, il lettore viene condotto alla conclusione della vicenda, che termina proprio dov’è iniziata, nel videogioco, in una sorta di ciclicità. La trama è certamente ben costruita e ben congegnata: nonostante l’intreccio complesso, non risulta confusionaria né presenta buchi di trama; alla fine della lettura, si ha un quadro chiaro di ciò che è accaduto, delle dinamiche e del contesto, non ci sono quesiti non risolti. Il modo in cui hai strutturato la trama ti ha permesso di renderla senz’altro interessante, dinamica, mai piatta o noiosa e di mantenere sempre alta la curiosità del lettore, di spingerlo a continuare nella lettura, per scoprire che cosa accadrà e dove la storia lo sta portando. Hai creato senza dubbio un’ottima storia, interessante e accattivante.
Dal punto di vista dell’originalità, la tua storia è certamente innovativa per il modo in cui è stata strutturata e costruita, come già detto, e per la decisione di narrarla dal punto di vista dell’ignaro Arthur, facendo viaggiare il lettore con lui alla scoperta di ciò che è accaduto. Il tema da te trattato non è nuovissimo, nel genere: la volontà di riportare indietro la persona cara deceduta, in un qualsiasi modo, è molto usato, tuttavia il punteggio nella voce è comunque molto alto, poiché è indubbio che tu l’abbia rielaborato in maniera assolutamente non scontata, inserendo anche plot twist interessanti e inaspettati. Apprezzabile anche il fatto che tu abbia lasciato alcune questioni legate a Sif e al “nuovo” Arthur volutamente vaghe, lasciando quindi aperte al lettore varie chiavi di lettura, dando a lui il compito d’interpretare ciò che accade. Arthur è solamente un insieme di righe di codice, così come lo è Moar 2.0? Si tratta semplicemente di un sofware, o è diventato qualcosa di più, qualcosa che è stato in grado di acquisire, in qualche modo, vita propria e a concretizzarsi, da qualche parte, in un mondo parallelo, in qualcosa di reale? Arthur è solo una copia di se stesso, perfettamente ricreata, oppure è qualcosa d’altro, qualcosa in più? È davvero solo un insieme di formule e di codici, oppure ha riacquisito una coscienza umana, con tutte le sue complesse sfumature? I sentimenti che prova, le sensazioni che sente sono reali, o sono anch’essi strisce di codice? Tutti questi quesiti sono volutamente lasciati irrisolti, perché sia il lettore a interpretarli come preferisce. Ed è anche questo a rendere la tua storia estremamente interessante: essa è chiarissima e assolutamente completa, le questioni che lascia aperte non tolgono nulla alla sua comprensione, eppure lasciano il lettore a rimuginare, a pensare, a formulare teorie a riguardo, a ipotizzare. Ed è qui che sta la forza della tua storia, ciò che l’ha resa, più di ogni altra cosa, accattivante e avvincente.
La tua storia è estremamente borderline. Viaggia sulla linea sottile che divide il fantasy fantascientifico dalla fantascienza. Comprendere dove collocare il tuo racconto è stato molto complesso e, in generale, ritengo che non si possa nettamente inserire in nessuno dei due sopracitati generi, dato che il suo genere di appartenenza dipende dall’interpretazione che il lettore dà di Sif e del “nuovo” Arthur, come detto sopra (ed è per questo che ho tolto qualche punto). Dovendo però fare un’analisi il più possibile oggettiva, ho ritenuto, infine, che la tua storia fosse collocabile più nel fantasy fantascientifico che nella fantascienza, e per questo la ritengo pertinente al tema del contest: ciò deriva dal fatto che viene più volte rimarcato come ciò che Sif fa sia incredibile e inspiegabile anche ai suoi stessi creatori e di come Arthur si stupisca di essere in grado di provare emozioni vere e autentiche, nonostante sia stato ricreato da Sif. Ciò mi fa pensare che, nelle intenzioni, questi elementi non abbiano una spiegazione scientifica, che Arthur sia riuscito in qualche modo a farsi coscienza umana, trascendendo quindi la semplice codifica, e questo colloca la tua storia nel fantasy fantascientifico. Fatto questo preambolo, essa può certamente considerarsi un dark fantasy, dato che l’ambientazione è cupa e tetra sia nel videogioco, che fuori, dove ci presenti un mondo decadente e fortemente distopico. Il senso d’angoscia permea ogni riga della tua storia, dall’inizio fino alla morte di Sally. Hai creato un racconto estremamente dark e cupo.

Utilizzo del pacchetto: 4/5
Il personaggio è stato senza dubbio utilizzato. All’inizio del racconto, e per una parte di esso, il protagonista è un licantropo e agisce in questa forma, che è anche quella definitiva che assume, insieme a tutta la sua famiglia, alla fine del racconto, quando tutti e tre si riuniscono a Moar 2.0. (+1)
Anche il prompt è stato egregiamente sviluppato. La fedeltà è un concetto fortemente presente nel tuo racconto ed è ciò che muove l’agito di Arthur, prima in modo inconsapevole, non avendo memoria, e poi assumendo la consapevolezza del perché abbia deciso di asservire la sua vita a Roxanne; la fedeltà è anche ciò che muove l’agito di Sally: avrebbe potuto farsi una nuova vita, rimanere al sicuro e nell’ombra, e invece ha deciso di rimanere sempre fedele alla sua famiglia, e di rischiare tutto per amore di essa. La fedeltà, dunque, è la colonna portante di tutta la tua storia, personificata anche dal lupo, che è il simbolo di essa. (+2)
Per quanto riguarda l’oggetto, Arthur ritiene Sif la sua tomba, il luogo in cui è destinato a giacere per l’eternità, tuttavia il suo è un pensiero fugace, una rapida considerazione fine a se stessa, che poi si perde e non ha una vera e propria rilevanza all’interno della narrazione, pertanto non ho assegnato il punto corrispondente.
La frase è stata ben utilizzata: è inserita in maniera pertinente e naturale nel racconto ed è successivamente ripresa anche come concetto. Il legame che Arthur ha con Roxanne è un legame doloroso, in quanto la sua morte lo ha spezzato e distrutto, proprio in nome della profondità di questo legame. Per lo stesso motivo, gli è dolorosa anche la morte di Sally, perché quel legame così forte e solido che li univa viene dissolto. L’esistenza di Arthur è stata un susseguirsi di legami spezzati e di dolore per questo, e ciò è ben reso nella storia. (+1)

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Ho adorato la complessità della trama, l’intreccio narrativo e le molteplici chiavi di lettura che la storia fornisce (personalmente, propendo per la lettura più metafisica e filosofica. Ritengo che non si riuscirà mai a riprodurre in toto la complessità delle sfumature del sentire umano, né la complessità di una mente che non riuscivamo a capire, perciò la lettura che do al tuo racconto è spirituale: Arthur e la nuova Moar non sono solamente righe di codice, ma sono diventati qualcosa di più, qualcosa che ora vive in autonomia e indipendentemente da macchine fisiche). Ho amato il messaggio che la storia veicola, e questo profondo amore di un padre per una figlia, così radicato che resta anche quando tutto il resto, nella sua mente, è andato perduto. Ho davvero apprezzato lo svolgersi della trama, come essa si sia disvelata a poco a poco, fornendo tutte le risposte ai numerosi quesiti che sono sorti durante la lettura. Allo stesso modo, ho amato il fatto che il racconto non abbia un piano di lettura univoco e che lasci immaginare al lettore l’interpretazione che preferisce. Hai creato una storia profonda, coinvolgente, potente e commovente, che mi ha stregata e che ho letto tutta d’un fiato. Complimenti!

Punteggio totale: 36,5/40

Premio “Darkest fantasy”: questo premio ti è stato assegnato perché la tua è stata la storia con l’ambientazione più cupa e dark tra quelle che hanno partecipato al contest. Hai sviscerato l’elemento dark in ogni suo aspetto e in ogni sua forma, dal tetro e fosco mondo del videogioco, all’orrore delle voci che sente il protagonista, di quelle grida di bambina e quell’incendio che lo perseguita, al suo sogno macabro e ricorrente, all’omicidio di se stesso al quale si trova ad assistere. Per arrivare, infine, alla distopica e decadente Moar e alla fuga senza posa di Sally, che si conclude con la sua morte. Atmosfera cupa e tetra, elementi dell’horror, presenza di uno scenario oscuro, fosco, persistente senso di paura e orrore sono ampiamente presenti nel tuo scritto, rendendolo a tutti gli effetti un componimento pienamente dark fantasy.


OFFLINE
Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 19:58
 
Quota

Terza classificata
e vincitrice del premio “Miglior personaggio”
“La Dodicesima Luna” di Nina Ninetta


Grammatica e stile:
8,8/10 (4,3 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

Hai la tendenza, in presenza di discorsi diretti, a inserire altro segno d’interpunzione dopo il punto esclamativo o interrogativo: di per sé, non si tratta di un errore, ma è sconsigliato farlo, in quanto si tratta di una ridondanza ed è poco elegante a vedersi. È sufficiente, infatti, utilizzare solamente il punto esclamativo o interrogativo e poi continuare la frase normalmente, con lettera minuscola o maiuscola a seconda che la frase continui oppure no.

Capitolo 1

”un dio che non si sarebbe neanche scomodato di ascoltarli ---> ”ad ascoltarli”. (-0,1)

”È tardi anche per uno come me ribaltare la sorti della gara” ---> ”per ribaltare”, refuso.

Oltre a esso un’orda spaventosa di demons sbavava sui corpi delle vittime” ---> ”oltre esso”, refuso.

Capitolo 2

”girandosi sulla schiena trapasso il petto dell’uccellaccio” ---> ”trapassò”, refuso.

”Ecco perché sono così pericolosi e l’Ordine degli Esorcisti da loro la caccia” ---> ”dà”. (-0,2)

”Lo avrebbe ammazzato se non fosse indispensabile alla buona riuscita della missione” ---> Errore nella consecutio temporum. La frase avrebbe dovuto essere: ”lo avrebbe ammazzato se non fosse stato indispensabile”. (-0,2)ù

”Io ha già fame” ---> ”ho già fame”, refuso.

”alle coperte che si alzavano e abbassano ---> ”abbassavano”, refuso.

”Alle donne strappano via il ventre in modo che non possa avere figli” ---> ”non possano avere”, refuso.

sospiro lo Stregone avviandosi nella toilette” ---> ”sospirò”, refuso.

Capitolo 3

”Si dice che nel Regno della Luce Eterea di notte il cielo si riempi di puntini luminosi” ---> ”si riempia”, refuso.

”la sensazione di sollievo che poi l’avevano pervasa ---> ”l’aveva pervasa”, refuso.

”una decina di demons li avevano accerchiati ---> ”li aveva accerchiati”. (-0,2)

Capitolo 4

la giro verso di sé” ---> ”la girò”, refuso.

costatò, allora tenendola avvolta nella coperta” ---> ”constatò”, refuso.

”Poiché Ifrit non disse nulla, lei continuo il racconto” ---> ”lei continuò”, refuso.

”ormai brulicava di bestie demoniache, di guardia di Sekhimet” ---> ”di guardie”, refuso.

un intensa luce gialla” ---> ”un’intensa”, refuso.

”Lo stregone rise, gettando la testa all’indietro come il solito ---> ”come al solito”, refuso.

Da un punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere molto diretto e semplice, ma non per questo poco curato o godibile. Le tue frasi sono fluide, scorrevoli, povere di subordinate e questo tuo stile immediato si adatta molto bene al genere di storia che hai deciso di presentare, dove c’è un’ampia presenza di scene d’azione. Hai una buona padronanza della lingua italiana, con un uso del lessico variegato e sempre pertinente, che ben si adatta a una storia dal sapore fantasy. Anche l’uso della punteggiatura è variegato e si adatta al ritmo della narrazione: nei momenti tranquilli e introspettivi prediligi il punto fermo, che dona un ritmo disteso alla storia, mentre nelle scene d’azione prediligi frasi più brevi, scandite da virgole, che ne dettano un ritmo più serrato e frenetico, che si adatta bene ai momenti di combattimento o di fuga. Quest’alternanza ti ha consentito di mantenere alta l’attenzione e di rendere la lettura dinamica, mai noiosa o pesante, nonostante la lunghezza del testo. Riguardo la punteggiatura, l’appunto che ho da fare è che essa non sempre è precisa nell’utilizzo: a volte, ci sono dei segni d’interpunzione mancanti o, al contrario, di troppo, oppure vi sono dei segni d’interpunzione utilizzati in luogo di altri (soprattutto, virgole al posto dei due punti) e questo ha reso leggermente difficoltosa la lettura in alcuni punti, ma nulla di troppo grave o che richiedesse di rileggere la frase per capirne il senso.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di brevi e concise: dici quanto basta per dare un’idea al lettore dei luoghi e degli eventi; dai delle pennellate nette e concise, ma che non creano confusione: si riesce a comprendere bene che cosa sta accadendo e a figurarsi altrettanto facilmente i luoghi in cui si svolge la storia. Non si sente l’esigenza di descrizioni più approfondite, in quanto ciò che dici è sufficiente a se stesso e alla storia e si accorda con i momenti sempre in fuga e sull’attenti che i protagonisti vivono: dilungarsi eccessivamente nella descrizione di ciò che li circonda avrebbe fatto perdere la sensazione di frenesia che accompagna i nostri tre fuggiaschi: poiché guardiamo tutto attraverso i loro occhi, dire l’essenziale risulta essere coerente con il loro non indugiare troppo a pensare o riflettere, ma piuttosto attaccare e fuggire.
C’è un buon equilibrio tra parte narrata e dialoghi: per quanto riguarda questi ultimi, hai dotato un personaggio di un proprio linguaggio e modo di parlare, che non solo ha reso i dialoghi realistici, ma ha anche permesso al lettore di riconoscere chi stava parlando ancor prima che venisse esplicitato nel testo, e questa certamente è una nota di merito.

Caratterizzazione personaggi: 10/10

I protagonisti principali della tua storia sono tre: Sirio, Eleanor e Ifrit.
Sirio è il Prescelto, il bambino intorno a cui ruotano tutti gli eventi e le vite di coloro che devono proteggerlo. Egli è l’incarnazione di Mithra, è la divinità dormiente, potenzialmente in possesso di straordinari poteri ma, nello stato attuale delle cose, assolutamente inerme e fragile. È solo un bambino (dopotutto ha solo intorno ai dodici anni), che tu hai saputo rendere alla perfezione nella sua innocenza; è maturo per la sua età, nel comprendere che cosa sta accadendo alla sua città e nel decidere di sacrificarsi per il bene di essa. È maturo anche nel suo non lamentarsi troppo durante il viaggio, nell’ubbidire a ciò che i suoi protettori gli dicono di fare senza opporre resistenza, capendo la gravità e la serietà della situazione. Eppure, permangono in lui degli evidenti tratti fanciulleschi, tipici della sua età: quando si lamenta perché ha fame, quando guarda a Eleanor e a Ifrit con innocenza, quando chiede a Eleanor di restare con lui, una volta giunti a destinazione. Questa dualità che convive in lui lo rende certamente un personaggio sfaccettato e molto intrigante: è interessante notare come in lui coesistano felicemente questi due aspetti così opposti e come essi siano d’aiuto, sia a Ifrit che a Eleanor, per guardare alcune cose in maniera diversa e per avvicinarsi l’un l’altra. Sirio possiede l’innocenza di un bambino, non è traviato da pregiudizi o da una profonda conoscenza degli avvenimenti, per questo guarda ai suoi due accompagnatori con i suoi occhi innocenti, e li vede per quello che sono, mentre loro due, almeno inizialmente, non riescono a guardare oltre le apparenze. In tal senso, Sirio è un po’ la voce della saggezza del gruppo, colui che mitiga l’odio di Eleanor nei confronti di Ifrit e colui che fa cominciare a vedere allo Stregone Eleanor sotto un’altra luce. È l’anello di congiunzione tra loro due, ciò che li costringe a collaborare, ma anche ciò che ha permesso loro di avvicinarsi.
Eleanor è il personaggio che incarna maggiormente quelle che sono le caratteristiche del classico eroe, almeno inizialmente. È fedele al suo re, al suo principe e al ruolo che si è scelta. Lei è un’Esorcista e persegue ciecamente i precetti che l’appartenenza a quest’ordine le impone, così come segue altrettanto ciecamente gli ordini del re. Guarda al mondo con gli occhi di un’Esorcista e con ciò che crede la vita le abbia insegnato. Non riesce a guardare oltre le sue credenze e la sua moralità, resta salda nelle sue convinzioni, non tentenna, non si fa domande. Esegue gli ordini e basta. È disciplinata, coraggiosa, leale, protegge i deboli, cerca di portare il bene. È assimilabile a un cavaliere dei poemi cavallereschi. Questo, come già detto, inizialmente. Lungo tutta la storia, infatti, si assiste a una crescita e a una maturazione del personaggio, graduale ma evidente: man a mano, Eleanor viene a conoscenza di nuove realtà, di nuove verità che la costringono a rivedere le sue credenze e i suoi valori, nonché la strada che ha scelto di percorrere. Si rende conto, gradualmente, che il mondo non è esattamente come lei ha sempre creduto essere, che il male e il bene non sempre hanno confini netti e ben distinguibili (Ifrit dovrebbe essere malvagio, eppure dimostra di non essere crudele come gli altri Stregoni; i Saggi dovrebbero essere persone totalmente positive, votate al bene, ma vengono dipinti un po’ diversamente con la vicenda di Febe). È costretta a rivedere le sue posizioni, a divenire meno inflessibile e, nonostante all’inizio provi una repulsione per questo, alla fine decide di accettare quella se stessa che ha sempre represso, di abbandonare la strada che il suo passato tormentato l’aveva costretta a scegliere, per tracciare un nuovo percorso, scelto liberamente. Decide di seguire pienamente se stessa, di abbandonare quella rigida moralità con la quale è cresciuta, di lasciar andare ciò che ci si sarebbe aspettati da lei per inseguire ciò che vuole. Questo la rende certamente un personaggio dinamico e per nulla scontato: Eleanor si mette in discussione, rivede le sue posizioni, cambia e cresce, matura, e questo ha donato alla sua personalità delle sfumature che l’hanno resa complessa e che tu hai saputo rendere molto bene con delle introspezioni approfondite e ben fatte, creando un personaggio a tutto tondo, per il quale non si può non provare empatia.
Ifrit è l’antieroe della vicenda. Lui è il pericoloso Stregone che è stato rinchiuso perché accusato di aver distrutto un intero villaggio, di aver commesso chissà quali altri gravi crimini e di essere pericoloso, in quanto molto potente nonché un figlio di Sekhimet, di quella dea che porta dolore e distruzione nel mondo. L’unica colpa di Ifrit, dunque, è quella di essere preceduto dai pregiudizi, pregiudizi che impediscono di guardare oltre ciò che appare. Sicuramente, non è un personaggio buono nel senso classico del termine: decide di aiutare Sirio per riottenere la libertà, e non perché la sua moralità lo spinge a farlo. È egoista e l’egoismo è ciò che lo muove in prima battuta. Tuttavia, nel corso della storia, impariamo a conoscere, insieme a Eleanor, altre sfumature del suo carattere e del suo essere: così, apprendiamo che è vero che ha distrutto un intero villaggio, ma è anche vero che lo ha fatto per vendicare l’ingiustizia subita da sua madre. È vero che ha fatto del male, ma è anche vero che ha fatto del bene, come quando ha deciso di aiutare Febe e anche quando decide di salvare Eleanor e di potare a termine il compito che gli era stato affidato, anche dopo essersi liberato dai bracciali. Anche in lui c’è un profondo processo di crescita e di consapevolizzazione, che lo porta a compiere una scelta definitiva, ad abbandonare il fianco di Sekhimet per schierarsi con Eleanor. Ifrit è certamente un personaggio molto complesso e sfaccettato, che nel corso della storia ha avuto molto da dire e che dietro il suo carattere sfrontato, dietro le sue continue battute, nasconde una grande profondità d’animo, che Sirio nota subito e che infine vede anche Eleanor. Anche con lui hai fatto un ottimo lavoro d’introspezione, che ha saputo sottolineare ogni aspetto del suo complesso carattere.
Menzione particolare anche a Febe e Scorpius che, benché compaiano per poche scene, sono ben caratterizzati nei loro tratti essenziali. Di loro, hai lasciato ben intuire l’attitudine e il modo di essere, riuscendo a non renderli piatti, anche se presentati in poche righe.
Il legame tra Eleanor e Ifrit è ben svolto e approfondito: ne hai mostrato la nascita, la crescita e il consolidamento, legandolo anche al silenzioso patto stretto tra loro con il fatto che Eleanor abbia dato un nuovo nome a Ifrit. Il loro amore, dunque, è di duplice lettura: è un amore autentico, ma è anche un amore alimentato dal loro legame. Quest’ambivalenza lo rende certamente interessante e per nulla scontato.

Trama e originalità: 8,5/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia procede in maniera lineare e non presenta un particolare intreccio. Gli eventi si susseguono uno dopo l’altro, seguendo un ordine cronologico. Nonostante questo, la storia non risulta noiosa, per via del fatto che momenti d’introspezione si alternano a scene di azione, che movimentano la narrazione e tengono sempre desta l’attenzione del lettore. La storia è ben svolta e ben costruita, tutto è spiegato in maniera approfondita, dalla profezia, al contesto. Anche l’ambientazione è mostrata chiaramente, cosicché il lettore ha ben chiaro quali siano le meccaniche che muovono il mondo da te creato, com’è la società, come gli uomini si sono adattati a vivere con i demons a vessarli. Hai reso chiari anche i vari ruoli che compaiono all’interno della storia: il Prescelto, i Saggi, gli Esorcisti, gli Stregoni, tutto è mostrato e approfondito e nulla viene trascurato o spiegato rapidamente. Alla fine della storia, non si hanno quesiti non risposti e non si resta confusi da questo universo ricchissimo e molto interessante che hai ideato. Con questa storia, hai scostato il velo che nasconde quest’universo narrativo, ce ne hai dato un assaggio ben congegnato ed esaustivo, lasciando intravedere però la vastità di questo mondo, di cui abbiamo solamente toccato la superficie. La trama è ben strutturata e convincente, poiché ogni evento e ogni avvenimento sono motivati. L’unica cosa che ho trovato poco convincente a riguardo è il momento in cui Ifrit finge di aver portato Eleanor nel tempio di Sekhimet come prigioniera e viene creduto, anche dalla dea stessa. Durante lo scontro con Scorpius, quest’ultimo dice a Ifrit che sua madre si è offesa per il suo tradimento e gli ha quindi ordinato di ucciderlo, lasciando intendere che Sekhimet fosse a conoscenza del voltafaccia di Ifrit, pertanto risulta improbabile che gli abbia poi creduto, una volta giunto al tempio, soprattutto alla luce del fatto che Scorpius avrebbe quantomeno avvertito tutti del suo tradimento. Per il resto, hai creato una trama interessante e ben fatta.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, per via di vari cliché del genere presenti, come quello del Prescelto che deve salvare il mondo dal male e riportare il bene, oppure come quello dei due acerrimi nemici costretti a collaborare, che poi finiscono per cambiare idea l’uno sull’altro e innamorarsi. Il punteggio nella voce, tuttavia, è comunque alto, in quanto hai saputo svolgere e rielaborare questi cliché in maniera interessante. innanzitutto, il Prescelto viene a essere un contorno, un aspetto secondario della vicenda, che ruota invece intorno alle dinamiche del gruppo e alla crescita interiore dei personaggi; il focus, dunque, si sposta dal generale al particolare, e questo è senza dubbio interessante. inoltre, i confini tra bene e male, tra giusto e sbagliato, vengono man a mano sfumando nel corso della narrazione, fino a mescolarsi e a perdere la loro nettezza. Le stesse scelte che compiono i personaggi, soprattutto Eleanor, non sono affatto scontate, così come non è scontato il legame che unisce lei e Ifrit che, come già detto in precedenza, trova nella sua ambivalenza un elemento di originalità. Inoltre, il finale aperto sulla lotta tra il bene e il male lascia intendere che non sia per nulla scontata la vittoria del primo sul secondo, né definitiva: dato che una divinità non può morire davvero, è presumibile pensare che, se Sekhimet venisse sconfitta, anche lei inizierebbe a reincarnarsi, come accaduto a Mithra, e il ciclo della profezia ricomincerebbe, anche se al contrario. Hai anche inserito dei piccoli colpi di scena nella storia, che l’hanno senza dubbio resa interessante. Tutti questi elementi hanno permesso alla tua storia di risultare molto interessante e piacevole da leggere, non rendendo pesante la presenza dei vari cliché.
La tua storia può considerarsi pienamente dark fantasy. Nonostante l’umorismo di Ifrit e i continui battibecchi tra lui ed Eleanor stemperino l’atmosfera, essa è indubbiamente contraddistinta da un persistente senso di angoscia e orrore. Il mondo che hai dipinto è decadente, in preda al male e alla sofferenza. tutto è cupo e oscuro. I personaggi sono ambivalenti, la loro moralità è dubbia, in loro bene e male si mescolano, sono antieroi. Per questi motivi, hai creato un racconto che s’inserisce pienamente nel genere. Complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 5/5

Il personaggio è stato senza dubbio molto ben utilizzato. Non solo Ifrit è uno stregone a tutti gli effetti, ma hai anche creato una storia dietro la figura stessa dello stregone, gli hai dato una collocazione ben precisa all’interno della storia, rendendolo parte integrante e fondamentale della stessa. (+1)
Anche il prompt è stato ben sviluppato. Non viene mai nominato esplicitamente, tranne in un passaggio da Ifrit, nel suo confronto con Febe, e tuttavia il segreto che Eleanor porta con sé riguardo la sorella, quella verità che custodisce fin quasi alla fine, quando decide di fare pace con il suo passato, è ciò che definisce l’Esorcista, ciò che la rende quello che è e che la ancora alle sue credenze e alle sue scelte. Il segreto che riguarda sua sorella e che non le dà pace, che la tormenta, ha condizionato ogni aspetto della sua vita, finché non decide di confessarlo a Ifrit, di venirci a patti, trovando finalmente quella tranquillità che le è stata a lungo negata. In tal senso, il prompt viene a essere fondamentale all’interno della storia. (+2)
Hai fatto un uso semplice, ma molto efficace dell’oggetto del pacchetto. Di fuoco è la magia che utilizzano gli Stregoni in generale e Ifrit in particolare, e questo ti ha permesso di rendere l’oggetto protagonista della vicenda e d’investirlo di una sua importanza, dal momento che è spesso il mezzo con cui i protagonisti riescono a tirarsi fuori dai guai. (+1)
La frase è inserita in maniera pertinente e coerente all’interno della storia. Viene dapprima pronunciata da Ifrit, riferendosi a se stesso e alla sua magia considerata malvagia, e viene poi ripresa nei pensieri di Eleanor, quando lei riflette su di lui e comincia a guardarlo, anche se ancora inconsapevolmente, con occhi diversi, a farsi domande su di lui, a riflettere sulla sua natura. Ifrit considera la sua magia un male, ma un male necessario per proteggersi da mali ben peggiori e, per questo, la ritiene qualcosa da accettare e non da rifuggire, anche se da tutti viene etichettato come un mostro. Questo concetto è ben sviluppato nel tuo racconto, pertanto la frase viene ad assumere una sua importanza all’interno dello stesso. (+1)

Gradimento personale: 4,8/5

La tua storia mi è piaciuta molto. L’ho letta senza interruzioni, nonostante la sua corposità, e mi è davvero dispiaciuto quando sono giunta alla fine della storia: se ci fosse stato altro da leggere, lo avrei fatto ben volentieri. Dato che il finale aperto ben si presta a un sequel, se dovessi mai decidere di scriverne uno, sarò ben più che lieta di leggerlo. Mi sono piaciuti i tuoi personaggi così estremamente sfaccettati, per nulla scontati e umani. Ho adorato il mondo che hai creato, le dinamiche che hai presentato e tutte le sue sfaccettature, dagli Esorcisti agli Stregoni. Mi sono piaciuti i piccoli colpi di scena che hai inserito qua e là - come la verità sul perché Ifrit abbia bruciato il suo villaggio, le implicazioni di dare un nuovo nome a uno Stregone e la verità su Miriam - e che hanno reso la tua storia dinamica e piacevolissima. Nonostante siano presenti vari cliché, e nonostante i racconti dove le storie d’amore sono centrali non siano propriamente il mio genere, la tua storia ha saputo comunque catturarmi e farsi apprezzare. Hai scritto un racconto tutto sommato semplice, ma, come a volte capita, la semplicità è vincente e paga, ed è stato proprio questo il caso: hai creato una storia davvero piacevole da leggere. Complimenti!

Punteggio totale: 37,1/40

Premio “Miglior personaggio”: questo premio va al personaggio di Ifrit. Il tuo Stregone ha una personalità sfaccettata e profonda, che nasconde costantemente dietro la sua maschera di ironia e sarcasmo, che è il suo segno distintivo. Il suo passato è oscuro, doloroso e segnato dal pregiudizio che la gente ha su di lui. È un uomo malvagio, ma non del tutto, e questo fa di lui un antieroe contraddittorio, sfumato, che, dopo una grande crescita personale, si vota al bene. Della sua personalità complessa, caleidoscopica, intrigantissima, ho già ampiamente parlato nel parametro dedicato ai personaggi: qui, mi limito a ribadire che hai creato un personaggio ottimamente caratterizzato, per nulla scontato e che ha saputo stregarmi fin dalla sua prima apparizione nel racconto, catturandomi sempre di più, man a mano che la storia proseguiva, ed entrandomi nel cuore.
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Post: 1.104
Giudice*****
24/01/2021 20:02
 
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Seconda classificata
e vincitrice del premio “Antieroe”
“Non esiste il bene senza il male” di Spettro94


Grammatica e stile:
7,4/10 (2,9 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

Capitolo uno

”Su di essa erano intessuti il sacro segno della Trinità” ---> ”era intessuto”. (-0,2)

”simili a una gonna se non fosse per l’evidente cucitura che la chiudeva in due parti all’altezza delle caviglie” ---> ”che li chiudeva”, dato che il soggetto sono i pantaloni, e non la gonna, alla quale essi somigliano. (-0,1)

”sono pronta ammetterlo e assumerne la responsabilità” ---> ”ad ammetterlo”, refuso.

”quello che fumante sotto la propria, di pelle. ---> Manca il verbo reggente alla frase. (-0,2)

”E cos’e accaduto in questo posto, Seija?” ---> ”cos’è”, refuso.

”Non doveva cedere in tentazione.” ---> ”cadere in tentazione”, oppure ”cedere alla tentazione”. (-0,1)

”Un concetto, eminenza, su cui vi pregherei di fare tesoro” ---> ”di cui”. (-0,1)

”nella sala attonita echeggiò l’ardere di Acqua e lo sghignazzare della prigioniera.” ---> echeggiarono”, poiché i soggetti che si riferiscono al verbo sono due. (-0,2)

Capitolo due

Attorno quei bordi” ---> ”Attorno a quei”, refuso.

”Covava una sofferenza briciante ---> ”Bruciante”, refuso.

”Arrivò di fronte a sé e si lanciò” ---> ”di fronte a lui”. Per com’è costruita la frase, altrimenti, sembra che la creatura arrivi di fronte a se stessa, anziché di fronte al Licantropo. (-0,2)

”e debiti devono essere ripagati” ---> ”e i debiti”, refuso.

”e legati in un chignon pratico” ---> ”uno chignon pratico”, refuso.

C’era disprezzo e un ghigno sottile, affilato come una spada, sul viso di lei” ---> ”C’erano disprezzo e un ghigno sottile”. (-0,2)

”per ripagare a un debito ---> ”per ripagare un debito”. (-0,1)

Capitolo tre

”erano mali che continuavano ad affiggere la Sacra Croce dopo trecento anni dalla sconfitta di Fuoco.” ---> ”che continuavano ad affliggere”. (-0,1)

”La più vicina all’universo e gli altri pianeti” ---> ”agli altri pianeti”, refuso.

Capitolo quattro

”gli altri regno non possono dire lo stesso e vivono nel terrore degli assalti” ---> ”altri regni”, refuso.

”un matrimonio non che gli avrebbe dato gioia ma che sapeva essere giusto” ---> ”che non gli avrebbe dato gioia”, refuso.

C’era voluta pazienza e mano ferma per calmare la Priora” ---> ”c’erano volute”. (-0,2)

”Tomahk ebbe un brivido al pensiero che le volontà dei tre Dei avevano dovuto fondersi con un parte sola di Fuoco” ---> ”una parte sola”, refuso.

Capitolo cinque

”Ma non ora, non quando la Tomahk aveva ancora bisogno di lei.” ---> ”non quando Tomahk”, refuso.

spicco un balzo leggiadro” ---> ”spiccò”, refuso.

”Un ultimo grido, prolungato e possente, prima che la sua vita ebbe fine.” ---> ”prima che la sua vita avesse fine”. (-0,2)

Capitolo sei

E così.” ---> ”È così”, refuso.

”Ad ogni ciclo ci uniremo sotto le stelle e poi me andrò ---> ”e poi me ne andrò”, refuso.

”Si avvinghiò al suo corpo in bacio selvaggio, ferale” ---> ”in un bacio”, refuso.

”volle finalmente provare ciò Fuoco a lungo aveva promesso” ---> ”ciò che Fuoco”, refuso.

”Doveva lasciare il nido e cercare sé stessa ---> ”se stessa”. (-0,1)

davanti i suoi occhi azzurri e attenti” ---> ”davanti ai suoi occhi”. (-0,1)

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere molto diretto ed evocativo. I periodi non sono mai eccessivamente lunghi e questo contribuisce a donare immediatezza al tuo racconto. Le frasi si susseguono con un ritmo che si accorda sempre a quello della narrazione: sono più concitate nei momenti d’azione e più distese in quelli di stasi e di tranquillità. Hai un’ottima varietà lessicale, che rende la tua storia ricca e mai monotona o piatta: padroneggi il linguaggio e ti destreggi molto bene con esso, utilizzando sempre i termini più appropriati ed efficaci per descrivere una situazione, una sensazione, una reazione. Le tue sono immagini vivide e tridimensionali, che si disegnano con facilità nella mente del lettore. Hai uno stile molto personale, maturo e interessante. La punteggiatura è varia e alternata secondo il ritmo narrativo. L’unico appunto che ho da fare (ed è il motivo per cui il punteggio nella voce stile non è pieno) riguarda proprio la punteggiatura: non sempre, infatti, ne fai un utilizzo corretto. In particolare, tendi a utilizzare il punto e virgola laddove invece sarebbero stati più opportuni i due punti, oppure, a volte, te ne servi (così come per il punto fermo) per spezzare le subordinate dalla frase principale: è chiaro che l’intento sia quello di isolare il concetto e di porlo in evidenza, ma non sempre questo espediente riesce e, in questi casi, la lettura risulta meno fluida e un po’ confusa. Sempre a proposito della punteggiatura, ho notato che tendi a usare spesso, soprattutto nella parte non dialogata, punti esclamativi e di sospensione: ti consiglio di limitarne l’utilizzo, perché se abusati, danno un’idea di artificioso.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di ricche e dettagliate, ma mai troppo prolisse, e questo consente d’immaginare facilmente i luoghi, i personaggi e le situazioni, senza però associarsi a una pesantezza del testo. Le tue sono pennellate rapide, efficaci e molto suggestive, inserite sempre opportunamente in modo che s’intreccino naturalmente con la narrazione e siano a essa funzionali. Ogni descrizione è volta a far scoprire qualcosa di più di questo universo che hai creato e dei personaggi, senza che sembri inserita a forza, per dare un’informazione, e questo ti ha permesso di creare un testo godibilissimo e completo. Particolare menzione va fatta per i vari mondi che esistono in questo universo narrativo: hai saputo darne, attraverso i diversi sguardi dei vari personaggi, delle descrizioni davvero efficaci ed evocative, che hanno saputo trasmettere tutto il fascino e la magnificenza di questi luoghi, lasciandoli immaginare facilmente nella loro particolarità.
L’equilibrio tra parte narrata e dialoghi è ottimo e questi ultimi risultano naturali, inoltre essi sono caratterizzati da registri linguistici diversi in base ai personaggi, e questo rende subito immediato comprende chi sta parlando, oltre a rendere ancora più realistiche le conversazioni. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

Nella tua storia sono presenti vari personaggi, tutti ben caratterizzati e delineati: di ognuno di loro hai saputo rendere la personalità attraverso i gesti, le attitudini, le parole e i dettagli; ogni personaggio che compare è tridimensionale, a tutto tondo e nessuno è lasciato sullo sfondo o delineato più superficialmente, anche grazie al fatto che hai mostrato la vicenda attraverso i punti di vista di ognuno di loro, cosa che ha permesso di cogliere maggiormente il loro carattere e modo di pensare.
Elysen è il primo personaggio di cui ci viene offerto il punto di vista e di lei ci viene subito sottolineata la forte moralità e la grande obbedienza sia alla sua divinità che ai principi della Congrega. Elysen è una donna austera, severa, misurata, rigorosa ma, come anche tutti gli altri, nasconde i suoi segreti e le sue ombre. La sua rigidità viene spesso messa alla prova da Fuoco, che la tenta e la seduce, portandola a venire meno ad alcuni dei suoi principi e a punirsi per questo. In tutto questo rigore, tuttavia, Elysen mostra anche la sua umanità, che porta con sé l’ambivalenza di questo personaggio: prende Seija con sé, se ne prende cura, si occupa di lei e l’accudisce come una figlia, la punisce quando mostra la sua indole ribelle e disobbediente, e tuttavia la ama anche. Elysen è divisa in due tra amore e odio per Seija: la teme e la aberra, eppure la tiene nascosta alla Sacra Croce, non rivela la sua origine e la sua esistenza. Il rigore, l’austerità e la severità sono principi che lei ha introiettato, che ha fatto suoi e che crede di poter applicare a ogni aspetto della sua vita: in questo sta la sua debolezza, una debolezza che è umana e che smaschera quelli che sono gli istinti base dell’uomo, ma che da lei sono considerati come peccati e ai quali tuttavia cede. Elysen è una donna piena di chiaroscuri e di sfumature, che tu hai saputo rendere molto bene, mostrando ognuna di esse e dando vita a un personaggio a tutto tondo, realistico nella grettezza mentale dettata dal suo ordine e dalla sua posizione, umano e tormentato.
Anche Yussol, come Elysen e come tutti i personaggi di questo racconto, ha un lato oscuro e dei segreti, che cambiano nel lettore la prima impressione che ci si fa di lui. Egli si presenta come un uomo malato e fragile, vittima di un terribile incidente; sembra posato, saggio, pacificatore. Dalla sua confessione, tuttavia, apprendiamo che anche lui ha intessuto dei rapporti con Seija e che non solo è stato tentato dalle lusinghe di Fuoco, ma ha addirittura tentato di imbrigliare il suo potere per sfruttarlo per scopi personali: riportare in vita le proprie figlie. Anche lui, dunque, si mostra come una persona ambivalente, che cerca di seguire i principi che il suo ruolo gl’impone, ma che non si lascia sfuggire l’occasione di essere corrotto e di percorrere vie oscure, mentendo per nascondere i suoi segreti e mantenere intatta la sua integrità. Anch’egli è, alla fine, un uomo corrotto in un mondo corrotto.
Romani appare subito come un personaggio viscido, polemico e bellicoso. Attacca apertamente e continuamente Elysen e Yussol, cercando di spingere la Folgore a vedere i loro peccati e a punirli per questo. Si pone al di sopra di tutti, come persona incorruttibile e incorrotta, l’ultimo baluardo della Sacra Croce, colui che ne mantiene intatti i principi e gli scopi e può, quindi, permettersi di giudicare e puntare il dito. Salvo poi scoprire che il più corrotto è, in realtà, lui stesso: è lui che si è lasciato sedurre da Fuoco, che si è piegato al suo volere e lo ha ciecamente seguito.
Arriviamo, dunque, ai due personaggi decisamente più di spicco di tutta la vicenda: Tomahk e Seija, i due antipodi, i due opposti, le due facce della stessa medaglia. Il primo incarna quelli che sono i valori e i principi dei poemi cavallereschi: è un uomo onorevole, integerrimo, irreprensibile, che ha rinunciato a tutto per continuare a seguire il dovere. La sua moralità è rigida, il suo senso di giustizia molto grande: è stato tentato da Fuoco, ha quasi ceduto, ma poi è riuscito a resistere, in nome di quel dovere che guida ogni sua azione, di quella fedeltà al suo compito che ne plasma l’agito. Da questo punto di vista, almeno fino all’ultima parte della storia, è l’unico personaggio che non ha ambiguità, l’unico che sembra libero dalle ombre del male tentatore e del peccato. Dall’altra parte abbiamo Seija, questo personaggio caleidoscopico e dalle mille sfaccettature, che disveli man a mano che il racconto prosegue, attraverso le sue reazioni e le sue parole: giochi molto sulla sua ambiguità, ammantando la sua figura di mistero, facendo interrogare il lettore circa le sue vere intenzioni e la sua vera indole. È davvero solo crudele e pazza? E allora perché ha salvato Yussol? Perché non ha mai ucciso Elysen, anche se ne ha avuto più volte occasione? Seija sembra essere il male, eppure contemporaneamente non lo è: la sua posizione viene definitivamente chiarificata alla fine della storia, dove si apprende che davvero lei è una creatura maligna, ma non proprio e non del tutto, infatti utilizzerà questa sua natura per ricacciare indietro Fuoco quando sarà necessario, aiutata da Tomahk, che si pone in antitesi con lei, ma ne è anche un completamento. La personalità di Seija appare dunque complessa, per nulla scontata e, di nuovo, sei stato magistrale nel lasciar emergere ogni aspetto di questa creatura ribelle e lasciva, che gode nel portare la morte, che è crudele, ma che usa la sua crudeltà come un antidoto e, alla fine dei conti, per fare del bene all’umanità. Tomahk, l’inflessibile, l’integerrimo, ha visto tutto questo e si è piegato alla necessità, dimostrandosi capace di lasciare indietro la sua morale e di stipulare con Seija un patto che preserverà per sempre i mondi.
Menzione speciale va a Kol: nonostante sia un personaggio secondario, hai reso alla perfezione anche lui e lo hai usato per descrivere la cultura dei licantropi e come si siano dovuti adattare a una nuova terra e a un nuovo stile di vita, arricchendo ulteriormente la tua storia. In generale, hai creato dei personaggi davvero ben fatti, capaci di bucare lo schermo e di coinvolgere il lettore, di rimanere impressi nella sua mente anche dopo aver terminato la lettura. Sono tutti così complessi e sfaccettati che ci sarebbe da parlare per ore, per sviscerarli a fondo. Davvero complimenti!

Trama e originalità: 9,8/10

Dal punto di vista della trama, hai sviluppato una storia dall’intreccio complesso, dove i fatti vengono disvelati man a mano che si prosegue con la lettura e c’è un’alternanza tra tempo presente ed eventi del passato che la rendono dinamica e mai piatta. Nonostante questo, hai gestito il racconto alla perfezione e non ci sono incoerenze o buchi di trama: alla fine, tutte le domande che sorgono spontanee durante la lettura trovano una risposta e ogni tassello s’incastra perfettamente agli altri, creando un quadro chiaro e molto interessante. Molto convincente il modo in cui hai strutturato la storia: la scelta di partire dal processo, quando ormai tutto è stato già compiuto, e di mostrare l’accaduto attraverso diversi punti di vista, diverse opinioni e diverse considerazioni soggettive dei personaggi, ti hanno permesso di rendere la storia assolutamente interessante e di spingere a continuare nella lettura, per trovare le risposte ai numerosi quesiti che emergono e per scoprire quale sia davvero la verità tra quelle messe in gioco dai vari protagonisti della vicenda; Seija è la chiave, eppure lei rimane sullo sfondo per tutto il tempo, fino alla fine, quando diventa protagonista indiscussa e attraverso i suoi occhi possiamo conoscere la sua versione dei fatti, che è anche quella vera, dato che lei è stata presente a ognuno degli accadimenti e li ha messi in moto, per motivi di cui veniamo edotti solo nella conclusione del racconto. Molto interessante anche l’idea di inserire dei flashback lungo la storia, espediente che ti ha permesso non solo di far conoscere i fatti, ma anche di approfondire i personaggi e, soprattutto, il contesto in cui essi si muovono. Il mondo che hai creato, infatti, è molto ricco e sfaccettato e tu lo hai mostrato tutto, senza infodump, ma lasciando trapelare le informazioni dai dettagli, dai ricordi e dalle considerazioni, facendo sì che esse divenissero parte integrante del racconto. Nulla è stato trattato superficialmente o in maniera confusa, cosicché alla fine si ha un quadro chiaro dell’universo in cui si muovono i personaggi e delle sue dinamiche.
L’originalità è il motivo per cui il punteggio nella voce non è pieno, infatti non è molto innovativa, nel genere, l’idea di fondo del racconto: abbiamo una minaccia soverchiante, che non si è potuta eliminare del tutto e si è potuta solamente confinare; il suo potere, tuttavia, rimane ancora immenso ed è seducente, allettante, tanto che alla fine riesce a corrompere e a tornare pericoloso per l’ordine costituito e per l’esistenza dei mondi. Tuttavia, il punteggio detratto è minimo, poiché è molto originale, invece, il modo in cui hai deciso di sviluppare e rendere il tema: non solo, infatti, è originalissimo l’universo narrativo, ma interessante è anche il fatto che la storia si concentri su un processo, dove la verità e il modo in cui si sono svolti i fatti sembrano essere già scontati, salvo poi scoprire, man a mano, intrighi e macchinazioni, fino ad arrivare a dubitare della colpevolezza di Seija stessa. Interessante anche la chiusura del racconto, in cui non c’è una vera e propria vittoria del bene contro il male, ma piuttosto una convivenza tra questi due aspetti, necessaria per respingere e tenere sotto controllo un male ancora più grande. La soluzione, la chiave per salvare i mondi non è armarsi di persone integerrime o di anime incorruttibili, di negare il male in senso assoluto, ma di permettere a questo di coesistere con il bene, per creare un equilibrio che indebolisca Fuoco e lo tenga a bada. È interessante come il male venga visto come uno strumento di cui il bene deve servirsi se vuole continuare a garantire l’esistenza di tutti. E Tomahk, che è l’incarnazione dell’eroismo, dell’inflessibilità e del sacrificio, lo capisce e a questo si adatta, perché è l’unico modo, anche se va contro tutti i suoi ideali e la sua morale. Tutto questo ha reso la tua storia intrigante, coinvolgente e per nulla scontata, nonostante il tema di fondo sia un classico. Hai saputo mantenere alta l’attenzione e hai presentato un finale d’impatto e inaspettato.
Il tuo è un racconto pienamente dark fantasy. I personaggi che popolano la tua storia sono tutti, a modo loro, negativi o non del tutto positivi. Anche Tomahk, che nella corruzione dilagante rappresenta un’eccezione ed è quanto di più vicino ci sia a un classico eroe, comprende alla fine la necessità di piegarsi al male e lo accetta, con quel suo inginocchiarsi rassegnato dinanzi a Seija, che è emblematico. I toni sono cupi, l’atmosfera è fosca e pesante, in ogni riga si annida l’orrore di questo universo decadente, che si copre di finto perbenismo, ma che in realtà è sull’orlo dell’autodistruzione. Amarissimo, ma giusto e necessario, il finale: il bene è un servo e uno strumento del male, così come il male lo è del bene. I due aspetti sono indissolubilmente intrecciati e devono coesistere.

Utilizzo del pacchetto: 5/5

La stregoneria è ampiamente presente lungo tutto il racconto e assume varie forme, in base a chi la esercita. Da questo punto di vista, ogni personaggio della tua storia può considerarsi uno stregone - anche se nessuno viene mai esplicitamente appellato in questo modo -, dato che ha il potere di manipolare l’elemento della sua terra di origine. In tal senso, dunque, il personaggio del pacchetto è indubbiamente presente e centrale nella narrazione. (+1)
Anche il prompt assume un’importanza centrale all’interno della tua storia. Il processo a Seija viene svolto perché ognuno dei testimoni ha mantenuto un segreto a lei collegato, che fosse per proteggere la ragazza stessa (come Elysen), oppure per proteggere se stessi (come Yussol), o ancora per aiutare Seija a concretizzare le sue macchinazioni (Romani e Kol). Infine, un segreto viene a formarsi anche tra Tomahk e Seija, quando i due stringono la loro alleanza. In tal senso, dunque, il segreto è il perno attorno a cui ruota tutta la narrazione e l’elemento che muove lo sviluppo degli eventi, passati e futuri. (+2)
Hai fatto un utilizzo molto particolare e creativo dell’oggetto. Nella tua storia, infatti, il fuoco non è solo l’elemento che sanno manipolare i Nati e coloro che provengono dal mondo di Fuoco, ma è anche una divinità. L’oggetto ha quindi una personificazione che lo rende parte attiva del racconto, nonché un nemico dal terribile potere. Davvero complimenti per il brillante e originale uso che ne hai fatto. (+1)
La frase è inserita in maniera coerente e naturale nella storia, in generale, e nel discorso in cui viene pronunciata, in particolare: la riflessione di Seija, che scaturisce dal ricordo delle cicatrici inflittele da Elysen, ruota tutta intorno al concetto espresso dalla frase, così come anche il concetto di male necessario che si ritrova alla fine della storia. (+1)

Gradimento personale: 5/5

È davvero molto difficile strapparmi un punteggio pieno in questa voce, di rado lo assegno, ma la tua storia mi ha conquistata fin dalle prime righe e ha mantenuto alto il mio interesse per tutta la lettura, fino a culminare in una conclusione che ho apprezzato davvero tantissimo. Ho adorato l’universo così particolare di questa storia, così come mi sono immensamente piaciuti tutti i personaggi che hai delineato, compreso Tomahk, che come tipologia di personaggio è molto lontano dai miei gusti: la sua decisione finale, tuttavia, quel suo piegarsi all’inevitabile, riconoscendolo come unica soluzione, mi ha fatto scoprire una nuova sfumatura di lui e del suo essere che non ho potuto non amare. Anche Seija, nella sua lucida follia, ha saputo farsi apprezzare. La trama è avvincente, ben strutturata, suscita curiosità e non è mai noiosa. La conclusione ha rispettato in pieno le aspettative che un bel racconto come questo muove durante la lettura; è inaspettato, sorprendente e veicola con sé una verità che è tanto amara quanto autentica: non può esistere il bene senza il male, sono due facce della stessa medaglia ed entrambe devono convivere, per far sì che vi siano un equilibrio e una continuità. Hai scritto davvero una bellissima storia, complimenti!

Punteggio totale: 37,2/40

Premio “Antieroe”: questo premio va al personaggio di Seija, un antieroe in piena regola e costruito molto bene. Lei non ripugna il male, non lo respinge, anzi: causare dolore le piace, portare caos e distruzione anche, è nata per la rivolta, per sovvertire l’ordine, per il peccato. È crudele, spietata, sadica. E tuttavia, in un modo tutto suo e con le proprie convinzioni di dubbia moralità, persegue il bene. Lei è un male necessario, è l’antidoto a un male peggiore: deve esserci per aiutare Tomahk a respingere Fuoco, per garantire una maggiore stabilità. Deve esserci per distruggere perché non lo faccia qualcun altro, e per permettere al suo amante di poter riportare l’ordine dove lei ha creato il caos, infondendo così nuova speranza nelle persone. In definitiva, dunque, lei non persegue il male, ma il bene, anche se buona non è, non può esserlo, non deve esserlo. Lei deve essere necessariamente l’altra faccia della medaglia. Perché non può esistere il bene senza il male. Non è naturale.



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Giudice*****
24/01/2021 20:03
 
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Prima classificata
“La seconda occasione” di Lagherta95


Grammatica e stile:
9,6/10 (4,8 grammatica + 4,8 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo, con i relativi punteggi detratti.

”Chiamò quello che era diventata la beta dopo la morte di Juliana” ---> ”quella che era diventata”, refuso.

”Il basso ringhio della lupa gli trasmisero tutta la preoccupazione” ---> ”gli trasmise”, refuso.

”quasi che Juliana e chi l’aveva presa fosse scomparso nel nulla” ---> ”fossero scomparsi”. (-0,2)

”Ilia cadde sbattendo le ginocchia in terra ---> ”a terra”, refuso.

era stato diramata nell’intero regno” ---> ”era stata diramata”, refuso.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere diretto ed evocativo, che arriva subito alla mente e al cuore del lettore, dipingendo con forza immagini vivide e chiare. Prediligi frasi ricche di subordinate, che tuttavia non risultano mai confuse o poco fluide e che, di volta in volta, si adattano al ritmo della narrazione, grazie al sapiente uso della punteggiatura, varia e sempre utilizzata in maniera pertinente. Ottimo anche l’utilizzo fatto del lessico, anch’esso variegato e sempre adatto al contesto e alla tipologia di storia: hai scelto con cura i termini e il loro accostamento, andando a creare immagini potenti, d’impatto, che creano nel lettore un’idea chiara di ciò che sta accadendo e dei personaggi. Nessuna parola è mai fuori posto o di troppo e tutto è volto a donare una lettura godibilissima e ricca di sfumature. L’unico appunto che ho da fare, riguarda la punteggiatura: alcune frasi, prive di virgola dove invece avrebbe dovuto essere, risultano troppo lunghe, facendo rimanere “senza fiato” durante la lettura. Tolto questo, hai presentato un testo molto curato e impeccabile dal punto di vista formale.
La storia è ricca di descrizioni che s’intrecciano sapientemente con la narrazione e con gli accadimenti, divenendone parte integrante e completamento, fornendo dettagli preziosi per comprendere il contesto e i personaggi, ma senza che nulla sembri forzato. Le descrizioni fanno riferimento prettamente al mondo naturale e alla foresta, poiché la storia è narrata quasi esclusivamente dal punto di vista di Ilia, che è più vicino al mondo naturale che a quello degli uomini: ciò ha contribuito a donare alla tua storia ancora più realismo, poiché è credibile che Ilia utilizzi paragoni presi dal mondo naturale per descrivere ciò che vede. Questo ha permesso al lettore di calarsi nella sua mente e di osservare attraverso i suoi occhi gli eventi e i ricordi. Ogni avvenimento è descritto in maniera diretta, senza fronzoli e senza giri di parole, quasi con crudezza, com’è proprio di un animale che vive d’istinti e che non ritiene snaturato seguire determinati impulsi o prenderne parte. A tal proposito, particolare menzione va fatta per gli amplessi che Ilia e Juliana consumano: essi sono selvaggi, animaleschi, ma non risultano mai volgari o fuori luogo, in quanto sono in armonia con il resto del testo e con il punto di vista del protagonista.
I dialoghi sono inseriti naturalmente nel testo e risultano curati e realistici; la parte narrata è prevalente rispetto a questi ultimi, ma ciò non crea un’asimmetria fastidiosa, perché Ilia è un mannaro, un mezzo lupo, e quindi tende a esprimersi e a comprendere ciò che ha intorno attraverso i sensi e i gesti, piuttosto che con le parole. E Juliana, che si assimila ai lupi, fa lo stesso.
In generale, hai presentato un testo dalla grande potenza narrativa, che trasmette con forza gli stati d’animo dei personaggi, il loro sentire e tutti i loro tormenti, donando al contempo delle immagini paesaggistiche molto pittoresche. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

I protagonisti della tua storia sono Ilia e Juliana, entrambi sapientemente caratterizzati e ben resi.
Juliana è una ragazza molto particolare: fin da piccola, preferisce correre nella foresta, piuttosto che stare in mezzo agli uomini, e ha un’affinità particolare con i lupi, che la portano a sentirsi parte di un loro branco, allontanandosi sempre di più da quegli esseri umani che non sente come simili a lei. Non è discriminante, infatti, e diventa amica di Ilia, di quel ragazzino appartenente a una sedicente famiglia di mannari, e per questo costretto a vivere ai margini della società. E, anche quando Juliana vede che davvero Ilia è un lupo mannaro, non lo abbandona, ma anzi, il suo legame con lui si rafforza ancora di più, perché finalmente lei ha trovato qualcuno che le è affine: un mezzo uomo e un mezzo lupo, esattamente come si sente lei stessa. Juliana è un’umana che ha scelto di vivere tra i lupi e che, quindi, tanto ha avuto da dimostrate: più di Ilia, ha dovuto dar prova di essere degna di stare alla guida di un branco, di meritarsi la lealtà dei lupi che ne fanno parte e di essere la degna compagna del loro capobranco. Il fatto che lei ci sia effettivamente riuscita dice molto del suo temperamento, del suo carattere e di quanto si senta effettivamente più affine a questi fieri animali, di quanto sia nata davvero più simile a loro, quando corre al loro fianco nella caccia e li guida come se fosse una lupa e non una donna. Juliana è fiera e indomita, e mostra un lato oscuro che affascina e turba Ilia: la luna sembra esercitare su Juliana un forte ascendente, com’è per un lupo mannaro, e pare guidare le sue azioni più efferate e terribili, ordinandole e sussurrandole cosa fare e quali atrocità compiere. In questo suo essere istintiva, Juliana non riesce a comprendere in tempo quale sia il suo limite, quando fermarsi per proteggere il branco, infatti commette un errore che le costerà la vita: uccide il principe. Per proteggere Ilia non gli dice mai la verità, sostiene che sia la luna ad averle ordinato di farlo, quando in realtà, al termine del racconto, apprendiamo invece che sia stata la sua moralità a farla agire e che quella stessa moralità, quella pietà e gentilezza mostrate a quella ragazzina siano state ciò che l’hanno portata alla morte. Ho trovato molto realistico e interessante il fatto che Juliana, nonostante sia una donna dal carattere indubbiamente forte, si sia piegata alle torture, com’è normale che sia, anche per salvare la vita di sua figlia: si fa madre, sia in questo frangente che quando poi partorisce e vorrebbe stringere la sua bambina tra le braccia. È umana in questo ed è umana quando spera nella clemenza del re per poter sfuggire alla sua sentenza di morte e poter allevare sua figlia. Inoltre, si pente delle scelte fatte, si pente dei suoi errori, riconoscendo quanto la sua sete di potere l’abbia portata alla rovina. Juliana mostra nuove sfaccettature del suo carattere così complesso e caleidoscopico, delineandosi come un personaggio a tutto tondo, che tu hai saputo costruire e rendere alla perfezione.
Ilia è il personaggio attraverso il quale vediamo la maggior parte degli eventi. È il lupo mannaro costretto a vivere ai margini della società e che tuttavia, al pari di Juliana, non si mostra discriminante, poiché decide di stringere amicizia con lei dapprima e poi di sceglierla come compagna di vita. la sua fedeltà nei confronti di Juliana è profondissima ed è in linea con quella che è la fedeltà dei lupi al branco. Ilia è un capobranco profondamente fedele al suo compito e ai suoi doveri: a tal proposito, infatti, è interessante notare come, quando Juliana è stata catturata, lui abbia deciso di portare in salvo il branco, avendo capito di non poter fare nulla per lei, piuttosto che rimanere a combattere una battaglia persa, mettendo in pericolo la vita degli altri lupi. Anche qui, com’è stato per Juliana, hai tratteggiato un personaggio molto realistico, che soffre per la sua perdita, che ama profondamente la sua compagna, ma non mette l’individualismo dinanzi al branco, comportamento che è verosimile ritrovare in un Alpha. Ilia pensa al branco, pensa alla sua sopravvivenza: anche quando copre l’omicidio di Juliana, lo fa con il branco e la sua incolumità in mente, e non perché appoggi l’operato della compagna che, anzi, reputa irrazionale e pericoloso. È fedele a Juliana, ma non è accecato dall’amore che prova per lei e dal legame che li unisce: sa essere razionale, sa quando mettere avanti lei e quando mettere avanti il branco, sa quali sono i suoi doveri e li rispetta, non li mette in discussione. In tutto questo, non smette però di essere leale a Juliana, neanche dopo che lei è morta ed è stata sostituita da una lupa che ha i suoi colori - occhi verdi come i suoi e pelliccia color della terra umida come i suoi capelli -, non smette di difendere la sua tomba e la sua memoria e di portare avanti quelle che sarebbero state le sue volontà, come mantenere il branco indipendente. Eppure, lo fa da solo: non coinvolge il branco nell’andare a proteggere la tomba di Juliana. È una sua scelta e se ne prende tutte le responsabilità. E anche Ilia, come Juliana, mostra una nuova sfaccettatura della sua personalità, alla fine: questo protagonista, che si è sempre dimostrato posato, lucido e, infine, rassegnato al proprio destino, tira fuori il suo lato più animalesco e irrazionale, la sua parte più ferina, quando viene a conoscenza della sorte toccata alla sua compagna e a quella che scopre essere sua figlia. Uccide chiunque possa rappresentare un pericolo per quella bambina a cui vuole donare la libertà e una vita migliore di quella che hanno vissuto lui e Juliana. Si dimostra spietato, quando il dolore e l’istinto di protezione prendono il sopravvento. Anche qui, hai saputo creare un personaggio dalla personalità sfaccettata e molto intrigante, capace di colpire il lettore e di trascinarlo nella sua mente, grazie alla sapiente introspezione, permettendogli di comprendere il suo dolore, di parteciparvi e di gioire della sua vittoria finale.
Anche il rapporto tra Juliana e Ilia è reso meravigliosamente: questo loro legame molto particolare viene mostrato tra le righe, nei dettagli, nei gesti, nelle parole. Tutto, in loro, parla di un’unione fortissima e viscerale, esclusiva, che va al di là del tempo e della morte. Non sorprende che Ilia sia rimasto fedele a Juliana per tutti quegli anni, leggendo dell’intensità del loro rapporto, un rapporto che trascende qualsiasi cosa, che è unico e che è per tutta la vita, dove nessuno dei due prevale sull’altro, ma regnano l’equilibrio e il rispetto reciproco.

Trama e originalità: 9,8/10

Per quanto riguarda la trama, hai costruito una storia ben fatta, ben strutturata, che non presenta buchi e che riesce a mantenere sempre alta e viva l’attenzione del lettore. Ho molto apprezzato la struttura che hai deciso di dare alla storia, con quest’alternanza tra presente e passato, attraverso il quale veniamo a conoscere come è nato e si è rafforzato il rapporto tra Juliana e Ilia e di come si sia arrivati al momento presente. I flashback sono sapientemente inseriti all’interno della storia, spesso dove la narrazione al presente crea un cliffhanger: questo desta senza dubbio la curiosità del lettore e lo spinge a voler continuare la lettura, per sapere come si svilupperanno gli eventi narrati; al contempo, il ritorno al presente spinge a proseguire nella storia per trovare un altro flashback che aggiunga un tassello in più al passato di Ilia e Juliana. Quello che hai creato è, dunque, un intreccio molto ben riuscito, che disvela man a mano dettagli importanti e necessari per comprendere l’impianto generale della storia. Molte sono le domande e le curiosità che sorgono durante la lettura e tutte vengono ampiamente soddisfatte alla conclusione della stessa: nessun punto viene lasciato oscuro o viene trattato superficialmente. Tutto è dovutamente analizzato ed esplicato in maniera naturale e a poco a poco. Hai saputo porre la giusta attenzione agli eventi principali, senza tralasciare nulla o svolgere troppo velocemente delle scene. Ogni cosa si prende il giusto tempo in base alla sua importanza.
Per quanto riguarda l’originalità, il punteggio non è pieno per via del tema trattato, quello di una storia d’amore dove uno dei due muore e l’altro gli rimane tuttavia fedele, che è ampiamente utilizzato, tuttavia è molto originale il modo in cui l’hai trattato e svolto, quindi il punteggio detratto è minimo. Innanzitutto, la fedeltà a Juliana da parte di Ilia è giustificata con la sua natura di lupo, è quasi un obbligo, un dovere morale, e questo la rende credibile e realistica nonostante siano passati molti anni dalla morte di Juliana. Il legame con la propria compagna, per un lupo mannaro, è qualcosa di viscerale e insostituibile. Anche il modo in cui hai costruito il legame tra Ilia e Juliana ti ha fatto guadagnare punti nella voce: i sentimenti che provano l’uno per l’altra sono autentici e forti, ma questo non ottenebra il loro giudizio; i due rimangono consapevoli dei propri spazi e delle proprie libertà, che mantengono, e soprattutto sanno quando mettere da parte i sentimenti per il branco. Credibile anche la motivazione per cui Juliana è stata catturata e in seguito condannata a morte e il fatto che Ilia non abbia potuto far altro che subire in silenzio ciò che è accaduto alla sua compagna: non si è esposto, mettendo a rischio tutto il branco, per tentare un qualche rocambolesco tentativo di salvataggio, né ha fatto nulla durante la sua esecuzione. Allo stesso modo, Juliana ha progettato moltissimi tentativi di fuga, ma non ne ha attuato neppure uno, consapevole che sarebbe stato assolutamente inutile. Interessante anche il fatto che i protagonisti siano un lupo mannaro e un’umana che si sente tuttavia più una lupa che una donna, così come interessante è il meccanismo del branco che hai creato, dove gli altri membri sono lupi e non lupi mannari a loro volta. Ottima la parte in cui la luna svela a Ilia cosa sia accaduto a Juliana: da lei apprendiamo che in realtà Juliana è morta di parto, e non impiccata come crede di aver visto Ilia; questo riporta inevitabilmente la mente del lettore alla presunta esecuzione di Juliana, facendogli domandare se la figura trascinata al patibolo fosse veramente Juliana - e, in quel caso, quindi, il suo cadavere - oppure un’innocente spacciata per lei. Entrambe le prospettive sono angoscianti. Hai creato una storia molto realistica, che sicuramente l’ha resa godibile e l’ha allontanata da quelli che sono i cliché del genere, rendendola molto godibile e piuttosto innovativa.
La tua storia si può considerare pienamente dark fantasy. Quelli che hai presentato sono personaggi sfaccettati, dall’animo gentile, mite e pacifico, ma che sanno anche essere spietati quando è necessario, come nel caso di Ilia; oppure, all’opposto, hai presentato personaggi ambiziosi, arrivisti, che vogliono essere in cima alla catena alimentare e vogliono essere rispettati, che non vogliono vivere ai margini, ma che s’indignano dinanzi ai soprusi e che sanno tirare fuori la loro umanità con chi amano, come il compagno o la figlia non ancora nata, com’è il caso di Juliana. La tua storia è cupa, cruda e presenta elementi dell’horror ben inseriti e sviluppati. La tua vicenda si consuma nel dramma e, nonostante abbia un finale positivo, il senso d’angoscia permea ogni riga del racconto, rendendolo fosco e dark.

Utilizzo del pacchetto: 5/5
Il personaggio è stato ampiamente utilizzato: Ilia è un licantropo ed è il protagonista della vicenda, attraverso il quale vediamo ciò che accade per la maggior parte della storia. Hai analizzato molto bene la sua duplice natura di uomo e di lupo e ciò che questo significa per lui, così come il dolore per la trasformazione, le differenze tra la forma umana e animale e come queste convivano sempre, a volte fondendosi e sfumando i confini. (+1)
Anche il prompt è stato ottimamente sviluppato. La fedeltà un concetto molto presente nella tua storia e con una duplice accezione: da una parte, c’è la fedeltà di Ilia e di Juliana al branco, che è loro assoluta responsabilità, e del branco stesso ai loro capi; dall’altra c’è la fedeltà di Ilia alla sua compagna, alla persona che si è scelto di avere accanto e alla quale resta leale anche dopo la morte, anche quando sono passati anni e alla quale resterà fedele sempre, finché avrà respiro. (+2)
La tomba non è presente in maniera preponderante nella tua storia, ma risulta essere comunque un elemento molto importante, poiché rappresenta ciò che resta di Juliana, ciò che la commemora e che Ilia ha preparato con tanta cura e devozione, con l’aiuto del branco. Si trova nel luogo in cui ha conosciuto Juliana e nel quale è cresciuto con lei. È ciò che torna a proteggere, a rischio della propria stessa vita. La tomba è Juliana stessa, dopo la sua dipartita. (+1)
La frase è inserita in modo naturale all’interno della storia ed è ben sviluppata. Il legame di Ilia con Juliana è un legame di dolore, sia quando lei è ancora in vita, poiché con i suoi comportamenti sconsiderati mette in pericolo il branco, sia con la sua morte, che per Ilia è devastante, sia dopo la sua dipartita, quando il suo ricordo resta vivo in Ilia, legato a una fedeltà che va al di là del tempo e della morte. (+1)

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Il lupo è il mio animale preferito e trovo che tu abbia saputo rendergli giustizia con questo racconto, rimarcando quelle che sono le sue caratteristiche preponderanti e quelle che sono le meccaniche del branco. Hai presentato una storia d’amore che non è melensa, né scade nei soliti cliché, ma è adulta, matura, realistica, e per questo hai saputo farmela grandemente apprezzare. I personaggi che hai creato sono altrettanto realistici e pieni di sfumature e sfaccettature che li rendono vividi, reali e molto interessanti. Hai saputo catturare la mia attenzione e mantenerla viva fino all’ultima riga, tanto che, se ci fosse stato altro da leggere, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Hai creato una meravigliosa storia sotto ogni punto di vista: non potevo che darti punteggio pieno per questa piccola perla. Complimenti!

Punteggio totale: 39,4/40

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Giudice*****
24/01/2021 20:05
 
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Riepilogo classifica

Undicesima classificata: ”The Shadow of Fire” di Sakkaku (punteggio totale: 25,8/40)
Decima classificata: ”Il marchio dei sogni proibiti” di Chris_88(Efp) (punteggio totale: 26,2/40)
Nona classificata: ”I giorni della Fiamma Nera” di Anatra.Valeria (punteggio totale: 26,8/40)
Ottava classificata: ”Spezzato” di R.Mayfair (punteggio totale: 32,5/40)
Settima classificata: ”Seven years” di Kim_ (punteggio totale: 35,8/40)
Sesta classificata: ”I quattro regni” di ethors (punteggio totale: 36,2/40)
Quinta classificata: ”Dal primo all’ultimo istante” di Soul_Shine (punteggio totale: 36,4/40)
Quarta classificata e vincitrice del premio “Darkest fantasy”: ”La storia del giglio bianco e del lupo nato per servirlo” di Lupo Bianco Del Nord (punteggio totale: 36,5/40)
Terza classificata e vincitrice del premio “Miglior personaggio”: ”La Dodicesima Luna” di Nina Ninetta (punteggio totale: 37,1/40)
Seconda classificata e vincitrice del premio “Antieroe”: ”Non esiste il bene senza il male” di Spettro94 (punteggio totale: 37,2/40)
Prima classificata: ”La seconda occasione” di Lagherta95 (punteggio totale: 39,4/40)


Recensioni premio rilasciate:

1. Lagherta95: 3/3
- 31 brevi racconti lacustri - Ave Maria
- 31 brevi racconti lacustri - Ruby Woo
- 31 brevi racconti lacustri - Criophobia

2. Spettro94: 3/3
- Addio - Capitolo Uno
- Addio - Capitolo Due
- Addio - Capitolo Tre

3. Nina Ninetta: 2/2
- Uno di noi
- Amore indegno di sopravvivere

4. Lupo Bianco Del Nord: 1/1
- Storie da focolare della vecchia Moar - Bastardo



Per tutti: fatemi sapere se volete la valutazione come recensione.
Per i vincitori: ditemi se avete qualche preferenza per le recensioni premio, ricordando che per raccolte o storie a più capitoli, le recensioni sono da considerarsi al singolo capitolo.
Per qualunque dubbio/chiarimento/domanda, rimango a vostra disposizione :)
[Modificato da Dark Sider 13/05/2021 16:21]
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24/01/2021 20:24
 
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Dark Sider, 24/01/2021 20:03:


Prima classificata
“La seconda occasione” di Lagherta95


Grammatica e stile:
9,6/10 (4,8 grammatica + 4,8 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati nel testo, con i relativi punteggi detratti.

”Chiamò quello che era diventata la beta dopo la morte di Juliana” ---> ”quella che era diventata”, refuso.

”Il basso ringhio della lupa gli trasmisero tutta la preoccupazione” ---> ”gli trasmise”, refuso.

”quasi che Juliana e chi l’aveva presa fosse scomparso nel nulla” ---> ”fossero scomparsi”. (-0,2)

”Ilia cadde sbattendo le ginocchia in terra ---> ”a terra”, refuso.

era stato diramata nell’intero regno” ---> ”era stata diramata”, refuso.

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere diretto ed evocativo, che arriva subito alla mente e al cuore del lettore, dipingendo con forza immagini vivide e chiare. Prediligi frasi ricche di subordinate, che tuttavia non risultano mai confuse o poco fluide e che, di volta in volta, si adattano al ritmo della narrazione, grazie al sapiente uso della punteggiatura, varia e sempre utilizzata in maniera pertinente. Ottimo anche l’utilizzo fatto del lessico, anch’esso variegato e sempre adatto al contesto e alla tipologia di storia: hai scelto con cura i termini e il loro accostamento, andando a creare immagini potenti, d’impatto, che creano nel lettore un’idea chiara di ciò che sta accadendo e dei personaggi. Nessuna parola è mai fuori posto o di troppo e tutto è volto a donare una lettura godibilissima e ricca di sfumature. L’unico appunto che ho da fare, riguarda la punteggiatura: alcune frasi, prive di virgola dove invece avrebbe dovuto essere, risultano troppo lunghe, facendo rimanere “senza fiato” durante la lettura. Tolto questo, hai presentato un testo molto curato e impeccabile dal punto di vista formale.
La storia è ricca di descrizioni che s’intrecciano sapientemente con la narrazione e con gli accadimenti, divenendone parte integrante e completamento, fornendo dettagli preziosi per comprendere il contesto e i personaggi, ma senza che nulla sembri forzato. Le descrizioni fanno riferimento prettamente al mondo naturale e alla foresta, poiché la storia è narrata quasi esclusivamente dal punto di vista di Ilia, che è più vicino al mondo naturale che a quello degli uomini: ciò ha contribuito a donare alla tua storia ancora più realismo, poiché è credibile che Ilia utilizzi paragoni presi dal mondo naturale per descrivere ciò che vede. Questo ha permesso al lettore di calarsi nella sua mente e di osservare attraverso i suoi occhi gli eventi e i ricordi. Ogni avvenimento è descritto in maniera diretta, senza fronzoli e senza giri di parole, quasi con crudezza, com’è proprio di un animale che vive d’istinti e che non ritiene snaturato seguire determinati impulsi o prenderne parte. A tal proposito, particolare menzione va fatta per gli amplessi che Ilia e Juliana consumano: essi sono selvaggi, animaleschi, ma non risultano mai volgari o fuori luogo, in quanto sono in armonia con il resto del testo e con il punto di vista del protagonista.
I dialoghi sono inseriti naturalmente nel testo e risultano curati e realistici; la parte narrata è prevalente rispetto a questi ultimi, ma ciò non crea un’asimmetria fastidiosa, perché Ilia è un mannaro, un mezzo lupo, e quindi tende a esprimersi e a comprendere ciò che ha intorno attraverso i sensi e i gesti, piuttosto che con le parole. E Juliana, che si assimila ai lupi, fa lo stesso.
In generale, hai presentato un testo dalla grande potenza narrativa, che trasmette con forza gli stati d’animo dei personaggi, il loro sentire e tutti i loro tormenti, donando al contempo delle immagini paesaggistiche molto pittoresche. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

I protagonisti della tua storia sono Ilia e Juliana, entrambi sapientemente caratterizzati e ben resi.
Juliana è una ragazza molto particolare: fin da piccola, preferisce correre nella foresta, piuttosto che stare in mezzo agli uomini, e ha un’affinità particolare con i lupi, che la portano a sentirsi parte di un loro branco, allontanandosi sempre di più da quegli esseri umani che non sente come simili a lei. Non è discriminante, infatti, e diventa amica di Ilia, di quel ragazzino appartenente a una sedicente famiglia di mannari, e per questo costretto a vivere ai margini della società. E, anche quando Juliana vede che davvero Ilia è un lupo mannaro, non lo abbandona, ma anzi, il suo legame con lui si rafforza ancora di più, perché finalmente lei ha trovato qualcuno che le è affine: un mezzo uomo e un mezzo lupo, esattamente come si sente lei stessa. Juliana è un’umana che ha scelto di vivere tra i lupi e che, quindi, tanto ha avuto da dimostrate: più di Ilia, ha dovuto dar prova di essere degna di stare alla guida di un branco, di meritarsi la lealtà dei lupi che ne fanno parte e di essere la degna compagna del loro capobranco. Il fatto che lei ci sia effettivamente riuscita dice molto del suo temperamento, del suo carattere e di quanto si senta effettivamente più affine a questi fieri animali, di quanto sia nata davvero più simile a loro, quando corre al loro fianco nella caccia e li guida come se fosse una lupa e non una donna. Juliana è fiera e indomita, e mostra un lato oscuro che affascina e turba Ilia: la luna sembra esercitare su Juliana un forte ascendente, com’è per un lupo mannaro, e pare guidare le sue azioni più efferate e terribili, ordinandole e sussurrandole cosa fare e quali atrocità compiere. In questo suo essere istintiva, Juliana non riesce a comprendere in tempo quale sia il suo limite, quando fermarsi per proteggere il branco, infatti commette un errore che le costerà la vita: uccide il principe. Per proteggere Ilia non gli dice mai la verità, sostiene che sia la luna ad averle ordinato di farlo, quando in realtà, al termine del racconto, apprendiamo invece che sia stata la sua moralità a farla agire e che quella stessa moralità, quella pietà e gentilezza mostrate a quella ragazzina siano state ciò che l’hanno portata alla morte. Ho trovato molto realistico e interessante il fatto che Juliana, nonostante sia una donna dal carattere indubbiamente forte, si sia piegata alle torture, com’è normale che sia, anche per salvare la vita di sua figlia: si fa madre, sia in questo frangente che quando poi partorisce e vorrebbe stringere la sua bambina tra le braccia. È umana in questo ed è umana quando spera nella clemenza del re per poter sfuggire alla sua sentenza di morte e poter allevare sua figlia. Inoltre, si pente delle scelte fatte, si pente dei suoi errori, riconoscendo quanto la sua sete di potere l’abbia portata alla rovina. Juliana mostra nuove sfaccettature del suo carattere così complesso e caleidoscopico, delineandosi come un personaggio a tutto tondo, che tu hai saputo costruire e rendere alla perfezione.
Ilia è il personaggio attraverso il quale vediamo la maggior parte degli eventi. È il lupo mannaro costretto a vivere ai margini della società e che tuttavia, al pari di Juliana, non si mostra discriminante, poiché decide di stringere amicizia con lei dapprima e poi di sceglierla come compagna di vita. la sua fedeltà nei confronti di Juliana è profondissima ed è in linea con quella che è la fedeltà dei lupi al branco. Ilia è un capobranco profondamente fedele al suo compito e ai suoi doveri: a tal proposito, infatti, è interessante notare come, quando Juliana è stata catturata, lui abbia deciso di portare in salvo il branco, avendo capito di non poter fare nulla per lei, piuttosto che rimanere a combattere una battaglia persa, mettendo in pericolo la vita degli altri lupi. Anche qui, com’è stato per Juliana, hai tratteggiato un personaggio molto realistico, che soffre per la sua perdita, che ama profondamente la sua compagna, ma non mette l’individualismo dinanzi al branco, comportamento che è verosimile ritrovare in un Alpha. Ilia pensa al branco, pensa alla sua sopravvivenza: anche quando copre l’omicidio di Juliana, lo fa con il branco e la sua incolumità in mente, e non perché appoggi l’operato della compagna che, anzi, reputa irrazionale e pericoloso. È fedele a Juliana, ma non è accecato dall’amore che prova per lei e dal legame che li unisce: sa essere razionale, sa quando mettere avanti lei e quando mettere avanti il branco, sa quali sono i suoi doveri e li rispetta, non li mette in discussione. In tutto questo, non smette però di essere leale a Juliana, neanche dopo che lei è morta ed è stata sostituita da una lupa che ha i suoi colori - occhi verdi come i suoi e pelliccia color della terra umida come i suoi capelli -, non smette di difendere la sua tomba e la sua memoria e di portare avanti quelle che sarebbero state le sue volontà, come mantenere il branco indipendente. Eppure, lo fa da solo: non coinvolge il branco nell’andare a proteggere la tomba di Juliana. È una sua scelta e se ne prende tutte le responsabilità. E anche Ilia, come Juliana, mostra una nuova sfaccettatura della sua personalità, alla fine: questo protagonista, che si è sempre dimostrato posato, lucido e, infine, rassegnato al proprio destino, tira fuori il suo lato più animalesco e irrazionale, la sua parte più ferina, quando viene a conoscenza della sorte toccata alla sua compagna e a quella che scopre essere sua figlia. Uccide chiunque possa rappresentare un pericolo per quella bambina a cui vuole donare la libertà e una vita migliore di quella che hanno vissuto lui e Juliana. Si dimostra spietato, quando il dolore e l’istinto di protezione prendono il sopravvento. Anche qui, hai saputo creare un personaggio dalla personalità sfaccettata e molto intrigante, capace di colpire il lettore e di trascinarlo nella sua mente, grazie alla sapiente introspezione, permettendogli di comprendere il suo dolore, di parteciparvi e di gioire della sua vittoria finale.
Anche il rapporto tra Juliana e Ilia è reso meravigliosamente: questo loro legame molto particolare viene mostrato tra le righe, nei dettagli, nei gesti, nelle parole. Tutto, in loro, parla di un’unione fortissima e viscerale, esclusiva, che va al di là del tempo e della morte. Non sorprende che Ilia sia rimasto fedele a Juliana per tutti quegli anni, leggendo dell’intensità del loro rapporto, un rapporto che trascende qualsiasi cosa, che è unico e che è per tutta la vita, dove nessuno dei due prevale sull’altro, ma regnano l’equilibrio e il rispetto reciproco.

Trama e originalità: 9,8/10

Per quanto riguarda la trama, hai costruito una storia ben fatta, ben strutturata, che non presenta buchi e che riesce a mantenere sempre alta e viva l’attenzione del lettore. Ho molto apprezzato la struttura che hai deciso di dare alla storia, con quest’alternanza tra presente e passato, attraverso il quale veniamo a conoscere come è nato e si è rafforzato il rapporto tra Juliana e Ilia e di come si sia arrivati al momento presente. I flashback sono sapientemente inseriti all’interno della storia, spesso dove la narrazione al presente crea un cliffhanger: questo desta senza dubbio la curiosità del lettore e lo spinge a voler continuare la lettura, per sapere come si svilupperanno gli eventi narrati; al contempo, il ritorno al presente spinge a proseguire nella storia per trovare un altro flashback che aggiunga un tassello in più al passato di Ilia e Juliana. Quello che hai creato è, dunque, un intreccio molto ben riuscito, che disvela man a mano dettagli importanti e necessari per comprendere l’impianto generale della storia. Molte sono le domande e le curiosità che sorgono durante la lettura e tutte vengono ampiamente soddisfatte alla conclusione della stessa: nessun punto viene lasciato oscuro o viene trattato superficialmente. Tutto è dovutamente analizzato ed esplicato in maniera naturale e a poco a poco. Hai saputo porre la giusta attenzione agli eventi principali, senza tralasciare nulla o svolgere troppo velocemente delle scene. Ogni cosa si prende il giusto tempo in base alla sua importanza.
Per quanto riguarda l’originalità, il punteggio non è pieno per via del tema trattato, quello di una storia d’amore dove uno dei due muore e l’altro gli rimane tuttavia fedele, che è ampiamente utilizzato, tuttavia è molto originale il modo in cui l’hai trattato e svolto, quindi il punteggio detratto è minimo. Innanzitutto, la fedeltà a Juliana da parte di Ilia è giustificata con la sua natura di lupo, è quasi un obbligo, un dovere morale, e questo la rende credibile e realistica nonostante siano passati molti anni dalla morte di Juliana. Il legame con la propria compagna, per un lupo mannaro, è qualcosa di viscerale e insostituibile. Anche il modo in cui hai costruito il legame tra Ilia e Juliana ti ha fatto guadagnare punti nella voce: i sentimenti che provano l’uno per l’altra sono autentici e forti, ma questo non ottenebra il loro giudizio; i due rimangono consapevoli dei propri spazi e delle proprie libertà, che mantengono, e soprattutto sanno quando mettere da parte i sentimenti per il branco. Credibile anche la motivazione per cui Juliana è stata catturata e in seguito condannata a morte e il fatto che Ilia non abbia potuto far altro che subire in silenzio ciò che è accaduto alla sua compagna: non si è esposto, mettendo a rischio tutto il branco, per tentare un qualche rocambolesco tentativo di salvataggio, né ha fatto nulla durante la sua esecuzione. Allo stesso modo, Juliana ha progettato moltissimi tentativi di fuga, ma non ne ha attuato neppure uno, consapevole che sarebbe stato assolutamente inutile. Interessante anche il fatto che i protagonisti siano un lupo mannaro e un’umana che si sente tuttavia più una lupa che una donna, così come interessante è il meccanismo del branco che hai creato, dove gli altri membri sono lupi e non lupi mannari a loro volta. Ottima la parte in cui la luna svela a Ilia cosa sia accaduto a Juliana: da lei apprendiamo che in realtà Juliana è morta di parto, e non impiccata come crede di aver visto Ilia; questo riporta inevitabilmente la mente del lettore alla presunta esecuzione di Juliana, facendogli domandare se la figura trascinata al patibolo fosse veramente Juliana - e, in quel caso, quindi, il suo cadavere - oppure un’innocente spacciata per lei. Entrambe le prospettive sono angoscianti. Hai creato una storia molto realistica, che sicuramente l’ha resa godibile e l’ha allontanata da quelli che sono i cliché del genere, rendendola molto godibile e piuttosto innovativa.
La tua storia si può considerare pienamente dark fantasy. Quelli che hai presentato sono personaggi sfaccettati, dall’animo gentile, mite e pacifico, ma che sanno anche essere spietati quando è necessario, come nel caso di Ilia; oppure, all’opposto, hai presentato personaggi ambiziosi, arrivisti, che vogliono essere in cima alla catena alimentare e vogliono essere rispettati, che non vogliono vivere ai margini, ma che s’indignano dinanzi ai soprusi e che sanno tirare fuori la loro umanità con chi amano, come il compagno o la figlia non ancora nata, com’è il caso di Juliana. La tua storia è cupa, cruda e presenta elementi dell’horror ben inseriti e sviluppati. La tua vicenda si consuma nel dramma e, nonostante abbia un finale positivo, il senso d’angoscia permea ogni riga del racconto, rendendolo fosco e dark.

Utilizzo del pacchetto: 5/5
Il personaggio è stato ampiamente utilizzato: Ilia è un licantropo ed è il protagonista della vicenda, attraverso il quale vediamo ciò che accade per la maggior parte della storia. Hai analizzato molto bene la sua duplice natura di uomo e di lupo e ciò che questo significa per lui, così come il dolore per la trasformazione, le differenze tra la forma umana e animale e come queste convivano sempre, a volte fondendosi e sfumando i confini. (+1)
Anche il prompt è stato ottimamente sviluppato. La fedeltà un concetto molto presente nella tua storia e con una duplice accezione: da una parte, c’è la fedeltà di Ilia e di Juliana al branco, che è loro assoluta responsabilità, e del branco stesso ai loro capi; dall’altra c’è la fedeltà di Ilia alla sua compagna, alla persona che si è scelto di avere accanto e alla quale resta leale anche dopo la morte, anche quando sono passati anni e alla quale resterà fedele sempre, finché avrà respiro. (+2)
La tomba non è presente in maniera preponderante nella tua storia, ma risulta essere comunque un elemento molto importante, poiché rappresenta ciò che resta di Juliana, ciò che la commemora e che Ilia ha preparato con tanta cura e devozione, con l’aiuto del branco. Si trova nel luogo in cui ha conosciuto Juliana e nel quale è cresciuto con lei. È ciò che torna a proteggere, a rischio della propria stessa vita. La tomba è Juliana stessa, dopo la sua dipartita. (+1)
La frase è inserita in modo naturale all’interno della storia ed è ben sviluppata. Il legame di Ilia con Juliana è un legame di dolore, sia quando lei è ancora in vita, poiché con i suoi comportamenti sconsiderati mette in pericolo il branco, sia con la sua morte, che per Ilia è devastante, sia dopo la sua dipartita, quando il suo ricordo resta vivo in Ilia, legato a una fedeltà che va al di là del tempo e della morte. (+1)

Gradimento personale: 5/5

La tua storia mi è piaciuta davvero molto. Il lupo è il mio animale preferito e trovo che tu abbia saputo rendergli giustizia con questo racconto, rimarcando quelle che sono le sue caratteristiche preponderanti e quelle che sono le meccaniche del branco. Hai presentato una storia d’amore che non è melensa, né scade nei soliti cliché, ma è adulta, matura, realistica, e per questo hai saputo farmela grandemente apprezzare. I personaggi che hai creato sono altrettanto realistici e pieni di sfumature e sfaccettature che li rendono vividi, reali e molto interessanti. Hai saputo catturare la mia attenzione e mantenerla viva fino all’ultima riga, tanto che, se ci fosse stato altro da leggere, non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Hai creato una meravigliosa storia sotto ogni punto di vista: non potevo che darti punteggio pieno per questa piccola perla. Complimenti!

Punteggio totale: 39,4/40


Io devo essere sincera: questo risultato proprio non me lo aspettavo.
Non ho letto le altre storie (la sessione non perdona e io sono poco abile a fare troppe cose insieme), ma essendo il mio primo primissimo approccio al genere, beh diciamo che nutrivo la giusta fiducia nella mia storia.
Al di là della sorpresa, sono davvero davvero contenta del risultato.
L'analisi che hai fatto l'ho trovata accuratissima e non ho da farti nessun tipo di appunto. Sul discorso "ginocchia sbattute in terra" a mia discolpa porto il vernacolo toscano e i suoi modi di dire 😂
Per il giudizio, ci terrei tantissimo ad averlo sotto la storia.
Per le recensioni premio ti faccio un'unica richiesta (per le altre ti lascio libera di andare dove più preferisci): vorrei tu passassi da Komorebi (storia a cui sono davvero molto molto legata).
Tanti complimenti a tutti e ancora grazie per il bellissimo giudizio!
Lagertha ❤️
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Post: 961
Giudice*****
24/01/2021 20:51
 
Quota

Re:
Dark Sider, 24/01/2021 20:02:


Seconda classificata
e vincitrice del premio “Antieroe”
“Non esiste il bene senza il male” di Spettro94


Grammatica e stile:
7,4/10 (2,9 grammatica + 4,5 stile)

Di seguito, riporto i refusi e gli errori grammaticali riscontrati, con il relativo punteggio detratto.

Capitolo uno

”Su di essa erano intessuti il sacro segno della Trinità” ---> ”era intessuto”. (-0,2)

”simili a una gonna se non fosse per l’evidente cucitura che la chiudeva in due parti all’altezza delle caviglie” ---> ”che li chiudeva”, dato che il soggetto sono i pantaloni, e non la gonna, alla quale essi somigliano. (-0,1)

”sono pronta ammetterlo e assumerne la responsabilità” ---> ”ad ammetterlo”, refuso.

”quello che fumante sotto la propria, di pelle. ---> Manca il verbo reggente alla frase. (-0,2)

”E cos’e accaduto in questo posto, Seija?” ---> ”cos’è”, refuso.

”Non doveva cedere in tentazione.” ---> ”cadere in tentazione”, oppure ”cedere alla tentazione”. (-0,1)

”Un concetto, eminenza, su cui vi pregherei di fare tesoro” ---> ”di cui”. (-0,1)

”nella sala attonita echeggiò l’ardere di Acqua e lo sghignazzare della prigioniera.” ---> echeggiarono”, poiché i soggetti che si riferiscono al verbo sono due. (-0,2)

Capitolo due

Attorno quei bordi” ---> ”Attorno a quei”, refuso.

”Covava una sofferenza briciante ---> ”Bruciante”, refuso.

”Arrivò di fronte a sé e si lanciò” ---> ”di fronte a lui”. Per com’è costruita la frase, altrimenti, sembra che la creatura arrivi di fronte a se stessa, anziché di fronte al Licantropo. (-0,2)

”e debiti devono essere ripagati” ---> ”e i debiti”, refuso.

”e legati in un chignon pratico” ---> ”uno chignon pratico”, refuso.

C’era disprezzo e un ghigno sottile, affilato come una spada, sul viso di lei” ---> ”C’erano disprezzo e un ghigno sottile”. (-0,2)

”per ripagare a un debito ---> ”per ripagare un debito”. (-0,1)

Capitolo tre

”erano mali che continuavano ad affiggere la Sacra Croce dopo trecento anni dalla sconfitta di Fuoco.” ---> ”che continuavano ad affliggere”. (-0,1)

”La più vicina all’universo e gli altri pianeti” ---> ”agli altri pianeti”, refuso.

Capitolo quattro

”gli altri regno non possono dire lo stesso e vivono nel terrore degli assalti” ---> ”altri regni”, refuso.

”un matrimonio non che gli avrebbe dato gioia ma che sapeva essere giusto” ---> ”che non gli avrebbe dato gioia”, refuso.

C’era voluta pazienza e mano ferma per calmare la Priora” ---> ”c’erano volute”. (-0,2)

”Tomahk ebbe un brivido al pensiero che le volontà dei tre Dei avevano dovuto fondersi con un parte sola di Fuoco” ---> ”una parte sola”, refuso.

Capitolo cinque

”Ma non ora, non quando la Tomahk aveva ancora bisogno di lei.” ---> ”non quando Tomahk”, refuso.

spicco un balzo leggiadro” ---> ”spiccò”, refuso.

”Un ultimo grido, prolungato e possente, prima che la sua vita ebbe fine.” ---> ”prima che la sua vita avesse fine”. (-0,2)

Capitolo sei

E così.” ---> ”È così”, refuso.

”Ad ogni ciclo ci uniremo sotto le stelle e poi me andrò ---> ”e poi me ne andrò”, refuso.

”Si avvinghiò al suo corpo in bacio selvaggio, ferale” ---> ”in un bacio”, refuso.

”volle finalmente provare ciò Fuoco a lungo aveva promesso” ---> ”ciò che Fuoco”, refuso.

”Doveva lasciare il nido e cercare sé stessa ---> ”se stessa”. (-0,1)

davanti i suoi occhi azzurri e attenti” ---> ”davanti ai suoi occhi”. (-0,1)

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere molto diretto ed evocativo. I periodi non sono mai eccessivamente lunghi e questo contribuisce a donare immediatezza al tuo racconto. Le frasi si susseguono con un ritmo che si accorda sempre a quello della narrazione: sono più concitate nei momenti d’azione e più distese in quelli di stasi e di tranquillità. Hai un’ottima varietà lessicale, che rende la tua storia ricca e mai monotona o piatta: padroneggi il linguaggio e ti destreggi molto bene con esso, utilizzando sempre i termini più appropriati ed efficaci per descrivere una situazione, una sensazione, una reazione. Le tue sono immagini vivide e tridimensionali, che si disegnano con facilità nella mente del lettore. Hai uno stile molto personale, maturo e interessante. La punteggiatura è varia e alternata secondo il ritmo narrativo. L’unico appunto che ho da fare (ed è il motivo per cui il punteggio nella voce stile non è pieno) riguarda proprio la punteggiatura: non sempre, infatti, ne fai un utilizzo corretto. In particolare, tendi a utilizzare il punto e virgola laddove invece sarebbero stati più opportuni i due punti, oppure, a volte, te ne servi (così come per il punto fermo) per spezzare le subordinate dalla frase principale: è chiaro che l’intento sia quello di isolare il concetto e di porlo in evidenza, ma non sempre questo espediente riesce e, in questi casi, la lettura risulta meno fluida e un po’ confusa. Sempre a proposito della punteggiatura, ho notato che tendi a usare spesso, soprattutto nella parte non dialogata, punti esclamativi e di sospensione: ti consiglio di limitarne l’utilizzo, perché se abusati, danno un’idea di artificioso.
Per quanto riguarda le descrizioni, ne fai di ricche e dettagliate, ma mai troppo prolisse, e questo consente d’immaginare facilmente i luoghi, i personaggi e le situazioni, senza però associarsi a una pesantezza del testo. Le tue sono pennellate rapide, efficaci e molto suggestive, inserite sempre opportunamente in modo che s’intreccino naturalmente con la narrazione e siano a essa funzionali. Ogni descrizione è volta a far scoprire qualcosa di più di questo universo che hai creato e dei personaggi, senza che sembri inserita a forza, per dare un’informazione, e questo ti ha permesso di creare un testo godibilissimo e completo. Particolare menzione va fatta per i vari mondi che esistono in questo universo narrativo: hai saputo darne, attraverso i diversi sguardi dei vari personaggi, delle descrizioni davvero efficaci ed evocative, che hanno saputo trasmettere tutto il fascino e la magnificenza di questi luoghi, lasciandoli immaginare facilmente nella loro particolarità.
L’equilibrio tra parte narrata e dialoghi è ottimo e questi ultimi risultano naturali, inoltre essi sono caratterizzati da registri linguistici diversi in base ai personaggi, e questo rende subito immediato comprende chi sta parlando, oltre a rendere ancora più realistiche le conversazioni. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

Nella tua storia sono presenti vari personaggi, tutti ben caratterizzati e delineati: di ognuno di loro hai saputo rendere la personalità attraverso i gesti, le attitudini, le parole e i dettagli; ogni personaggio che compare è tridimensionale, a tutto tondo e nessuno è lasciato sullo sfondo o delineato più superficialmente, anche grazie al fatto che hai mostrato la vicenda attraverso i punti di vista di ognuno di loro, cosa che ha permesso di cogliere maggiormente il loro carattere e modo di pensare.
Elysen è il primo personaggio di cui ci viene offerto il punto di vista e di lei ci viene subito sottolineata la forte moralità e la grande obbedienza sia alla sua divinità che ai principi della Congrega. Elysen è una donna austera, severa, misurata, rigorosa ma, come anche tutti gli altri, nasconde i suoi segreti e le sue ombre. La sua rigidità viene spesso messa alla prova da Fuoco, che la tenta e la seduce, portandola a venire meno ad alcuni dei suoi principi e a punirsi per questo. In tutto questo rigore, tuttavia, Elysen mostra anche la sua umanità, che porta con sé l’ambivalenza di questo personaggio: prende Seija con sé, se ne prende cura, si occupa di lei e l’accudisce come una figlia, la punisce quando mostra la sua indole ribelle e disobbediente, e tuttavia la ama anche. Elysen è divisa in due tra amore e odio per Seija: la teme e la aberra, eppure la tiene nascosta alla Sacra Croce, non rivela la sua origine e la sua esistenza. Il rigore, l’austerità e la severità sono principi che lei ha introiettato, che ha fatto suoi e che crede di poter applicare a ogni aspetto della sua vita: in questo sta la sua debolezza, una debolezza che è umana e che smaschera quelli che sono gli istinti base dell’uomo, ma che da lei sono considerati come peccati e ai quali tuttavia cede. Elysen è una donna piena di chiaroscuri e di sfumature, che tu hai saputo rendere molto bene, mostrando ognuna di esse e dando vita a un personaggio a tutto tondo, realistico nella grettezza mentale dettata dal suo ordine e dalla sua posizione, umano e tormentato.
Anche Yussol, come Elysen e come tutti i personaggi di questo racconto, ha un lato oscuro e dei segreti, che cambiano nel lettore la prima impressione che ci si fa di lui. Egli si presenta come un uomo malato e fragile, vittima di un terribile incidente; sembra posato, saggio, pacificatore. Dalla sua confessione, tuttavia, apprendiamo che anche lui ha intessuto dei rapporti con Seija e che non solo è stato tentato dalle lusinghe di Fuoco, ma ha addirittura tentato di imbrigliare il suo potere per sfruttarlo per scopi personali: riportare in vita le proprie figlie. Anche lui, dunque, si mostra come una persona ambivalente, che cerca di seguire i principi che il suo ruolo gl’impone, ma che non si lascia sfuggire l’occasione di essere corrotto e di percorrere vie oscure, mentendo per nascondere i suoi segreti e mantenere intatta la sua integrità. Anch’egli è, alla fine, un uomo corrotto in un mondo corrotto.
Romani appare subito come un personaggio viscido, polemico e bellicoso. Attacca apertamente e continuamente Elysen e Yussol, cercando di spingere la Folgore a vedere i loro peccati e a punirli per questo. Si pone al di sopra di tutti, come persona incorruttibile e incorrotta, l’ultimo baluardo della Sacra Croce, colui che ne mantiene intatti i principi e gli scopi e può, quindi, permettersi di giudicare e puntare il dito. Salvo poi scoprire che il più corrotto è, in realtà, lui stesso: è lui che si è lasciato sedurre da Fuoco, che si è piegato al suo volere e lo ha ciecamente seguito.
Arriviamo, dunque, ai due personaggi decisamente più di spicco di tutta la vicenda: Tomahk e Seija, i due antipodi, i due opposti, le due facce della stessa medaglia. Il primo incarna quelli che sono i valori e i principi dei poemi cavallereschi: è un uomo onorevole, integerrimo, irreprensibile, che ha rinunciato a tutto per continuare a seguire il dovere. La sua moralità è rigida, il suo senso di giustizia molto grande: è stato tentato da Fuoco, ha quasi ceduto, ma poi è riuscito a resistere, in nome di quel dovere che guida ogni sua azione, di quella fedeltà al suo compito che ne plasma l’agito. Da questo punto di vista, almeno fino all’ultima parte della storia, è l’unico personaggio che non ha ambiguità, l’unico che sembra libero dalle ombre del male tentatore e del peccato. Dall’altra parte abbiamo Seija, questo personaggio caleidoscopico e dalle mille sfaccettature, che disveli man a mano che il racconto prosegue, attraverso le sue reazioni e le sue parole: giochi molto sulla sua ambiguità, ammantando la sua figura di mistero, facendo interrogare il lettore circa le sue vere intenzioni e la sua vera indole. È davvero solo crudele e pazza? E allora perché ha salvato Yussol? Perché non ha mai ucciso Elysen, anche se ne ha avuto più volte occasione? Seija sembra essere il male, eppure contemporaneamente non lo è: la sua posizione viene definitivamente chiarificata alla fine della storia, dove si apprende che davvero lei è una creatura maligna, ma non proprio e non del tutto, infatti utilizzerà questa sua natura per ricacciare indietro Fuoco quando sarà necessario, aiutata da Tomahk, che si pone in antitesi con lei, ma ne è anche un completamento. La personalità di Seija appare dunque complessa, per nulla scontata e, di nuovo, sei stato magistrale nel lasciar emergere ogni aspetto di questa creatura ribelle e lasciva, che gode nel portare la morte, che è crudele, ma che usa la sua crudeltà come un antidoto e, alla fine dei conti, per fare del bene all’umanità. Tomahk, l’inflessibile, l’integerrimo, ha visto tutto questo e si è piegato alla necessità, dimostrandosi capace di lasciare indietro la sua morale e di stipulare con Seija un patto che preserverà per sempre i mondi.
Menzione speciale va a Kol: nonostante sia un personaggio secondario, hai reso alla perfezione anche lui e lo hai usato per descrivere la cultura dei licantropi e come si siano dovuti adattare a una nuova terra e a un nuovo stile di vita, arricchendo ulteriormente la tua storia. In generale, hai creato dei personaggi davvero ben fatti, capaci di bucare lo schermo e di coinvolgere il lettore, di rimanere impressi nella sua mente anche dopo aver terminato la lettura. Sono tutti così complessi e sfaccettati che ci sarebbe da parlare per ore, per sviscerarli a fondo. Davvero complimenti!

Trama e originalità: 9,8/10

Dal punto di vista della trama, hai sviluppato una storia dall’intreccio complesso, dove i fatti vengono disvelati man a mano che si prosegue con la lettura e c’è un’alternanza tra tempo presente ed eventi del passato che la rendono dinamica e mai piatta. Nonostante questo, hai gestito il racconto alla perfezione e non ci sono incoerenze o buchi di trama: alla fine, tutte le domande che sorgono spontanee durante la lettura trovano una risposta e ogni tassello s’incastra perfettamente agli altri, creando un quadro chiaro e molto interessante. Molto convincente il modo in cui hai strutturato la storia: la scelta di partire dal processo, quando ormai tutto è stato già compiuto, e di mostrare l’accaduto attraverso diversi punti di vista, diverse opinioni e diverse considerazioni soggettive dei personaggi, ti hanno permesso di rendere la storia assolutamente interessante e di spingere a continuare nella lettura, per trovare le risposte ai numerosi quesiti che emergono e per scoprire quale sia davvero la verità tra quelle messe in gioco dai vari protagonisti della vicenda; Seija è la chiave, eppure lei rimane sullo sfondo per tutto il tempo, fino alla fine, quando diventa protagonista indiscussa e attraverso i suoi occhi possiamo conoscere la sua versione dei fatti, che è anche quella vera, dato che lei è stata presente a ognuno degli accadimenti e li ha messi in moto, per motivi di cui veniamo edotti solo nella conclusione del racconto. Molto interessante anche l’idea di inserire dei flashback lungo la storia, espediente che ti ha permesso non solo di far conoscere i fatti, ma anche di approfondire i personaggi e, soprattutto, il contesto in cui essi si muovono. Il mondo che hai creato, infatti, è molto ricco e sfaccettato e tu lo hai mostrato tutto, senza infodump, ma lasciando trapelare le informazioni dai dettagli, dai ricordi e dalle considerazioni, facendo sì che esse divenissero parte integrante del racconto. Nulla è stato trattato superficialmente o in maniera confusa, cosicché alla fine si ha un quadro chiaro dell’universo in cui si muovono i personaggi e delle sue dinamiche.
L’originalità è il motivo per cui il punteggio nella voce non è pieno, infatti non è molto innovativa, nel genere, l’idea di fondo del racconto: abbiamo una minaccia soverchiante, che non si è potuta eliminare del tutto e si è potuta solamente confinare; il suo potere, tuttavia, rimane ancora immenso ed è seducente, allettante, tanto che alla fine riesce a corrompere e a tornare pericoloso per l’ordine costituito e per l’esistenza dei mondi. Tuttavia, il punteggio detratto è minimo, poiché è molto originale, invece, il modo in cui hai deciso di sviluppare e rendere il tema: non solo, infatti, è originalissimo l’universo narrativo, ma interessante è anche il fatto che la storia si concentri su un processo, dove la verità e il modo in cui si sono svolti i fatti sembrano essere già scontati, salvo poi scoprire, man a mano, intrighi e macchinazioni, fino ad arrivare a dubitare della colpevolezza di Seija stessa. Interessante anche la chiusura del racconto, in cui non c’è una vera e propria vittoria del bene contro il male, ma piuttosto una convivenza tra questi due aspetti, necessaria per respingere e tenere sotto controllo un male ancora più grande. La soluzione, la chiave per salvare i mondi non è armarsi di persone integerrime o di anime incorruttibili, di negare il male in senso assoluto, ma di permettere a questo di coesistere con il bene, per creare un equilibrio che indebolisca Fuoco e lo tenga a bada. È interessante come il male venga visto come uno strumento di cui il bene deve servirsi se vuole continuare a garantire l’esistenza di tutti. E Tomahk, che è l’incarnazione dell’eroismo, dell’inflessibilità e del sacrificio, lo capisce e a questo si adatta, perché è l’unico modo, anche se va contro tutti i suoi ideali e la sua morale. Tutto questo ha reso la tua storia intrigante, coinvolgente e per nulla scontata, nonostante il tema di fondo sia un classico. Hai saputo mantenere alta l’attenzione e hai presentato un finale d’impatto e inaspettato.
Il tuo è un racconto pienamente dark fantasy. I personaggi che popolano la tua storia sono tutti, a modo loro, negativi o non del tutto positivi. Anche Tomahk, che nella corruzione dilagante rappresenta un’eccezione ed è quanto di più vicino ci sia a un classico eroe, comprende alla fine la necessità di piegarsi al male e lo accetta, con quel suo inginocchiarsi rassegnato dinanzi a Seija, che è emblematico. I toni sono cupi, l’atmosfera è fosca e pesante, in ogni riga si annida l’orrore di questo universo decadente, che si copre di finto perbenismo, ma che in realtà è sull’orlo dell’autodistruzione. Amarissimo, ma giusto e necessario, il finale: il bene è un servo e uno strumento del male, così come il male lo è del bene. I due aspetti sono indissolubilmente intrecciati e devono coesistere.

Utilizzo del pacchetto: 5/5

La stregoneria è ampiamente presente lungo tutto il racconto e assume varie forme, in base a chi la esercita. Da questo punto di vista, ogni personaggio della tua storia può considerarsi uno stregone - anche se nessuno viene mai esplicitamente appellato in questo modo -, dato che ha il potere di manipolare l’elemento della sua terra di origine. In tal senso, dunque, il personaggio del pacchetto è indubbiamente presente e centrale nella narrazione. (+1)
Anche il prompt assume un’importanza centrale all’interno della tua storia. Il processo a Seija viene svolto perché ognuno dei testimoni ha mantenuto un segreto a lei collegato, che fosse per proteggere la ragazza stessa (come Elysen), oppure per proteggere se stessi (come Yussol), o ancora per aiutare Seija a concretizzare le sue macchinazioni (Romani e Kol). Infine, un segreto viene a formarsi anche tra Tomahk e Seija, quando i due stringono la loro alleanza. In tal senso, dunque, il segreto è il perno attorno a cui ruota tutta la narrazione e l’elemento che muove lo sviluppo degli eventi, passati e futuri. (+2)
Hai fatto un utilizzo molto particolare e creativo dell’oggetto. Nella tua storia, infatti, il fuoco non è solo l’elemento che sanno manipolare i Nati e coloro che provengono dal mondo di Fuoco, ma è anche una divinità. L’oggetto ha quindi una personificazione che lo rende parte attiva del racconto, nonché un nemico dal terribile potere. Davvero complimenti per il brillante e originale uso che ne hai fatto. (+1)
La frase è inserita in maniera coerente e naturale nella storia, in generale, e nel discorso in cui viene pronunciata, in particolare: la riflessione di Seija, che scaturisce dal ricordo delle cicatrici inflittele da Elysen, ruota tutta intorno al concetto espresso dalla frase, così come anche il concetto di male necessario che si ritrova alla fine della storia. (+1)

Gradimento personale: 5/5

È davvero molto difficile strapparmi un punteggio pieno in questa voce, di rado lo assegno, ma la tua storia mi ha conquistata fin dalle prime righe e ha mantenuto alto il mio interesse per tutta la lettura, fino a culminare in una conclusione che ho apprezzato davvero tantissimo. Ho adorato l’universo così particolare di questa storia, così come mi sono immensamente piaciuti tutti i personaggi che hai delineato, compreso Tomahk, che come tipologia di personaggio è molto lontano dai miei gusti: la sua decisione finale, tuttavia, quel suo piegarsi all’inevitabile, riconoscendolo come unica soluzione, mi ha fatto scoprire una nuova sfumatura di lui e del suo essere che non ho potuto non amare. Anche Seija, nella sua lucida follia, ha saputo farsi apprezzare. La trama è avvincente, ben strutturata, suscita curiosità e non è mai noiosa. La conclusione ha rispettato in pieno le aspettative che un bel racconto come questo muove durante la lettura; è inaspettato, sorprendente e veicola con sé una verità che è tanto amara quanto autentica: non può esistere il bene senza il male, sono due facce della stessa medaglia ed entrambe devono convivere, per far sì che vi siano un equilibrio e una continuità. Hai scritto davvero una bellissima storia, complimenti!

Punteggio totale: 37,2/40

Premio “Antieroe”: questo premio va al personaggio di Seija, un antieroe in piena regola e costruito molto bene. Lei non ripugna il male, non lo respinge, anzi: causare dolore le piace, portare caos e distruzione anche, è nata per la rivolta, per sovvertire l’ordine, per il peccato. È crudele, spietata, sadica. E tuttavia, in un modo tutto suo e con le proprie convinzioni di dubbia moralità, persegue il bene. Lei è un male necessario, è l’antidoto a un male peggiore: deve esserci per aiutare Tomahk a respingere Fuoco, per garantire una maggiore stabilità. Deve esserci per distruggere perché non lo faccia qualcun altro, e per permettere al suo amante di poter riportare l’ordine dove lei ha creato il caos, infondendo così nuova speranza nelle persone. In definitiva, dunque, lei non persegue il male, ma il bene, anche se buona non è, non può esserlo, non deve esserlo. Lei deve essere necessariamente l’altra faccia della medaglia. Perché non può esistere il bene senza il male. Non è naturale.






*Ha finito di battere la testa contro il muro...

Niente, sapevo che mi sarei mangiato le mani per non aver temporeggiato un giorno o due e verificare parola per parola con la lente d'ingrandimento.
Ma, ehi, ho centrato i due obiettivi che mi ero prefissato e ho pure guadagnato un podio inatteso: ricevere una tua valutazione, ricevere il bonus dell'Antieroe! Davvero, mi sarebbe andato bene anche arrivare ultimo, ma dovevo dare a Seija soddisfazione xD
Che dire, le tue valutazioni sono fantastiche! E grazie mille per i complimenti, aiuta davvero tanto all'autostima sapere che un mio lavoro sia così gradito. Per questo ti chiedo assolutamente la valutazione come recensione, o meglio come medaglia al valore di cui andare fieri e incorniciare!
Troppo smielato ed esuberante? Sì, meglio che mi do una calmata xD
Hai saputo analizzare ogni aspetto della storia così come speravo trapelasse frase dopo frase, e di questo non posso dirti che grazie ^^

Spero che anche i prossimi lavori possano piacerti, ma, se posso disturbarti per un piccolo capriccio e se è possibile, vorrei che depennassi le recensioni-premio destinate a me dalla scaletta.

L'una vorrei che la concedessi a questo utente: Elena Waters, come ringraziamento per una questione molto sentita sull'uso dell'html
Le altre due a Tubo Belmont, perchè si merita un profondo riconoscimento per essere stato il supporto e la motivazione a continuare la mia long in un periodo particolarmente grigio.
Se possibile, ovviamente, non ricordo se si possa trasferire a più utenti i premi.
Quale che sia la tua riposta, ti ringrazio già in anticipo ^^

Se ci sarà una terza edizione, parteciperò al volo!
[Modificato da Ghostro 24/01/2021 20:54]
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24/01/2021 20:59
 
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Ciao Dark Sider e grazie mille per la valutazione accurata.

Non ho nulla in contrario a riceverla come recensione.

Mi permetto di rispondere ad alcune critiche:





prima Fearus dice che lei non vuole essere posseduta da qualcuno che non la ama più, poi quando lui torna dal drago e lei lo vede, desidera che lui la ingravidi, pur sapendo che Fearus non prova più niente;



Credevo di aver lasciato un margine di incertezza sugli effetti del drago, quindi effettivamente Adis sapeva che il marito non l'avrebbe più desiderata e non sarebbe stata felice di giacere con un compagno simile.
Comunque ho scritto che Adis "non sarebbe stata affatto felice di giacere con un amante privo di desiderio", non che non lo volesse fare. La differenza è piccola, ma c'è.
In più c'è un imprevisto che va tenuto in considerazione: la trasformazione di Fearus durante il suo ritorno. Anche se la ragione per cui Adis si offre a lui non è espressa con un fiume di parole, comunque c'è:


«Mio signore,» disse senza alzare lo guardo da terra, «siete… magnifico. [...] Mi domando se nostro figlio erediterà almeno in parte ciò che avverto scorrere nel vostro sangue.»



Ciò che maggiormente desidera è dare alla luce un figlio che erediti il potere del padre.






Caratterizzazione personaggi:
oppure, ancora, si fa promettere da Fearus che non avrà figli da Astelera, poi lui disattende questa promessa ma a lei sembra non importare nulla).




Trama e originalità:
Inoltre, Fearus promette ad Adis che non avrà figli da Astelera, e Adis decide di legarsi a lui proprio a seguito di ciò, ma poi Fearus viene meno a questa sua promessa, e ingravida Astelera, ma ad Adis non importa comunque nulla: perché?



In queste due osservazioni identiche c'è un errore. In realtà Fear gli fa un'offerta:


Nessun figlio nascerà da Astelera se tu lo vorrai



Ma quando lei accetta il vincolo di fedeltà non chiede che sia rispettata questa condizione. Quindi, semplicemente, ad Adis non interessava.






quando Astelera vede la disfatta del suo popolo dalle mura, non viene detto nulla su quello che prova, sul dolore interiore che sente nel vedere il suo esercito ridotto alla disfatta, nulla della sua disperazione



È vero che (anche) in questa situazione non sono entrato nella mente del personaggio, ma quel che sta provando Astelera in quella situazione è rappresentato dalla progressione di quel che Fearus le sta facendo subire. Prendo atto che non sia bastato, ma qui la mia idea era questa.







perché Fearus decide d’incontrare in segreto Astelera la prima volta, pur sapendo che fosse una nemica del suo popolo e un grande pericolo?



Come nel caso precedente, anche qui addebito a me l'errore. Penso di non aver separato distintamente due momenti, facendo sì che l'incontro tra Astelera e Fearus che ho descritto apparisse come l'unico avvenuto, mentre queste parole:


Astelera ebbe tutto il tempo che le serviva per avvicinarsi a suo figlio e ammaliarlo



Volevo far capire al lettore che in qualche modo lei gli si era avvicinata (di sorpresa o con l'inganno, non mi sono premurato di spiegarlo.)
[Modificato da thors 25/01/2021 11:44]

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24/01/2021 21:10
 
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Re:
Dark Sider, 24/01/2021 19:51:

Settima classificata
“Seven years” di Kim_


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, complimenti!

Per quanto riguarda lo stile, hai un modo di scrivere fluido e diretto, con frasi incisive e non troppo lunghe. Questo ha contribuito a rendere la lettura molto scorrevole e piacevole, anche grazie alla padronanza del lessico e all’utilizzo di termini vari e sempre adatti al concetto che stai esprimendo. La brevità delle frasi, povere di subordinate, ha permesso di donare al testo immediatezza e, di conseguenza, ha permesso al lettore di entrare subito nella mente del personaggio e di poterne cogliere immediatamente i pensieri e i tormenti. Il lessico non si avvale di termini ricercati, ma non per questo risulta semplicistico o poco curato, anzi: esso ben si adatta al personaggio da te presentato e al flusso di pensieri che costituisce l’intero racconto. Un linguaggio più aulico avrebbe reso il testo meno realistico e più artificioso. La punteggiatura è vari e utilizzata sempre in maniera appropriata; la predilezione per le virgole dona alla storia un ritmo disteso, che contribuisce a sottolineare l’atmosfera cupa e la disperazione della protagonista.
La storia non presenta particolari descrizioni, ma piuttosto pennellate brevi, volte a delineare dettagli, soprattutto atmosferici, dell’ambiente che circonda Rachel. Questo, tuttavia, non ha penalizzato il tuo testo, ma ha anzi contribuito a focalizzare l’attenzione sull’interiorità del personaggio, senza distrarre il lettore con informazioni superflue. Ogni descrizione dell’ambiente è funzionale allo stato d’animo della protagonista: il mare che è un abisso gelido, la pioggia sempre più battente sotto la quale siede, tutto è funzionale alla sua disperazione e al suo senso di perdita. L’attenzione è tutta concentrata sulle sensazioni, le emozioni e i pensieri di Rachel, resi efficacemente e con vividezza.
I dialoghi sono del tutto assenti, trattandosi di un testo introspettivo, e questa scelta ti ha permesso, ancora una volta, di focalizzare l’attenzione del lettore sull’interiorità della protagonista. Non si sente la mancanza di discorsi diretti o di dialoghi, in quanto il testo ha un carattere totalmente introspettivo: è un viaggio nella mente di Rachel, e non c’è spazio per elementi esterni a lei e al suo dolore. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 10/10

La protagonista indiscussa di questa vicenda è Rachel, l’angelo che si è macchiato di peccati indicibili e che è stato, per questo, disconosciuto dalla sua stessa specie.
Data la mia severità in questo parametro, non avrei mai pensato di assegnare il punteggio pieno in una storia breve come quella che hai portato tu, ma nel tuo racconto non ho trovato assolutamente niente che mi facesse risultare questo personaggio incompleto, oscuro o poco esplorato. In poche righe hai saputo creare un quadro approfondito ed esaustivo di Rachel, hai saputo presentarla ponendo attenzione su quei dettagli che ne delineassero inconfondibilmente il carattere, hai scavato a fondo nella sua interiorità e nella sua mente, presentando agli occhi del lettore un personaggio tridimensionale, a tutto tondo, capace di colpire, di rimanere impresso. Un personaggio che non resta piatto, che non è superficiale e con il quale si entra facilmente in empatia, grazie all’ottima introspezione. Hai saputo cogliere i punti salienti della personalità di Rachel e hai saputo portarli alla luce e all’attenzione del lettore, facendogliela comprendere come se la conoscesse da sempre e vi avesse familiarità.
Rachel è un angelo che ha commesso un unico, imperdonabile errore: si è innamorata dell’essere umano che ha scoperto la sua natura. D’istinto e mossa dal senso del dovere, ha posto fine alla sua vita, com’è richiesto in questi casi, ma quest’esperienza ha aperto un profondo solco in lei e l’ha segnata per sempre. L’ha allontanata dalla sua vera natura e l’ha trasformata nell’esatto opposto: gli angeli sono, nell’immaginario comune, esseri purissimi, innocenti e liberi dal peccato. Rachel, invece, si pone in contrapposizione con quest’ideologia, sia per come vengono dipinti gli angeli in quest’universo da te immaginato, sia per la strada che decide d’intraprendere. Nella tua storia, gli angeli non sono creature totalmente positive, poiché ricorrono a uno strumento immorale come l’omicidio - anche di persone innocenti - per proteggere la propria specie: questo li allontana dal modo in cui si è soliti immaginarli. Inoltre, Rachel macchia la sua anima di ulteriori omicidi, tutti ingiustificati, questa volta anche dalla sua stessa specie, solo per sentirsi ancora viva, solo per tentare di ritrovare nelle persone che uccide qualcosa di Everett. La sua anima, oramai, ha perso tutto della purezza che la caratterizzava, per divenire nera e per trasformarla, come lei stessa ammette, in un demone. Non c’è più nulla di angelico nei suoi comportamenti e in quegli omicidi che decide di continuare a perpetrare, senza che il senso di colpa la divori. L’unico dolore che sente è quello per la perdita di Everett, per averlo dovuto uccidere quando invece lo amava e avrebbe voluto vivere accanto a lui. L’unico senso di colpa che l’attanaglia è quello. Tutto il resto è vuoto e grigio, tutto il resto ha perso di significato. Rachel si ritrova sola con se stessa: non può e non vuole integrarsi con gli umani ed è rifiutata dagli angeli. Non ha più un posto nel mondo, qualcuno a cui sente di appartenere. Rachel è morta quando è morto Everett e questo ha causato in lei una trasformazione irreversibile. Il dolore che ha provato l’ha divorata dall’interno, fino a renderla un mostro che cerca una pace dai suoi tormenti nell’assassinio.
L’analisi introspettiva di Rachel è svolta magistralmente: il suo dolore, il senso di colpa, il tormento che la perseguita sono ben resi e mostrati, così come è ben articolata la trasformazione che ha portato Rachel ad arrivare al punto in cui si trova. Gli eventi che l’hanno traumatizzata sono esplicati chiaramente, così come ciò che lei ha provato durante e dopo aver ucciso Everett e come questo l’abbia profondamente turbata. Nulla rimane confuso o non chiarificato e questo porta il lettore a immedesimarsi in Rachel, a comprendere il suo dolore e a capire perché sia diventata una spietata assassina senza cuore. Si intuisce quanto la sua anima fosse candida e pura, prima di quell’avvenimento che l’ha cambiata per sempre, e questo rende la sua disperata condizione ancora più dolorosa e drammatica. Hai saputo rendere con grande forza narrativa uno stato d’animo davvero complesso, dipingendo un personaggio convincente e sfaccettato. Complimenti!

Trama e originalità: 8,5/10

Per quanto riguarda la trama, la tua storia non ne presenta una nel vero e proprio senso del termine. Il tuo racconto è piuttosto un viaggio introspettivo nella mente della protagonista, un’analisi dei suoi pensieri e del suo stato d’animo, ai quali fa da contorno un ambiente esterno che ben si accorda con le sensazioni negative provate da Rachel. In tale senso, non vi sono intrecci particolari e la storia si sviluppa in maniera lineare. Nonostante ciò, la lettura non risulta noiosa o monotona, proprio per il modo in cui sei riuscita a coinvolgere il lettore nel descrivere il tormento di Rachel e le motivazioni che l’hanno spinta a divenire un’assassina. La sua ossessione per Everett, il dolore mai superato per la sua morte la fanno da padroni lungo tutta la narrazione, trascinando il lettore nella spirale di follia e disperazione di questo angelo che di angelico ormai non ha più nulla. Hai scavato a fondo nella mente di Rachel, hai mostrato ogni suo pensiero, ogni sua emozione, la sua solitudine e il suo sentirsi divisa tra ciò che era prima e quello che è diventata. Il suo è un flusso di pensieri che scorre tra ricordi e presente, tra ciò che è stata e ciò che è, tra il riconoscimento della terribilità delle sue azioni e l’assenza di sensi di colpa, la necessità di continuare, l’averne bisogno per sentire qualcosa, per sentirsi viva.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa, per via del tematica tratta, ovvero quella di un amore perduto e del sopravvissuto che non riesce a rassegnarsi alla morte della persona amata, evento dal quale viene profondamente segnato e che lo cambia per sempre. Inoltre, è un cliché molto usato anche quello dell’amore impossibile tra due creature diverse, in questo caso tra un angelo e un umano. La storia, tuttavia, non risulta scontata o noiosa, e questo è il motivo per cui il punteggio nella voce è comunque alto: innanzitutto, la protagonista da te presenta è un angelo, ma, come già detto in precedenza, non si tratta di un angelo canonico; queste creature, nell’universo da te creato, non sono poi così pure e innocenti, ma sono disposte ad adottare anche mezzi crudeli e immorali, pur di proteggersi, e questo è un elemento senz’altro originale. Il dolore di Rachel per la perdita di Everett, inoltre, la segna e la cambia profondamente, ma in un modo crudele e perverso, che sovverte la sua stessa natura. Rachel diventa un’assassina, per lei uccidere diviene una necessità. Si rifugia nel piacere di togliere la vita a persone innocenti, ricerca lì un motivo per andare avanti, per sentirsi viva, per riempire quel vuoto lasciatole dalla persona amata. Questo è senz’altro un risvolto interessante, qualcosa che non ci si aspetterebbe da un angelo, soprattutto da uno che è sempre stato abituato a obbedire e la cui indole è tutt’altro che ribelle. In tal senso, dunque, la tua storia presenta un carattere di originalità, che l’ha resa interessante da leggere e non l’ha fatta scadere nel banale.
Il racconto che hai presentato si può collocare, in linea di massima, nel genere dark fantasy. L’atmosfera della tua storia è senz’altro dark e cupa, impregnata della sofferenza della protagonista, a cui fa da cornice un ambiente esterno tutt’altro che accogliente, che tratteggia uno scenario fosco. La protagonista della tua storia è un personaggio negativo, disturbante, soprattutto per il fatto che si tratta di un angelo votato a compiere crimini atroci, dai quale trae piacere e trofei che conserva con fierezza. Hai creato un racconto angosciante e dark e, sebbene non vi siano elementi horror e spaventosi, e sebbene l’ambiente circostante sia ostile solo nella percezione della protagonista, in generale le altre caratteristiche del genere sono presenti.

Utilizzo del pacchetto: 3,3/5

Il personaggio del pacchetto è stato utilizzato molto bene. Rachel riflette su quanto abbia avuto sempre un indole tutt’altro che ribelle, su quanto sia sempre stata ubbidiente e sottomessa ai precetti che le sono stati imposti dall’alto e su come questo sia cambiato dopo la morte di Everett. Rachel è divenuta una ribelle ed è andata contro tutte le regole della sua specie, è andata persino contro se stessa e non ne prova alcun rimorso. (+1)
Anche il prompt è stato ben sviluppato ed è ambivalente: l’assassinio di Everett rappresenta per Rachel un grave peccato di cui si è macchiata. Ha ucciso un ragazzo innocente solamente perché l’ha seguita, curioso. Allo stesso modo, l’uccidere innocenti e continuare a farlo rappresentano a loro volta dei peccati agli occhi di quelli della sua stessa specie, che per questo l’hanno allontanata e rinnegata. Lei stessa riconosce i suoi atti come peccati, pur non potendo fare a meno di compierli. Il peccato, dunque, è decisamente presente e centrale nella storia. (+2)
La prigione non è presente nel tuo racconto. Benché si possa dire che Rachel sia prigioniera delle sue scelte e dei suoi tormenti, il concetto non è comunque molto evidente o rilevante all’interno della narrazione, quindi il relativo punto non è stato assegnato.
La frase non è esplicitamente presente nella storia, tuttavia il suo concetto è ben sviluppato e centrale lungo tutto il racconto. La vita di Rachel è stata influenzata da una scelta presa d’istinto e compiuta in pochi istanti, ma che poi ha condizionato e continua a condizionare il resto della sua vita. Benché la frase avrebbe dovuto essere esplicitata, ho ritenuto comunque di assegnarti qualche punto, dal momento che il concetto generale che essa esprime è molto presente e ben sviluppato. (+0,3)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Ho un debole per i racconti introspettivi, quindi questo non ha potuto che farmi trovare molto piacevole la lettura di un racconto in cui l’interiorità del personaggio è analizzata a fondo e con la dovuta cura e attenzione. Hai saputo trattare uno stato d’animo non facile come quello della perdita e lo hai fatto evolvere in una disperazione che ha portato Rachel a rinnegare la sua stessa creatura e a macchiare le sue candide ali di sangue innocente. Mi è piaciuto il modo lucido e crudele con cui Rachel analizza la sua condizione e come riconosca lei stessa l’atrocità degli atti che commette, ma come, allo stesso tempo, non ne provi rimorso e ne abbia anzi bisogno per continuare a provare qualcosa, per sentirsi viva, per ritrovare Everett, quello spettro che la tormenta, quel fantasma che aleggia nei suoi ricordi e la ossessiona. Hai saputo rendere con una grande forza il dolore provato dalla protagonista della tua storia, non ci si può non sentire coinvolti dalla sua disperazione, provare pena per lei nonostante ciò che fa. Quella che hai mostrato è un’anima distrutta, derelitta, e lo hai saputo fare con grande maestria. Complimenti!

Punteggio totale: 35,8/40





OH MAMMA, DARK SIDER, MA IO CREDEVO CHE SAREI ARRIVATA ULTIMA!!!!
Beh, però, visto che la mia storia si intitolava "Seven Years", arrivare settima direi che è un buon compromesso ^^"""
Okay, già sto delirando AHAHAHAHAH!
Ti ringrazio davvero ma davvero tanto, non ho veramente parole per dirti quanto io sia felice ed emozionata di questo tuo giudizio, dato che sono probabilmente una delle partecipanti meno abituate a scrivere di questo genere ^^ quindi per me è un'enorme vittoria, poi tutte le parole che hai usato per analizzare in maniera accurata il mio scritto mi hanno veramente scaldato il cuore e non sai quanto *____*
Insomma, tutto è andato molto meglio di quanto mi aspettassi e l'aver ottenuto punteggi pieni in ben due parametri mi ha rassicurato, specialmente per quanto riguarda l'introspezione ^^
Vorrei ricevere questa valutazione come recensione alla storia, se è possibile, così potrò risponderti per bene a tutto! :3
Grazie, grazie, grazie davvero per tutto quello che hai fatto, sei una giudice grandiosa e non mi stanco mai di prendere parte alle tue iniziative, a prescindere dalla posizione in classifica: mi dai sempre degli spunti di riflessione e delle chiavi di lettura interessanti e diverse, e questo è qualcosa che apprezzo tantissimo!
Non vedo l'ora di poter scrivere ancora per te, cara :)
Complimenti a te per l'eccellente lavoro e a tutti quanti i partecipanti, alla prossima ♥

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Giudice*****
24/01/2021 21:14
 
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Oddio, ODDIO!
DARK SIDER!!!!
Io, ti giuro, non mi sarei mai e poi MAI aspettata una valutazione cpsì bella, dei punteggi così alti e un tale entusiasmo per questa mia minilong!! Davvero, mentre la pubblicavo non ne ero PER NIENTE soddisfatta e anzi, pensavo di essere andata fuori tema e che non fosse per nulla originale, invece tu mi hai tirato su tantissimo con le tue parole *_________*
Tieni conto, tra l'altro, che questa è la mia primissima esperienza dark fantasy e non sapevo assolutamente come trattare questo genere: ho avuto esperienze (parecchio fallimentare) nell'horror e qualche altra innocente sovrannaturale, ma questa per me era proprio una novità!
Se non altro... sei riuscita a ottenere una mia conversione al lato oscuro AHAHAHAHAH spero di non aver deluso le aspettative!
Eh già, mi sono resa conto anch'io che il dettaglio della madre è trattato in maniera un po' frettolosa, ma ci ho fatto caso dopo e dovevo stare attenta anche al limite di parole per una challenge a cui questa minilong partecipa, quindi alla fine ho rinunciato ad ampliarla ^^ ma sono totalmente d'accordo con questo tuo appunto!
Sono FELICISSIMA che ti sia piaciuto questo sottile confine tra psicologico e fantastico (un aspetto a cui tenevo davvero tanto) e soprattutto che tu abbia gradito il finale, trovandolo addirittura inaspettato! Non so scrivere i finali delle storie sovrannaturali/horror, ho un vero e proprio impedimento XD quindi il tuo commento positivom a riguardo mi ha scaldato il cuore, davvero!
E quel punteggio così alto in Gradimento Personale AAAAAAHHHH *_________* te lo giuro, sono sorpresissima, non me lo sarei MAI aspettato, ero convintissima di arrivare ultima e anzi, pensavo che mi avresti squalificato per averti consegnato una storia fuori tema XD
GRAZIE DI CUORE per questa bellissima valutazione, che ovviamente mi piacerebbe ricevere come valutazione :3
E grazie per avermi dato l'opportunità di spingermi oltre i miei limiti e sperimentare qualcosa di nuovo, ma per poterti avere come giudice farei questo e altro perché ti adoro ♥

Io su EFP: Soul Mancini
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Post: 574
24/01/2021 21:36
 
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"La tua storia può considerarsi pienamente dark fantasy". *_*

No vabbè, sono super contenta! SUPER!!!
Ho partecipato al tuo contest perché ho sempre amato i fantasy, ma non mi sono mai azzardata a scriverne uno. Poi un giorno ho avuto questa idea, e mi sono detta: ma si provaci, mal che vada finirai ultima.
Mai, mai avrei pensato di finire sul podio e che Ifrit (il mio Stregone) vincesse il premio come miglior personaggio.
Non immagini la gioia, ti giuro!
Grazie grazie grazie!!!

Rispondo solo all'unico dubbio che hai avuto: Ifrit viene creduto perché in fondo resta uno di loro, inoltre il Prescelto era nelle loro mani e l'Esorcista presa in consegna. Forse avrei dovuto specificarlo...

Ovviamente mi piacerebbe avere questa valutazione come recensione.
Semmai dovessi scrivere un sequel potrebbe essere per il tuo prossimo contest fantasy ;)

Non ricordo se mi spettano recensioni premio, in ogni caso sei libera di scegliere le storie che preferisci dalla mia pagina.

Io ti ringrazio ancora, leggevo la splendida valutazione, mi rendevo conto che tutto quello che volevo trasmettere era arrivato e non ci credevo. Quando poi ho letto che la mia storia era proprio una dark fantasy... wow!
WOW!
Spero davvero di poter partecipare al tuo prossimo contest, perché questo è stato bellissimo e soprattutto mi sono divertita tantissimo a scrivere di Ifrit ed Eleanor.

Nina^^
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Post: 155
24/01/2021 22:05
 
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Re:
Dark Sider, 24/01/2021 19:50:

Ottava classificata
“Spezzato” di R.Mayfair


Grammatica e stile:
10/10 (5 grammatica + 5 stile)

Dal punto di vista grammaticale, non ho riscontrato alcun errore, complimenti!

Dal punto di vista stilistico, hai un modo di scrivere diretto e molto evocativo. Le frasi sono ricche di subordinate ma, nonostante questo, non appesantiscono la lettura, non la rallentano e sono efficaci nel delineare nella mente del lettore immagini e sensazioni. Il ritmo della storia è lento, e si accorda bene con il flusso di pensieri del protagonista e con la sua rassegnazione a una condizione che per lui è divenuta naturale. Il lessico è semplice, ma ricercato, e anche esso si accorda bene a un personaggio che non appartiene a una classe sociale elevata e che, quindi, non può avere un’istruzione approfondita: questa scelta ha permesso al tuo racconto di risultare realistico e fluido. Hai un’ottima proprietà di linguaggio e ti destreggi tra i vari termini, utilizzandone sempre di appropriati e di efficaci per veicolare i concetti che desideri esprimere. L’uso della punteggiatura è variegato e sempre puntuale: prediligi punto fermo e virgola, ma dimostri di saper utilizzare correttamente anche gli altri segni d’interpunzione. Hai gestito molto bene l’io narrante, dimostrando padronanza di questo punto di vista e riuscendo a veicolare efficacemente i pensieri e gli stati d’animo del protagonista. L’uso del tempo presente, inoltre, ti ha permesso di donare al racconto immediatezza.
Le descrizioni sono brevi, ma adeguate e molto evocative: grazie a un’efficace accostamento di termini e aggettivi, riesci a creare in poche pennellate immagini vivide e chiare. Con poche parole, crei immediatamente nel lettore l’idea dell’ambiente che lo circonda e degli eventi che stanno accadendo, intrecciandoli ai pensieri e alle considerazioni del protagonista.
Ottimo l’equilibrio tra parte narrata e dialoghi, sempre appropriati e mai artificiosi, brevi e concisi, diretti e taglienti. In generale, hai presentato un testo ben scritto, scorrevole e molto piacevole da leggere. Complimenti!

Caratterizzazione personaggi: 7,5/10

Il protagonista assoluto della vicenda è uno sfortunato uomo di cui non conosciamo il nome, affetto da una terribile maledizione che lo costringe a ballare senza posa per l’eternità.
Di lui, metti ben in evidenza i pensieri riguardo la propria maledizione e le sue conseguenze e di come viva il rapporto con gli altri, persone che sembra guardare come attraverso un vetro, distanti: si prendono gioco di lui, lo infastidiscono, lo reputano bizzarro e lui guarda questi loro atteggiamenti con rassegnazione. Infatti, mentre prima si toglieva la maschera per far vedere loro il suo vero volto e farli impazzire, ora semplicemente si lascia scorrere addosso la loro cattiveria, quasi che questa non lo tocchi più, dopo tanto tempo passato a osservare il mondo, a guardarlo volteggiargli intorno, in quella danza che non ha mai fine. Il tono pacato con cui il protagonista narra la sua vicenda lascia trasparire una grande melanconia, ma anche una profonda stanchezza che tuttavia non si traduce in accettazione; egli, infatti, si reca presso una negromante per farsi aiutare, per cercare un modo per spezzare la sua maledizione e questo lascia intendere che abbia tentato di farlo per tutto questo tempo, fallendo.
La donna che il protagonista incontra è delineata nei suoi tratti essenziali, tuttavia tanto basta per dare un’idea chiara di lei: si tratta di una donna misteriosa, che ha sulle spalle molta esperienza e altrettanta saggezza e che, come il protagonista, è entrata in possesso di un cappello ed è stata a sua volta maledetta. È lei che lo aiuta a riacquistare i ricordi di come la sua maledizione sia cominciata, così come è lei che gli rivela come spezzare la magia che lo tiene prigioniero. Questa figura, seppur fugace nella sua apparizione, sa farsi ricordare con forza, per via dell’alone di mistero che l’avvolge e per le parole che rivolge al protagonista: parole dure, terribili, che portano con sé il peso di una scelta che lei ancora rimpiange. Questo dettaglio rivela che la negromante è una donna divorata dai sensi di colpa, e il suo isolamento, unitamente al fatto che la sua casa sia piena di trappole, indica di come questi sensi di colpa l’abbiano spinta ad allontanarsi da tutto e tutti. Si tratta di una donna che non è crudele - infatti aiuta il protagonista, quando riesce a raggiungerla -, ma che le esperienze della vita hanno indurito e reso distante.
Il protagonista si dimostra un uomo furbo, nonostante le sue umili origini, in quanto riesce a escogitare un modo per rompere la maledizione del cappello, sulla base di ciò che la negromante gli ha detto. Egli, infatti, riesce a liberarsene cedendolo a una prostituta e contendendoselo con lei, rivolendolo disperatamente indietro, per non condannarla al suo stesso, triste destino.
In generale, si riesce a immaginare abbastanza bene il tipo di personaggio incarnato dal protagonista: si tratta dell’archetipo dell’uomo avido, che vuole raggiungere con facilità fama e successo, piuttosto che farlo con impegno e fatica; è un uomo che sceglie la strada facile, che si lascia tentare dal diavolo, che questi cappelli ha costruito, e che, per questo, viene maledetto. Ottiene ciò che vuole, in fin dei conti, ma a un prezzo altissimo. Il passare del tempo, lo scorrere inesorabile della vita e il peso della maledizione lo fanno poi maturare, gli fanno comprendere i suoi errori e lo rendono meno egoista, nel suo desiderare che qualcun altro non subisca le sue stesse sorti. Il suo desiderio, infatti, è quello di poter rivelare come rompere la maledizione dei cappelli, per liberarne il mondo, perché ne ha finalmente compreso la natura malevola e ingannatrice: questo, tuttavia, non gli sarà possibile, in quanto la prostituta non è disposta ad ascoltarlo e quindi lui è destinato a morire con il suo segreto. Una morte che per lui è pace, perché sancisce la fine di una vita di sofferenze.
Hai delineato bene quelli che sono i pensieri del personaggio riguardo la sua condizione, che per lui è diventata un’ossessione, un pensiero fisso e ricorrente, tanto che non c’è praticamente spazio per null’altro. Il protagonista, tuttavia, è in generale caratterizzato in maniera piuttosto superficiale: la sua caratterizzazione nasce e si sviluppa tutta in funzione della piccola vicenda che hai raccontato, cosicché di lui non ci viene data un’immagine a tutto tondo. Della sua vita passata conosciamo solamente ciò che viene accennato quando lui ricorda le origini della sua maledizione, ma sono informazioni superficiali, che non dicono quasi nulla della persona che era prima e che lasciano quindi intuire a fatica il percorso di crescita che il personaggio ha affrontato. Ti sei soffermata poco anche sulla sua introspezione, complice la brevità del racconto, e questo non ha permesso di poter entrare in empatia con lui e con la sua sofferenza; si rimane distaccati, non si riesce a partecipare appieno a ciò che gli accade. Il personaggio rimane piuttosto piatto e limitato al contesto ristretto in cui si muove, impedendo quindi di riuscire a immaginarselo indipendentemente dalla situazione che sta vivendo. In generale, dunque, hai delineato il protagonista nei suoi tratti salienti, permettendo al lettore di farsi una chiara immagine di lui, ma circoscritta a ciò che accade, mentre non vi è molta introspezione e questo, unito alla poca contestualizzazione del personaggio, ha portato a rendere di lui un’immagine piuttosto piatta. La base è molto buona e, con un’analisi introspettiva più approfondita, saresti sicuramente riuscita a dare di lui un’idea più completa e d’impatto.

Trama e originalità: 7,5/10

Dal punto di vista della trama, hai creato una storia che non ha un particolare intreccio e in cui gli eventi si susseguono in maniera lineare. La struttura della tua storia assomiglia a quella di una favola, di una leggenda popolare e, in effetti, anche il tema trattato è quello che normalmente si può ritrovare nel folklore: vi è, infatti, il diavolo che tesse delle trame, per adescare anime avide di potere e/o fama, alla quali spetta una terribile maledizione. In questo caso, il protagonista è costretto a ballare senza posa e cerca un modo per liberarsi dalla sua maledizione: il motivo per cui non sia ancora riuscito a trovare una soluzione è giustificato dal fatto che lui non ricordi nulla del suo passato e, quindi, neppure di come sia entrato in possesso del cappello: è la negromante che decide d’incontrare che gli fa ricordare il suo passato e, quindi, gli fa comprendere che cosa deve fare per liberarsi della sua maledizione. Questo espediente è decisamente convincente per giustificare il fatto che la maledizione del protagonista perduri da moltissimo tempo, tanto che lui è divenuto estremamente vecchio. La conclusione della storia è ambivalente: da una parte è positiva, poiché il protagonista riesce a rompere la maledizione del cappello senza dover maledire qualcun altro a posto suo; d’altra parte, però egli non è riuscito a spiegare alla prostituta come spezzare la maledizione degli altri cappelli, e dunque quel segreto morirà con lui. Altra gente, da qualche altra parte, soffrirà terribili maledizioni, senza che lui possa aver fatto nulla per aiutarla. In generale, il contesto della storia rimane piuttosto vago, limitandosi agli eventi che vengono narrati nel racconto: quello che viene detto è sufficiente a se stesso, ma non vi è alcun approfondimento, neppure, come già detto, per quanto riguarda il passato del protagonista. Le informazioni che vengono date sono sommarie e molto limitate e questo non consente di spaziare nell’ambientazione né nella vita del protagonista e questo non dà l’idea di ampio respiro, di universo narrativo che vive ed esiste anche al di fuori di quello che viene raccontato. In generale, comunque, hai costruito una buona trama, che non ha buchi e non lascia il lettore confuso una volta terminata la lettura.
Per quanto riguarda l’originalità, la tua storia non è molto innovativa per i motivi espressi sopra: quello del diavolo tentatore che promette alla vittima fama e gloria, ma in cambio di un prezzo amarissimo, è un cliché letterario molto usato, così come è molto usato il topos del protagonista che riesce a ingannare il diavolo stesso e a liberarsi del pagamento che gli è dovuto. In questo, dunque, la tua storia non presenta caratteri di originalità. Originale è, invece, il fatto che la maledizione sia portata da un cappello e che, quindi, il diavolo non agisca direttamente, palesandosi, ma attraverso degli oggetti che lui stesso ha costruito: in tal senso, sono le persone stesse a portare avanti le maledizioni dei cappelli; il diavolo sfrutta la loro disperazione nel volersi liberare dalla maledizione per permettere al cappello di passare da una persona all’altra. Altro elemento abbastanza innovativo è il fatto che il protagonista non solo cerca di liberarsi della sua maledizione, ma tenta di farlo senza dover passare la sua pena a qualcun altro: pertanto, riesce a ingannare il diavolo e a riottenere la libertà, ma senza che qualcun altro paghi al suo posto, mostrando un altruismo che solitamente in questo tipo di storie non si ritrova. Inoltre, il protagonista ha ormai perduto tutta la sua vita, non ha possibilità di riscatto, o di ricominciare: è vecchio e il suo corpo, libero dalla maledizione che lo rende immortale, muore all’istante, senza dargli la possibilità di riassaporare, neppure per un attimo, la tanto agognata libertà. Per questo motivi, il punteggio nella voce è comunque alto.
La tua storia è abbastanza dark fantasy, anche se il genere non è fortemente presente. Il tuo racconto sottolinea certamente l’angoscia del protagonista, che soffre per la sua condizione, e dipinge una città in cui le persone sono meschine e crudeli, ma non si percepisce un forte senso di angoscia, soprattutto per via dell’atmosfera autunnale e gioiosa che circonda il protagonista. La sua vicenda, inoltre, ha un lieto fine, in quanto lui riesce a liberarsi dalla sua maledizione e a salvare dal suo stesso triste destino la prostituta: siamo quindi in presenza di un personaggio positivo, così come positivo è anche il personaggio della negromante, che aiuta disinteressatamente il protagonista. Il senso di angoscia e disperazione, dunque, è tutto racchiuso nella condizione che vive il protagonista: per questo motivo la tua storia si può comunque considerare dark fantasy, anche se non pienamente.

Utilizzo del pacchetto: 3,5/5
Per quanto riguarda il personaggio, secondo la definizione, il negromante è un mago che pratica magia nera legata ai morti, oppure un indovino che predice il futuro tramite l’evocazione dei defunti, un divinatore che evoca gli spiriti dei morti. Esso ha, quindi, sempre un qualche tipo di collegamento con i morti nelle sue pratiche. La negromante della tua storia risulta essere un’indovina nel senso più classico del termine: non vi è nulla, nel suo riportare il passato alla memoria del protagonista, che sia riconducibile a una pratica legata ai morti o agli spiriti dei defunti, o in cui essi siano in qualche modo coinvolti. Ella si fa chiamare “negromante”, ma non ha un collegamento con la magia nera legata ai morti: si è data questo appellativo dopo aver passato il cappello a qualcun altro, perché i cappelli sono stati creati, secondo lei, da un vero negromante; ma, anche se chi ha creato i cappelli era davvero un negromante, non vi è negromanzia in essi. Pertanto, non ho assegnato il relativo punto, in quanto ritengo, alla luce di quanto detto, il personaggio non utilizzato.
Il prompt è stato ben utilizzato e sviluppato. Il lega tra il protagonista e il cappello è quello che dà vita alla maledizione e che costringe l’uomo a ballare incessantemente e da tempo immemore. È proprio questo legame che il protagonista tenta di spezzare, per poter riguadagnare finalmente la tanto agognata libertà. Il legame, dunque, è il filo conduttore di tutta la storia e ciò che muove tutta la vicenda. (+2)
Hai fatto un buon utilizzo dell’oggetto. La maschera è parte integrante del protagonista: egli la indossa per celare il suo volto, un volto che, se visto, causa la pazzia in chi lo guarda. È la strumento che lo protegge dal mondo esterno e che, al contempo, protegge il mondo esterno da lui. È un oggetto necessario, indispensabile e, pertanto, importante. (+1)
La frase è pronunciata dalla negromante e ricorda al protagonista una vecchia ballata che si tramanda di generazione in generazione, ma non ha un vero riscontro nella vicenda, né una sua importanza. È una frase che viene detta e poi subito lasciata cadere, che non si ricollega a nulla, né che viene poi ripresa. Si potrebbe ricondurre al protagonista che, a causa della sua maledizione, ha perso la sua famiglia e non se ne è potuto costruire una, e per questo è rimasto solo, ma non è un pensiero che lui esprime. Pertanto, non ho assegnato punteggio pieno nella voce, ma ho detratto qualche punto. (+0,5)

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta. Hai proposto un tema classico nella letteratura e l’hai rivisitata in chiave personale, introducendo l’originale elemento del cappello come portatore della maledizione, nonché il meccanismo del passaggio del cappello stesso per liberarsene. Quella che hai narrato è una vicenda semplice, che pure si è saputa far apprezzare, sostenuta anche da uno stile scorrevole e molto evocativo. Anche se, come già detto, mi sarebbe piaciuto leggere di più sul protagonista, conoscere meglio lui e le sfaccettature della sua personalità, e il mondo in cui si muove, ho letto con davvero molto piacere la tua storia.

Punteggio totale: 32,5/40





Ciao, Dark Sider!
Innanzitutto, ti ringrazio per la valutazione precisa e oggettiva, è stata molto articolata e ricca di spunti ed è stato un vero piacere leggerla!
Sapevo che non avrei ottenuto un punteggio molto alto, in quanto ho scritto questa storia col solo intento di sbloccarmi con la scrittura creativa (al momento, infatti, curo prevalentemente quella accademica), quindi l'ho scritta in una sera, di getto, cercando di coinvolgere tutti gli elementi presenti nel pacchetto, ma consapevole che non avrei fatto un lavoro pienamente accurato con gli stessi ^^'.

Per quanto riguarda il Negromante, devo dire che non ho pensato proprio all'aspetto dei defunti: per me era solo un nome per indicare un mago/stregone che pratica la magia nera, quindi l'ho rielaborato molto liberamente.
Per quanto riguarda la frase, invece, in effetti il pensiero della strega si ricollegava alla condizione di solitudine sua e del protagonista, ma ho preferito non esplicitarlo. Non so, però, se questo abbia creato l'impressione di qualcosa di scollegato dal contesto o semplicemente di non evidente.

Per quanto riguarda, invece, il motivo usato nella storia, sì, hai perfettamente ragione che è un tropos, quindi la struttura è quella di una fiaba o di una leggenda, senza particolare approfondimento di vicende pregresse o introspezione. Era, dunque, una scelta voluta per rispetto al genere, come dici tu non molto originale, perché basato su convenzioni precise: purtroppo, non avevo la minima ispirazione per qualsiasi altra tematica dark fantasy, perché i miei esperimenti nel genere risalgono a molti anni fa e preferisco sempre mischiarlo ad altri elementi (urban fantasy, storico, horror, ecc...). Insomma, ho voluto provare, ma non sono un'esperta e non è neanche uno dei miei generi preferiti di lettrice, quindi ti ringrazio comunque perché mi hai dato la possibilità di mettermi in gioco!

Passiamo ora all'elemento soprannaturale: non ricordo se il protagonista menzioni esplicitamente il demonio, ma in realtà il Cappello lo vedo come una creazione prevalentemente umana, magari di uno stregone talmente malvagio da sfruttare i punti deboli degli umani (l'ambizione, il desiderio di conoscenza e d'immortalità, ecc...), anche se ovviamente la storia soggiacente è quella del Doctor Faust e del filone a essa collegato. I demoni, comunque, sono più che altro interni al protagonista, alla strega, a tutti coloro che si lascino tentare dall'ignoto con delle promesse seducenti di un successo facile, scontando poi una condanna pesantissima.

Per quanto riguarda l'atmosfera, infine, in realtà il mio intento era proprio quello di far emergere il contrasto tra la solitudine angosciante del protagonista e il clima festante della fiera autunnale 😅. Mi dispiace, quindi, se ti è parso che l'allegria e la leggerezza iniziali smorzassero i toni del genere, o contribuissero a una sensazione di "lieto fine", perché non era assolutamente mia intenzione 😂.
In realtà lo considero un finale agrodolce, ma comunque drammatico: c'è una sorta di redenzione morale del protagonista, che non vuole passare la maledizione, ma di fatto lui, insieme al suo personale maleficio, resta l'unico "spezzato", mentre il male continua a colpire delle vittime ignote. Il protagonista, come dici tu, non riesce neanche a godersi un attimo di libertà, anzi muore nel dolore di non essere riuscito a spezzare la catena, mentre anche la prostituta - che morirà comunque - si sente defraudata di qualcosa che pensava potesse guarirla, e la strega - il Negromante - morirà sola e tormentata dai rimorsi.
Di fatto, quindi, la considero una storia cupa e drammatica, ma forse questi elementi non sono emersi abbastanza, quindi grazie per avermelo fatto notare!

Per il resto, sono molto felice per il tuo giudizio su grammatica e stile, tengo particolarmente a curare le storie sotto questo profilo!
Grazie ancora, ovviamente mi piacerebbe molto ricevere il tuo giudizio come recensione (e spero di aver risposto a tutto) ^^.
Complimenti agli altri partecipanti! 😃
25/01/2021 10:26
 
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Oh santo cielo ma che belle valutazioni! Mi sa tanto che ti sei guadagnata un ospite fisso a tutti i tuoi contest. Mi spiace tanto sia per tutti i refusi che per l'oggetto del pacchetto. Tempo tiranno e maledetto! Mi correva appresso con l'accetta. Però devo dire che la tua valutazione mi aiuterà molto anche al di là di questo contest. Mi hai fatto notare errori che faccio e su cui potrò lavorare forte (tipo la virgola tra soggetto e verbo. Sulle ripetizioni non mi esprimo. So di commettere spesso questo errore ed ho peccato io nella superficiale revisione del tutto).
Piazzamento inaspettato e premio Darkest Fantasy. Ho sgranato gli occhi forte quando l'ho letto! So'ccontento!
Grazie, grazie e ancora grazie.
Per la recensione scegli liberamente da dove passare, ovviamente ti direi dalle Storie da Focolare della Vecchia Moar (così fai tutto un filo logico). Ogni storia e indipendente dall'altra per cui puoi scegliere anche in quel caso quella che ti piace di più (a mio parere Bastardo e La storia del lupo selvatico e della gatta domestica sono quelle riuscite un po' meglio ma anche le più lunghe, per cui buttati pure su quello che ti solletica di più la curiosità, magari tenendo conto che quella paginetta di prologo fa da ambientazione).
Per il resto, grazie di nuovo.
Si è fatta un fedele partecipante a tutti i suoi contest.

A presto
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Giudice*****
25/01/2021 15:35
 
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Re:
Lagherta95, 24/01/2021 20:24:

Io devo essere sincera: questo risultato proprio non me lo aspettavo.
Non ho letto le altre storie (la sessione non perdona e io sono poco abile a fare troppe cose insieme), ma essendo il mio primo primissimo approccio al genere, beh diciamo che nutrivo la giusta fiducia nella mia storia.
Al di là della sorpresa, sono davvero davvero contenta del risultato.
L'analisi che hai fatto l'ho trovata accuratissima e non ho da farti nessun tipo di appunto. Sul discorso "ginocchia sbattute in terra" a mia discolpa porto il vernacolo toscano e i suoi modi di dire 😂
Per il giudizio, ci terrei tantissimo ad averlo sotto la storia.
Per le recensioni premio ti faccio un'unica richiesta (per le altre ti lascio libera di andare dove più preferisci): vorrei tu passassi da Komorebi (storia a cui sono davvero molto molto legata).
Tanti complimenti a tutti e ancora grazie per il bellissimo giudizio!
Lagertha ❤️




Carissima, sono contenta che il risultato (meritatissimo) ti abbia soddisfatto, così come la valutazione. Sono contenta di essere riuscita a cogliere bene tutte le stupende sfumature della tua storia.
Passo subito a lasciarti la valutazione come recensione, e per la recensione premio, passerò volentieri dalla storia che mi hai suggerito 💗
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Giudice*****
25/01/2021 15:40
 
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Re: Re:
Spettro94, 24/01/2021 20:51:



*Ha finito di battere la testa contro il muro...

Niente, sapevo che mi sarei mangiato le mani per non aver temporeggiato un giorno o due e verificare parola per parola con la lente d'ingrandimento.
Ma, ehi, ho centrato i due obiettivi che mi ero prefissato e ho pure guadagnato un podio inatteso: ricevere una tua valutazione, ricevere il bonus dell'Antieroe! Davvero, mi sarebbe andato bene anche arrivare ultimo, ma dovevo dare a Seija soddisfazione xD
Che dire, le tue valutazioni sono fantastiche! E grazie mille per i complimenti, aiuta davvero tanto all'autostima sapere che un mio lavoro sia così gradito. Per questo ti chiedo assolutamente la valutazione come recensione, o meglio come medaglia al valore di cui andare fieri e incorniciare!
Troppo smielato ed esuberante? Sì, meglio che mi do una calmata xD
Hai saputo analizzare ogni aspetto della storia così come speravo trapelasse frase dopo frase, e di questo non posso dirti che grazie ^^

Spero che anche i prossimi lavori possano piacerti, ma, se posso disturbarti per un piccolo capriccio e se è possibile, vorrei che depennassi le recensioni-premio destinate a me dalla scaletta.

L'una vorrei che la concedessi a questo utente: Elena Waters, come ringraziamento per una questione molto sentita sull'uso dell'html
Le altre due a Tubo Belmont, perchè si merita un profondo riconoscimento per essere stato il supporto e la motivazione a continuare la mia long in un periodo particolarmente grigio.
Se possibile, ovviamente, non ricordo se si possa trasferire a più utenti i premi.
Quale che sia la tua riposta, ti ringrazio già in anticipo ^^

Se ci sarà una terza edizione, parteciperò al volo!



Non potevi assolutamente arrivare ultimo con la bellissima storia che hai presentato a questo contest, grazie per averla scritta e avermela fatta leggere.
Seija si meritava assolutamente il premio "Antieroe". A chi sarebbe dovuto andare, se non a lei? In tutta la sua follia, è riuscita piure a guadagnarci qualcosa XD
Mi fa piacere che tu sia soddisfatto di risultato e valutazione (che provvedo subito a lasciarti come recensione alla storia ^^

Per le recensioni premio, possono essere cedute a un altro partecipante solamente se chi deve riceverle non ha storie elegibili per le recensioni premio sul suo profilo (ad esempio, ha un'unica storia, che è quella che partecipa al contest, oppure il giudice dice che vuole leggere solo storie originali, e il vincitore non ne ha), quindi nel tuo caso le recensioni non possono essere cedute, perciò non posso purtroppo accettare la tua richiesta.
Fammi sapere se hai qualche preferenza :)
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25/01/2021 16:03
 
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Re:
ethors, 24/01/2021 20:59:

Ciao Dark Sider e grazie mille per la valutazione accurata.

Non ho nulla in contrario a riceverla come recensione.

Mi permetto di rispondere ad alcune critiche:




Ciao ethors, grazie a te per aver partecipato ^^
Ti rispondo punto punto. Spero di non dimenticare nulla XD


Credevo di aver lasciato un margine di incertezza sugli effetti del drago, quindi effettivamente Adis sapeva che il marito non l'avrebbe più desiderata e non sarebbe stata felice di giacere con un compagno simile.
Comunque ho scritto che Adis "non sarebbe stata affatto felice di giacere con un amante privo di desiderio", non che non lo volesse fare. La differenza è piccola, ma c'è.
In più c'è un imprevisto che va tenuto in considerazione: la trasformazione di Fearus durante il suo ritorno. Anche se la ragione per cui Adis si offre a lui non è espressa con un fiume di parole, comunque c'è




Mi ha tratta in inganno il fatto che lei dica "preferisco morire, piuttosto che essere ignorata": da questo ho dedotto che per lei il fatto che il marito non la desiderasse fosse qualcosa che non riuscisse ad accettare.
Allo stesso modo, dato che Adis sapeva che il marito sarebbe tornato indifferente a lei, ho penato che sapesse anche il resto (quindi anche della trasformazione che sarebbe avvenuta) e che quindi l'avesse già considerata quando ha riflettuto sul suo non essere contenta di giacere con lui. Ecco perché poi il suo comportamento mi è sembrato strano. Alla luce di quanto hai detto sopra, ovviamente, ha tutto più senso.



In queste due osservazioni identiche c'è un errore. In realtà Fear gli fa un'offerta:


Nessun figlio nascerà da Astelera se tu lo vorrai



Ma quando lei accetta il vincolo di fedeltà non chiede che sia rispettata questa condizione. Quindi, semplicemente, ad Adis non interessava.




Qui allora ho interpretato male io: dato che Adis non ha nulla da dissentire o da aggiungere a seguito dell'offerta di Fearus, ma accetta subito di legarsi a lui, ho inteso che l'offerta le andasse bene così com'era, tanto più che non viene detto da nessuna parte che ad Adis non importa se Fearus ha dei figli con Astelera (se, invece, questo passaggio c'è e mi è sfuggito, ti chiedo scusa). Pertanto, data la sua tacita accettazione e il fatto che non viene esplicitato da nessuna parte che a lei in realtà non importi nulla, ho interpretato che le condizioni per il patto fossero quelle dell'offerta di Fearus.



È vero che (anche) in questa situazione non sono entrato nella mente del personaggio, ma quel che sta provando Astelera in quella situazione è rappresentato dalla progressione di quel che Fearus le sta facendo subire. Prendo atto che non sia bastato, ma qui la mia idea era questa.



Hai reso chiaro che ciò che Feaurs stava facendo subire ad Astelera fosse per lei fonte di sofferenza, su questo non ci sono dubbi. Ciò che mi è mancato è stato il focus sui pensieri e l'interiorità di lei a riguardo, che credo fosse fondamentale in un momento così importante non solo a livello di trama, ma anche per lei come personaggio. Ma il concetto era indubbiamente chiaro.



perché Fearus decide d’incontrare in segreto Astelera la prima volta, pur sapendo che fosse una nemica del suo popolo e un grande pericolo?

Come nel caso precedente, anche qui addebito a me l'errore. Penso di non aver separato distintamente due momenti, facendo sì che l'incontro tra Astelera e Fearus che ho descritto apparisse come l'unico avvenuto, mentre queste parole:


Astelera ebbe tutto il tempo che le serviva per avvicinarsi a suo figlio e ammaliarlo



Volevo far capire al lettore che in qualche modo lei gli si era avvicinata (di sorpresa o con l'inganno, non mi sono premurato di spiegarlo.)



Sì, forse qui mi è mancata una spiegazione (anche rapida, sommaria e appena accennata, ovviamente) di come Astelera fosse riuscita ad avvicinarsi e ammaliare Fearus, quindi non tanto che ne abbia avuto tempo, ma che cosa abbia fatto per tirarlo dalla sua parte.

In ogni caso, al di là di queste osservazioni che ho fatto, è indubbio che la tua storia sia molto ben fatta (infatti i punteggi sono alti in tutte le voci). Questi appunti sono delle "sottigliezze" in un testo che, nel complesso, è di ottima qualità e sul quale c'è veramente poco da eccepire.
Passo subito a lasciarti la valutazione come recensione :)
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Giudice*****
25/01/2021 16:05
 
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Re: Re:
Kim_, 24/01/2021 21:10:




OH MAMMA, DARK SIDER, MA IO CREDEVO CHE SAREI ARRIVATA ULTIMA!!!!
Beh, però, visto che la mia storia si intitolava "Seven Years", arrivare settima direi che è un buon compromesso ^^"""
Okay, già sto delirando AHAHAHAHAH!
Ti ringrazio davvero ma davvero tanto, non ho veramente parole per dirti quanto io sia felice ed emozionata di questo tuo giudizio, dato che sono probabilmente una delle partecipanti meno abituate a scrivere di questo genere ^^ quindi per me è un'enorme vittoria, poi tutte le parole che hai usato per analizzare in maniera accurata il mio scritto mi hanno veramente scaldato il cuore e non sai quanto *____*
Insomma, tutto è andato molto meglio di quanto mi aspettassi e l'aver ottenuto punteggi pieni in ben due parametri mi ha rassicurato, specialmente per quanto riguarda l'introspezione ^^
Vorrei ricevere questa valutazione come recensione alla storia, se è possibile, così potrò risponderti per bene a tutto! :3
Grazie, grazie, grazie davvero per tutto quello che hai fatto, sei una giudice grandiosa e non mi stanco mai di prendere parte alle tue iniziative, a prescindere dalla posizione in classifica: mi dai sempre degli spunti di riflessione e delle chiavi di lettura interessanti e diverse, e questo è qualcosa che apprezzo tantissimo!
Non vedo l'ora di poter scrivere ancora per te, cara :)
Complimenti a te per l'eccellente lavoro e a tutti quanti i partecipanti, alla prossima ♥



Carissima 💗
Questa cosa che la tua storia si chiama "Seven years" e sia arrivata settima l'ho notata anch'io ahahah
Sono molto contenta che la valutazione sia stata di tuo gradimento, passo subito a lasciartela come recensione alla tua bellissima storia.
E grazie a te per aver partecipato al mio contest, anche se il genere non è proprio nelle tue corde. Leggere una tua storia è sempre un enorme piacere :3
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