Non ho un bel ricordo del Quinto Ennio. Quando ci andavo io era pieno di poveracci, gente di plastica, manichini con 1000 miliardi di roba addosso e quintali di segatura al posto del cervello. L'80% dei ragazzi che frequentevano il Quinto Ennio all'epoca era composto da questi soggetti, incapaci di esprimere una frase di senso compiuto che andasse oltre la vanteria per l'acquisto delle scarpe nuove, il fatto di essere stati i primi a Taranto ad aver avuto un determinato capo d'abbigliamento (mamma mia che pena...), le serate nei localini squallidi in cui figheggiavano alla grande e altre idiozie riguardanti il loro microcosmo tutto vestitini firmati e popolarità (la popolarità "dei poveri", anzi: "dei poverissimi"). Indimenticabili poi certe scene: una tizia ne incontra un'altra nei corridoi, si abbracciano e si salutano con frasi tipo "CIAAAAAAAAAAOOOOOOOO AMOREEEEEEEEEEEEEE!!!!!! COME VA, BELLISSIMA?" e cose di questo genere (che erano all'ordine del giorno). Poi, due secondi dopo essersi lasciate, giù insulti e cattiverie di ogni genere "Quanto fa schifo! E' bruttissima! Ha sempre gli stessi vestiti! Puzza!" e cose simili. Uno schifo infinito. Provo ancora ribrezzo, a distanza di anni, a ricordare certe porcate. I professori, poi, erano qualcosa di allucinante. Raccomandazioni a go-go (nella mia classe c'era gente che andava a ripetizione da professori di altri corsi... Ovviamente su "consiglio" di alcuni nostri professori...), simpatie e antipatie basate sul ceto sociale degli alunni e altre assurdità che non scrivo per decenza (anche perchè credo che verrebbero censurate). Le ingiustizie, poi, erano una cosa normale ed erano perpetrate alla luce del sole. I voti (specialmente quelli dell'esame di maturità) palesarono alla perfezione la situazione di cui sopra. Potrei dire tante, tantissime altre cose, ma preferisco fermarmi qui. Spero che oggi come oggi la situazione sia cambiata, ma francamente credo che sia tutto come e forse anche peggio di prima. Alcuni dei personaggi che ho citato qualche riga fa hanno fatto la fine che meritavano: c'è chi fa il commesso, chi l'impiegatuccio da quattro soldi, chi il precario per 600 euro al mese e chi è disoccupato. Alcuni, invece, continuano ad essere sostenuti da papà: frequentano l'università nelle principali città italiane da moltissimi anni, non fanno niente tutto il giorno (tanto paga papi) e si bullano con la barca di soldi per guadagnare i quali non hanno fatto nulla. Altri ancora hanno comprato una laurea senza leggere due righe di un qualsiasi libro in vita loro e sono stati opportunamente sistemati dalla famiglia, a discapito di chi, magari, aveva titoli e qualità di ben altra caratura, ma non aveva alle spalle un padre ricco o una famiglia di professionisti affermati con tante amicizie. Ho visto tanta gente cambiare radicalmente in quella scuola. Entravano in un certo modo e, gradualmente, diventavano come i pupazzi di cui sopra. In terzo liceo erano uguali alle squallide nullità che ho descritto prima. Se potessi tornerei indietro. Non rifarei mai il liceo (scuola inutile che non serve a niente. Quando ne esci non hai nulla in mano e sei solo un bamboccio che ha speso i migliori anni a studiare cose inutili che nella vita non serviranno mai, a meno che non si voglia fare il professore o cose simili... e sai che bello...) nè rifarei, nello specifico, il Quinto Ennio. Questa scuola non mi ha lasciato niente, non mi è stata mai utile nella vita vera. Anzi, sì, qualcosa me lo ha insegnato: a evitare tutti i personaggi ipocriti e inutili come quelli che ho descritto. Sotto questo aspetto il Quinto Ennio è stato fondamentale. Nella vita di gente così se ne incontra tanta, forse troppa. Ed è meglio starne alla larga. Mi accorgo solo ora di aver scritto un papiro che probabilmente nessuno leggerà, oppure sarà censurato o cancellato in quanto non conforme alle regole di questo forum. Pazienza, sarà un'altra, l'ennesima, l'ultima "quitoenniata". Se il mio intervento rimarrà sul forum, spero solo che possa essere utile a qualcuno. Altrimenti andrà bene comunque. Viva la fica oggi e sempre. E forza Taranto.