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CORRIERE DELLA SERA
23 maggio 2007
Di Pietro: «Fatto grave, anche Prodi ha sbagliato»
Il ministro ribadisce la propria contrarietà a quella «richiesta anomala di trasferimento»: Visco ora dovrebbe chiarire
Virginia Piccolillo


ROMA — Aveva già lanciato un allarme.
Se l’azzeramento dei vertici
della Guardia di Finanza in Lombardia
fosse stato sollecitato da autorità
politiche, aveva detto, «sarebbe un
fatto senza precedenti e di inaudita
gravità».

Ministro Antonio Di Pietro,
il comandante generale
della Gdf Roberto Speciale
nel verbale del 19 luglio
2006 parla di pressioni.

«L’ho detto quel 19 luglio
e lo confermo oggi:
quella fu una pagina poco
chiara che certo non ha
nobilitato la politica».

Prodi dice che la Cdl fa
propaganda accusando Visco di ingerenza.

«Che a una settimana dalle elezioni
venga rispolverata una vicenda sviscerata
nelle sedi giudiziarie e politiche
è un fatto. Ma che l’evento non
ebbe conseguenze solo per la determinazione
del comandante della Gdf
a resistere alle pressioni e per l’intervento
del procuratore generale di Milano
lo è altrettanto».

Quali conseguenze avrebbero avuto
i trasferimenti auspicati da Visco?

«Gravissime. Decapitare la testa investigativa
di indagini caldissime come
quelle su Unipol, Antonveneta,
sulla Banca Popolare di Lodi e le scalate
dei "furbetti del quartierino" significava
azzerarne la memoria storica.
Come formattare un computer».

Ma Prodi in Parlamento parlò di
«normale avvicendamento».

«Purtroppo fu indotto in errore.
Checché se ne dica non lo era».

Perché?

«Era anomalo per prassi. E la legge
assegna al ministro delle Finanze (e
non dice al viceministro) il compito
di coordinamento funzionale. Ma
non lo è ordinare su un fogliettino
scritto di proprio pugno al comandante
generale della Gdf il trasferimento
immediato e senza motivazione
del vertice della Gdf della Lombardia».

Perché se ne interessò la magistratura?

«Speciale invece di disporre il trasferimento
aprì un procedimento amministrativo
chiedendo ai diretti interessati:
"volete andare via?". Loro
caddero dalle nuvole e si rivolsero alla
procura. Il procuratore chiese al
pg cosa stesse succedendo. E il pg
chiese "perché mandate via di colpo
le stesse persone a cui 20 giorni fa abbiamo
dato un encomio per alta professionalità?
È una punizione?". E
Speciale, che lo è di nome e di fatto,
non si tirò indietro. Parlò dell’ordine
immotivato. Ne nacquero polemiche
e diverse interpellanze. I giornali ne
presero atto. E, grazie a Dio, la pratica
morì».

Ora Berlusconi vi accusa di usare i
finanzieri per colpire gli avversari.

«Berlusconi può stare tranquillo: il
generale Speciale ha dimostrato che
le disposizioni immotivate non vengono
eseguite».

Ma le disposizioni Visco le diede?

«Se fu un mero errore è positivo
che ci sia stato un ripensamento. Sarebbe
davvero grave se fosse stata
un’azione di altra natura. Ma a provarlo
deve essere eventualmente la
magistratura».

L’opposizione chiede le dimissioni
di Visco.

«Innanzitutto il viceministro dovrebbe
chiarire le vere ragioni che
l’hanno indotto a fare quella richiesta».

Prodi gli riconferma la fiducia.

«Prodi la prossima volta farebbe bene,
prima di andare in Parlamento, a
parlare direttamente col comandante
generale della Guardia di Finanza».







INES TABUSSO