00 18/04/2006 23:20
LA REPUBBLICA
18 aprile 2006
Elezioni, entro due giorni il verdetto
La Cassazione attribuirà i voti di lista e chiarirà il lodo Calderoli
Gli ultimi plichi dalle circoscrizioni elettorali in arrivo oggi
Per la vicenda della Lega Autonomia-Alleanza il precedente della Calabria
Il leader anti-Bossi De Paoli: "I voti sono validi, raccolte anche le firme"
CLAUDIA FUSANI

ROMA - Il verdetto, perché di questo ormai si tratta, su chi ha vinto le elezioni è previsto per domani, al massimo dopodomani. L´ufficio nazionale elettorale della Cassazione riceverà stamani gli ultimi plichi mancanti - circa cinque - in arrivo dalle 26 circoscrizioni elettorali. La commissione di magistrati presieduta dal consigliere Giovanni Paolini è al lavoro da martedì della scorsa settimana al piano terra del Palazzaccio e quasi nessuno dei giudici si è permesso il lusso del ponte pasquale. Mai nella storia della Repubblica l´esito di una elezione era stato così discusso e incerto.
In meno di 48 ore, dunque, arriveranno le due risposte chiave. La prima dirà quanti voti ha preso ciascuna lista («la cifra elettorale nazionale»), se ha vinto l´Unione come sembra sulla base degli scrutini e dei primi controlli delle corti d´Appello e con quale scarto di voti. La seconda risposta riguarderà i 45 mila voti della Lega per l´Autonomia-Alleanza lombarda-Lega dei pensionati che corre con l´Unione. E´ la questione sollevata due giorni fa dal senatore leghista Roberto Calderoli per cui quei voti non vanno conteggiati a favore dell´Unione perché la "sua" legge elettorale annulla i voti andati a liste che sono state presentate in una sola circoscrizione. Se sul conteggio dei voti occorre aspettare la verifica dell´ultimo plico arrivato in Cassazione - in ogni plico ci sono la busta delle schede contestate e i verbali di ogni sezione elettorale di quella circoscrizione - sul cosiddetto nodo-Calderoli le interpretazioni di esperti e giuristi sembrano coincidere. A cominciare dal diretto interessato, Elidio De Paoli, 57 anni, bresciano, ex sindacalista ed ex sessantottino. Calderoli, dice, «sarà anche bravo a togliere le carie ma di sicuro non è un giurista». Il "proprietario" dei 45 mila voti, da tre legislature al Senato grazie alla sue "liste autonome", non ha dubbi: «Quei voti sono validi e la mia lista è collegata al centrosinistra. Forse abbiamo sbagliato, non siamo stati capiti visto che 45 mila voti per noi sono una sconfitta sonora, ma io ho sempre dato vita a formazioni di sinistra perché non condivido la linea della Lega nord».
Franco Corbelli, leader del Movimento dei diritti civili ha ricordato la sentenza del Tar della Calabria che nelle elezioni regionali del 2000 ha sentenziato, allora a favore della Cdl, che «una lista presente anche in una sola circoscrizione può essere collegata ad una coalizione e i voti raccolti devono essere regolarmente ammessi al conteggio finale della stessa coalizione».
Dall´Ufficio nazionale elettorale della Cassazione, vincolato al massimo segreto quasi fosse una camera di consiglio, arrivano stringate conferme solo sui tempi: «Entro domani, al massimo giovedì, saremo in grado di determinare la cifra nazionale elettorale di ciascuna lista e quindi di ciascuna coalizione. Qualche giorno in più ci vorrà invece per l´attribuzione dei seggi». La Cassazione dovrebbe risolvere il caso dei quattro seggi al Senato reclamati dalla Rosa nel pugno anche se non ha superato lo sbarramento del 3 per cento. Per la leader radicale Emma Bonino «l´assegnazione dei quattro seggi al Senato è un risultato non in discussione».
In pieno conto alla rovescia, l´Unione preferisce smorzare i toni. Che invece restano alti in Forza Italia. «Nulla consente al centrosinistra di cantare vittoria» ribadisce Fabrizio Cicchitto. Elio Vito invita «a non avere fretta» e si raccomanda che «la verifica sui dati elettorali prosegua con calma, serenità e senza pressioni». Ma se la Cassazione confermerà la vittoria del centrosinistra, li fredda Donato Bruno, «la partita sarà chiusa».



*****************************************************************



Grandi manovre a Palazzo Madama parte la campagna acquisti incrociata
Lombardo (Mpa): attenzione alle leggi di Prodi per il Sud
Mastella: serve un margine di 12 senatori.
E propone "tre presidenti istituzionali"
C´è chi pensa a Pininfarina
Berlusconi chiama il leader della Lega Alleanza Lombarda Elidio De Paoli
FRANCESCO BEI, ALBERTO BONANNO

ROMA - Con 158 senatori contro i 156 della Cdl, è a Palazzo Madama che si combatterà la battaglia per la sopravvivenza del governo Prodi. Oltretutto al Senato il regolamento è particolarmente garantista per l´opposizione, visto che di prassi il presidente non vota e gli astenuti si conteggiano come se fossero contrari. Normale che in una situazione del genere le voci di compravendite di senatori abbiamo già iniziato a diffondersi, come ha denunciato il dipietrista Sergio De Gregorio (che ha rivelato di essere stato «corteggiato» da Forza Italia). I passaggi di campo sono però ostacolati dall´incertezza sui risultati elettorali: «Queste discussioni - spiega il centrista Mauro Libé - per ora tengono fermi tutti. Chi vuole andare dall´altra parte aspetta di sapere chi ha vinto davvero».
Sotto osservazione sono finiti intanto due senatori eletti all´estero. Uno è Luigi Pallaro, presentatosi con una lista civica in Sud America, che ha ammesso di essere stato «contattato» da Berlusconi. Fra l´altro l´imprenditore italo-argentino non è proprio un estremista rosso, visto che figura tra i fondatori in Argentina di "Azzurri nel Mondo".
«A Pallaro sono andati una buona parte dei nostri voti in Sud America - ricorda il forzista Dario Rivolta - e quindi ritengo che debba scegliere la sua collocazione anche tenendo presente questo dato». L´altro "indiziato" è l´imprenditore di Chigago Ron Turano. Formalmente sta con l´Unione ma in Forza Italia c´è chi mette in dubbio la sua appartenenza: «Ha cercato di candidarsi prima con noi e con l´Udc, poi è finito con Prodi». Nel risiko del Senato entrano anche i due senatori dell´Mpa di Raffaele Lombardo. Il leader autonomista non è disposto a fare «salti della quaglia», ma non esclude di poter appoggiare provvedimenti a favore del Sud presentati da Prodi.
In situazioni magmatiche come questa è poi sui partiti di cerniera che si appuntano le speranze dei "mercanti" due poli: in particolare l´Udc e l´Udeur. Ieri Clemente Mastella ha fatto una nota per smentire «eventuali passaggi da altri partiti all´Udeur», ma il segretario del Campanile ammette tutta la difficoltà del momento: «Per stare tranquilli ci servirebbero 12 senatori in più, altrimenti Prodi sarà costretto ad andare avanti a colpi di fiducia». Mastella, che in molti nell´Unione vedono come perfetta «calamita» per i delusi di Forza Italia e Udc, respinge però ogni sospetto: «Con questi risultati non puoi fare la cattiveria di pescare parlamentari di là. Bisognerebbe invece scegliere i tre presidenti d´intesa con l´opposizione». Una posizione simile a quella di Gianfranco Rotondi, che ha pure suggerito il nome di Giulio Andreotti per la presidenza del Senato. E qualcuno nella Cdl riferisce di essersi sentito proporre da parte dell´Unione il nome del senatore a vita Sergio Pininfarina come candidatura di mediazione. C´è infine la questione di Elidio De Paoli, leader della Lega Alleanza Lombarda. Berlusconi in persona lo ha cercato per convincerlo a dichiarare che l´interpretazione corretta della legge elettorale è quella di Calderoli.



INES TABUSSO