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LA REPUBBLICA
15 marzo 2006
IL CAVALIERE
La litania delle cifre
CURZIO MALTESE

Prima di stabilire chi ha vinto e chi ha perso, bisogna dire che il confronto ha segnato un passaggio storico: la fine di una lunga anomalia. Finalmente un duello vero, alla pari, da paese normale.

Dal punto di vista di Berlusconi, che l´ha fortemente voluto, è stato un mezzo boomerang. Nella migliore delle ipotesi è stato uno 0 a 0 che non serve al premier, come al suo Milan, per cercare di rimontare il distacco. Ma forse, nel giudizio di milioni di spettatori, è andata anche peggio di così.
Il berlusconismo e le regole non sono compatibili. Nella formula all´americana, il Cavaliere è apparso subito in difficoltà. Ha cominciato dalla prima risposta un´affannosa rincorsa al tempo che è durata un´ora e mezza, compreso l´appello finale, bruscamente interrotto dalla clessidra. Berlusconi ha commesso una serie di errori sorprendenti per un esperto di televisione e uno gravissimo, in generale: non ascoltare i consigli della moglie. La saggia Veronica l´aveva pregato di lasciare a casa le cifre e puntare sulle emozioni. Al contrario, il premier ha srotolato la solita pergamena di cifre più o meno inventate ma comunque noiose come un film coreano con sottotitoli giapponesi.
In un clamoroso rovesciamento delle parti, Berlusconi sembrava un professore di economia e lasciava a un Prodi abilissimo tutto il repertorio del Grande Comunicatore, le emozioni, l´eloquio popolaresco, l´arma fatale del buon senso, l´ottimismo, un pizzico o anche due di retorica. Non bastasse, per tutto il tempo delle sue risposte, che erano sempre un po´ troppo lunghe e parevano in ogni caso infinite, il presidente del consiglio ha tenuto lo sguardo basso, senza guardare né in camera né l´interlocutore, impegnato com´era a riempire i fogli di cifre, segni, linee, disegnini, agitando le mani cariche di fondotinta. Offriva in questo modo un´immagine di freddezza, isolamento, ansia.
Non è stato un errore invece il tono polemico delle repliche. Alla destra è utile scaldare il clima della campagna elettorale almeno quanto è utile a Prodi comunicare mitezza e misura. Però Berlusconi avrebbe potuto trovare qualche alternativa alla frase ripetuta ossessivamente in ogni replica: «Prodi ha appena rovesciato la realtà». L´imitazione della campagna aggressiva e quasi "bellica" dell´ultimo Bush non è riuscita benissimo.
Bush non avrebbe mai commesso alcuni sbagli e soprattutto uno colossale. Berlusconi non ha mai parlato del futuro. Le rare volte, è stato per segnalare le difficoltà che avrà Prodi nel governare la sua coalizione. L´intenzione era di comunicare paura agli elettori. Ma in termini di guerriglia psicologica, significa una resa, l´ammissione che la vittoria dell´avversario è molto probabile, quasi scontata. La distanza di atteggiamento fra i due contendenti ha toccato il diapason negli appelli finali. Berlusconi ha esordito con una critica alla formula della trasmissione, a quel punto ridicola, ha proseguito con la solita tirata contro il comunismo e ha chiuso con un´ammissione sincera, in sintesi: «Scusate, ma stasera non sono stato capace». Prodi ha invece chiuso con le magnifiche sorti e progressive che attendono l´Italia ulivista e l´ultima sua parola era decisamente attraente: «La felicità».
In sostanza, Berlusconi è stato efficace soltanto quando ha criticato le contraddizioni nel fronte avversario, quindi nel discorso in negativo. È un argomento forte per la sua gente, lo zoccolo duro di Forza Italia che comunque esprime un grado di adesione da curva ultras sconosciuto a qualsiasi altro elettorato. Il Cavaliere dei sogni, il mago del «contratto con gli italiani» sono ricordi del passato. Di contro, Prodi si è rivelato un comunicatore televisivo molto più brillante di quanto gli venga riconosciuto. È sicuro che nel prossimo duello, il 3 aprile, Berlusconi cambierà strategia. Ma sarà troppo tardi. Era questo il "faccia a faccia" in grado d´imprimere una svolta alla corsa per la vittoria elettorale.
Alle 22.40 la parentesi democratica della televisione italiana si è chiusa. Su tutte le reti, Rai e Mediaset, stormi di cortigiani si sono precipitati a dire che Berlusconi aveva stravinto il duello, contro ogni evidenza e l´intelligenza degli spettatori. L´ora d´aria era terminata, è ricominciato il consueto blob da Sudamerica.


INES TABUSSO