00 15/03/2006 19:45
L'ESPRESSO
ELEZIONI / IL VOTO DALL'ESTERO

Onorevole Little Italy

Feste patronali. Cene. Serate tricolori. Italiani d'oltreconfine mobilitati nei cinque continenti. Per conquistare 18 posti in Parlamento

di Marco Damilano


Hanno l'aria di italiani d'Argentina, come nella canzone di Ivano Fossati, quelli che "la distanza è atlantica, la memoria cattiva e vicina". Ma trasmigreranno fino a noi dal Brasile, dal Canada, dall'Australia. Tutti a caccia di un biglietto per Montecitorio o Palazzo Madama, nello stupore dei loro attuali connazionali che la vivono come l'ennesima, pittoresca trovata del genio tricolore. "Turano vuole fare il senatore. Ma non il senatore dell'Illinois e neppure americano. Corre per un seggio nel Senato italiano", ha scritto sbalordito il 'Chicago Tribune', nella città dove il nostro connazionale si è fatto valere. Aggiungendo: "C'è una bella differenza, ragazzi!".

E già: vuoi mettere una carica da parlamentare italiano, con la facoltà di eleggere il nuovo presidente della Repubblica e di rivelarsi magari decisivi per la fiducia al futuro governo? Per gli italiani all'estero, novità assoluta, in palio ci sono 12 deputati e sei senatori, distribuiti nei cinque continenti. Con una circoscrizione dove non tramonta mai il sole: Australia-Asia-Africa-Antartide. Più che una campagna elettorale, Risiko. Nelle liste c'è lo specchio dell'Italia da esportazione. Medici, giornalisti, imprenditori, proprietari di ristoranti. Nomi da cartolina anni Cinquanta: Augusto Sorriso, Toni Cardillo. Qualche punta di eccellenza e tanti candidati very glocal: trapiantati nel mondo, ma con il cuore lasciato al paesello. "Sono figlio di Oronzo Moretti, fondatore dell'associazione pugliese nella città di La Plata", sbandiera Nicolas Moretti, candidato dell'Udc in Argentina. "Ho fondato l'associazione calabrese di Montevideo e sono stato consultore dei calabresi dell'Uruguay presso la regione Calabria", vanta l'aspirante parlamentare Francesco Magno. Come dire: una potenza.

Sarà una guerra senza esclusione di colpi. Anche perché, al contrario della madre patria dove la riforma elettorale ha introdotto la lista bloccata, nel resto del mondo si vota all'antica: proporzionale e voto di preferenza. Il partito non conta niente, decisivo è il rapporto personale. Pranzi, cene, feste patronali: la scorsa settimana i baresi di Palo del Colle ne hanno organizzata una per padre Pio a Quebec City, con il candidato dell'Unione Giovanni Rapanà in prima fila. Un altro candidato, il tremagliano Angelo Vinciguerra, restauratore di mobili, super-votato nel Comites americano (il parlamentino degli italiani all'estero), vive a Brooklyn ma sta macinando migliaia di chilometri in macchina in Canada a caccia di consensi. Accordi, scambi di pacchetti di preferenze, cordate, rivalità ataviche. Uno spettacolo: chissà l'invidia di Mastella.

Pronto a gettarsi nella mischia il ministro di An Mirko Tremaglia. A 79 anni si è trasformato in globetrotter. Novello eroe dei due mondi, presenta dalle Antille al Mar Baltico una lista che porta il suo nome: Per l'Italia nel mondo con Tremaglia. Considera una sua creatura la legge che consente a quasi tre milioni di italiani residenti all'estero di votare loro candidati per il Parlamento. Sfodera sondaggi altisonanti: "La fiducia nei miei confronti tra gli italiani all'estero è del 72 per cento. In Argentina arriva al 91". Elenca i suoi uomini, "tutti supercandidati". In America Latina il presidente dell'ospedale italiano di Buenos Aires, Franco Livini, e il presidente della Camera di Commercio di Rosario, Giuseppe 'Peppe' Angeli, che si rivolge commosso ai "queridos italianos y descendientes" e nei comunicati fa precedere al suo nome i titoli 'Cav. Gr. Uff.', come i dirigenti aziendali nei film di Fantozzi. Ma il colpo a sorpresa Tremaglia è un altro: la signora della musica, 32 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, Rita Pavone. In caso di vittoria, 'Gianburrasca' rappresenterà in Senato gli emigrati in Europa.
Gli altri partiti del centro-destra reggono a malapena il confronto. Anche se la campagna tutta giocata sul tricolore sembra fatta su misura per Berlusconi: in visita negli States ha inserito una serata per i candidati azzurri a New York, tra cui Angela Della Costanza Turner, nuora di Ted. L'Udc ha spedito il senatore Gino Trematerra nelle lande dell'Ontario, a Vaughan, dove, assicurano i casiniani locali, erano presenti "le massime autorità politiche canadesi: federali, provinciali, municipali". Se la devono vedere con le liste fai-da-te, i candidati fatti in casa, già pronti alle trattative di Montecitorio, e almeno in questo buon sangue italico non mente. In Nord America spopola il giornalista Dom Serafini, abruzzese di Giulianova, candidato al Senato in una lista personale. Lo slogan è deboluccio ('Non guardo a destra né a sinistra, ma avanti'), ma le idee chiarissime: "Il deputato estero non deve farsi coinvolgere nelle beghe della politica italiana. Deve cercare di spremere del succo per la causa estera anche da stanziamenti e leggi che riguardano gli italiani d'Italia". In speranzosa attesa di spremerci, anche il ricco imprenditore Luigi Pallaro, di origine padovana, che corre con una sua lista in Sudamerica. In Italia si schiererà con chiunque vinca le elezioni, Prodi o Berlusconi. "Non possiamo permetterci il lusso di stare all'opposizione. Analizzeremo il dare per l'avere, cosa si può ricevere e cosa bisogna dare per ricevere". Programma ineccepibile: Franza o Spagna.

Di fronte a questa Babele il centro-sinistra è riuscito nell'impresa di presentarsi unito ovunque. Anche se non mancano gli equivoci. Vedi il caso di Renato 'Ron' Turano, arrivato in Illinois da Cosenza all'età di 15 anni, oggi a capo di 650 dipendenti che producono pane. Sul sito della Turano Banking è fotografato in mezzo a rosette e sfilatini. Forza Italia aveva accolto con tripudio la sua candidatura, ma era un errore: Turano correrà per il centro-sinistra. Candidati di punta sono la nord-americana Silvana Mangione; il capolista in Europa Franco Narducci, legato alle Acli; l'ex ambasciatore in Argentina Giovanni Iannuzzi; il presidente delle Assocamere estere Edoardo Pollastri in Brasile. L'europarlamentare Ds Gianni Pittella e il senatore della Margherita Franco Danieli girano in terre lontane come missionari. Nell'agenda di Danieli ci sono l'Australia, il Canada, il Sud Africa. Anche i big vanno in trasferta: Prodi a Bruxelles e a Madrid, Massimo D'Alema a Stoccarda, Piero Fassino a Zurigo, Di Pietro in America. Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, in visita in Argentina, ha tirato la volata ai candidati locali. Pronta una lista di testimonial illustri per il centro-sinistra: Pippo Baudo e Renzo Arbore, e poi Sabrina Ferilli, Cristina Comencini, Yuri Chechi. Nel Nord-America hanno perfino nominato un campaign manager: Gianluca Galletto.

Una corsa contro il tempo: entro il 22 marzo devono arrivare le schede elettorali nelle case degli aventi diritto. Poi si vota: le schede saranno spedite dai consolati al centro della Protezione civile di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma e aperte il pomeriggio del 10 aprile come nel resto d'Italia. E qui si apre il capitolo del rischio-brogli, anch'esso molto all'italiana. Con l'happy-end per chi sarà riuscito a farsi eleggere. Con alcune fastidiose conseguenze, finora poco considerate: come faranno i neo-eletti a partecipare ai lavori del Parlamento? Si trasferiranno in Italia? Faranno avanti e indietro sull'Atlantico nel week-end per curare il collegio, a spese dello Stato? E con la paura di crollare in poche settimane sui divani del Transatlantico e ritrovarsi peones. Planetari, però.



*****************************************************************




THE INDEPENDENT
Expats poll could ally Berlusconi and Turner
By Peter Popham in Rome
Published: 15 March 2006

Two of the world's wealthiest media moguls will find themselves in a de facto political alliance if Angela della Costanza Turner wins a seat in the Italian general election.

Ms Costanza Turner is the daughter-in-law of Ted Turner, billionaire founder of CNN. In Italy's first experiment in giving seats in parliament to expatriates, she is one of 38 candidates fighting to represent the 350,000 Italian nationals in the US on behalf of Prime Minister Silvio Berlusconi's Forza Italia party.

The American and Italian paperoni (super-rich) have plenty in common, including vast media empires, a portfolio of properties and an addiction to the limelight. Ms Costanza Turner is the type of classy blonde one can imagine Mr Berlusconi wishing to put swiftly on the front bench. A 37-year-old architect, she grew up in Genoa and moved to Atlanta 15 years ago. She is running for the North and Central America district in the Italian general election, in which six seats in the Senate and 12 in the Chamber of Deputies will be reserved.

If she wins she has no intention of becoming mere lobby fodder for the party boss. "If I set foot in Rome, it's with the intention of making all those Italians who talk understand the importance of Italians living abroad," she said.

The expats initiative was led by Mirko Tremaglia, 79, the oldest member of Mr Berlusconi's government. He was last in the headlines for making a vulgar crack about gays when Rocco Buttiglione was rejected as European commissioner over his view of homosexuality as a sin.



INES TABUSSO