00 05/03/2006 20:17
La Repubblica
05/03/2006
DALLA CASALINGA ALL'IMMOBILIARISTA.
LA LUNGA ATTESA DEL FEDELE AZZURRO

rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=8166461


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La Repubblica
05/03/2006
"HO SALVATO IO LE OLIMPIADI"

rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=8166462


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Corriere della Sera
05/03/2006
BERLUSCONI: LA SINISTRA "TRUCCA" I MIEI MANIFESTI

rassegna.governo.it/dettaglio.asp?d=8166463


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LA STAMPA
5 marzo 2006

POLITICA
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO AL MAZDA PALACE: «INGIUSTO NON RICONOSCERE QUANTO IL MIO GOVERNO ABBIA FATTO PER LA FIAT»
Il premier attacca Prodi: cieco coi terroristi
Il Cavaliere polemizza anche con Chiamparino e Bresso: le Olimpiadi a Torino merito mio
Ugo Magri

TORINO. «Lasciatemi togliere un sassolino», ha detto Silvio Berlusconi veso la metà del suo comizio di ieri al MazdaPalace. Se l'è levato dalla scarpa e, sempre metaforicamente, l'ha scagliato contro «gli amministratori torinesi». Sulle Olimpiadi, è l'accusa del premier, hanno inquinato il successo d'immagine con «polemiche miserrime» rivolte al governo. Poi il Cavaliere, parlando di Fiat, s'è levato un'altra pietra e ha lanciato pure quella. Ma stavolta non è ben chiaro
contro chi: probabilmente contro Mercedes Bresso, governatore del Piemonte, la quale gli ha subito risposto (sebbene nell'entourage del premier qualcuno sostenga che Berlusconi ce l'avesse sotto sotto con Luca Cordero di Montezemolo).

«Non solo non vengono riconosciuti i meriti del mio governo nel rilancio dell'azienda», è stato lo sfogo dal palco, «ma ci vengono rivolte delle offese, delle offese gravi...». Su un'ora e tre quarti di show davanti a 12 mila fan (dato della questura) cammellati da 180 pullman, un'ora e mezza abbondante il premier l'ha dedicata alla sinistra. Con una variazione di rilievo rispetto alle precedenti tappe del suo giro elettorale d'Italia: solo una volta, e quasi di sfuggita, ha pronunciato la parola «Unipol». «Coop», mai. «Toghe rosse», nemmeno. E' come se la questione morale, cavalcata con impeto fino a due settimane fa, fosse uscita tutto d'un tratto dal repertorio berlusconiano. In compenso un trattamento speciale l'ha ricevuto Romano Prodi.

A parte la battuta ammiccante sul «pane e mortadella» che si meriterebbe chi non legge il programma di Forza Italia, Berlusconi ha rivolto all'avversario un'accusa molto greve. «Prodi vorrebbe un'Europa», ha detto testuale, «che finge di non vedere che cosa accade nel mondo, chiude gli occhi davanti al terrorismo, e lascia intera agli Stati Uniti la responsabilità di combatterlo». Il Professore agnostico davanti a Bin Laden, insomma. Del resto, ha rincarato il Cavaliere, «D'Alema ospitò il terrorista Ocalan», e «perfino alla Baraldini venne riservata un'accoglienza trionfale». Per lui i comunisti sono sempre gli stessi. Semmai, «ultimamente hanno peggiorato» come dimostra il fatto che «tutti i manifesti di Forza Italia sono puntualmente taroccati, e su quelli che mi ritraggono viene applicato un muso da clown».

I nipotini di Lenin e Stalin arrivano a «far circolare una lettera falsa a mia firma, scritta con una certa abilità», ha riconosciuto sportivamente Berlusconi. Se il 9 aprile dovessero mai vincere, la libertà sarebbe a rischio poiché «le sinistre hanno sempre parteggiato per le dittature. Sono vicini a Cuba e alla Corea del Nord, si sono schierati con l'Angola, volevano trattare con Saddam, chiamano resistenti i terroristi e i nostri soldati truppe d'occupazione». Indietro nel tempo, Berlusconi ha rievocato come marchio di perenne infamia il patto Molotov-Ribbentrop tra sovietici e nazisti per la spartizione della Polonia, deplorando l'ignavia europea incarnata dal britannico Chamberlain, che a sua volta gli ha fatto venire in mente Prodi. Ma per fortuna, allora come oggi, c'era Zio Sam (molte bandiere a stelle e strisce si sono messe a sventolare sugli spalti del MazdaPalace). Il nome di Prodi ha sollevato un «buuuuu» da stadio.

Col tono di finto rimprovero, Berlusconi ha definito il comportamento del pubblico «rozzo ma efficace». Poco dopo un isolato contestatore ha rischiato il linciaggio gridandogli «buffone amico della mafia». Dal settore stampa non s'è potuto stabilire che fine abbia fatto. Polemico con la Rai che per il suo discorso al Congresso americano «non ha ritenuto di dover spendere neppure un minuto di diretta», Berlusconi lo è stato ben di più nei riguardi di Sergio Chiamparino. «Le Olimpiadi a Torino sono state un grande successo italiano, con risultati straordinari», ma è «miserrimo» negare i meriti del governo come ha fatto il sindaco.

Semmai, ha restituito i colpi il Cavaliere, «dev'essere chiaro che l'apporto economico delle istituzioni locali è stato inferiore al 2 per cento della cifra spesa». E nell'autunno 2004 il governo dovette intervenire a fronte di un'«assoluta incapacità organizzativa che spinse il presidente del Cio a manifestarmi l’intenzione di spostare le Olimpiadi altrove». Quanto alla Fiat, «ora sta dando segni di ripresa importanti». Ma «nel 2002 l'azienda versava in profondo rosso, e il governo ebbe il coraggio di approvare contro il parere dei sindacati un accordo di programma che consentì di arrivare all'oggi». Ecco perché secondo Berlusconi «non si può stare zitti» quando, invece di un grazie, «ci vengono rivolte delle offese».



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TORINO
LA VISITA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. SI RIAPRE LA POLEMICA SUI MERITI DEL SUCCESSO DEI GIOCHI. GLI ENTI LOCALI E I VERTICI DEL TOROC SI RIBELLANO
Le mani sulle Olimpiadi
Berlusconi: senza di me Torino non ce l’avrebbe mai fatta. Il sindaco: dimentica il ruolo della città
Grazia Longo


Punto primo, i vertici Cio non hanno mai ipotizzato di togliere le Olimpiadi a Torino. Punto secondo, è stato il presidente del Toroc Valentino Castellani a lanciare l’Sos al Cio per i ritardi del governo e la mancanza delle sponsorizzazioni. Punto terzo, il governo ha boicottato la dimensione nazionale dei Giochi depotenziando il ruolo della Rai. Come se non bastasse tutto questo c’è pure il fatto che i fondi per le Olimpiadi erano già stati stanziati dal governo
di centro sinistra. La levata di scudi di Comune, Provincia, Regione e Toroc alla polemica innescata da Berlusconi non lascia spazio a equivoci.

Puntuale e dettagliata si articola in un lungo elenco di smentite su quanto dichiarato dal premier. In sottofondo un’amarezza e una delusione che nessuno riesce a nascondere e che fa esordire Valentino Castellani in un laconico «Che malinconia!». Malinconia per un’occasione sprecata: «È una grande malinconia dover constatare che un successo internazionale venga brandito come clava a puro scopo elettorale». Il vice presidente del Toroc Evelina Christillin ricorda come fosse ieri quando all’inizio del 2004 Castellani segnalò al presidente del Cio Jacques Rogge i ritardi dei finanziamenti romani e la carenza di sponsor. «Vennero a mancare proprio quelle società ad ex controllo statale che avevamo preventivato. Inoltre alcuni cantieri per le infrastrutture procedevano a rilento, ma su questo punto il governo stanziò il denaro necessario. La Rai invece non ci ha appoggiato come dovuto e questo ci ha penalizzati sul fronte introiti pubblicitari».

Lo ribadisce anche la presidente della Regione Mercedes Bresso, che insiste sul merito piemontese dell’organizzazione olimpica. «I problemi che ci sono stati a causa delle tensioni tra il direttore del Toroc Rota e il suo vice Pochettino sono stati risolti con la nomina di Vaciago, figura chiaramente locale e non centrale. La collaborazione di Pescante è arrivata in un secondo momento, in una fase successiva alla crisi che mai, e sottolineo mai, ha fatto balenare a chicchesia l’eventualità di estromettere Torino dalle Olimpiadi». Bresso non sottovaluta né «l’intervento utile di Pescante» né l’impegno del governo, ma sottolinea che la
posta in gioco non erano «le Olimpiadi del Piemonte, ma di tutta l’Italia. Non erano Olimpiadi nostre, ma di tutto il Paese. Peccato che Berlusconi non si sia mai impegnato più di tanto, ma questo la gente lo sa».

Un rammarico espresso anche dal presidente della Provincia Antonio Saitta: «Siamo stati sicuramente trascurati, e l’atteggiamento si è ripetuto anche per le Paralimpiadi che non hanno visto un soldo dal governo. Le finanziamo noi e il Comune per 8 milioni di euro e la Regione per 12». Sulla buona memoria dei piemontesi conta anche il sindaco Sergio Chiamparino, convinto che i torinesi sono perfettamente consapevoli del ruolo svolto dagli Enti locali. «Ho sempre ringraziato il governo - sottolinea - in primis il ministro Pisanu e i sottosegretari Letta e Pescante. Non posso tuttavia dimenticare che se non ci fossero stati gli interventi della Regione per 20 milioni e del Comune per 40 probabilmente i Giochi non si sarebbero neppure fatti».

Chiamparino non risparmia neppure il centro destra torinese, salva solo l’ex governatore Enzo Ghigo «l’unico con un atteggiamento collaborativo». Un complimento probabilmente gradito, considerato che dopo tutto l’impegno profuso Ghigo è stato trascurato. «Sono stato nella cabina di regia delle Olimpiadi, ma nessuno sembra ricordarsene» aveva dichiarato durante le gare. Ieri Berlusconi lo ha superato e ha voluto strafare per riconquistare lo scettro.



INES TABUSSO