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CORRIERE DELLA SERA
10 gennaio 2006
GIAN CARLO CASELLI
«Rispettare la funzione dei pm, ecco il discrimine tra i politici»

MILANO - Bancopoli, i rapporti tra economia e politica, le polemiche su Unipol che travolgono i Ds. «Nel merito, vuoi giudiziario, vuoi d’altro tipo, di tutte queste questioni, e non faccio riferimento a nessuna in particolare, non ho né titolo né ruolo per interloquire» scandisce Gian Carlo Caselli, procuratore generale di Torino. Poi aggiunge: «Da un punto di vista generale e astratto, però, osservo che c’è un discrimine all’interno del mondo politico italiano. Tra chi, pur criticando un intervento giudiziario, rispetta la funzione della magistratura e chi, invece, a priori non accetta di essere sottoposto al controllo della legalità e cerca di ostacolarlo in ogni modo. La storia giudiziaria degli ultimi anni è costellata di episodi del genere e questo è un unicum nel raffronto tra il nostro Paese e gli altri». Il «discrimine» di cui parla Caselli non dipende da chi è finito sul banco degli imputati, «perché negli scorsi anni ci sono stati sia questi sia quelli», ma piuttosto «dall’atteggiamento, di alcuni soltanto, rispetto al magistrato che fa il suo dovere e quindi deve, sottolineo, occuparsi di qualcuno o qualcosa che a volte non ama il controllo di legalità. In Italia quando il magistrato incrocia determinati interessi deve aspettarsi, a prescindere, gli attacchi, le accuse di essere politicizzato, persecutore, giustizialista. Ma vengono da una parte sola della politica e questo è il discrimine che a me, da giurista, interessa rilevare». Ora, però, l’inchiesta Unipol trascina anche i Ds al centro delle polemiche: dovrebbero essere tenuti a un atteggiamento di particolare trasparenza? «Io non ho niente da insegnare a nessuno - dice Caselli -. Posso solo rilevare quanto di negativo è accaduto in passato in certi settori e augurarmi che non succeda più, da nessuna parte politica. Valutare l’intervento giudiziario sulla base dell’interesse, anziché del rigore, è micidiale. Ma non mi pare che in questa fase ci sia già uno scatenamento contro la magistratura, anche se qualcuno, con riferimento alle ultime inchieste, ha cominciato a parlare di "regali di Natale"».
Mario Porqueddu

INES TABUSSO