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"IL PIU' MIGLIORE AL MONDO"

2001
"IL PIU' MIGLIORE AL MONDO" con Arturo Paglia e Roberto Freak Antoni, esce nelle sale il 03/05/2001. Il film vede la partecipazione di Marco Travaglio, Elio Veltri, Antonio Di Pietro, Vauro Sanesi, Cristina Matranga.
Regia di Aurelio Grimaldi


La7
25a Ora - Il Cinema Espanso
Conduce:
Steve Della Casa
Programma dedicato al cinema italiano e d'autore.

LA NOTTE SCORSA E' ANDATA IN ONDA:

Puntata del 31/10/2005 01:25

Nuova settimana della 25a Ora Il Cinema Espanso, programma di LA7 dedicato al cinema italiano e d'autore. Lunedì 31 ottobre: "Il più migliore al mondo" di Aurelio Grimaldi ospite in studio. Il regista e il produttore della Arancia Film Leonardo Giuliano, hanno realizzato un film a metà strada tra documentario e finzione, tra cinema e reportage televisivo, dedicato alle fortune politiche ed economiche di Silvio Berlusconi, partendo dalla beffarda domanda di Daniele Luttazzi "Dove ha preso i soldi, Cavaliere?". "Il più migliore al mondo" è un film fantasma che nel 2001 si è guadagnato mezza pagina su "Le Monde" ma che in Italia nessuno ha visto.

Regia: aurelio grimaldi
Interpreti: aurelio grimaldi, roberto freak antoni, arturo paglia, loredana cannata, antonio di pietro.
Produzione: Gruppo Pasquino
Durata: 103'
Genere: commedia

Trama:
"Cavaliere, dove ha preso i soldi?"
Su questo interrogativo inquietante si snoda il percorso di Aurelio Grimaldi e della sua "scalcagnata" troupe alla ricerca di una risposta. Ne esce uno spaccato storico italiano, di cui difficilmente ci potremo dimenticare, inquietante nelle sue risposte quanto l'interrogativo iniziale.

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da:
La Domenica di Repubblica
DOMENICA 23 GENNAIO 2005
IL FENOMENO
Ferrario: siamo bravi ma l’Italia ci ignora
PAOLO D’AGOSTINI

"Molte delle firme del documentarismo
italiano di oggi sono di
provenienza torinese: forse nella
“città-laboratorio” è più che altrove
viva la cultura dell’indagine sociale..."

"Gli stessi temi che trattati in un documentario cadono
nell’indifferenza vengono presi in considerazione
solo quando passano attraverso
la finzione. Di cose belle se ne fanno
tante ma chi le vede? Nei festival, e finisce
tutto lì. La rinascita di cui si parla
riguarda più una situazione di movimento,
vera, che non degli effettivi esiti.
E della vitalità di questo movimento
sono stati testimonianza gli Stati Generali
del documentario convocati in novembre
a Bologna. Tipicamente italiano:
vitale ma ignorato. La forma-documentario
era ed è snobbata».
In Italia, insomma, non c’è e non potrà
mai esplodere un fenomeno Michael
Moore. Ferrario: «È dal ’94 che ho in piedi
un progetto intitolato Io sarò tutti voi,
le parole pronunciate da Berlusconi all’inizio
della sua discesa in campo.
Quindi qualcuno, in questo caso io, l’idea
l’ha avuta, come del resto la ebbe
anche Aurelio Grimaldi il cui documentario
Il più migliore al mondo si guadagnò
nel 2001 mezza pagina su Le Monde
ma in Italia nessuno ha visto. Ma Berlusconi
non è Bush, l’Italia non è gli Stati
Uniti, e l’unico che riuscirà in questo intento,
se ci riuscirà, sarà Nanni Moretti
con il suo annunciato film Il caimano. È
la forma del documentario che qui non
passa. Inteso come oggetto che affronta
una realtà secondo un punto di vista, di
un autore che esprime una visione tanto
concettuale che estetica. Quando nel
’91 feci Lontano da Roma, documentario
sulla Lega, s’incazzarono tutti e in
Rai non me lo comprarono. Solo nell’aprile
’94, subito dopo la vittoria del centrodestra,
me lo chiese Guglielmi per
RaiTre. Sdoganato quando non aveva
più un valore profetico ma era diventato
attualità. Un esempio di come la capacità
critica e problematica del documentario
è negletta, trascurata. Michael
Moore in fondo è una specie di
Chiambretti, ma se Chiambretti facesse
un documentario su Berlusconi sfonderebbe
allo stesso modo di Fahrenheit
9/11?». Soluzioni? «Con La strada di Levi
mi propongo di spezzare la ghettizzazione.
Sarà lungo 90 minuti, la durata
convenzionale di un film, sarà per le sale,
e in Cinemascope».

INES TABUSSO