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Claudio Sabelli Fioretti intervista Anna Falchi
Corsera Magazine
11 agosto 2005

Al matrimonio tra Stefano Ricucci e Anna Falchi bisogna riconoscere una cosa:
è stato sobrio. Solo 28 presenti, sposi compresi, lontani dalle polemiche
sulla scalata dell'immobiliarista di Zagarolo al Corriere della Sera e sull'intervista
data dall'attrice italo-finlandese a Denise Pardo dell'Espresso. Quando ho
incontrato Anna Falchi, sul nostro colloquio aleggiava un lieve conflitto
d'interessi perché suo marito è il primo azionista del mio giornale anche
se fuori dal patto di sindacato che gestisce il Corriere. Un po' di tensione
era inevitabile.
Nei giorni precedenti, telefonate di avvocati, richieste di garanzie e cose
del genere non mi sono state risparmiate. Anna era rimasta troppo scottata
dall'intervista dell'Espresso e Stefano temeva che potesse succedere di nuovo.
Lo capisco: oltretutto erano i giorni caldi che avrebbero portato Ricucci
sulle prime pagine di tutti i giornali travolto dall'affaire Fazio e dalla
«sospensione» comminatagli dal giudice Clementina Forleo. Risultato: è la
prima volta che faccio un'intervista a una signora alla presenza silente
dell'addetto alle Pubbliche relazioni di suo marito.

Anna Falchi, sconto «il peccato» di Denise Pardo?
«È stata un'intervista di corsa, al telefono, mentre ero in macchina. Alla
fine non tutto corrispondeva a quello che avevo detto».

Vediamo: aveva detto che Ricucci non è un parvenu perché porta i gemelli?

«Assolutamente no. Non avevo parlato di gemelli».

Ma Ricucci porta i gemelli?
«Certo che li porta. Moltissimi uomini portano i gemelli».

Aveva detto che voi non siete cafoni e che lo sapete che il tight si porta
solo di mattina?
«Non con quelle parole. E poi è vero che il tight si porta di mattina, ma
è anche vero che grazie ai consigli di Armani, Totti ha indossato il tight
di sera».

Dimentichiamo Denise. Lei avrebbe mai immaginato da bambina che si sarebbe
sposata un miliardario famoso?
«Quando ho conosciuto Ricucci la famosa ero io e lui non lo conosceva nessuno.
Io il mio primo miliardo l'ho guadagnato dieci anni fa, nel 1995, prima di
lui. Io sono ricca da tempo».

Lei ha fondato una casa di produzione perché «vuole spezzare le lobby delle
solite gang del cinema».
«Le pare che userei parole come "gang"?».

Ma il concetto è giusto?
«Il mio sogno fin da bambina è stato comandare. Sono sempre stata una leader.
Mi sono imposta con grande personalità, anche troppa. Sono un tipo aggressivo,
presuntuoso e ambizioso».

Ce le ha tutte.
«Non lo nego».

Come viene vissuta una donna produttrice?
«Non viene accettata. Io vengo sempre citata come l'attrice che si spoglia.
Ma non ho fatto solo calendari. Ho lavorato con i più grandi registi. Non
c'è meritocrazia in Italia, non c'è la possibilità di riscattarsi. Ti continuano
a rinfacciare il passato: mi dicono addirittura che mi sono comprata la laurea.
Ebbene sì: ambisco a diventare una grande attrice. È sconveniente? Studio,
mi impegno e a nessuno gliene frega niente. Benissimo, dico, mi metto al
di là della scrivania. E produco. Bisogna insistere per cambiare il sistema.
Tentare di fare nel cinema quello che Stefano sta cercando di fare nell'economia».

Avete scelto la comunione dei beni sposandovi.
«Non è stata una mia idea. Stefano ha un cuore incredibile, una generosità
impensabile, cosa molto rara perché i parvenu sono tutti tirchi».

Ma Stefano non è un parvenu, l'abbiamo già stabilito.
«Mi ha detto: non possiamo mica separarci prima di sposarci».

La comunione dei beni è pericolosa. Magari invece di soldi si trova un sacco
di debiti.
«Un conto è Ricucci, un conto è la sua società. Io non ho mica sposato la
Magiste».

Hanno ragione allora i giornali a fare i maliziosi.
«Io sto coronando un sogno d'amore, che cosa c'entrano i soldi?».

Lady Finanza...
«Odio chi mi chiama Lady Finanza».

E «la finanzata» le piace?
«Questa è carina. Chi l'ha inventata?».

Io.
«Complimenti. È proprio divertente: la finanzata».

Mi racconta un po' della sua vita?
«Ricordo un'infanzia di povertà dominata da seri problemi economici. La mia
rivalsa è stata la scuola. Sono quasi sempre stata la più brava della classe».

Miti?
«Lady Oscar, Candy Candy, Heather Parisi, Pippo Franco, Corrado, Rita Pavone,
Albano e Romina».

Non si risparmiava niente.
«Mi piaceva anche Nino D'Angelo».

Ha cominciato presto a fare la modella.
«A tredici anni. Pubblicità per porte blindate. In pelliccia. Facevo la panterona».

Non era brutta e piatta?
«Brutta e piatta?».

L'ha detto lei.
«Ero molto secca. Magra, magra, magra».

Incredibile.
«Una stampella. Poi, a sedici anni, mi si è formato questo sederino al quale,
devo dire, tutti i ragazzetti dedicavano sguardi compiaciuti».

Ha fatto qualche plastica?
«Avevo il seno asimmetrico. Una tetta grande e una piccola. Anzi una abbondante
e l'altra non c'era proprio. Sono asimmetrica. Ho anche il viso storto».

Anna, non si butti giù.
«Ma è vero. Ho un occhio più alto e uno più basso. Un piede più grande e
uno più piccolo. Io mi faccio fotografare da sinistra. Il lato destro del
mio viso è brutto».

A me piace come il sinistro.
«Guardi le mie labbra».

Anche le labbra adesso?
«Non vede?».

Che cosa dovrei vedere?
«La parte di destra è molto più grande di quella di sinistra».

Niente silicone?.
«Sono a favore della chirurgia. Ma solo quando corregge difetti che creano
complessi. Poi diventa una droga. Le donne si fanno le siringhe già a 30
anni. Tutte le mie colleghe, tutte, si sono già rifatte tutto».

È anche roba che costa.
«Il mio seno è costato 15 milioni. Ho dovuto pagarlo a rate. Un milione e
mezzo al mese. Ma mi sentivo obbligata. Ha mai visto in copertina una senza
tette?».

Insomma non è un bel ricordo.
«No. Anche perché il chirurgo si è comportato male. Anzi, la moglie si è
comportata male andando a sbandierare a tutti che avevo fatto l'operazione.
Ma non esiste il segreto professionale»?

Vogliamo vendicarci facendo i nomi?
«Certo, Daniela Santanché e il suo primo marito. È stata lei a spifferare
che il marito mi aveva rifatto il seno. Proprio lei che è rifatta dalla testa
ai piedi».

Le piacciono le auto veloci.
«A chi non piacerebbero?».

Che auto ha?
«Una Smart».

E sarebbe un'auto veloce?
«Però è cabrio».

Il massimo della macchina sportiva che ha avuto?
«Un Mercedes cinquemila».

Il massimo della velocità raggiunta?
«Se lo dico mi ritolgono la patente».

Le hanno già tolto la patente?
«Ma non andavo fortissimo. Io sono andata anche a 300 all'ora».

E fanno bene a toglierle la patente.
«Ma la volta dei 300 all'ora era sul circuito di Misano Adriatico. Su un
Bmw Z3. Mi piacevano da matti i testa-coda».

Il primo amore.
«Francesco Di Mauro, ingegnere, siamo stati insieme quattro anni. Vivevo
con lui e con un altro ragazzo. Tipo due cuori e una capanna».

Tipo tre cuori e una capanna.
«Io ero la schiavetta. Mettevo in ordine, pulivo, cucinavo. E loro mi difendevano».

Come ai tempi dei cavernicoli.
«La mania per le pulizie mi è rimasta. Vado pazza per il Folletto. Stefano
l'ha capito e me ne ha regalato uno fantastico quando mi corteggiava. Con
il Folletto faccio cose incredibili. Inseguo le mosche e le zanzare per casa
e le aspiro».

Molti altri amori hanno riempito le pagine dei giornali di gossip.
«Adesso sono una signora sposata».

Cercherò di essere discreto.
«Max Biaggi è l'unico fidanzato che mi è rimasto nel cuore. Guardo ancora
tutte le sue gare, tremo con lui. Di Fiorello non ho un buon ricordo. È una
persona completamente diversa da come appare».

Don Mazzi una volta disse: tenetela lontana dai bambini, è sempre nuda.
«Non mi piace don Mazzi. Sta sempre in tv. Un prete dovrebbe fare il prete,
andare in Africa, non all'Isola dei Famosi. È anche volgare e dice sempre
parolacce».

Lei è spesso paragonata a Rita Rusic e Veronica Lario.
«Sono storie diverse».

Rita Rusic ormai è una cantante rock.
«Con la bandana in testa e la pancia di fuori. Alla sua età, è un po' patetica».

Veronica Lario?
«Troppo all'ombra. A me piacerebbe vederla di più nel suo ruolo di First
Lady. Il suo comportamento mi sembra troppo maschilista».

È vero che lei ha incontrato gli Ufo?
«Due Natali consecutivi. C'erano anche mia madre e mio fratello Sauro».

Com'erano fatti?
«Era una navicella a forma di disco volante. Ferma su quattro piedi davanti
a casa mia, bianca, con una luce rossa intorno e un rumore assordante, tipo
sirena. Dopo un po' se ne è andata. Erano le cinque del mattino. Per la paura
ci siamo chiusi dentro un armadio, terrorizzati».

Matrimonio: volevate Vissani ma vi ha chiesto dieci milioni di lire a coperto...
«Non è esatto. Siamo andati a mangiare da lui e ci ha fatto pagare 800 euro
a testa. Una follia. Non è che perché uno è ricco deve pagare cifre del genere.
È un insulto alla povertà. Lui ha detto che avevamo scelto un gran vino,
ma noi mica lo avevamo scelto, ce l'aveva appioppato lui. Così gli ho chiesto
un preventivo per il matrimonio e lui mi ha sparato 40 mila euro per 28 persone».

Da Vissani: si mangia bene e si spende poco. Sa com'è. È di sinistra, è lo
chef dalemiano.
«Lui ha detto: "Mentana mica mi ha chiesto il preventivo quando ho fatto
il pranzo del suo matrimonio". Ma siamo sicuri che Mentana abbia pagato?».

Al matrimonio c'erano giornalisti?
«Invitati no. Ma c'era un'infiltrata, una pazza tedesca. Io credevo che fosse
un'amica di Stefano e Stefano credeva che fosse un'amica mia. Invece era
un'amica di Massimo Sestini che mi dicono essere il più grande paparazzo
della storia».

Le avete sequestrato le foto?
«Naturalmente. Ma credo che ci fosse anche un traditore fra gli ospiti. Una
foto, fatta con un cellulare, è uscita».

Non avevate sequestrato i cellulari?
«Sequestrati? Erano stati consegnati all'ingresso».

Come le pistole alle feste dei banditi. Tutto perché avete dato l'esclusiva
a Chi.
«Gratis. Chi è l'unico giornale che ci ha trattati sempre bene».

Lei fece scandalo quando si levò le mutandine e le consegnò a Daniele Luttazzi
davanti alle telecamere...
«Capirai che scandalo. Secondo lei una donna di spettacolo si toglie le mutandine
davvero? Non sono mica Eva Henger o Ilona Staller. Era un gioco, una gag!».

Gag o non gag si è tolta le mutandine davanti alle telecamere.
«Ma erano slip finti. Sotto avevo quelli veri. Ma sa una cosa? Un grosso
nome della Rai ha tentato di tutto per averli».

Fermi tutti! Questo nome lei me lo deve dire. Anna, sono disposto a pagare
qualsiasi cifra. Del Noce? Cattaneo? Vespa?
«No. Nessuno di quelli che sono ancora in Rai. È uno che è andato via».

Lei è litigiosa?
«Molto. Una volta ero a cena con un manager da strapazzo che aveva la parrucca.
Eravamo un gruppo di ragazze, tutte disperate, in cerca di provini. E lui
prometteva grandi cose. E ci invitava a cena. E portava degli amici. Io cominciai
a sospettare e gli chiesi che cosa significasse e lui mi disse che sarebbero
stati disposti anche a pagare 150 mila lire a sera. Lo insultai e me ne andai.
Ma prima afferrai la sua parrucca e la scaraventai via. Al Matriciano. Serata
memorabile».

E la storia del finto amore con Troisi?
«Finto amore (ride)...».

Finto o non finto?
«Lo dice lei che è finto».

Allora è vero!
«Non si parla di chi non c'è più. Massimo rispetto per Massimo».

Gli italiani debbono sapere.
«Cose vecchie che rimangono nel cassetto dei ricordi».

Lei ha detto che Stefano è un sosia di Alberto Sordi.
«Stravolgono sempre tutto».

Siamo qui per correggere.
«È un mattatore, un matt'attore come dico io. Sul lavoro è serio ma la sera
diventa un allegrone. E fa le battute alla Sordi, ecco».

Come l'ha conosciuto?
«Per incontrarmi si era spacciato per un semplice venditore di case».

Piacere, Tecnocasa...
«Una cosa del genere».

Lei è una tradizionalista. Voleva essere portata in casa in braccio allo
sposo.
«Non ce l'ha fatta. Peso troppo».

Si è sposata in bianco.
«Era il mio primo matrimonio; Avrei dovuto rinunciare all'abito bianco? Ormai
non è più simbolo di verginità. E quelle che si sposano in bianco e con la
panza?».

Spesso, per colpire Stefano, dicono che ha fatto l'odontotecnico. Come fosse
un'offesa.
«È umano che si voglia crescere. Ha cominciato come odontotecnico. E allora?».

Ha avuto qualche problema con la giustizia, da odontotecnico.
«Cose futili, nulla di grave...».

Esercizio abusivo della professione di dentista...
«Non lo so. Probabilmente non ero neanche nata».

Per chi vota?
«Una volta di qua, una volta di là».

Chi le piace fra i politici?
«Berlusconi, Fini, Fassino, D'Alema, Follini, Bertinotti, La Russa, Casini,
Veltroni».

Tutti.
«Mi piacciono i leader, coloro che si distinguono dalla massa...».

Ce n'è qualcuno che non le piace?
«Rutelli».

Si distingue dalla massa.
«Ma non mi è simpatico. Prima fa il radicale e poi si sposa in chiesa».

Qual è la televisione che non le piace?
«Quella in cui ci sono persone improvvisate senza nessun tipo di qualità.
Come nei programmi di Maria De Filippi».

È vero che chiama suo marito Gastone?
«Ma no! Ho solo detto che è fortunato come Gastone».

In che senso?
«Trova soldi per terra. Va in un bagno e trova un anello importante».

Chi è il giornalista che le piace di più?
«Come si chiama? Sabelli Fioretti».

Lei è un'intenditrice. Però a Denise Pardo aveva detto Alberoni e Lina Sotis.
«Avevo solo detto che mi hanno regalato i loro libri».

INES TABUSSO