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memorie di adriano

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    IMP CAES
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    00 07/05/2007 22:53
    qualcuno ha letto "memorie di adriano" della scrittrice francese
    Yourcenar M.??se si me lo consigliereste o no??perche ho sentito che è molto bello,pero vorrei sapere un parere da chi lo ha letto in questo forum.



    Nell'intero corso del tempo, forse a partire dalla fine del Neolitico, sono esistiti al mondo tre tipi di persone: gli Alti, i Medi e i Bassi. Gli obiettivi di questi tre gruppi sono assolutamente inconciliabili fra loro. Lo scopo principale degli Alti è quello di restare al loro posto, quello dei Medi di mettersi al posto degli Alti. Obiettivo dei bassi, sempre che ne abbiano uno (è infatti una caratteristica costante dei Bassi essere troppo disfatti dalla fatica per prendere coscienza, se non occasionalmente, di ciò che esula dalle loro esistenze quotidiane), è invece l'abolizione di tutte le distinzioni e la creazione di una società in cui tutti gli uomini siano uguali fra loro. In tal modo nel corso della storia si ripropone costantemente una lotta sempre uguale a se stessa nelle sue linee essenziali. Per lunghi periodi si ha l'impressione che gli Alti siano saldamente al loro posto, ma prima o poi giunge il momento in cui o smarriscono la fiducia in se stessi, o perdono la capacità di governare, o si verificano entrambe le cose. Sono allora rovesciati dai Medi, che attirano i Bassi dalla loro parte fingendo di lottare per la giustizia e la libertà. Conseguito il loro obiettivo, i Medi ricacciano i Bassi alla loro condizione di servaggio, diventando a loro volta Alti. Ben presto da uno dei due gruppi rimanenti, o da entrambi, ne germina uno nuovo di Medi, e la lotta ricomincia da capo. Dei tre gruppi, soltanto quello dei Bassi non riesce mai a realizzare i propri fini, nemmeno temporaneamente. Sarebbe eccessivo sostenere che nel corso della Storia non ci siano stati miglioramenti materiali di alcun genere. Perfino in un periodo di decadenza quale quello attuale, l'uomo medio si trova in condizioni materiali migliori rispetto a qualche secolo fa, ma nessun incremento del benessere, nessun addolcimento dei costumi, nessuna riforma o rivoluzione hanno minimamente favorito l'uguaglianza fra gli uomini. Dal punto di vista dei Bassi, ogni mutamento storico ha prodotto solo un cambiamento per quanto riguarda il nome dei loro padroni.

    George Orwell "1984"


    "Sulla base democratica si innalza, nascondendola, la struttura oligarchica dell’edificio”. Robert Michels (1876-1936)

    “I Romani hanno conquistato il mondo con la serietà, la disciplina,
    l’organizzazione, la continuità delle idee e del metodo; con la convinzione
    di essere una razza superiore e nata per comandare; con l’impiego
    meditato, calcolato, metodico della più spietata crudeltà, della fredda
    perfidia, della propaganda più ipocrita, messe in atto simultaneamente o di
    volta in volta; con una risolutezza incrollabile nel sacrificare sempre tutto
    al prestigio, senza essere mai insensibili né al pericolo, né ad alcun rispetto
    umano; con l’arte di alterare nel terrore l’anima stessa dei loro avversari, o
    di addormentarli con la speranza, prima di asservirli con le armi; infine con una manipolazione così abile della menzogna più grossolana da ingannare persino la posterità e da continuare ad ingannarci. Chi non riconoscerebbe
    questi tratti?”. Simone Weil "Riflessioni sulle origini dell’hitlerismo" 1939)
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    WOLFgang 88
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    preistoria
    00 10/08/2007 15:07
    Io l'ho letto ed è fantastico, è il libro che mi ha segnato maggiormente assieme a Cuore di tenebra di Conrad. [SM=x278679] [SM=x278679] [SM=x278679]

    Adriano stesso scrive in una lunga lettera dedicata al futuro Marco Aurelio, colui che realizzerà il sogno dell'imperatore-filosofo. La sua esperienza di vita è divisa in tre fasi: la tensione giovanile quasi romantica dove la virtù è l'eccesso stesso di virtù, la vita adulta dove realizza l'ideale di humanitas classica (all'eccesso subentra l'armonia e l'equilibrio) fino a sentirsi dio semplicemente perchè era uomo, infine la vecchiaia che si relizza in una stupenda analisi della morte e della condizione umana.

    Il tema centrale è la civiltà classica che Adriano contribuì a formare unendo Roma e Grecia con le sue iniziative e i suoi viaggi. Alla fine infatti comprende che noi possiamo morire, ma la nostra cultura vivrà in eterno (nella mia firma c'è il passo bellissimo in cui esplica proprio quest'idea)
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    -HUMANITAS- Sapere aude
    Quando gli dei non c’erano più e Cristo non ancora, tra Cicerone e Marco Aurelio, c’è stato un momento unico in cui è esistito l’uomo, solo

    Homines sumus, lux ac tenebra mundi, dramatis personae in aequore universi
    Maledetti, trafitti dalla passione, l'amore ci sopravvive, l'arte ci rende immortali
    La tristezza è il nostro destino; ma è per questo che le nostre vite saranno cantate per sempre, da tutti gli uomini che verranno
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    -Dove c’è molta luce l’ombra è più nera-

    "Sopravvivranno le catastrofi e le rovine; trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l'ordine. La pace s'instaurerà di nuovo tra le guerre; le parole umanità, giustizia, libertà ritroveranno qua e là il senso che noi abbiamo tentato d'infondervi. Non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno; vi saranno uomini che penseranno e vivranno come noi: oso contare su questi continuatori che seguiranno ad intervalli regolari lungo i secoli, su questa immortalità intermittente. Cabria si preoccupa di vedere un giorno il pastoforo di Mitra o il vescovo di Cristo prendere dimora a Roma e rimpiazzarvi il pontefice massimo. Se questo giorno venisse, il mio successore lungo i crinali vaticani avrà cessato di essere in capo di una banda di settari per divenire una delle espressioni dell'autorità universale. Erediterà i nostri palazzi, i nostri archivi; differirà da noi meno di quello che si potrebbe credere. Accetto con calma le vicissitudini di Roma eterna" (Memorie di Adriano, M. Yourcenar)

    "Questo è il motivo per cui sostengo che Kurtz era un uomo notevole. Aveva qualcosa da dire. La disse. Visto che anch’io ho dato un’occhiata oltre il limite, comprendo meglio il senso di quello sguardo fisso che non distingueva la fiamma di una candela, ma che era grande abbastanza da abbracciare l’universo intero, acuto abbastanza da penetrare tutti i cuori che battono in quelle tenebre. Aveva tirato le somme, aveva espresso il suo giudizio. “Che orrore, che orrore”. Era un uomo notevole. […] Il suo grido era un’affermazione, una vittoria morale pagata a costo di innumerevoli sconfitte, di abominevoli terrori, di abominevoli soddisfazioni. Ma è stata una vittoria. Forse tutta la saggezza, tutta la verità e tutta la sincerità sono concentrate in quell’inapprezzabile attimo in cui superiamo la soglia dell’invisibile, forse" (Cuore di tenebra, J.Conrad)