Nuvole all'orizzonte - 41° cap. (regit)
Era proprio tardi, quasi mezzogiorno e sembrava un giorno comune in quella radura solitaria : non c'era aria di vita in casa, dormivano tutti come se fosse notte. Turi scese giù , aveva smaltito in parte quella paura che riguardava il suo rapporto con Selly; sentiva addosso un turbamento ogni volta che la pensava; una cosa forse aveva capito bene , che lei al di là di tutto ,lo amava . Con questi pensieri e muovendosi silenziosamente, raccattò qua e là le cose che erano rimaste in mezzo poche ore prima , facendo attenzione a non svegliare Apollonio e Fengary che dormivano sul divano come due cuccioli di gatti, appoggiati l'uno all'altra sotto un piumino rosso . Facevano tenerezza. Fu per non svegliarli che andò nel sottoscala , liberò il cane e lo portò fuori; lo lasciò libero e , come al solito succedeva quando si vedeva senza controllo, quel forsennato scappò sulla strada. Come una lepre,Turi gli corse appresso , finchè non lo raggiunse e lo trascinò per la collottola fino alla striscia davanti a casa. Qui lo legò al sedile di pietra e sedette pure lui. Le colline in fondo alla vallata brulicavano di verde e nei pressi il pescheto ormai in fiore spiccava sull'erba , che cominciava ad essere alta e necessitava di essere estirpata. Senza gridare ,ma con voce ferma , parlava col cane e lo rimproverava per quell'inutile corsa che gli aveva fatto fare;quello come se lo ascoltasse lo guardava in faccia e poi chiudeva gli occhi come a dar segno di aver capito. Poi si passò una mano prima nei capelli ,irti come spine di ricci e incollaticci di gel, indi sul viso ,come a stirarsi i segni delle preoccupazioni che molto sovente apparivano sotto forma di rughe. Una vita difficile la sua, tra l'altro di un lavoro ingrato e non retribuito, in balia alle intemperanze del clima , che spesso e volentieri riusciva a disattendere il frutto dei suoi sacrifici . Senza parlare di altre cose ,sue personali , o della vita in genere ,che lo rendevano sempre più distaccato dal resto del mondo e gli facevano preferire quella vita in solitudine tra cielo e terra. Ma pure in tante contraddizioni , sopravviveva grazie agli hobbies che si creava e che erano ormai diventati la sua passione. Amava infatti leggere e scrivere e passava tutto il suo tempo libero affacciato su quella finestra del mondo che si chiama cultura. E qui, grazie alla sua intelligenza aveva acquisito padronanza di tecniche sia nella scrittura , che nei linguaggi ,che nella scelta di applicazioni degne di meritevole riguardo. Era segno di orgoglio per lui sottolineare, ogni qualvolta se ne presentava l'occasione , che ... era solo un "lavoratore della terra". Ma la sua casa brulicava di libri, riviste, quotidiani, sparsi in ogni dove, sempre a portata di mano e tenuti con cura .Era aggiornatissimo e non mancava mai l'occasione di poterlo dimostrare. Ad un tratto sentì un rumore, era immerso nei suoi pensieri ,alzò gli occhi ma il sole di mezzogiorno gli impedì la visuale. Si alzò e portandosi una mano a visiera sulla fronte guardò verso il cancello :vide una macchina ferma proprio al limitare della sbarra di protezione. Si tirò su la bretella della salopette e si avviò sul passaggio . -- Chi sarà ?-- pensò , ma il sole gli batteva negli occhi e non riusciva a veder chiaro. Quando fu nei pressi della macchina vide, affacciata al finestrino ,la testa di una bambina di circa due anni, che gridava :-- Zio Turi, zio Turiiii !-- agitando la manina in segno di saluto. --Porca boia !-- pensò nella mente,-- Ma chi è che mi chiama zio Turi, se io non ho bambini nella mia famiglia? Ma va a veder chiaro chi è ?-- E si accostò alla macchina scoprendo con grande sorpresa Cobalto e Florentia . -- Accidenti ! Mi stavo dicendo appunto , chi mai potrà essere che mi chiama così? Ma guarda qua... che bella sorpresa,ormai mi ero rassegnato.-- Alzò la sbarra e la macchina la oltrepassò seguendolo al passo , mentre Cobalto si scusava di essere arrivato tardi a causa di un lavoro che l'aveva trattenuto. La bambina , invece volle uscire dal finestrino e gli piombò in braccio coprendolo di baci.
Lui si commosse , non si aspettava tanta affettuosità da una bambina che tra l'altro non lo conosceva e ripeteva: -- Ma , guarda questa qui ! Ma quando mai m'hai visto prima di oggi? Ma chi sei? --- E Viola , come a rispondergli gli tirava i capelli e gli ,metteva le dita negli occhi. -- Ma,por...boia! ,,, vuoi stare un pò ferma?-- le diceva baciandola e facendole le pernacchiette sul collo. --Zio Turi, zio Turiiii -- continuava quella tirandogli le orecchie e ridendo a crepapelle. Finchè non arrivarono alla casa , lo fece martire , tal che lui non riusciva a rispondere alle domande che gli faceva Florentia. Quando finalmente arrivarono davanti a casa , gli altri erano già usciti e gridavano da matti per la gioia. Finalmente tutti riuniti e non mancava nessuno; ora avevano due giorni interi da passare insieme.