Riassunto: Le Tane dei Mannari ospitano un nuovo figlio. Un figlio in fin di vita, ma che sta facendo di tutto per resistere al dolore fisico e soprattutto agli incubi che il veleno della bestia genera. Accanto a lui ci sono Edave e Valstaf. Il Rettore si affretta a portare le prime cure, ricucire le ferite, cauterizzare il morso. Valstaf porta la cena. Quando Cristobal si sveglia deve affrontare la realtà. Una realtà contraddittoria, che ancora non digerisce. Ma da persona intelligente, da buon Trekindoo, non ne vede solo lati negativi.
Commento: grazie per il pronto soccorso e per avermi accolto in famiglia. Lascio ad Edave il commento tecnico
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[GDR START - ATTENDERE RESPONSO]
Che sia notte, giorno, poco importa al Bosco Oscuro, il sole, la luna, ogni luce viene scacciata e mangiata da quel putridume scheletrico da cui la nebbia stessa pare sorgere. Ma vi è un punto preciso, esattamente al centro di questo bosco atro, nel quale la vita esplode, la radura dei mannari, le tane del Branco. Solo i figli della luna conoscono la via per giungervi, un segreto che per secoli è stato mantenuto, un segreto che a costo della vita non viene rivelato nemmeno sotto tortura. Nessuno può accedervi, nemmeno gli amori più grandi dei lupi, deve scorrere sangue mannaro nelle vene, sia esso quello di un puro o di un figlio della luna, per posare il piede in quel terreno considerato sacro e difeso dai licantropi. Una ampia radura di circa 40 mt di diametro, addossata ad una sporgenza rocciosa, la roccia da cui l'alpha comanda, la roccia da cui il wendingo dispensa i suoi riti, la roccia ai piedi della quale si combatte per divenire il Primo tra i lupi. Tutti intorno anfratti che si aprono come orrende bocche a mostrare grotte, all'apparenza vuote ma se si ha il coraggio di addentrarsi si noterà come ognuna abbia una protezione che la difenda dal vento, dalla pioggia e dal sole, come in ognuna di esse ci siano dei comodi giacigli e molti oggetti personali e cimeli di vita, morte e guerra. Si espandono a semicerchio sotto la roccia dell'alpha che ospita la tana del wendingo. Sul lato opposto della radura costruzioni di legno che la delimitano, all'apparenza grezze ma spuntate in acuminate punte rivolte all'esterno. Al centro una perfetta cucina da campo, un tavolo rovinato dalle intemperie, rastrelliere per le armi coperte da un velario consunto, pelli di conigli e di altri animali scuoiate e appese prima della concia, carne conservata sotto sale. Appena a sinistra, dando le spalle alla tana del wendingo, appena fuori un ruscello d'acqua che nasce da una fonte che sgorga dalla roccia dell'alpha. Cristobal è nella ultima tana a sx (sempre dando le spalle alla roccia dell'alpha), la tana che fu di ciara, un comodo giaciglio, pelli di animale a tenerlo caldo, una candela che rischiara la penombra. Il fuoco scoppietta al centro della radura, una figura che indossa solo una bianca tunica lentamente si muove sino all'ingresso della tana illuminati i rossi capelli, il volto sorride mentre sussurra il suo nome [Will]
[GDR PLAY, TURNI CRISTOBAL, EDAVE - CRISTOBAL PER 2 TURNI ANCORA SVENUTO DOPO MORSO IN PREDA A INCUBI]
CRISTOBAL [Tane] Buio, solo buio, immenso profondo ed impenetrabile buio. E' immobile, da chissà quante ore. Respira a fatica, ma respira. Se solo fosse cosciente proverebbe un dolore inumano a causa delle ferite ancora vivide che gli solcano il corpo. Le spalle, le braccia, ancora inondate di fresco sangue. Non ha contezza di ciò che accade intorno a lui. Non ha contezza di dove si trovi. Non ha contezza nemmeno di sè stesso, di quello che sarà il suo destino se supererà la notte, la sua natura. Della notte sarà figlio, tra le sue braccia vivrà e tra le braccia di Edave. Un nome, un brivido. Un sussulto innaturale del corpo bollente per la febbre alta. Uno spasmo e poi ancora un altro. Corre nel folto del Bosco Oscuro, corre a perdifiato senza darsi tregua. Ha paura, una paura folle e per questo suda, suda freddo. Ma da chi scappa? Non è solo nel Bosco. Enormi occhi gialli lo scrutano nascosti tra i fitti rami. C'e' un ringhio profondo, costante, atavico in sottofondo. Inciampa, cade, rovina grossolanamente. Mentre la terra trema e un ululato si alza nella notte. La Bianca lo guarda dall'alto. Sembra che gli sorrida. Una Bianca che a breve si tingerà di rosso, il rosso del suo stesso sangue. Sta arrivando la bestia, è vicina. Non c'è scampo. Ecco cosa prova un uomo nell'attimo prima di morire. O forse è l'attimo prima di nascere. Di rinascere. L'unica cosa importante da fare ora è correre. Ed urlare, a squarcia gola.
EDAVE [tane (h)] Tra le mani una ciotola piena di acqua tiepida, la ha fatta bollire dopo averla presa dal ruscello e ora sta andando dall'ultimo figlio del Branco, è tempo di curarlo. Una pezzuola pulita posata sull'avambraccio destro, le erbe medicinali e quanto le servirà posate di fianco al giaciglio in cui Cristobal si dimena. Ha con sè anche altre candele, entrerà lentamente, prima posando la ciotola e poi disseminandole in giro. E mano a mano che le accende la tana mostra le se pareti di pietra grezza, mostra i cacciaspiriti che lei stessa ha preparato intrecciando fili di erba a rami e sassi del bosco oscuro. Con lentezza prende posto di fianco a lui, si inginocchia osservandolo, la mano destra che si posa sulla sua fronte iniziando a carezzarla. Così pare in apparenza ma sta già studiando il suo paziente. E' nudo, ella stessa lo ha denudato bruciando le sue vesti logore, sporche, strappate e sporche di sangue. Non vi è malizia nel branco in simili occasioni o quando si donano alla luna, sono solo figli della stessa dea. La mano lentamente passa sulle ferite che ella stessa ha inflitto e lascia che la sua osservazione da cerusico le dica come agire (percepire equilibrio 3).
VALSTAF [Folto -> Tane - HOMID -] La sente, si avvicina ogni giorno di piu, fa capolino dalle nubi alte nel cielo e illumina con la sua veste semitrasparente il bosco. Fa capolino quella baldracca, è quasi pronta a vendersi le sue grazie per uno sputo di sangue. Per un grido di furia, fa capolino. ma ancora non si decide a concedersi no, ancora ammicca sensuale, e danza sinuosa nel cielo terso per far solo immaginare al lycan quello che avrà la notte della caccia. Una emerita puttana nn c'è che dire. di quelel da legare al muro e prendere senza pietà. Senza pudore ne dolore. Senza rimorso. Il rimorso, quello è molto lontano da quell'anfratto di ombre. Ne emerge. La carcassa del cervo , seppure risecchito penzola dalla spalla destra del mannaro afflosciando la sua massa su quella robusta del figlio della luna ( pot +4/ res +3) . Arco nella mano sinistra, quel che rimane delle freccie dietro la schiena. Emerge dalla nebbia, dall'incubo e dalle ombre, emerge dal marcio e dalla morte .. come un incubo tra gli incubi. La bestia ruggisce di insoddisfazione battendo di impazienza sulle pareti della coscienza del fu kazak. Piano vecchio mio.. Ancora non è il momento, devi tenerti a bada, arriverà e quando sarà ti avrà come sempre quella maledetta meretrice! Un sorso del suo nettare e tutto cambia. Cambierà anche per lui? Non lo sa. Lo spera, deve essere così o impazzirà, o spaccherà il mondo ma lui.. ci crede.. o prima o poi accetterà basterà fargli sentire il potere, basterà la mutazione...e troverà la potenza. Come tutti. come lui. Un ghigno si disegna sul viso.. oh se gli piacerà.. piace a tutti il potere, il dono dopo aver bevuto la prima vola puoi sputare, puoi fingere la seconda, puoi ingorare il richiamo la terza.. ma o prima o poi quella baldracca, avrà quel che vuole. Senza molta attenzione rovescia con un tonfo sordo il cervo sull'erba, posando l'arco. [ edave..] rialza la testa, cercando nell'aria traccia dlela presenza della sorella ( fratellanza dle lupo) sa che è li lo sente, lo percepisce. [ come sta ?] si avvicina all'entrata della tana..[ è ancora nell'incubo..] affermazione non domand.a sa esattamente cosa sta passando. il veleno.. agisce dentro di lui come un cancro..e corrode.. modellando tra le pieghe della mente le peggiori bestie..
CRISTOBAL [Tane] Il corpo si calma, si affloscia quando Edave entra, come se solo la sua presenza potesse alleviare il dolore del Mediterraneo. Quello che ne resta. Ma la mente continua a viaggiare. La mente continua a correre, veloce, in piena crisi. Perchè lui, l'Hispanico, è ancora nel Bosco, è ancora in fuga. Nell'agonia della fuga. Non ha scampo, è inutile fuggire. I passi alle sue spalle sono più pesanti, ritmici, coordinati. Può quasi sentire il fiato sul collo, un fiato caldo e pesante. Può sentire gli artigli della bestia che affondano nel terreno, mentre le zampe agili e potenti schiacciano tutto ciò che separa la preda dal predatore. Ma lui è troppo lento, sta perdendo terreno, sempre di più. Per un attimo, un istante fugace fa l'errore di voltarsi, di guardarsi indietro. Non l'avesse mai fatto. Il muso della bestia ha un aspetto terrificante, le zanne e la bava fanno da protagoniste sul volto. E di Edave non v'è più nulla. C'è solo lui che chiede aiuto, lui che vuole sottrarsi e che per essersi girato ancora una volta perdere aderenza col terreno ed è subito al suolo, di spalle. E proverà a strusciare e proverà a rialzarsi, ma è ormai troppo tardi e la Bestia è su di lui, le fauci sono spalancate. Il respiro si ferma ed un ululato squarcia la notte. Le fauci del lupo tranciano la sua spalla. Ma stranamente non sente dolore. Ciò che sente è il sapore del sangue, tra i denti. Ciò che vede ora è sè stesso, come se fosse allo specchio. E' lui la preda ed è lui il predatore. Le zanne affondano ancora e l'uomo ed il lupo gridano e ululano all'unisono verso la Bianca.
EDAVE [tane (h)] La mano destra carezza la fronte calda, la sinistra analizza il corpo, passa con delicatezza sulle profonde ferite alle spalle, gli gira la testa per vedere il morso e il ribollire della vita mannara, quel morso che lo poteva uccidere e che invece ha veicolato la maledizione. Sa come agire ora [si ma ne uscirà vivo] risponde a Valstaf [ha la tempra giusta per un figlio del branco] si distacca da lui iniziando a canticchiare mentre a tratti chiama il suo nome [Will] con delicatezza per farlo riemergere dal torpore, da quel sonno comatoso in cui si nasconde tanto dolore. Avvicina a sè la ciotola, con forza vi spreme un limone per poi immergervi la pezzuola [Lei è tornata] parole a Valstaf, chissà se si prepara a scuoiare il cervo che sarà la loro cena [la incontreremo presto. Will] chiama ancora mente con delicatezza e perizia inizia a ripulire il sangue che imbratta il suo corpo, la pezzuola che deterge e lascia che il limone disinfettante penetri pizzicando nelle ferite [e noi poi dimenticheremo parte di ciò che dobbiamo dimenticare e ricorderemo solo ciò che è lecito ricordare] non da altre spiegazioni ma è connessa a Valstaf, il primo dei fratelli dopo Blazen, lo sente dentro come un pugno [fratellanza del lupo] e sa che lui comprenderà senza fare domande [Will] chiama a voce più alta, preme sulle ferite con più vigore per farlo tornare a sè e ultime parole escono dalle sue labbra prima che il silenzio torni a richiuderle [E' il tuo Alpha che ti ordina di svegliarti e tu ORA lo farai immediatamente] [trattare ferite 3]
VALSTAF [ Tane - HOMID -] Lo guarda, disteso. E' come se potesse vedere nella mente dle mercante, è come se guardasse coi suoi occhi. Zanne, artigli affilati, e l'odore della morte a un palmo dal viso, il corpo pesante come pietra che ancorata al suolo impedisce di reagire alla belva, e poi dolore.. immenso dolore.... assoluto dannato dolore.. di quello che prende le viscere e scuote da dentro che prende ognic ellula del corpo talmente forte che gridi. uccidimi. falla finita. ma no. Non finisce Mai. La bestia si ciba di te da dentro come un acido, e da fuori pezzo a pezzo ti divora ti dilania ti squarcia.. lo guarda ma non prova pietà ne compassione. Non ne ha bisogno. Sarà quando si sveglierà che avrà bisogno di lui, per ora, è un passo che tutti devono fare, tutti sulla strada della Luna è un passaggio obbligato quandoi si sveglierà avrà cervo arrosto, birra per rimettersi e la sua parola. come tutti i fratelli come fu fatto con lui e sarà fatto in futuro.. è il legame del branco. Osserva edave, alle prese con una scena che forse avrà fatto milioni di volte. [ lo so] lo sa. si per certo. Poi arriva quell'affermazione. [ devo parlarle. ] commenta affermazione e domanda la sua. La voce dell'Alpha, chiama il nuovo giunto alla sua corte. Svegliati fratello. svegliati lupo. IL branco ti chiama. Il branco chiama. E tu non puoi non rispondere..e Will. o come diavolo ti chiami.. lo farai. abbiamo fatto tutti così si chiama, Istinto. la voce piu forte che un Lupo Il Lupo può mai ascoltare.. S rimane sull'entrata.[ quando?] chiede. senza altro dire.[ non voglio correre rischi edave ]
CRISTOBAL [Tane] Ed è come se una mano, forte, decisa, prepotente e potente lo strappasse da un torpore infinito, da un letargo durato una vita. E' come se questa stessa mano lo richiamasse al mondo, strappandolo da una coscienza persa nel buio, dimenticata nell'oscurità. Ed improvvisamente sarà impossibile resistergli. Sarà impossibile non sussultare un'altra ed ultima volta, prima di aprire improvvisamente gli occhi. (//guardate il mio avatar eheh). La realtà, se possibile, è ben più dura e spettrale del sogno. Perchè ora la paura è concreta, fitta. Non ha idea di dove si trovi. Non ha idea di cosa sia successo. Sa solo che qualcosa è cambiato. Proprio dentro di lui. Poi un lampo. Un lampo di dolore. Le ferite bruciano e lui per tutta risposta digrigna i denti, griderebbe, ma non ne ha la forza. Il limone penetra le carni è arde i germi, disinfetta ma crea una sensazione simile ad un pizzicore insopportabile, come se venisse costantemente punto da un pugnale affilatissimo. [ Cosa...] respira a fatica, tossisce ed ogni colpo di tosse è una fitta più forte. [ ...Cosa mi hai fatto. ] vorrebbe alzarsi, ma non ci prova nemmeno il corpo è troppo debole. Ed in particolar modo c'è un qualcosa che lo schiaccia sul suo pagliericcio. Una strana stranissima sensazione. Come se non dovesse avere paura, come se quella non foss'altro che casa sua. Ma quella non è casa sua. E' una grotta, una caverna un qualcosa che non conosce. A fatica muove la testa ed ora un urlo uscirà dalla sua bocca. Un che però a metà sarà strozzata, quando il fiato manca e la ferita del morso tira. C'è Edave e c'è un altro. Chi.
EDAVE [tane (h)] [Presto] ecco la risposta a Valstaf [non correrai rischi veglieremo uno sull'altra] ha terminato di dedicarsi a lui ora, si china verso Will, lo osserva [stai giù, stai giù] mano decisa che si posa a palmo aperto sul suo petto mentre sposta la testa per guardarlo negli occhi [ti ho reso un mannaro] una sincerità cruda che gli scivola addosso [e ti ho portato a casa, li è valstaf, uno dei tuoi fratelli] la testa si volge a chiamare il lycan [vieni a presentarti] un sorriso mentre le mani afferrano ago e filo e iniziano ad infilare e a preparare il filo di seta per la sutura [alla prossima luna piena sarai come noi, alla prossima luna piena tu diverrai la bestia che ora popola i tuoi sogni] sa cosa prova, ci sono passati tutti loro prima di lei [sentirai aumentare la tua fame, la tua sete, il desiderio carnale, amerai la luna, potrai trasformarti in un lupo, potrai essere un uomo e potrai essere una bestia temibile] poi un attimo di silenzio sorridendogli [ecco cosa ti ho fatto].
VALSTAF [Tane - HOMID -] Si dimena nelle ombre, si agita tra le nebbie della mente, nel buio di un abisso senza fondo , un'altra bestia sta nascendo e ora si alza, dalle macerie della sua esistenza passata per rivestirsi di una pura essenza di Furia. Geme, si dimena, urla .. Il dolor sconquassa il corpo lo sa anche troppo bene offusca la mente. Incrocia per un attimo i suoi occhi. ancora chiusi sulla sua natura, ancora chiusi alla verità. E ce ne vuole per aprirli vero? per ammettere di non esser altro che quello quanto ci vuole,.. uno specchio infranto di certezze che va in pezzi. Il suo mondo sarà totalmente capovolto, ogni cosa che credeva o voleva credere sarà ribaltato.. assottiglia le iridi fissando con sguardo neutro il corpo del mercante contorcersi. Lo invita a entrare, e il lycan fa un passo, [ sta fermo will] piega ginocchio destro a terra e si avvicina al fianco della rossa all'uomo ferito[ potevi essere piu delicata edave. ] la verità sbattuta in faccia in quel modo. la conosce si, suo padre fece lo stesso con lui. [ lasciagli il tempo di metabolizzare edave, avete tutti una dannata fretta solo perchè per te è stato un gioco da ragazzi non significa che lo sarà per tutti. ] storce il naso, scuotendo la testa.. gildor e variniel fecero lo stesso, e il risultato sono stati mesi di dubbio e maledizione.. la bocca si distende andando a guardare nuovamente will[ capirai. molto presto fratello. capirai ] laconico senza troppo calore. manca poco alla piena in fondo.. [ vado a preparare il cervo. avrà fame almeno quanto me a breve..] si rialza in piedi tornando a verso l'esterno della tana e verso il fuoco[ ti aspetto fuori. ]
VALSTAF [Tane - HOMID -] [ exit]
CRISTOBAL [Tane] Dunque sì, non c'è più dubbio. La realtà può essere più cruda del sogno. Di fatto lo è. Le parole di Edave lo lasciano totalmente smarrito. Ma per una qualche ragione ancora più ignota, suonano dolci. Non è arrabbiato. Non reagisce come chiunque vittima reagirebbe con il proprio carnefice. Tace, mentre la mano di lei preme sul petto e lui distoglie lo sguardo, sentendo anche cosa ha da dire quel Valstaf. Fratello. Una parola che risuona come un tonfo nella sua coscienza. E' il sangue che parla. E' come se Edave stesse dicendo la cosa più scontata e banale del mondo. Chiude gli occhi, respira. Grave errore. Perchè quando il diaframma si gonfia e così la cassa toracica, il dolore atroce torna a farsi largo prepotentemente. Debole nel fisico però, l'Hispanico è forte nello spirito. E si imporrà di stare fermo e di sopportare in silenzio. [ volontà +2 ] . Riapre gli occhi che ora sono tutti per il Rettore, l'Alpha. [ Dimmi perchè. Perchè io. ] è quello che dice. Perchè hai pronunciato questa sentenza, perchè m'hai fatto questo Dono. E' quello che pensa. Un Dono. Potrebbe essere tale? Da che lato pende la bilancia? Deve ancora metabolizzare, il Pirata maledetto.
EDAVE [tane (h)] [Valstaf non ti permettere di giudicare le mie azioni] una sola frase decisa e diretta, tono che inequivocabilmente fa comprendere come chi comanda sia lei. Occhi che si posano ora in quelli di Will [ha scelto la luna] e lo dirà con una franchezza assoluta, un viso sereno mentre le mani si posano sulle ferite disinfettate [farà un pò male] aggiunge, le dita che accostano i lembi della prima ferita sulla spalla destra, ci sono 5 lunghi tagli lunghi 10 cm e profondi 7 cm come i suoi artigli e li cucirà uno ad uno [Io ti ho visto] e le mani infilano l'ago nella carne facendo scorrere il filo e prendendo il secondo lembo di pelle per ricongiungerli [e ho capito che avevi lo spirito adatto per fare parte del branco, sei intelligente] e la sua opera ancora continua instancabile pezzo dopo pezzo, l'ago entra ed esce dalla carne, il filo lo segue e la pelle tira li dove si congiunge [eri un uomo deciso, un uomo che sa tenere segreti] e ancora cuce il ricamo sulla sua pelle [immagino che il tuo nome non sia will come so che il vero nome di anya è alysine, la ho cresciuta io stessa ed è stata lei a dirmi che voi mercanti vi camuffate, lo fate bene] cuce sino in fondo chiudendo con un nodo e tagliando i fili con i denti [a me servono persone intrepide, coraggiose, fedeli, combattenti, con un forte senso di appartenenza, perspicaci, sagaci e tu lo sei] ecco perchè lo ha scelto [guarire 3]
CRISTOBAL [Tane] Non c'è dubbio che sia lei la Guida da seguire. Non c'è dubbio che sia proprio lei a capo del...branco. Fa fatica a pensare solo a questa parola. Ha scelto la Luna. Curioso. Ha scelto ancora una volta la Luna per lui. Come quando ha scelto anni prima, in quella notte d'estate. L'ultima notte della sua nave. La leggenda dei marinai narra che sia la Luna a guidare le onde, a governare le maree. Ma lui non ha mai disprezzato la Luna. Ha sempre visto in essa un faro nella notte. Ed a quanto pare ancora una volta lei ha deciso di entrare nella sua vita, senza bussare, senza chiedere il permesso. Farà un pò male, dice Edave. Più d'un pò. Ma come dice Edave lui è intelligente. E dunque non si muoverà. Soffrirà in silenzio, stringerà i denti fino a sentire male alla mandibola, ma non si muoverà, non renderà le cose più difficili. [ Volontà +2 ] Quando la donna termina di ricucirlo, solo allora di nuovo parlerà, solo dopo aver sentito quel nome che lo riporta con i piedi sulla terra. [ Cristobal. ] questo è il suo nome. Non ci pensa nemmeno per un attimo a mentire. Non stasera. Non all'Alpha. Non a colei che in questo momento odia e ama. Disprezza e ammira. [ Avresti potuto chiedere. ] non esiste risposta più spontanea. [ C'era bisogno di ridurmi così? E' questo che diventerò? Una bestia senza controllo che dilania carne umana? ] E perchè mai questo dovrebbe essere tanto brutto? Via questo pensiero! Via, immediatamente. [ Non voglio starmene rinchiuso qui per sempre. La Guarnigione ha bisogno di me. Alyesine ha bisogno di me. Ed io di lei. ]
EDAVE [tane (h)] Lo ascolta mentre affronta le ferite successive, termina di cucire la spalla destra e prima di alzarsi la spalma di un fresco intruglio di erbe, di aloe senza ancora bendarla, sono tutte erbe con proprietà lenitive e cicatrizzanti. Si alza per spostarsi sul lato sinistro e di nuovo inginocchiarsi e prima di iniziare a ricucire i tagli parlerà [te lo ho chiesto non ricordi? Non diventerai una bestia senza controllo, se io non avessi avuto controllo tu saresti morto] lavora con delicata grazia, cuce ma ancora senza toccare il morso sul collo, per quello userà il cauterio [e come ti ho ridotto? due graffietti su una spalla e un piccolo morso] solleva le spalle scrollandole appena [il minimo danno per chi diventerà un essere speciale. E' il nostro morso a veicolare il dono] si lei lo chiama dono [iniettiamo il veleno della bestia, ci vuole molto controllo e solo gli amon e l wendingo lo possono fare, tu sarai un cucciolo a lungo] cuce con calma e professionalità, lavora le carni che lei stessa ha dilaniato [noi non viviamo qui, questo è il nostro rifugio, tornerai da lei Cristobal] e pronuncia per la prima volta il suo vero nome terminando di cucire la spalla [continuerai a fare il mercante, sei un trekindoo, i tuoi tratti umani sono spiccati] quante informazioni [percepirai che lei è già stata toccata dal branco, lei è una dei protetti del branco] e si alzerebbe per prendere il cautelio e uscire per porlo nel fuoco [non sei in prigione figlio mio, sei a casa] gli direbbe da fuori osservando il fuoco arrossare il ferro e mettendo acqua a scaldare. [guarire 3]
CRISTOBAL [Tane] Il suo corpo è ora diviso a metà, come il suo animo. Da un lato dolore, dall'altro sollievo. Il sollievo degli unguenti e delle parole confortanti di Edave. Il dolore dell'ago che di nuovo buca la pelle ed il dolore dell'ineluttabilità della sua condizione. [ Ricordo che c'eri tu. E poi c'era la bestia. Ma eri sempre tu. Ho lottato ma eri troppo forte. Diventerò anche io così forte? ] questa cosa potrebbe iniziargli a piacere. Cerca il suo sguardo. Ricorda anche d'averla vista nuda. Non male la lupa. Che sia uomo o mannaro, le donne continueranno a piacergli, eccome. A proposito di donne. Lei lo rassicura su Anya, le parole sono confortanti. C'è forse uno spiraglio. [ Cos'è un trekindoo? ] chiede sforzandosi di ripetere quella parola cacofonica. [ Hai detto noi. Quanti siete...siamo? Perchè vi nascondete in queste tane? Non ho mai visto qualcuno di voi...noi insomma...in giro. Cosa c'è che dovrebbe fare paura e per cui rifugiarsi? ] inizia a porsi domande, molte domande. E ne avrebbe ancora tante. Poi un lampo. Ricorda le parole di quel Valstaf. Ha parlato d'un cervo e forse ha detto anche birra. S'accorge che nel dolore ha anche fame. Molto fame. Una fame atavica. [ Potrò dirlo ad Anya? Insomma potrò dirle cosa sono diventato? Lei se ne accorgerà. Non posso nascondere questi due graffietti, come li chiami tu. ] due graffietti, certo. Per poco non ci restava secco.
EDAVE [tane (h)] Sorride, lo sente parlare da fuori la tana,lascia il ferro ad arroventare,sarà la loro ultima azione quel ferro perchè lui sverrà. L'acqua è calda e la versa in una tazza, la regge con la mano destra e la sinistra vi sminuzza corteccia di salice e betulla, aloe secca, un pò di miele seccato e achillea millefoglie. Si siede di fianco a lui, la tazza a terra, con forza e delicatezza lo aiuta a mettersi seduto [diventerai anche tu così potente, dovrai migliorare la tua agilità, la tua resistenza, non sarai solo bestia, dentro di te vivono tre anime, la bestia, l'uomo e il lupo] sorride portandogli la tazza alle labbra [bevi] ordina da buon medico [i mannari sono divisi in tre clan, i trekindoo, noi, la parte più intelligente e diplomatica del branco, con la mente più forte, manteniamo i nostri tratti umani anche nella trasformazione, i lycan, il braccio armato del branco, guerrieri spietati, selvaggi prima ti ammazzano e poi ti chiedono cosa volevi e i razior, i custodi del nostro territorio di caccia, dei cuccioli del branco, delle tane] lo sostiene mentre lo fa bere [siamo pochi qui, siamo in 5, poi ci sono Gildor e Variniel lontani insieme ad altri fratelli] gli rivela la natura di gildor senza battere ciglio [ma dei lontani ti parlerò domani] sorride aiutandolo a riapoggiarsi al giaciglio [ci vedi sempre in giro ma cerchiamo di passare inosservati, cacciamo lontani, mi hai visto cosa divento, chi si farebbe curare da me se sapesse?] si solleva appena il sopracciglio destro continuando a parlare [lei non lo potrà sapere, non se ne accorgerà, le tane sono il nostro rifugio durante la luna piena, li sentirai il desiderio di trasformarti e dovrai correre qui, lontano da lei o le farai del male] lo osserva, è stanco, deve riposare [domani parleremo ancora, devo usare il fuoco per il collo, sverrai, meglio, dormire aiuta a vincere] [guarire 3]
CRISTOBAL [Tane] Apprende, apprende in fretta ed avidamente. Memorizza, per quanto la sua condizione attuale gli consenta. La parte intelligente, diplomatica, con la mente forte del branco. Non poteva essere diversamente. Di certo non poteva essere un Lycan. Forse un Razior, ma sicuramente un Trekindoo. Beve. Beve senza opporre la minima resistenza. Lascia che quell'infuso scorra nella sua gola, provocandogli una sensazione di benessere. [ Gildor. Variniel. ] no, non si nascondono affatto a quanto pare. Mistificano la loro esistenza e lo fanno molto bene. Dopotutto non è poi così diverso da ciò che fanno i Contrabbandieri. Poi la parte su Anya. Dovrà mentirle. Meglio, dovrà omettere. Lo farà senza indugio se è per il suo bene. Lo farà senza esitazione e senza nessuna possibilità d'essere scoperto. E' stanco, ha ragione Edave. Ma a quanto pare le sofferenze non sono affatto finite. Fuoco. Dovrà svenire. Niente di promettente. Si lascia andare dunque, cercando di distrarsi. [ Solo una cosa sembra non essere cambiata. Continuerò ad essere il tuo allievo migliore. ] bisogna imparare ad accettare la propria condizione. Ci sono cose a cui è impossibile opporsi, resistere. [ Usa pure quello che devi. Non farà di certo più male del tuo morso e dei tuoi artigli. ] ricorda sempre quella scena come terrifica. Ora è tranquillo, perchè Edave è in forma umana. Ma c'è sempre una punta di terrore. Terrore che possa trasformarsi, che possa finire quello che ha iniziato. Ma no, non lo farà. Fratelli, ha detto. Non si uccidono i Fratelli. Ci sono molte cose che deve digerire, ancora. Non sarà facile.
EDAVE [tane (h)] Lo osserva, si china appena a posare un bacio sulla fronte [Ti insegnerò, te lo prometto e solo la morte mi impedirà di guidarti, magari un giorno potresti anche essere l'alpha] tutto è possibile nel loro mondo. Si alza, raccoglie un paio di guanti da vicino al fuoco e estrae il cauterio incandescente, torna alla tana, vi soffia sopra per raffreddarlo prima di usarlo [sarai il mio allievo migliore sempre] sorride, lui inizierà a sentire la fratellanza del lupo [le cicatrici se ne andranno alla prossima luna piena, ti insegnerò a rigenerare il tuo stesso corpo] lenta pone il cauterio all'altezza del collo li dove il morso ha colpito [buonanotte cristobal, fratello mio] e poserebbe il ferro, lo muoverebbe a chiudere la ferita, la suturerebbe e solo una volta che la carne sia chiusa, incurante del lezzo di bruciato, poserebbe il cauterio a terra e immediatamente porrebbe la piantaggine a lenire la ferita e le mani spalmano con delicatezza l'unguento sui punti alla spalla. Soddisfatta lo fascerebbe, una coperta di pelle di orso a coprirgli il corpo e lo lascerà a dormire, sarà lei a vegliare il suo sonno. [guarire 3]
CRISTOBAL [Tane] Accoglie quel bacio. Il bacio d'una sorella. Lo stesso tocco che ora ricorda aver percepito la notte prima del morso da una sua carezza. Lei tira fuori il cauterio e di primo impatto sarebbe tentato dal distogliere lo sguardo. Ma non lo farà. Affronterà il dolore, lo supererà e da esso rinascerà più forte. [ volontà +2 ] Lei s'avvicina lentamente, il calore è percepibile in maniera sempre più asfissiante. Trema, suda di nuovo freddo e poi arriva di nuovo il dolore. Un dolore talmente forte questa volta da mandarlo direttamente al tappeto. Chiude gli occhi e di nuovo sarebbe catapultato nel Bosco Oscuro. Di nuovo sarebbe sprofondato nei suoi incubi peggiori. Di nuovo cercherebbe di sfuggire ai suoi artigli, alle sue fauci. Ma forse, ora con meno convinzione. Mentre la Madre Luna lo guarda dall'alto. Come guarda dall'alto tutti i suoi eletti.
[GDR END]
"Il destino di un nano non è scritto da nessuna parte.... il suo futuro invece, viene scolpito nella roccia dalle sue stesse mani, ogni giorno."
"Affrontali e assaggerai le loro asce,
ignorali e assaggerai la potenza dei loro pugni
fatteli amici ed assaggerai la bontà della loro birra..."