mr.si
00martedì 3 aprile 2007 12:06
Freddo. Dalle ossa già vengono i primi lamenti, la notte è come una sfera di ghiaccio mal tagliata, da ogni angolo sbucano tratti che, non conosciamo o il più delle volte ignoriamo.

Chi mi accompagna sa che ho paura di stare solo in certe occasioni – non è per i vivi che affretto il passo ma per i richiami di una bella signora che ha tutta l’aria di essere la mia adolescenza, la passione sospesa nelle vene.

Siamo quasi arrivati all’albergo dove ci aspetta un cameriere – noi lo conosciamo bene è da tanto che veniamo qui, con il nostro carico di noia e solo per assecondare le mie assurde voglie di rivederla.

Questo ci accoglie nel più disgraziato dei modi. Ci vede da sempre come esclamazioni distorte, non conosce il motivo per cui ogni anno andiamo là ma vuole che il suo silenzio sia comprato lo stesso.

Con qualche moneta lo licenzio e subito come delle lettere da spedire, ci imbusta in camere diverse.

Al corridoio guardo il mio accompagnatore con un doveroso occhio degno dei più cari ringraziamenti per lo sforzo che, mi ha dedicato portandomi fin qui

- lui fa più o meno lo stesso, ma sa di essere in posizioni diverse e che, io non lui dovrà subire Dio tra le lenzuola.

Ci lasciamo – entro nella camera – non accendo luci – lei vuole che sia rispettata la sua apparizione, come una sacerdotessa avvolgerà la pareti con il suo pallore e pizzichi di rosso.

La stanza è piuttosto calda. È il fiato che spinge sempre più forte – sembra un grande lume pronto ad ingoiarmi nell’oscurità.

Sicuramente anche il mio compagno avrà sistemato le sue chiappe arzille sulla sedia. Infilerà il rosario nel collo.

È molto religioso, non capisce l’amore, sa solo che l’invidia lo aiuta a consacrarsi cristiano.

Me ne frego delle sue stupide opinioni, amo quella donna come la luna ama la sua luce riflessa con la quale appare magnifica.

Non è facile farla venire…ma con me ha una certa confidenza.

“Per carità non sto aspettando una prostituta!”

è un angelo, almeno lo era prima di cadere, ma non si è fatta male, il suo candore l’ha resa velluto dove accasciarsi dolcemente senza morire.

Si comincia, la paura rande il coraggio che non ho mai avuto. Scrollo le dita dalla fronte gelida e con le labbra spezzate da un filo di voce sussurro la formula per farla apparire : “la mia anima è dannata insieme al tuo respiro, forgiami Lilith, perché il mio sangue scorre nel tuo e la vita che ci neghiamo sarà il pastore del nostro futuro”.

Silenzio. la stanza ghiaccia improvvisamente, il vento anella i suoi passi che cominciano ad abbozzare il pavimento. I capelli biondi e lisci cominciano a sfondare il buio …. ecco esce sacrale come un dipinto.

La sua bocca è un insieme di frasi che rimangono a lei ma che mi ricoprono

È bellissima

si accascia sul letto e mi indica di fare lo stesso. Le preghiere che nell’altra stanza escono vorticosamente si spaccano sul cosmo dei nostri corpi - è vero – nella luce più profonda non c’è spazio – solo le ombre possono arricciare i nodi dei santi.

Siamo persi in questi riflessi Lilith li comanda non posso uscire da lei

piango lei fa lo stesso è il diavolo io l’agnello


non ha scelta deve tornare non ho scelta devo andare
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