la carne quando è sola, di vera lucia de oliveira

ezechiele,lupo3
00giovedì 30 giugno 2011 19:35
La carne quando è sola


La carne quando è sola è il titolo dell'ultima raccolta di poesie di Vera Lucia de Oliveira, pubblicata
dalla Società editrice fiorentina, e vincitrice del premio internazionale di poesia Pietro Alinari.
Di questo libro ha scritto Davide Rondoni sul Sole 24 ore: - Un calvario tra mormorio e grido, pudore e durezza, un'inchiesta sul morire di una persona cara. Qui, scrive il bravo studioso e poeta
Alessandro Polcri, si sente “il grado zero della speranza”.
Paolo Valesio scrive nella premessa al libro: - La de Oliveira osa scrivere un canzoniere d'amore,
anche se di tipo particolare, un amore coniugato con la malattia e la sofferenza, connesso ai due poli
della nascita e della vecchiaia, e che si esprime a volte attraverso una soggettività maschile -.
Nel presentare i versi Alessio Brandolini scrive: - E' una storia in versi, un flusso intensissimo di grumi narrativi che tracciano un mondo particolare, con i suoi luoghi e personaggi, convinzioni e speranze.
A parlare sono i tanti protagonisti di queste vicende, con le loro paure e manie, uomini e donne, anziani e malati. Non si sa di che parte del pianeta, in che tempo storico. -

L'intera raccolta muove da una domanda: cosa si sa del dolore ?
E ogni singola voce ne individua una personale declinazione, ne illumina una sfaccettatura, la pone dalla sua ristretta angolazione.
Ne deriva una coralità drammatica, una moltitudine di piccole voci ognuna impigliata dentro una privata sofferenza.
La poesia sottolinea l'umanità di queste voci, la comune appartenenza, l'identico mondo all'interno del quale ci muoviamo, quella che spinge a dire:

quanto era bello il mare azzurro d'estate il vento
fra i corridoi il bianco nelle case illuminate dal sole
poi ho visto le cose sformarsi e mettersi a soffrire
come se si fossero pentite della loro felicità

Si rinnova l'accorata delusione che sorge dalla constatazione del dolore, la necessità di affrontare il mondo armati di corazza, la paura scoperta da bambini che non ci abbandona crescendo:

ma l'anima aveva paura di tutto e tutto era
pronto a ferirla.

Sorgente di dolore si scopre anche l'amore: - perché Dio me l'avrà messo nel cuore ? -
Il dolore dei vecchi: il dolore di non poter
più essere amati...
e quello dell'attesa: aveva atteso per ore
il telefono non aveva suonato...

Come scrive Vincenzo Guarracino a proposito di una precedente raccolta, - Ci troviamo di fronte a una concezione molto personale del valore catartico e salvifico del linguaggio, di un linguaggio proteso sull'abisso e tutto fatto di parole minuscole, di dimessa quotidianità e devozione al male luminoso della vita, al deposito buio capace di tramutarsi in flusso di canto. -


il poeta Sandro Penna
girava per le strade alla ricerca di Dio
annusava ogni cosa guardava
era capace di vedere quello
che gli altri non vedevano
che colpa ha avuto alla fine
se Dio aveva deciso di nascondersi
nei corpi di quei poveretti infelici
quell'Ernesto ebreo mandato
a morire ad Auschwitz ?



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sai dire se anche di là c'è vita ?
se anche di là bisogna nascere e morire
lottare per il pane faticare per l'amore
logorarsi per non perdersi ? io qui
mi sono stancato se parto qualcuno
mi deve pur garantire che non
dovrò ricominciare daccapo


****************



a far sorridere un bambino ci vuole poco
vorrei vedere se ci riesci con un vecchio
abbiamo dentro il dolore di non poter
più essere amati
non vedi come guardiamo i giovani
che sprecano la loro bellezza
tutta si perde e se ne va senza che
noi o loro ne abbiamo fatto
sufficiente provvista

************+


cosa si sa del dolore ? è l'energia del mondo
il cardine dell'universo tutto si muove macinando sgretolando
la ruggine è il dolore delle cose la polvere è il dolore della terra
mi sai dire che cosa si muove senza causare la benché minima
lacerazione contrazione ferita rattoppo rappezzo pietoso ?




****************



dicevi la poesia è un lampo
la vedi ti acceca questo è il bello
e il brutto che la vorresti sempre
che vorresti quella vita vista
non quella che bisogna vivere
in attesa







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