in democrazia sarebbe condannato

vanni-merlin
00sabato 17 gennaio 2009 18:41
vanni-merlin, 17/01/2009 18.34:

L'iniziativa è un atto dovuto dopo la denuncia per violenza privata presentata dai Radicali
Il ministero del Welfare dichiarò illegale la sospensione dell'alimentazione


Eluana, Sacconi indagato.

Denunciato per violenza privata


"Era mio dovere agire, non ho compiuto alcun atto violento"



ROMA - La procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nell'ambito della vicenda di Eluana Englaro. L'iniziativa è un atto dovuto dopo la denuncia per violenza privata presentata dai Radicali e necessario per inviare gli atti al competente tribunale dei ministri.

La denuncia, nella quale si ipotizzava la violenza privata aggravata nei confronti dei sanitari della Casa di Cura Città di Udine, era finalizzata, dicono i Radicali, ad accertare in che termini le affermazioni avessero impedito di dar corso al decreto della corte d'Appello di Milano. Agli atti ci sono, infatti, soltanto le notizie di stampa che riportavano le parole del ministro: "Certi comportamenti difformi da quei principi determinerebbero inadempienze con conseguenze immaginabili" disse Sacconi a chi gli chiedeva se la Casa di Cura Città Udine rischiava di perdere la convenzione con il servizio sanitario nazionale nel caso in cui avesse eseguito la sentenza della Cassazione sullo stop all'alimentazione per Eluana".

A metà di dicembre il ministero del Welfare aveva emanato un atto di indirizzo in cui si stabiliva che interrompere nutrizione e idratazione delle persone in stato vegetativo persistente non è legale per le strutture pubbliche e private del servizio sanitario nazionale. Uno stop che ha provocato il passo indietro della clinica di Udine che si era detta disponibile ad accogliere Eluana.

"Il ministro potrebbe assumere provvedimenti che metterebbero a repentaglio l'operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, ed i servizi complessivamente erogati alla comunità" si legge in un comunicato della casa di cura. Ovvero, dopo l'atto di indirizzo di Sacconi e le ritorsioni minacciate non possiamo rischiare.

Sacconi, però, si difende. "Era mio dovere agire. Non ho compiuto atti 'violenti' per cui attendo fiducioso la rapida conclusione di questa iniziativa giudiziaria, per la quale l'intento dei querelanti appare, esso sì, intimidatorio".

(17 gennaio 2009)


da: www.repubblica.it/2008/12/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia-5/sacconi-indagato/sacconi-indag...




lemieparole
00martedì 20 gennaio 2009 11:29
ma questa gente qua, quando la smetterà? se non basta nemmeno una sentenza, il massimo grado di giudizio, per lasciar morire in pace questa ragazza. Comincio ad averne fin sopra i coglioni di questo paese, di questi arroganti, banditi.




vanni-merlin
00venerdì 6 febbraio 2009 19:41
Re:
lemieparole, 20/01/2009 11.29:

ma questa gente qua, quando la smetterà? se non basta nemmeno una sentenza, il massimo grado di giudizio, per lasciar morire in pace questa ragazza. Comincio ad averne fin sopra i coglioni di questo paese, di questi arroganti, banditi.








le notizie di oggi sono ancora più drammatiche, visto che quel figuro che fa il presidente del consiglio è disposto ad attentare alla democrazia pur di continuare a fare il leccaculo con il vaticano per i suoi loschi fini personali;

perché non lascia in pace quella famiglia??

www.repubblica.it/2009/02/dirette/sezioni/cronaca/eluana/6-febbraio/in...

www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/eluana-englaro/berlusconi-dl/berlusconi...
keryan @
00venerdì 6 febbraio 2009 21:01
Posso dire che sono avvilita?

Ho appena finito di leggere le parole del padre di Eluana e mi viene da piangere a pensare che si siano persone che riescono a speculare su tanto dolore.

Cazzo ma quello stronzo ne ha di figli e anche di nipoti!!!!!

Basta, dico basta e condivido le parole di Gianni, siamo in mano a dei banditi, ma forse banditi è persino poco
keryan @
00sabato 7 febbraio 2009 08:24
Ecco, l'ha fatto, ora siamo proprio in dittatura
altrodase
00sabato 7 febbraio 2009 09:18
Aborto...divorzio...eutanasia...

sono le parole tabù che non si vogliono pronunziare per bigottismo o falso pudore

eppure da sempre si abortisce (tutt'ora e prima clandestinamente, con dolore e arricchendo baroni spesso obiettori di facciata)...ma guai a legiferare altrimenti si diventa tutti assassini...per i falsi moralisti meglio continuare ad abortire clandestinamente...

eppure da sempre ci si abbandona, ci si tradisce ma guai a legiferare sul divorzio perchè lassù qualcuno crede di averci uniti per l'eternità...per i falsi moralisti meglio subire angherie sopportarsi senza rispetto, affetto...

eppure da sempre si pratica l'eutanasia, si stacca la spina nel silenzio negli ospedali ai malati terminali o nelle case si inietta di nascosto una dose di morfina per far smettere di soffrire un familiare lacerato dal cancro...

(è accaduto per mio padre e chissà a quanti di noi sarà capitato eppure il medico avrà consigliato "mi raccomando che non si dica in giro che abbiamo usato la morfina...perchè la legge non lo consente" eppure nessuno si sente un assassino nè noi nè il medico, però cavolo poichè la legge lo vieta, teniamolo nascosto!)...e l'altra faccia della medaglia sono i medici disonesti che per soldi ti consigliano di farti curare in cliniche a pagamento magari inventandosi anche falsi tumori...

per i moralisti dell'ultim'ora (berlusconiani) meglio creare una legge ad hoc per suscitare beceri pietismi accondiscendenti alla chiesa sulla pelle di una povera ragazza e magari con un'altra legge chiedere ai medici di denunciare i clandestini alle visite mediche, magari dopo aver aiutato a partorire una donna per non farle abbandonare il figlio nella spazzatura...bella prospettiva la denuncia!

...questa delazione puzza tanto di razzismo, simile all'antisemitismo, di caccia al diverso...ma perchè non siamo tutti cittandini del mondo?...ed un uomo fosse anche clandestino (ma chi decide la clandestinità?) finchè non delinque non ha diritto di vivere dove cavolo gli pare (abbiamo tutti amici e parenti sparsi nel mondo lavoratori o disoccupati...noi rimandiamo a casa i senegalesi e gli inglesi mandano a casa gli italiani?)

ebbene la colpa del papà di Eluana è solo quella di non aver voluto staccare la spina di nascosto e fatto uscire allo scoperto gli sciacalli di turno politici e religiosi per accanirsi su di un caso per spettacolizzare e sbandierare solo le proprie posizioni in nome di una falsa moralità ed etica comune mai esistita.

...ci sono alcune persone che per capire certe cose devono provarle sulla propria pelle, altre che riescono ad intuirle a prescindere, altre ancora che sanno solo giudicare.

***


altrodase
00domenica 8 febbraio 2009 10:17
...per capire...
La storia di Eluana


Sono ormai dieci anni che Eluana "dorme": da quel mattino di gennaio, quando la ragazza viene ricoverata a Lecco in coma profondo per un gravissimo trauma cranico riportato nell'incidente. Come se non bastasse, la frattura della seconda vertebra cervicale la condanna quasi sicuramente alla paralisi totale. Ma sul momento la cosa più urgente, per i medici, è strappare la ragazza dalla morte. Per questo motivo viene intubata e le vengono somministrati i primi farmaci. I due rianimatori fanno capire chiaramente ai genitori che in questi casi non resta che attendere il decorso delle successive 48 ore, per vedere come reagisce Eluana.

Niente, la ragazza continua a vegetare. Dimessa dalla rianimazione nell'aprile 1992, viene portata in un altro reparto dell'ospedale di Lecco, dove è sottoposta a una serie di stimoli, nella speranza di un sempre più improbabile "risveglio". Intanto il padre, consigliato dal primario del reparto di rianimazione Riccardo Massei, chiede un consulto a vari specialisti. Ma il verdetto è sempre lo stesso: bisogna aspettare. Il lavoro che stanno facendo all'ospedale di Sondrio - dove Eluana viene trasferita nel giugno 1992 - è ineccepibile. Poi la solita frase: "La speranza è l'ultima a morire".
In realtà la speranza si riduce ben presto a zero.


Infatti dopo dodici mesi è possibile fare una diagnosi definitiva e sicura di stato vegetativo permanente, ossia irreversibile. La regione superiore del cervello (corteccia), compromessa come nel caso di Eluana da un trauma oppure da un'emorragia, va incontro a una degenerazione definitiva. E con essa tutte le funzioni di cui è responsabile: dall'intelletto agli affetti, e più in generale alla coscienza.

Il limite dei dodici mesi è dato per assodato a livello internazionale. Tanto che, passato quel periodo, la British Medical Association e la American Academy of Neurology sostengono la legittimità di sospendere nutrizione e idratazione artificiale. Ma non in Italia, dove la maggior parte dei medici non si azzarda ancora a dire chiaramente che tenere in vita più a lungo questi pazienti possa essere definito accanimento terapeutico.
Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l'intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.

Commenta Carlo Alberto Defanti, primario del reparto di neurologia dell'ospedale Niguarda di Milano, che ha visitato Eluana alcuni anni fa: "Malgrado non soffra direttamente per il suo stato, dovrebbe essere chiaro a tutti che la sua condizione è priva di dignità. Di lei rimane un corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza, totalmente nelle mani del personale che la assiste. La sua condizione è penosa per coloro che la assistono e che hanno ormai perduto da tempo la speranza di un risveglio e per i suoi genitori, che hanno perso una figlia ma non possono elaborarne compiutamente il lutto".

La macchina legale si mette in moto tra il '96 e il '97. Defanti, su richiesta del padre, stila una prognosi definitiva: "In considerazione del lunghissimo intervallo trascorso dall'evento traumatico, si può formulare una prognosi negativa quanto a un recupero della vita cognitiva". La corteccia cerebrale di Eluana è sconnessa dal resto del cervello. Per sempre.
Il consulto del neurologo compare, insieme ad altri documenti, nel procedimento di interdizione di Eluana da parte del padre, che nel 1997 ne diventa tutore. E' Maria Cristina Morelli, un brillante avvocato milanese, a utilizzare la figura del tutore dell'interdetto (che di solito si occupa solo di quattrini) per consentire a una persona incapace di esprimere la propria volontà attraverso un rappresentante.

E la sentenza della Corte d'Appello di Milano del dicembre 1999, anche se drammaticamente rigetta la richiesta di rifiuto delle cure con motivazioni da molti giudicate deboli, non solleva obiezioni su questo punto. "E' un passo importante della giurisprudenza" commenta la Morelli "perché si ammette che anche persone nello stato di Eluana possano esercitare il diritto di dare o negare il consenso informato alle cure attraverso un rappresentante. Con tutte le garanzie e i controlli che la legge prevede rispetto alla figura del tutore dell'interdetto. Mi sembra un buon inizio per colmare la disuguaglianza tra chi, maggiorenne e nel pieno delle facoltà mentali, può esercitare la sua libertà di scelta fino al punto di rifiutare cure che gli salverebbero la vita, e chi invece non può perché in condizioni d'inconscienza".

Per rendere meno labile questo diritto degli "incapaci" è allo studio del Parlamento anche una proposta di legge, ispirata dalla Consulta di bioetica di Milano, sulle Direttive anticipate. "Se la legge passasse" spiega il giudice Amedeo Santosuosso, tra i magistrati più competenti in materia bioetica, "basterebbe avere nel portafoglio, o depositato presso il proprio medico, un foglio in cui si possono esprimere le proprie preferenze su come si desidera essere trattati dai medici in caso di perdita di coscienza. A dire il vero, anche se in Italia questa sorta di "testamento di vita" (Living Will) non è ancora un documento espressamente previsto per legge, una volontà documentata può essere riconosciuta valida in un procedimento giudiziario. E non è detto che il dissenso a essere sottoposti a un trattamento debba essere messo per iscritto. Certo un documento scritto rende tutto più evidente, ma per la legge la volontà può essere anche verbale.
A questo punto un tutore, sia esso il padre o un'altra persona, ne può curare l'esecuzione".
Sconfitta nelle aule giudiziarie, la lunga battaglia del padre di Eluana non è quindi stata inutile. Certo, questa bella ragazza di 30 anni, beffata da un incidente stradale, è condannata per chissà quanto tempo ancora a sopravvivere a se stessa.

Ma Beppino Englaro si è sempre rifiutato di risolvere la faccenda all'italiana. In tutti questi anni c'è stato infatti chi gli ha suggerito di portarsi la figlia a casa e di accelerare la fine "dimenticandosi" di darle le vitamine e la soluzione nutritiva che la tiene in vita.

"Il risultato di questa intransigenza è che ora si comincia a parlare di soluzioni di legge per rispettare i diritti e le volontà di queste persone" conclude la Morelli. "Dobbiamo ringraziare Beppino Englaro che ha messo a disposizione la sua tragedia per difendere i diritti e la dignità non solo di sua figlia, ma di tutti".

Luca Carra

fonte web
***
Vicino a una soluzione il caso di Eluana Englaro

A dieci anni dall'incidente la ragazza di Lecco in stato vegetativo permanente non ha ancora ottenuto la sospensione dell'alimentazione artificiale. Tuttavia si stanno ponendo le basi per vedere riconosciuto finalmente il diritto di rifiuto delle cure anche per i soggetti in stato di incoscienza.

Da non confondere con il diritto all'eutanasia 18 gennaio 2002: ricorre il decimo anniversario dell'incidente che ha sospinto Eluana Englaro nel baratro dello stato vegetativo permanente. Eluana, oggi trentenne, giace da dieci anni in una clinica di Lecco, alimentata con un sondino nasogastrico. Immobile, gli arti irrigiditi e deformati. E senza speranza di riprendere coscienza. Si trova così dal 18 gennaio del 1992, quando verso le quattro del mattino la sua auto si è schiantata contro un muro nei pressi di Lecco.

Nel dicembre 1999 la Corte d'appello di Milano ha respinto la richiesta del padre-tutore, Beppino, di sospendere la alimentazione artificiale che la tiene in vita. Si badi bene: non si trattava di una richiesta di eutanasia, come spesso equivoca la stampa, bensì una richiesta di rifiuto delle cure, che secondo i ricorrenti configurano un quadro di accanimento terapeutico.
La sentenza di Milano ha rappresentato una sconfitta pesantissima per chi da un decennio sopporta la situazione crudele e paradossale di avere una figlia ridotta a un corpo senza coscienza, condannato a vivere solo perché il destino ha voluto risparmiarle la zona cerebrale deputata alla respirazione.

Di fatto Eluana non può essere definita "morta" secondo la legge attuale perché, anziché l'intero encefalo, l'incidente le ha lesionato "solo" la corteccia, cioè la parte dove vengono elaborati pensieri, consapevolezza, sentimenti, relazioni. Ma cosa resta se tutto questo si spegne? Una pianta, un lutto impossibile da elaborare, una figlia ridotta a zombie da una medicina interventista, che adesso si rifiuta di risolvere il problema che essa stessa ha contribuito a creare.
Dal "no" della Corte a oggi - decimo anniversario dell'incidente - qualcosa però si è mosso: nel giugno 2000 un incontro pubblico dedicato al caso Eluana (organizzato dalla Consulta di Bioetica, Politeia e Zadig) ha fatto esplodere il caso sui mass media. Un appello rivolto al presidente della Repubblica e ad altre cariche dello Stato ha sortito un primo effetto: l'allora ministro della Sanità Umberto Veronesi ha istituito una Commissione ad hoc che a metà 2001 ha espresso parere favorevole alla sospensione dell'alimentazione artificiale in persone in stato vegetativo permanente di cui si possa dimostrare la volontà di non restare in questo stato. I risultati della commissione Veronesi hanno fatto molto discutere, riproponendo la solita contrapposizione tra laici (favorevoli) e cattolici (contrari).

Successivamente, per la prima volta in Italia un comitato etico (della ALS di Treviso), su richiesta del team nutrizionale dell'ospedale locale, ha ribadito la liceità a sospendere l'alimentazione artificiale in quei casi in cui si può configurare un accanimento terapeutico.
Sul piano dell'iniziativa politica, prosegue intanto l'iter in Parlamento della proposta di legge sulle Direttive anticipate, che dovrebbe finalmente sancire il diritto di esprimere anticipatamente le proprie volontà in merito alle cure. In modo che, in base a un semplice scritto, sia possibile vedere rispettate le proprie preferenze in merito a dilemmi quali quello di Eluana in condizioni di incapacità.

Si registrano quindi notevoli progressi nel dibattito pubblico su questa condizione, che riguarda in Italia circa 1500 famiglie. Progressi facilitati anche da una forte mobilitazione della società civile intorno al caso di Eluana, come dimostra il numero di firme in calce all'appello presente sul nostro sito e i molti commenti che abbiamo raccolto - e che continuiamo a ricevere - sul caso.
Ciononostante, Eluana continua a essere mantenuta in vita artificialmente, e lo resterà fino a quando una nuova sentenza, una nuova legge, o una direttiva specifica non convincerà i medici a considerare l'alimentazione artificiale in queste condizioni come un inutile e inumano accanimento che non merita nemmeno la qualifica di "terapeutico".

Luca Carra

fonte web
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dueanime
00domenica 8 febbraio 2009 21:01
la questione

va molto più in là di Eluana e della sua famiglia, ed ha a che fare, come ha scritto Marilena, con la dittatura. Con la violenza di una dittatura.
b.
Callimaco
00lunedì 9 febbraio 2009 10:33
L'uomo usa il raziocinio e si appella ad una presunta tavola di valori relativi ad una "morale superiore ed imprescindibile" solo quando gli fa comodo. Così non si ha rispetto per la vita quando si scagliano bombe da oltre 2000 metri di altezza, quando l'embargo impone di non fornire farmaci salvavita a un popolo di moribondi, quando si condanna o si permette di condannare a morte un criminale, quando si specula economicamente sulla pelle di intere nazioni ridotte alla fame, quando si nega "l'asilo umanitario", non politico ad una popolazione di derelitti, quando ci permettiamo di dire, (anche solo metaforicamente, ma dall'alto di un pulpito istuituzionle) di "essere più cattivi" con chi non ha il permesso di soggiorno, quando non si firmano "carte di diritti umani sovranazionali" a favore di categorie di persone diversamente abili, quando non si ha il coraggio di condannare pubblicamente ogni forma di guerra e violenza.....questo è il nostro rispetto per la vita? No, è solo speculazione politica, religiosa, ideologica e filosofica...

Vorrei decidere per me, indirizzato dalla mio personale credo etico, a prescidere dai moralismi e perbenismi ideologico-religiosi, decidere della mia vita, di quando io non la riterrò più vita per me, ma solo peso biologico per altri.

Non uccidere, ma sospendere una pratica sulla mia persona che, secondo il mio pensiero, non è più degna di definirsi umana. Essere libero di decidere per me e non che altri mi impongano il loro "credo" solo per biechi interessi di parte.

Il dono più bello? Quelle poche volte che possiamo, decidere noi della nostra vita.


Grazie.
pink05
00lunedì 9 febbraio 2009 14:50
"...Così non si ha rispetto per la vita quando si scagliano bombe da oltre 2000 metri di altezza, quando l'embargo impone di non fornire farmaci salvavita a un popolo di moribondi, quando si condanna o si permette di condannare a morte un criminale, quando si specula economicamente sulla pelle di intere nazioni ridotte alla fame,..."
Ebbene tutto ciò che ha scritto Roberto è quello che ho sempre sostenuto e detto in tutta questa "storia incredibile".
Rosa [SM=g27996] [SM=g28000]
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