volevo parlare di quando ti penso
per te che hai deciso di andare c'è un meno dietro ad un titolo neutro
perchè le parole in una mancanza possono solo essere sottrazione
Mi pettino, vorrei mettere in fila qualcosa
invece cola una luce di cera in questo prisma riflesso e confuso che piano si scioglie , e distorce
visioni
mi hai preso da un sonno caduto a placare
dicesti ritorna e piano ho toccato di nuovo
ho sentito in sorriso di menta e di miele
come quando mi offristi un gelato e scelsi il gusto di fragola non solo per il sapore
nel gelo quel rosso era intenso, ricordi?
Per lui devo tacere e ascoltare, vestire di festa anche se questa casa ora è spoglia
sono la serratura
di una porta da dove ti spio oltre i bordi di un foglio
cammino su un orlo bruciato, macchiato di sangue, di pelle distesa nel bianco di un letto
che cade in orrore
non posso narrarmi
trovarmi perduta
guardare i tuoi occhi negli occhi
sarebbe l’urlo legato ai capelli con queste forcine
lo sguardo filtrato in dolore, fessure che aperte feriscono il viso
sarebbe chiamarti destino, negare le mani, il mio corpo
il tuo,
dato in poltiglia a quel pezzo di stoffa inzuppato
che ora conservo
rispetto
nel quale mi lavo, mi cerco
e in trame leggere
sollevo lenzuola di mare tra zolle odorose
dimenticando il ricordo per giungere ai piedi del dove
seguire le ali
su ali
i cerchi di fumo, nei quali
più non ascolti gli orari del tempo
e già sai di me
della menta, di miele
che colo in cera di attesa
ricordi l’intenso?
[Modificato da pierrot-- 05/07/2006 20.50]
[Modificato da pierrot-- 06/07/2006 9.48]