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La Coppa
Vieni per l'ultima volta,
poiché eravamo così soli
e ci rifugiammo in una coppa
con immagini e sogni.
Ma era appena oggi
e il nostro mare era notte,
preda fummo l'uno dell'altro,
il carico bianco.
Ci sfiorammo come due razze,
due popoli ai primordi,
le stirpi, la scure, le pallide,
si arresero.
Tu vieni per l'ultima volta,
poiché era solo un gioco,
o vedesti che nella coppa
cadevano lacrime e ombre-
vedesti, vedesti il suo inclinarsi
e spargere questo vino a fiumi
e poi il suo cadere e tacere:
la mutazione dell'essere-?
Sempre più muto
Tu negli ultimi regni,
tu nell'ultima luce,
non c'è luce nel pallido
volto che fissa,
là sono le tue lacrime,
là sei denudato a te stesso,
là è il dio, l'unico,
che scioglie tutti i tormenti.
E da tempi innominabili
uno ti ha distrutto,
appelli e canti ti accompagnano,
uditi sull'acqua,
resti di alberi tropicali,
boschi del fondo marino,
spazi pervasi d'orrore
li portano fin qui.
Antico era il tuo desiderio,
antichi sole e notte,
tutto: sogni e sgomento
meditati fino a smarrirsi,
sempre più della fine, sempre più puro
tu stratificato in distanze,
sempre più muto, nessuno
aspetta nessuno chiama.