orsettopoeta
00domenica 1 luglio 2007 10:21
Non per annoiarvi, ma piuttosto per guardare la strada, il mio percorso con voi. Vi devo molto e a voi amici dedico la mia carta.



La vita da poeta

Ho usato le parole come zattera
attraversando il mare del vissuto.



Il poeta

Scrivi parole che vivono,
dietro le porte dei giorni le cerchi,
su fili fatti di pensieri e ricordi si stendono
perché tu le veda e ne usi i colori.

Scrivi il passato filtrato dagli anni,
i giorni legati come d’aglio le trecce,
sentendo ancora tra i denti
i sapori di vecchie risate.

Scrivi Vito, scrivi.

Graffia con forza quei fogli,
segnali come le rughe
hanno segnato il tuo corpo,
spezza al tempo il bastone
con cui mesta i ricordi.

Scrivi Vito, scrivi.

Poi raccogli tra i palmi
quei fogli graffiati
ed in un giorno di cui hai gia sentito l’odore,
aperte le mani,
guarderai stupito la poesia tua volare.




Fiori di vetro

Fragili fiori di vetro
germogliò il mio silenzio.
Leggeri come il pensiero,
freddi come il ricordo.
Ne colsi un mazzetto
e li diedi alla solitudine
che del silenzio, da tempo,
era docile amante.
Si misero a fare l’amore
sul mio letto disfatto,
uscii dalla stanza
e mi chiusi la porta alle spalle.
Il sole m’aspettò sul portone
e bucò quella sacca di ghiaccio
in cui avevo riposto il passato,
ne lasciai ogni passo una goccia
ogni goccia qualcosa che ho amato.



Il falso presente

Ogni mattina levo l'ancora
e prua decisa punto sul presente.
Il futuro all'orizzonte, netto,
lascia intravvedere le sue forme,
ma tempo non ho di sentirne il sapore
ch'è gia diventato passato.



Chi sei?

Notti intere,
acquistate al discount,
con stelle di latta.
Giorni spesi
a travasare lacrime
in ampolle sbeccate.
Pasti frugali,
consumati con gente
di cui non sai il nome.
Specchi idioti
che riflettono
ma non sanno parlare.
D’improvviso dispersi
da un niente,
dal tuo volto di donna incosciente.



M’inventai

M'inventai un amore stupendo,
fatto di fragole e miele,
creato per essere il primo
e non un avanzo di tempo.

M'inventai un amore stupendo,
fatto di silenzi e parole,
nacque tra rose e gerani
ora è steso a seccare tra i rovi.

M'inventai un amore stupendo
da poterti piantare nel cuore,
per strapparti i suoi occhi dagli occhi,
cancellarti i suoi sogni dal cuore.

Oggi vivo tra quel che ho creato,
i silenzi diventan dolore,
quell'amore che avevo inventato
sa di sale, ha cambiato sapore.

Ho inventato un amore al contrario,
mi vergogno di quello che dico,
spera quando negli occhi tu hai il pianto
e dispera quando canti e sorridi.



La mia vita

Sono nato
nel silenzio
che hai dentro,
cresciuto
nel dolore
della tua solitudine,
morto
in un sogno
che non hai avuto.




Povera poesia

Povera poesia,
vorrei che su te
fosse di seta un lenzuolo,
ma è un misero pezzo di stoffa
che ha un unico pregio:
è stato tessuto
con lavoro paziente
dal cuore.



A Lei

Non de' poeti l'antico usato verbo,
nè le usual conosciute parole
dir saprebber ciò che il core ha in serbo,
per te che cielo sei e luna e sole.

Allor come potrebbe il pensier mio sperare,
senza parer un pazzo scellerato,
che l'occhi tuoi possano me guardare,
granel di sabbia del mare innamorato.




Lo specchio opaco

Come seta
addosso mi scivola,
mi avvolge
impalpabile e freddo:
il silenzio.
Riempie la stanza,
sulle pareti si srotola,
opaco specchio
in cui a rimirarsi
è l'anima.



Un vecchio

Un uomo curvo,
sotto il peso del cielo,
tiene ferma con piede leggero
la sua piccola ombra annoiata;

l'attaversa, improvviso,
a volo radente un gabbiano,

lui si scuote,
lascia l'ombra per terra,
e appoggiando lo sguardo lontano
s'incammina e scompare pian piano.




Fiaccole

Ho bruciato mille e mille passati
per leggere un minuto tratto di futuro.




Incontro

Mi hai letto senza gli occhi,
con il tocco leggero delle dita,
indovinando i tratti del mio viso.
Ho assaggiato un po di te,
a un tavolino d'angolo,
illuminato solo di parole.
Abbiamo miscelato il tempo
a dolci pesche affogate
in un bicchiere di buon vino,
e goduto, per un tratto,
del tepore che emanano
due vite che si sfiorano.




Perdite

Gocciano con un ticchettio
continuo e fastidioso,
le ultime parole,

perdite per noi irreparabili
anche dalla stoppa
che ci può dar l'affetto.




Guerra: soluzione algebrica

Io, vecchio professore,
non ho trovato, cercando, credimi,
il significato della parola guerra,
ma qualcosa ho capito.
Algebra, ragazzo.
Un negativo per un positivo
darà un risultato negativo:
guerra, negativo,
unita ad uomo, positivo,
darà guerra all'uomo,
risultato negativo.
Ma guerra, moltiplicato fame,
darà guerra alla fame:
risultato positivo.
Moltiplicando due negazioni
si ottiene, lo sai anche tu,
una positività.
Non dire mai, allora,
guerra da sola,
ma sempre e soltanto
per un altro negativo
e insegna quest'algebra
a un amico, un collega,
un tuo conoscente,
e dal niente
con due negazioni
costruirete una cosa importante.




Poesia

Piccolo scoglio sei,

disperso tra infiniti oceani di pensieri,

onde parolaie, incessanti t'accarezzano,

lasciandoti, minuta, brillare al sole





Aborti

Parlano intrisi
dei loro vangeli
uomini assisi
col Dio di quei cieli

processan severi
gridando al peccato
la donna che uccide
chi ancor non è nato.

Poi a madri innocenti
ch’al mondo hanno dato
con sangue e con stenti
un uomo sbagliato

col ghigno del forte
quel figlio sbandato
condannano a morte
a un aborto di stato.




Dolce Madonna amica

Da quale specchio tu a guardarti stai?
in quel che freddo rimanda tuoi contorni,

oh in quel che speri non guardarti mai
e che ti conta del passare i giorni,

e nei tuoi occhi, che velan riflessioni,
sui mille amori d'uomini perduti,

a cui facesti rare concessioni
militi ignoti su freddi cuor caduti.

Anche le lagrime gettate per paura
a volte filtran, sudori del dolore,

e l'esser donna ti pare gran sciagura
poichè cervello hai collegato al core.

Oh donna, oh Dea, oh musa ispiratrice,
che di tuo seno hai fatto gran roveto

a da tuo grembo, qual cupa imperatrice,
desti all'esilio piacere e gioco lieto.

Non ti stupir se gli anni son rosario
di sguardi a terra a contemplare sassi

l'uniche cose che non son tuo contrario
perche' con loro hai lastricato i passi.

Se filo d'erba forare puote i marmi
eppur può esser distrutto da un infante

l'amor più tenero per quanto lo disarmi
può scuoter l'animo con foga d'un amante.

Così tuo cuore per quanto sia indurito
non può sentirsi immune dal malore

e prima o poi incontrerà un ribaldo
che pur senz'armi rapinerà il calore.

Si può, lo sai sicuro, oh solitaria amica
sedersi un po' discosti a recitar la parte

ma mai nessun potrà per quanto faccia e dica
immun restar da amore, di cui lusinga è l'arte.





Ho chiuso gli occhi e sogno

Dove il silenzio ha un volto
e lo smarrirmi è facile,
brucia il tuo sguardo

lì, giochi d'ombre e luci
raccontano fiabe antiche;
amori a cui dai vita.

Ho chiuso gli occhi e sogno.




Compleanno

Soffierò sorridendo
sui numeri d'un altro anno.

E' raro che mi battano le mani
per un gioco di prestigio
tanto semplice da parer banale,
qualche candelina spenta,
sopra un futuro da illuminare.




La notte

Brutta notte
quando l’uomo, già cieco,
più non sente.
Non vede più bandiere
ma ancora lotta
ed i suoi sensi
più non servono
a ritrovar la strada.

Ingoia paure e colpe
ed alla prima voce
punta il suo fucile
e senza sapere
spara sopra un figlio,
tanto al buio
non dovrà scordare.




La Bomba

E' un tempo strano
quello tra il boato e il vento

un attimo che passa da trent'anni
e da trent'anni non mi passa mai




Un ballo

La vita è un tango,
la morte un valzer lento,
voglio saperne i passi,
ballarle tutte e due
fino all’ultima figura,
non fermarmi fino alla fine,
non prima,
almeno,
che l’orchestra
bruci l’ultima nota.




Parola di co…ne

Son la parte genitale
che a colpirla fà assai male,
alle donne è certo assente
dico sol fisicamente.
Vede caro mio bel tipo
dottorato ed erudito,
questo lemma alquanto strano,
c’è chi dice un po’ villano,
ha riunito in un istante
un buon popolo esitante;
si salutan col mio nome
“oh, buongiorno gran coglione.
Che coglione assai carino
dove ha preso il vestitino?”
Vede, caro presidente,
questo popolo indolente
non le chiede la ragione
della torva esternazione,
dice solo con dolcezza:
badi un poco a sua stanchezza.
Dopo aver sì lavorato
con impegno mai immutato
in quest’anni alquanto cupi
pien d’ostacoli e dirupi,
si riposi d’ogni cosa
nella bella sua certosa,
vada a pesca, vada in bici
con i nostri buoni auspici.
Ci dimentichi un pochino
in Sardegna o a Portofino,
siamo un popolo insipiente
ci abbandoni presidente.





Il pane quotidiano

Non mi mancavano motivi per partire
né tantomeno scuse per restare.
Per un futuro, qualunque esso fosse
ho camminato sui cocci della mia dignità.

Han comprato, accorti mercanti, braccia e gambe
e non son riuscito nemmeno a risparmiarmi
la vista del sorriso di mio figlio,
il tepore dolce del corpo di mia moglie
e la pazienza e il canto di mia madre.

Il passato a cui ho voltato le spalle
si chiamava fame e paura,
la mia invisibile morte, ora,
il pane quotidiano.




Il Che

Un filo d'erba,
che io familiarmente
chiamo "Il Che",
forato l'asfalto,
con tenacia,
s'è infiltrato
nella dittatura del nero.
La gente lo guarda, mormora,
senza che s'alzi una voce.
Odo eroe da taluni,
per altri un pazzo,
solamente un pazzo.
Ben sanno le voci
che rivoluzione,
la fanno quelli tanto eroi
da parer folli
oppur talmente folli
da diventare eroi.
Io guardo Il Che
e sorrido.




A mio figlio

Sono cresciuto come padre
seguendo i tuoi piccoli passi

della mia esperienza di figlio
ho fatto manuale.

Ai tuoi dubbi
non ho spesso risposta
ma ci sono per poterli ascoltare

e i consigli
anche quelli più triti
sono spesso inquinati dal cuore

Io son padre per scelta
tu sei figlio per caso
e ogni volta che mi chiami papà
tu mi dici che non ho sbagliato




Soweto

Il vento aspira l’aria, non la soffia,
inspira fino a farsi scoppiare i polmoni
il mio stato senza inni e bandiere.
Il tempo scorre in se stesso
ma i giovani, si sa, non ne sentono il ticchettio
la Libertà, frattanto, scelto dall’armadio
il vestito nero, il più audace,
quello che lascia intravedere seno e fianchi,
sinuosa s'affaccia e vera, esce,
come mamma l’ha fatta.
Cupe le scuole, fissano,
in questo giorno normale di giugno
quei cancelli, vergini,
che nessun piede viola, nessuno penetra;
le strade, invece, fanno fatica ad assorbire i passi,
troppo giovani e leggeri perché il catrame li trattenga.

Serena, la storia attende che qualcuno la scriva.

Il vento aspira l’aria che sa di sangue, non la soffia.
Allegri, oggi si muore



Felicità bastarda
(ai piccoli schiavi)


Felicità bastarda!
Lo vedo sorridente
intento a un grande lego,
per dodici ore al giorno
a rigirar mattoni.








[Modificato da orsettopoeta 01/07/2007 11.42]

[Modificato da orsettopoeta 02/07/2007 13.04]

pink05
00venerdì 27 febbraio 2009 11:45
Che meraviglia!! Sono una più bella dell'altra. Del resto a tutt'oggi dai sempre prova della tua indiscutibile bravura.
Ciao! Rosa [SM=g7265]
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