Storia militare e manuale storico sul tiro con l'arco

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(Hamlet)
00martedì 2 settembre 2008 15:58
Libri da leggere
Consiglio vivamente questi tre libri su tutti:

1) Il volto della battaglia; di John Keegan, Net edizione.
Tratta e analizza tre battaglie; Agincourt, Waterloo e le Somme. Se vi chiedete cos'è una battaglia e cosa spinge un soldato a rischiare la vita è il libro giusto.

2) La Maschera del comando; sempre di Keegan, Net edizione.
Qual'è il modo più efficiente di comandare? La tesi di keegan è che la cultura e le priorità politiche di una nazione e di un popolo contribuiscono a determinare le caratteristiche dei loro leader e che la personalità di un condottiero può essere la chiave di lettura per la sua epoca. Per dimostrarlo mette a confronto quattro generali di epoca diversa; Alessandro Magno,Wellington,Grant,Hitler.

3) La battaglia; STORIA DI WATERLOO; di Alessandro Barbero, Edizone Laterza. Un romanzo che è anche un saggio storico scritto da uno dei nostri migliori esperti del settore.

In più una vera chicca dal passato; [SM=g27822] per gli appassionati (e non) di tiro con l'arco come me [SM=g27836] ecco qui un interessante e divertente dialogo sul tiro con l'arco e la sua importanza ed eccellenza nella storia.
Il primo manuale mai scritto (direi anche l'unico degno di essere menzionato per la lingua italiana [SM=g27812] ) finalmente sottratto al vago e fiabesco mondo del "si dice che".
4) Toxophilus; La scuola del tiro; di Roger Ascham (1515-1568) a cura di Stefano Benini, GREENTIME edizione

Buona lettura e fatemi sapere [SM=g27811]

LunaRossaFalco
00martedì 2 settembre 2008 18:14
I primi tre libri che citi, li ho e li ho letti con grandissimo piacere. Keegan è bravissimo al pari di Barbero. Di quest'ultimo ti consiglio, se non l'hai già letto, "9 agosto 378. Adrianopoli." Bellissimo al pari di "La Battaglia..."
Tutte letture altamente consigliate
(Hamlet)
00martedì 2 settembre 2008 19:48
Mi ha risposto un duca..... pergiunta membro del clan dei lunarossa..... sono onorato sire!
Io ho scoperto Keegan due anni orsono e lo considero,insieme a Chandler, uno dei migliori storici in circolazione.
Al momento purtroppo sono impegnato con letture scolastiche forzate [SM=g27813], ma con sincerità voglio dirle che mi interesso in particolare di Antica Grecia( in special modo la mitologia che io amo tanto da aver pensato più volte a quanto sarebbe bello poter tornare a quel politeismo!) e Medioevo ( basso,alto e tardo); da lì in poi trovo interessante tutta la storia che segue.

Probabilmente lo saprà già ma mi permetto di consigliarle lo stesso in edicola la rivista Focus Storia, un mensile davvero interessante; anche se la migliore è senza dubbio la rivista inglese BBC History che è in lingua originale ma che trova anche da noi a Roma, precisamente a via del corso nella libreria mondadori che è specializzata nelle riviste estere. Inoltre se ama la mitologia greca vorrei segnalarle:
1)Vincenzo Cerami racconta l'Odissea edizione Einaudi Scuola
2)L'Universo, Gli Dei, Gli Uomini; Il Racconto del Mito sempre Einaudi Scuola di Jean Pierre Vernant

Inoltre vorrei sapere se ha notato anche lei che i libri dell'edizione italiana che tratta di più di storia,cioè Il Mulino, siano molto limitati; io perlomeno ho fatto una pessima esperienza sul tema della guerra dei cent'anni . Avrebbe da segnalarmi materiale in proposito perchè le edizioni che mi risultano sono abbastanza antiquate e poco aggiornate; e ovviamente le più complete sono in francese [SM=g27814]

Per finire spero che lei conosca bernard cornwell; altrimenti le segnalo la triologia "Alla ricerca del Santo Graal"; anche se scendiamo molto di livello io lo trovo molto avvincente [SM=g27827]

Aspetto con ansia risposta......
LunaRossaFalco
00mercoledì 3 settembre 2008 12:37
Re:
(Hamlet), 02/09/2008 19.48:

Mi ha risposto un duca..... pergiunta membro del clan dei lunarossa..... sono onorato sire!
Io ho scoperto Keegan due anni orsono e lo considero,insieme a Chandler, uno dei migliori storici in circolazione.
Al momento purtroppo sono impegnato con letture scolastiche forzate [SM=g27813], ma con sincerità voglio dirle che mi interesso in particolare di Antica Grecia( in special modo la mitologia che io amo tanto da aver pensato più volte a quanto sarebbe bello poter tornare a quel politeismo!) e Medioevo ( basso,alto e tardo); da lì in poi trovo interessante tutta la storia che segue.

Probabilmente lo saprà già ma mi permetto di consigliarle lo stesso in edicola la rivista Focus Storia, un mensile davvero interessante; anche se la migliore è senza dubbio la rivista inglese BBC History che è in lingua originale ma che trova anche da noi a Roma, precisamente a via del corso nella libreria mondadori che è specializzata nelle riviste estere. Inoltre se ama la mitologia greca vorrei segnalarle:
1)Vincenzo Cerami racconta l'Odissea edizione Einaudi Scuola
2)L'Universo, Gli Dei, Gli Uomini; Il Racconto del Mito sempre Einaudi Scuola di Jean Pierre Vernant

Inoltre vorrei sapere se ha notato anche lei che i libri dell'edizione italiana che tratta di più di storia,cioè Il Mulino, siano molto limitati; io perlomeno ho fatto una pessima esperienza sul tema della guerra dei cent'anni . Avrebbe da segnalarmi materiale in proposito perchè le edizioni che mi risultano sono abbastanza antiquate e poco aggiornate; e ovviamente le più complete sono in francese [SM=g27814]

Per finire spero che lei conosca bernard cornwell; altrimenti le segnalo la triologia "Alla ricerca del Santo Graal"; anche se scendiamo molto di livello io lo trovo molto avvincente [SM=g27827]

Aspetto con ansia risposta......



Cominciamo da B. Cornwell: il signore in questione è noto soprattutto per la serie di romanzi su "Richard Sharp" fuciliere inglese nel periodo napoleonico, dai quali sono stati tratti, per la BBC, diversi episodi televisivi. E' un romanziere e io ho letto un paio di episodi di Sharp ma senza entusiasmarmi più di tanto.

John Keegan è uno degli storici da me preferiti: interessantissimo un suo saggio "Intelligence" sulla storia dello spionaggio da Napoleone ai tempi d'oggi. Edito da Mondadori, si trova facilmente.

Focus Storia per certi versi è interessante ma troppo spesso superficiale. BBC History è un'altra cosa [SM=x535684]

Il periodo storico che ho studiato di più e che continua ad affascinarmi assolutamente è quello legato al Grande Corso (VIVE L'EMPEREUR!!!) [SM=g27823] e naturalmente ho tutto ma proprio tutto di Chandler (ahimè scomparso nel 2004). Se ti interessa, in questo forum troverai delle enciclopedie viventi sull'argomento (LEGIODesaix e LunaRossaTraiano in testa) [SM=x535693]
Poi a pari merito Seconda Guerra Mondiale e Roma (no quella de Totti - anche se romanista fino al midollo) [SM=g27828]

La Mitologia mi interessava molto nel periodo scolastico ma poi ho perso l'interesse col tempo. Idem per la Grecia antica, anche se devo ammettere che l'ignoranza sull'argomento mi dispiace assai.

Per quanto riguarda la Guerra dei Cent'anni io ho un libro di Christopher Allmand edito da Garzanti (di qualche anno fa) abbastanza interesante ma non molto approfondito.
Poi c'è Philippe Contamine, professore emerito alla Sorbona, autore de "La Guerra dei Cent'anni" edito proprio dal Mulino. Contamine è conosciuto anche per il suo famoso saggio "La Guerra nel Medioevo" sempre del Mulino (l'ho comprato da Feltrinelli) che sto leggendo proprio in questi giorni. Molto interessante.
Un altro libro sul Medioevo che ho letto e trovato molto piacevole è "Guglielmo il Maresciallo - L'avventura di un cavaliere" di Georges Duby. Lo trovi facile facile [SM=g27823]
Per finire, "Macchine d'assedio medievali" di Todaro. Interessantissimo! Tratta naturalmente dell'impiego e delle tattiche legate alle macchine d'assedio del periodo medievale.

Sono anche appassionato di storia medievale giapponese da quando iniziai a giocare a Shogun, primo inarrivabile capitolo della serie Total War (che Hachiman, Dio giapponese della guerra lo abbia sempre in gloria) [SM=x535693]
Ciao [SM=g27823]
(Hamlet)
00mercoledì 3 settembre 2008 15:10
Quello sull'Intelligence è sulla mia lista, mentre il libro di Contamine(che è pergiunta il più recente sull'argomento) era quello con cui ho fatto cattiva esperienza [SM=g27821] ! E così ami il piccolo corso; su questo navighiamo su tutt'altre aque perchè hai trovato un seguace del duca di ferro [SM=g27832] . Ma d'altronde il più grande errore del bonaparte è stata la campagna in Russsia perchè ,come sai bene, non avrebbe potuto vincere a Waterloo [SM=x535719]
LunaRossaFalco
00mercoledì 3 settembre 2008 16:58
Re:
(Hamlet), 03/09/2008 15.10:

...Ma d'altronde il più grande errore del bonaparte è stata la campagna in Russsia perchè ,come sai bene, non avrebbe potuto vincere a Waterloo [SM=x535719]



Napoleone quella campagna l'ha condotta ai limiti della perfezione, facendo marciare i suoi uomini come ai bei tempi, prendendo di sorpresa gli eserciti di Wellington e Blucker e preparando la battaglia nel migliore dei modi. Peccato che oramai la salute non lo assistesse più e soprattutto la stanchezza e il logorio dei suoi marescialli. Se Napoleone avesse avuto al suo comando i marescialli della campagna di russia, avrebbe fatto degli alleati un sol boccone a Waterloo. E nonostante tutto per poco ci riusciva. Un'ora di tempo in più senza i Prussiani sul campo di battaglia e avrebbe spezzato il fronte di Wellington al centro. Ahh Grouchy, Grouchy cosa mi hai combinato...
Comunque con i se e i ma non si vincono le battaglie...
Onore al merito a Wellington, decente stratega e ottimo tattico. Dotato di un carattere di ferro e di grande esperienza rispetto alle tattiche francesi. [SM=x535693]




(Hamlet)
00mercoledì 3 settembre 2008 18:18
[SM=x535713] Decente stratega è minimizzare lo sai; Napoleone temeva Wellington per le eccezzionali campagne dimostrate in Spagna e Portogallo (nonostante avesse un esercito di soldati moolto inferiori a quelli francesi):"La feccia, proprio la schiuma della Terra" dichiarò dei suoi.
Inoltre gli inglesi devono molto ai prussiani ma non è interamente loro il merito perchè ci si mise di mezzo la dea bendata! Cito fonte:
Sin dalle prime ore del pomeriggio i francesi dovettero invece combattere anche con le colonne prussiane che arrivavano una dopo l'altra dalla destra, esaurendo le riserve francesi che altrimenti avrebbero potuto essere rovesciate su Wellington.

Blücher era infatti riuscito a precedere, in una corsa verso Waterloo, il suo antagonista francese Grouchy, la cui responsabilità in proposito, nonostante gli ordini non chiari di Napoleone, è riconosciuta da tutti gli storici. L'ultimo attacco francese, disperato, fu sferrato dalla "Vecchia Guardia" contro quanto rimaneva delle forze di Wellington, ma fallì(e qui si dimostra l'eccezionale valore di Sir Arthur Wellesley). Nello stesso momento i francesi non poterono più contenere l'esercito prussiano sulla destra e la rotta divenne generale.

La battaglia non si concluse con l'immediato arrivo dei prussiani, ma fu invece una battaglia di attrito con i francesi che cercavano disperatamente di spezzare la linea inglese prima che la pressione dei prussiani sulla destra diventasse insostenibile.

Nonostante Wellington dichiarasse in seguito di aver voluto vincere esattamente in quel modo, gli errori commessi da Napoleone nella giornata furono molti e decisivi, mentre inglesi e prussiani si batterono al meglio. In questo senso la vittoria degli alleati appare come dovuta agli errori di Napoleone, mentre la battaglia non è stata decisa dall'abilità militare ma dalla fortuna: alle 16:03 di quella giornata, cinquemila cavalieri francesi del Maresciallo Ney attaccarono l'artiglieria avversaria e riuscirono ad impadronirsene in pochi minuti, grazie a una carica audace e devastante.

Per completare l'operazione, i francesi dovevano soltanto rendere inutilizzabili i pezzi nemici, e uno dei modi per farlo era piantare un chiodo nel focone del cannone, ovvero il foro dove passava la miccia. Ma per un colpo di sfortuna, chiodi e martelli erano rimasti tutti nelle bisacce delle selle dei cavalli abbattuti durante la carica. I cannoni rimasero così intatti e furono riconquistati dagli inglesi appoggiando l'entrata in campo delle forze fresche prussiane.
Napoleone venne così definitivamente sconfitto.

Come può cambiare la storia eh [SM=g27811]


LunaRossaFalco
00mercoledì 3 settembre 2008 19:47
Beh, la carica di quel matto di Ney fu bellissima e travolgente ma senza il coordinamento con l'artiglieria ippotrainata e la fanteria si infranse contro i quadrati inglesi e scozzesi. (Murat Murat dove eri Murat?) Napoleone ebbe il grave torto di non sopraintendere di persona ma delegò troppo il comando quel giorno. Poi se vogliamo parlare di cul... ehm di fortuna, Wellington ne aveva eccome; basti pensare alla pioggia che inzuppò il campo di battaglia impedendo alle batterie francesi di aprire il fuoco all'ora convenuta ritardando fatalmente l'inizio della battaglia. Molti storici addebitano proprio a quel ritardo le cause della sconfitta.
Comunque è vero che Wellington si misurò in Spagna con i francesi ma mai con Napoleone... [SM=x535685]
Bertavianus
00lunedì 8 settembre 2008 23:53
In Waterloo c'è sicuramene un po' di tutto; c*ulo di Wellingnton, errori di Napoleone e di Grouchy, efficienza prussiana (non riconosciuta ai fini della paternità della vittoria, e soppressa nel diorama visibile nell'Imperial War Museum di Londra).

Mi stuzzica assai di più il manuale di tiro con l'arco, anche perchè la serie TW mi lascia non pochi dubbi.

La mia modesta esperienza di lettore e di arciere mi induce a pensare che, nei nostri giochi preferiti, l'uso delle frecce incendiarie sia decisamente sopravvalutato.

E' certo che ne vennero tirate contro elefanti, e che se ne tiravano a iosa dagli spalti dei castelli; tuttavia, dubito assai che se ne potesse fare un uso intensivo in campo aperto.

La freccia incendiaria non è solo meno precisa, ha anche una minor gittata dovuta alla necessità di tendere meno l'arco per non bruciare dita ed arco con l'estremità infiammata; c'è il problema di dar fuoco all'innesco; c'è la necessità di avere un proiettile predisposto per questo uso; c'è il maggior peso e ingombro di ogni ogni singolo proiettile; c'è la minor penetrazione della punta...

Per farla breve, mi è difficile pensare che l'arciere medievale in campo aperto la usasse come munizione standard.
(Hamlet)
00martedì 9 settembre 2008 16:57
Bertavianus: Oh infatti nel medioevo le freccie venivano incendiate molto raramente e solamente se lo prevedeva la tattica d'attacco prevista.
Il Toxophilus di questo non tratta, in compenso spiega quanto era duro l'addestramento di un arciere che tirava con l'arco lungo.

Prima si usavano archi lunghi quanto l'uomo che doveva tenderli, di tasso, che è ancora oggi il più adatto dei legni perchè il più elastico e flessibile; ma il tasso è una piantina e quando gli inglesi finirono le loro riserve si resero conto che il legno migliore veniva proprio dal Nord Italia [SM=g27822].

Nelle contee inglesi i reali organizzavano tornei a premi per far eccellere nell'uso della mitragliatrice di quel periodo anche i contadini; un buon arciere scoccava infatti dodici freccce al minuto che arrivavano a una distanza di anche 300 metri.

Il miglior balestriere genovese, pur con l'ausilio di un arganello per ricaricare, non riusciva a tirare più di due quadrelle,anche se queste potevano colpire con forza maggiore e l'uso della balestra non richiedeva uno spossante addestramento.

Prima si costruivano archi per fare la guerra e questo voleva dire sforzare al massimo il legno usato; anche un ottimo arco non durava più di dodici mesi di costante utilizzo. Dovete sapere che più si usa un arco in legno e più si consuma e c'è il rischio che si spezzi.

Tendere un longbow non era cosa da poco; all'epoca gli archi erano da 150 libbre e richiedevano una trazione media di 36 kg; niente di strano che si spezzassero facilmente! Adesso gli archi non superano le 65 libbre e vi assicuro che non è da tutti tendere un arco del genere!

Quest'arco ha origini molto antiche e proviene dalle popolazioni vichinghe della Scandinavia che lo utilizzavano già nell'800 D.c. Venne introdotto in Europa durante le scorrerie di queste popolazioni e fù largamente impiegato dall'esercito inglese anche se i primi ad utilizzarlo furono i gallesi.

Durante il Medioevo gli arcieri inglesi divennero l'orgoglio dei campi di battaglia, questo perchè furono gli unici ad allenarsi fin da bambini a tendere l’arco.
Ma non vorrei dirti di più sull’argomento; leggi Roger Ascham ti piacerà. Per qualsiasi curiosità chiedi pure [SM=g27822]
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