Sete di te

Caos=
00venerdì 8 dicembre 2006 21:38








Sapevo che non avrebbe tardato. Ma sapevo anche che avevo un compito da portare a termine. Lo studio. Mi ero prefissato un tempo: dalle 5 alle 8. In quell’arco di tempo, seppur breve, avrei studiato e niente sarebbe stata fonte di distrazione; anche se fosse arrivata 10 minuti prima non avrei infranto quelle regole, no! Era da poco che imparavo a darmi delle regole, a costruire e fissare degli ordini a cui tutto me stesso si sarebbe sottomesso. Trovavo affascinante tutto ciò, anche se capitava di vivere in una tensione tale che anche se avessi forato di qualche millimetro o minuto, per una dimenticanza o qualche extra-pausa, avrei rimesso in discussione tutti quei piani più volte pensati, mi sarei considerato una persona che non rispetta se stesso, e l’intero mondo delle norme.
No, oggi non mi sarei permesso alcuna mancanza, sarei stato come una sveglia automatica, o meglio, come quegli uccellini che vivono in piccole casette di legno e fuoriescono dal nido nell’ora precisa e cronometrata.
Infatti, quella sera arrivò con mezzora di anticipo (l’avevo incluso nei programmi) ed io mi comportai conformemente a ciò che avevo prestabilito: occhi appiccicati alla pagina ed attenzione a quella formula: “Deus sive Natura”.
Ma le 8 in punto non tardarono ad arrivare ed io mi staccai da quelle catene, e come se qualcuno avesse citato per strada il mio nome, mi voltai di scatto ed incrociai il suo corpo disteso sulle trapunte appena lavate. In quella visione mi sovvenne un pensiero che mi chiedeva se per caso non fosse già lì da tempo. Ma fu un pensiero sciocco e subito dopo mi avventai sulle sue poche vesti, senza neanche accennare ad un saluto, senza aprire quella bocca assetata e pronta ad imboccarla.
Ebbene, quando le dita furono sul suo piccolo corpo mi accorsi che aveva davvero pochi vestiti a ricoprirla ed incrociavo la tinta della sua pelle ancor viva dei raggi estivi. Sembrava chiedesse qualcosa quella pelle, fremeva, voleva aprirsi e farsi vedere completamente nuda e pura come era. Non dubitai neanche tanto che già in pochi istanti avevo “asportato” (passatemi il termine) le sue vesti bianche e fine che mi pendevano tra il pollice e l’indice. Provavo una certa soddisfazione paterna, un sottile senso di orgoglio che aumentava la temperatura corporea e non faceva altro che schizzare, quel mio febbrile stato di eccitazione.
Lei era lì in quel silenzio perpetuo, traviato soltanto dal passaggio, al di là della finestra, di alcune coppie. Oh, quella pelle così umida, quasi bagnata, era un chiaro invito… Si, sapevo cosa voleva, anche se manteneva un magistrale silenzio, sapevo che proprio quelle della sua specie desiderano solo una cosa: che l’uomo si trasformi in una bestia e vada a mordere con delicatezza le parti morbide, fino a sentire la durezza dei denti e lo spessore della lingua. Ma anche all’uomo, e perfino a me piaceva sentire tutto quel succo scendere per la mia gola, sentire l’asprezza accarezzare il palato e discendere lentamente per le vie dell’esofago.
Ecco, non ci vollero molte preghiere o troppe altre fantasie: già l’avevo interamente inghiottita, l’arancia, e sulla mia barba rimaneva soltanto il sapore aspro e fresco, mentre immobile, come un leone soddisfatto della sua piccola preda, fissavo lo scorrere della notte.









[Modificato da Caos= 08/12/2006 21.38]

lemieparole
00sabato 9 dicembre 2006 10:40
ciao andrea, mi permetto di dirti un paio di cose...non sui contenuti né sulla forma. Sulla fluidità.
Io credo che i racconti debbano essere il più essenziale possibile, a volte lo stato d'animo trapela da un periodo, una frase, non è necessario rimarcarlo troppe volte.....prova a rileggerlo. Ovvio che è solo un parere da appassionato.





gianni
Caos=
00sabato 9 dicembre 2006 10:57



Lemieparole,

fai molto bene a "permetterti"!
SI può dire che questo è il primo racconto breve a cui dedico più cura. E' vero, penserai come penso anch'io che il racconto ha bisogno di alcune rivisitazioni e probabilmente ci sono alcune parti che potrebbero fondersi a crearne una sola. Ad es., la prima parte la trovo ripetitiva, e la seconda, forse, non decolla come dovrebbe, non è fluida!
grazie caro, commenti di questo possono farmi solo del bene,



Un saluT!!
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