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INES TABUSSO
00mercoledì 20 dicembre 2006 10:41
"Corruzione e infiltrazioni mafiose nella Pa, per contrastarle è necessario istituire una mappa dei funzionari pubblici che condannati con sentenze definitive per reati contro la pubblica amministrazione sono comunque rimasti al loro posto. A chiedere la realizzazione di una sorte di anagrafe che consenta di verificare quanti e dove sono i dirigenti e i funzionari pubblici dichiarati colpevoli con sentenze passate in giudicato è stato Francesco Forgione, presidente della Commissione parlamentare antimafia intervenuto ieri a Roma presso la sede del Cnel, alla presentazione dello studio dell’Alto commissariato anticorruzione dal tema «I pericoli di condizionamento della pubblica amministrazione da parte della criminalità organizzata».
(...)
Di una mappa dei funzionari condannati e rimasti al loro posto ha parlato, invece, Francesco Forgione, presidente della Commissione parlamentare antimafia intervenuto ieri all’incontro, sottolineando la necessità di verificare quanti e dove sono i dirigenti pubblici con sentenze passate in giudicato che rivestono cariche all’interno delle istituzioni locali. Del resto, si è chiesto Forgione «che credibilità può avere quell’ufficio in cui continua a rivestire un incarico un funzionario condannato per reati legati all’esercizio della sua funzione?». È necessario quindi, ha continuato Forgione prevedere e soprattutto applicare dei profili di incompatibilità. Ma non solo, occorre creare, ha concluso il presidente della Commissione parlamentare antimafia, un’anagrafe patrimoniale per i dipendenti e i dirigenti della pubblica amministrazione che sia anche uno strumento di prevenzione contro i rischi di corruzione degli stessi funzionari pubblici".
(tratto da "Lista nera dei funzionari pubblici per combattere corruzione e infiltrazioni mafiose", in Diritto & Giustizia, 29 novembre 2006)
tinyurl.com/y7u93z




"Signor Presidente,
colleghi deputati, stiamo affrontando
un tema delicato del dibattito che
ha visto impegnata la I Commissione ed
anche l’Assemblea in sede di discussione
sulle linee generali. Mi riferisco al rapporto
non solo tra la mafia e la politica,
ma tra la responsabilita' politica e penale
in relazione alla composizione di una
Commissione d’inchiesta con poteri speciali
come la Commissioni parlamentare
antimafia.
I colleghi sanno che in I Commissione
il gruppo di Rifondazione comunista ha
tenuto una linea netta su questo argomento
poiche´ riteniamo che non vi possano
essere limiti alle prerogative del Parlamento
e al mandato di parlamentari.
Quando diciamo questo non assumiamo
una linea morbida o debole rispetto alla
coerenza delle istituzioni ed alla credibilita'
delle stesse nella lotta alla mafia, ne´
assumiamo una forma di garantismo generico
ed acritico. Del resto, se affrontiamo
i casi nel merito, relativi alla composizione
della Commissione parlamentare
antimafia, perche´ dovremmo assegnare un
potere discrezionale ai Presidenti delle due
Camere o, ancora peggio, perche´ dovremmo
assegnare il potere di discernere
nella composizione della Commissione
parlamentare antimafia in rapporto all’azione
giudiziaria ? Perche´ non potrebbe
essere presente in Commissione un parlamentare
indagato per fatti di mafia, ma
potrebbe far parte della stessa un avvocato
che difende meta' della cupola mafiosa di
Cosa nostra ?
Eppure, se noi aggredissimo questo
punto metteremmo in discussione il diritto
alla difesa, che e' un diritto sancito dalla
Costituzione, senza discernimento tra il
livello e la caratura criminale di questo o quell'altro imputato difeso.
Credo che su questo dobbiamo svolgere un ragionamento di coerenza. Nel passato
vi sono state ben due commissioni, la commissione Grosso e la commissione
Fiandaca, che si sono interrogate sul rapporto tra la responsabilità politica e
quella penale. Credo che dovremmo insistere molto sulla responsabilità
politica.
Il problema non è di quali deputati inseriamo nella Commissione parlamentare
antimafia, ma di quali candidati abbiamo scelto al momento della formazione
delle liste: è questa la responsabilità politica che viene consegnata al
Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra
Europea)! Alla collega Napoli vorrei dire che, così come può creare
indignazione la presenza in una Commissione parlamentare di indagine sul
fenomeno della criminalità di un indagato più o meno eccellente o di una
persona sottoposta a processo più o meno eccellente per attività mafiose,
altrettanto può creare indignazione il far parte di un governo in cui magari il
presidente della regione è già sotto processo per favoreggiamento aggravato a
Cosa nostra. E noi non possiamo essere papalini a Roma (Commenti dei deputati
dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia) ... Sto facendo un discorso
generale (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra
Europea)...Ai colleghi di Forza Italia vorrei dire che sto provando a
motivare le ragioni per cui voterò il loro emendamento, ed esattamente perché
non si può essere papalini a Roma e mangiapreti a Viterbo!"
(FRANCESCO FORGIONE, Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, XV LEGISLATURA —
DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 5 LUGLIO 2006 — N. 19)
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