Roma, metà degli studenti mente sul reddito per prendere soldi pubblici

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UniMarconcino
00giovedì 28 novembre 2013 21:28
Parte la caccia ai furbetti d'ateneo. Dei 196mila studenti iscritti nelle tre università romane l’83,7 per cento ha presentato la dichiarazione Isee: di questi il 62% sono finti poveri che hanno avuto accesso alle fasce di reddito più basse usufruendo così di sovvenzioni, alloggi, assegni e sconti sulla retta

La metà degli studenti romani mente sul proprio reddito per beneficiare di sovvenzioni e accaparrarsi una borsa di studio. Succede più di una volta su due: c’è la studentessa col padre proprietario di una Ferrari e di case di lusso che dichiarava 19.000 mila euro di reddito annuo. C’è quella iscritta a Tor Vergata che ha dichiarato 14 mila euro l’anno, dimenticandosi di avere in banca ben 600 mila euro. Quella con redditi da 70 mila euro l’anno, tenuti sottobanco. E quella di Roma Tre, a cui hanno scoperto una villa con piscina (neanche accatastata), scalata dalla prima fascia di reddito, quella dei più indigenti, addirittura alla sessantesima. E che, oltre a tenersi in tasca i 1.700 euro di retta universitaria, era pure in corsa per una borsa di studio da 26 mila euro.

Sono solo alcuni dei casi eclatanti scoperti dalla Guardia di Finanza che ha dato il via alla caccia ai “furbetti d’ateneo”. Studenti universitari finti poveri che dichiarando redditi molto più bassi del reale usufruivano nelle università di Roma di benefit come alloggi, assegni, sconti sui trasporti e mense. Gli uomini delle Fiamme Gialle li stanno smascherando uno ad uno grazie a un patto con la Regione Lazio e i tre atenei romani.

Dalle carte risulta che nell’anno che sta per finire ben il 62 per cento degli studenti a Roma, a seguito di controlli mirati, ha dichiarato in modo irregolare il proprio reddito. Dei 196mila studenti iscritti nelle tre università romane l’83,7 per cento ha presentato la dichiarazione Isee : di questi il 16 per cento è stato inserito nelle prime tre fasce, quelle di minor reddito, della Sapienza; a Tor Vergata e a Roma Tre la percentuale è del 27 per cento. In particolare la richiesta di sovvenzioni riguarda borse di studio, posti letto o contributi integrativi. Per gli stranieri, che sono 7000, la percentuale di chi ha presentato l’Isee sale al 90 per cento, di cui il 15% ha dichiarato meno di 1000 euro l’anno.

Ma cosa succede quando vengono pizzicati? Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, lo spiega: “Con i dati a nostra disposizione Laziodisu (l’ente per il diritto allo studio nel Lazio) provvederà alla revoca delle borse di studio e degli altri benefici”. Se ce ne saranno i presupposti, scatterà anche la denuncia all’autorità giudiziaria oppure una multa, se lo statuto lo prevede. Sono centinaia gli studenti della Sapienza che si sono visti recapitare sanzioni salatissime a casa, fino a 4mila euro per sanare la propria posizione dopo aver certificato il falso.

I risultati dell’indagine sono stati presentati questa mattina in Regione dal governatore Nicola Zingaretti, con il vicepresidente e assessore all’Università Massimiliano Smeriglio. Con loro il rettore de La Sapienza Luigi Frati e i prorettori di Tor Vergata e Roma Tre. A presentare i dati i vertici della Finanza del territorio: il comandante regionale, generale Carmine Lopez e il comandante provinciale, generale Ivano Maccani.

www.blitzquotidiano.it

La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, giornalisti, continuate pure a fare pubblicità spietata, tanto la verità si trova prima o poi. [SM=g1944739]
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