Piero Ricca (Verbania, 22 luglio 1971) è un giornalista e blogger italiano, divenuto noto per la sua attività politico-sociale e per le sue aspre critiche rivolte a vari personaggi politici e giornalisti.
Figlio di un magistrato in pensione, si è diplomato nel 1990 presso il liceo classico di Verbania. In seguito ha intrapreso gli studi di filosofia presso l'Università degli Studi di Milano e diventa un giornalista freelance. Attivo dal 2001 nei movimenti per la legalità e la difesa della Costituzione italiana, durante gli anni del secondo governo Berlusconi ha organizzato innumerevoli iniziative, manifestazioni e dibattiti contro gli abusi, le leggi su misura e la censura. Ha fatto parte del comitato referendario "Salviamo la Costituzione". Dal 2004 ha collaborato con Centomovimenti News e dal 17 maggio 2006 al 21 giugno 2006 ha curato la rubrica "Gli editoriali di Piero Ricca". Dal 16 settembre 2005 al 3 marzo 2006 ha curato la rubrica "Puffoni" ospitata dal sito di Marco Travaglio.[1] Ad aprile 2006 ha aperto il suo blog e ha anche collaborato a quello del comico Beppe Grillo, realizzando alcune video-interviste. Successivamente la collaborazione viene interrotta, non è chiaro se per motivi economici, se per motivi legati al format o altri, come spiega il resoconto pubblicato dallo stesso Ricca.[2]
A maggio del 2006 si è candidato alle elezioni comunali di Milano come indipendente nella lista dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, la lista non ha ottenuto seggi mentre Ricca ha racimolato oltre 140 voti (ottenendo il secondo miglior risultato della lista).[3] Attualmente non risulta legato ad alcun partito politico. A marzo del 2007 ha contribuito a creare "Qui Milano Libera", associazione impegnata socialmente e culturalmente che ha ospitato, durante le sue conferenze, anche diversi giornalisti e magistrati. Verso la fine del 2007, sulla scia di QML, sono nate "Qui Lecco Libera", "Qui Bologna Libera" (autrice di una contestazione in città a Silvio Berlusconi segnalata dai media), "Qui Roma Libera" e "Qui Torino Libera".
Lo stile del giornalista consiste in colloqui faccia a faccia, megafono, riprese con videocamera digitale e invettive urlate. Le registrazioni vengono solitamente caricate su YouTube. A causa delle sue azioni e delle sue dichiarazioni pungenti, Ricca, tuttora incensurato, ha ricevuto numerose denunce per manifestazioni non autorizzate, di cui parla egli stesso nel suo blog. Le sue contestazioni hanno ricevuto un forte dissenso da parte di molti esponenti politici, sia di centro-destra che di centro-sinistra. Si sono invece espressi positivamente su di lui, tra gli altri, il politologo Giovanni Sartori, i giornalisti Furio Colombo e Marco Travaglio (che ha definito Ricca "un esempio da imitare")[citazione necessaria] ed i "Grillini", i quali vedono in Ricca un uomo libero e un baluardo dei più deboli.
Incontri con personaggi politici e giornalisti
Tra i tanti esponenti della politica italiana che Ricca ha incontrato, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Mentre usciva dall'aula del processo SME il 5 maggio 2003, Berlusconi venne colto da Ricca che gli urlò[4]
« Fatti processare buffone! Rispetta la legge! Rispetta la Costituzione! Rispetta la democrazia! Rispetta la dignità degli italiani! O farai la fine di Ceausescu o di don Rodrigo! »
Il giornalista nel febbraio 2005 fu condannato dal giudice di pace di Milano, Livio Morone, a un'ammenda di 500 euro ma fu, in seguito, assolto dalla Cassazione che annullò la sentenza[5] e la rinviò al giudice di pace di Milano. A dicembre del 2006 è stato definitivamente assolto dal giudice di pace di Milano. Nel processo è stato difeso dal fratello avvocato e da Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli. Ha contestato Berlusconi anche in altre occasioni, tra le quali un comizio milanese con il partito dei pensionati e la festa Mondadori, vicende ampiamente documentate sul blog di Ricca e su YouTube.
Noto è stato anche lo scontro con Emilio Fede, il quale venne definito "abusivo" dal giornalista ed altri membri di "Qui Milano Libera" al Circolo della Stampa di Milano il 16 aprile 2007. Il video della vicenda venne anche trasmesso dal varietà Striscia la notizia, ma la parte in cui Fede sputò ai contestatori non venne mostrata. Tuttavia il video integrale è disponibile sul sito YouTube. Dopo l'accaduto, il direttore del TG4 querelò Ricca per diffamazione e la Guardia di Finanza bloccò il suo blog per tutto il mese di luglio del 2007.[6]
Ricca si rese protagonista anche di una serie di scontri dialettici con Vittorio Sgarbi. Il critico d'arte venne condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per truffa aggravata allo Stato quando era funzionario alla sovrintendenza ai beni artistici della regione Veneto agli inizi degli anni novanta, ricorrendo alla falsificazione di certificati medici per assentarsi sul posto di lavoro.[7] Il giornalista criticò Sgarbi anche per aver definito il magistrato antimafia Gian Carlo Caselli "verme infetto" a Palermo durante una convention di Forza Italia.
Un altro episodio eclatante fu l'intervista avventurosa a Giulio Andreotti. Nel giugno 2006, all'università Bicocca di Milano, Ricca si inserì in una conversazione fra il senatore e la stampa e interpellò il senatore sulla sentenza di prescrizione con riconoscimento di responsabilità di collusione con la mafia.
Altri politici finiti nel mirino di Ricca sono Clemente Mastella, Massimo D'Alema, Roberto Formigoni, Bruno Tabacci, Piero Fassino, Luciano Violante, Enrico Boselli, Arturo Parisi e Marco Pannella. Tra i giornalisti, Giuliano Ferrara, Gad Lerner e Bruno Vespa. Ricca si è anche occupato in due occasioni dei manager Fedele Confalonieri di Mediaset ed Alessandro Profumo, legato ad ambienti politico-finanziari di sinistra.
il video con Berlusconi
qui l'intervista-scontro con Fede
qui con Sgarbi
qui con Vespa
qui con Fassino