Non è un referendum come gli altri

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Pertinax
00domenica 4 giugno 2006 14:59
Non è un referendum come gli altri



Il 25 e 26 giugno il popolo italiano sarà chiamato alle urne per lo svolgimento del Referendum costituzionale. In ogni società, la scelta sulla Costituzione è una scelta politica suprema nella quale si mette in gioco il destino e l’identità stessa di un popolo organizzato in comunità politica. Il referendum che si svolgerà nel giugno del 2006 è un referendum istituzionale, paragonabile soltanto a quello del 2 giugno 1946 nel quale il popolo fu chiamato a scegliere fra Monarchia e Repubblica. La controriforma della Costituzione, approvata dalla maggioranza di centro-destra nel novembre del 2005, non riscrive soltanto l’intera II parte, ma pregiudica l’impianto della Costituzione italiana nel suo complesso. La “devolution” è soltanto un aspetto. La riforma cambia completamente la forma di governo e mette in discussione anche i diritti fondamentali dei cittadini.


La devolution

Si ridefiniscono i poteri delle Regioni, pregiudicando i diritti sociali più importanti per ciascuno di noi (il diritto alla salute ed il diritto all’istruzione) e mettendo a repentaglio l’unità sociale e politica del Paese. Attribuire alle Regioni la competenza legislativa esclusiva in materia di assistenza ed organizzazione sanitaria e istruzione significa, rispettivamente, demolire il Servizio Sanitario Nazionale e far perdere il carattere universale dell’istruzione. Tutto dipenderà concretamente dalla capacità finanziaria di ciascuna Regione. Significa che avremo venti Servizi Sanitari e differenti modelli di organizzazione scolastica. Ciò comporterà una violazione del principio di uguaglianza e a farne le spese saranno soprattutto i cittadini del Sud. Il diritto alla salute verrà fortemente messo in discussione e quindi di conseguenza avremo ospedali più scadenti, liste di attesa sempre più lunghe, oneri e costi delle cure sempre più alti. Il diritto all’istruzione verrà stravolto, tutto sarà gestito sulla base di valutazione ed esigenze localistiche, con differenti standard qualitativi, differenti regole di accesso e di fruizione delle prestazioni erogate.
Come se non bastasse la “devolution” attribuisce alla Regioni la competenza esclusiva in materia di polizia amministrativa regionale e locale. Questo significa non solo competenza a regolare le funzioni amministrative di polizia, ma soprattutto la competenza ad istituire dei nuovi “corpi armati”, ed a disciplinarne l’armamento e le funzioni.
L’istituzione di corpi armati regionali comporterà degli ulteriori costi che graveranno su ogni cittadino italiano.



Una forma di governo contro la democrazia

La forma di Governo è il cuore di ogni ordinamento democratico. La riforma costituzionale imposta dal Centro-destra opera un vero e proprio trapianto di cuore, sostituendo la forma di governo della Costituzione del 1948, basata sulla centralità del Parlamento e sull’equilibrio dei poteri, con una altra forma, inusitata, costruita sulla prevalenza del Premier sul Governo e sulle Assemblee Parlamentari. Una forma di governo che non esiste in nessun altro ordinamento di democrazia occidentale, ma che il nostro Paese ha già conosciuto nell’epoca fascista.
In questo nuovo ordinamento vengono concentrati nella mani del Capo del Governo tutti i poteri sottratti al Parlamento, al Presidente della Repubblica ed allo stesso Governo.
Il Primo Ministro nello specifico avrebbe il potere di nomina e revoca dei ministri, di sciogliere la Camera dei Deputati, di togliere la competenza legislativa al Senato Federale e trasferirla alla Camera dei Deputati, qualora il Senato dovesse bocciare leggi che gli stanno particolarmente a cuore. Il Presidente della Repubblica perderebbe il potere di scelta del Primo Ministro, non potrebbe più impedire al Governo e al Premier di presentare disegni di legge o decreti incostituzionali e infine perderebbe qualsiasi potere di risoluzione delle crisi politiche.
Il Parlamento (Camera dei Deputati) viene trasformato in un organo esecutivo degli ordini del Primo Ministro assunti in forma di legge. I Parlamentari sarebbero divisi in due corpi separati, tanto che ai deputati dell’opposizione verrebbe impedito di esercitare il diritto di voto rispetto alla scelte fondamentali di indirizzo politico.
Per effetto di queste modifiche, il volto della democrazia italiana sarebbe profondamente sfigurato.
Il ricorso alle elezioni non servirà più al popolo italiano per eleggere i propri rappresentanti, ma sarà soltanto funzionale ad investire un Capo politico, il quale avrebbe poteri pressoché assoluti.
E’ vero che viene ridotto il numero dei deputati (che nel 2016 passerà da 630 a 518), ma – una volta che i parlamentari non possono più esercitare liberamente la loro funzione di rappresentanti del popolo italiano (cioè di rappresentare i bisogni, gli interessi e le aspirazioni degli elettori), il loro numero è fin troppo elevato.
Con questa nuova forma di Governo vengono demolite tutte le garanzie apprestate dalla Costituzione italiana per evitare ogni forma di dittatura della maggioranza. Persino la Corte Costituzionale, che rappresenta l’ultima garanzia contro il pericolo di abusi della maggioranza a danno dei diritti dei cittadini italiani, viene manipolata. Modificando la sua composizione (con l’aumento della componente di derivazione politico-parlamentare), la Corte viene politicizzata ed attratta, nel lungo periodo, nell’orbita dell’influenza del Primo Ministro.
Con questa riforma il nostro paese esce fuori dal sentiero della democrazia e viene nuovamente spinto nell’avventura – che abbiamo già percorso nel nostro passato - di un ordinamento fondato sulla “dittatura elettiva” del Primo Ministro.


Un nuovo ordinamento che travolge i diritti fondamentali dei cittadini.

I promotori della riforma della Costituzione ci hanno assicurato che le nuove regole costituzionali non avrebbero modificato la I Parte della Costituzione, cioè che non avrebbero pregiudicato i diritti e le libertà che la Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini.
Questo non è assolutamente vero!
I diritti e le libertà non esistono in natura: possono essere attuati, riconosciuti, garantiti e sviluppati soltanto attraverso il funzionamento delle istituzioni e dei pubblici poteri. Per esistere, pertanto, hanno bisogno di un ordinamento democratico, di un assetto dei pubblici poteri che, attraverso meccanismi istituzionali adeguati, dia concretezza, protezione e tutela ai diritti ed alle libertà.
Attraverso la modifica della forma di Governo risultano pregiudicati ed indeboliti sia i diritti a contenuto sociale, sia i diritti a contenuto eminentemente politico, vale a dire i diritti di libertà.
I diritti sociali, come per esempio la dignità del lavoro, ed i diritti di libertà nel contesto di un ordinamento si sviluppano e si attuano attraverso la legislazione ordinaria. Anche beni pubblici fondamentali per il popolo italiano, come il ripudio della guerra (affermato dall’art. 11 della Costituzione), trovano la loro garanzia nei meccanismi della democrazia.
I diritti e le libertà solennemente sanciti dalla prima parte della Costituzione, hanno ricevuto solidità grazie agli istituti attraverso i quali è stata organizzata la rappresentanza e sono stati divisi i poteri. Spogliati di tali istituti i diritti e le libertà appassiscono, cessano di essere garantiti a tutti e perdono il vincolo dell’inviolabilità.
La riforma costituzionale voluta dalla destra ci spoglia del patrimonio di diritti e di libertà e ci sottrae quel patrimonio di beni pubblici repubblicani che i costituenti ci hanno lasciato in eredità a garanzia della libertà, della dignità, della felicità e della vita stessa di ciascuno di noi e delle future generazioni.
Il Referendum è l’ultima occasione per salvare i beni pubblici e le libertà che i costituenti hanno prescritto per il popolo italiano, facendo tesoro delle esperienze di lotta contro il nazifascismo. La scelta che siamo chiamati a compiere è cruciale per il destino del nostro Paese. Oggi, come allora, è necessario ritrovare lo stesso spirito, la stessa coscienza di un dovere civile da adempiere: sconfiggere il progetto di demolizione della Costituzione, votando NO al referendum per ricostruire il primato della convivenza civile orientata al perseguimento del bene comune.
=Caesar86=
00domenica 4 giugno 2006 15:05
io ho già deciso....NO !!!
Lux-86
00domenica 4 giugno 2006 15:11
ma non ho capito due cose (o almeno le due che mi vengono in mente ora)

1) se ogni servizio sanitario regionale saàr diverso dovrò fare un modello E111 per andare in Piemonte o avranno la decenza di pensarci da soli?

2) le regioni potranno, in pratica, costituire delle loro forze armate? [SM=x751534]

non che me ne freghi qualcosa, ho già deciso che voto contro la devolution, per altri motivi, ma quelle due cose non le ho capite.
Lpoz
00domenica 4 giugno 2006 15:17
il modello E111 ora non è necessario nemmeno per andare in europa.
la nuova tessera sanitaria lo sostituisce!
Lux-86
00domenica 4 giugno 2006 15:38
Re:

Scritto da: Lpoz 04/06/2006 15.17
il modello E111 ora non è necessario nemmeno per andare in europa.
la nuova tessera sanitaria lo sostituisce!



ehi ma che cazzo, quando sono andato in Francia l'ho dovuto fare. sarà stato prima di quella tessera, che temo di non aver ancora attivato tra l'altro.

mi è venuta in mente un'altra domanda: se la giustizia sarà di competenza regionale esisteranno almeno, come esistono in tutti i paese federali, reati federali? Non mi sembra ci sia stata una federalizzazione delle leggi di pari passo alla federalizzazione statale.
Poi, sempre legato a questa domanda, se la giustizia è di competenza regionale, carabinieri, poliziotti e finaznieri rimarranno nelle caserme a girarsi i policci mentre i poliziotti regionali faranno il lavoro?
Oppure anche loro verranno "federalizzati"?
Lpoz
00domenica 4 giugno 2006 15:41
hum.non credo si da attivare..
quando arriva si sostituisce alla vacchia tesserina del cod fiscale
Riccardo.cuordileone
00domenica 4 giugno 2006 17:00
Re:

Scritto da: Lux-86 04/06/2006 15.11
ma non ho capito due cose (o almeno le due che mi vengono in mente ora)

1) se ogni servizio sanitario regionale saàr diverso dovrò fare un modello E111 per andare in Piemonte o avranno la decenza di pensarci da soli?

2) le regioni potranno, in pratica, costituire delle loro forze armate? [SM=x751534]

non che me ne freghi qualcosa, ho già deciso che voto contro la devolution, per altri motivi, ma quelle due cose non le ho capite.


1) Come ha detto Lpoz basta la nuova tesserina sanitaria.

2)Assolutamente no, avranno una polizia regionale come c'è già da un paio di anni in Lombardia grazie a Formigoni.

@Pertinax

Il titolo l'hai azzeccato, anzi io aggiungerei che è il primo referendum importante da quello del 46.

Purtroppo prevedo la vincita dei no e quel che mi rattrista di più è che si voterà per schieramento politico e non per convinzioni personali, poi l'errore più grande l'ha fatto come sempre la cdl chiamando questa riforma devolution ed evidenziando lo zampino della Lega, così alla sinistra basterà urlare al leghista, come già stanno facendo i media rossi, vedi blob, che la vittoria dei no sarà netta.
Lux-86
00domenica 4 giugno 2006 17:46
Re: Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 04/06/2006 17.00

1) Come ha detto Lpoz basta la nuova tesserina sanitaria.

2)Assolutamente no, avranno una polizia regionale come c'è già da un paio di anni in Lombardia grazie a Formigoni.

@Pertinax

Il titolo l'hai azzeccato, anzi io aggiungerei che è il primo referendum importante da quello del 46.

Purtroppo prevedo la vincita dei no e quel che mi rattrista di più è che si voterà per schieramento politico e non per convinzioni personali, poi l'errore più grande l'ha fatto come sempre la cdl chiamando questa riforma devolution ed evidenziando lo zampino della Lega, così alla sinistra basterà urlare al leghista, come già stanno facendo i media rossi, vedi blob, che la vittoria dei no sarà netta.



be' la prima domanda era solo in senso lato, volevo chiedere se è già prevista l'eventualità di un cambio di sistema sanitario: nel senso che io lombardo vado in sicila faccio un incidente e non mi vogliono operare come accade in america [SM=x751528]

il punto due invece mi interessava sapere se la polizia regionale ha dei limit di equipaggiamento: se il veneto decide che per contrastare il crimine la sua polizia regionale ha bisogno di carri armati e jet a reazione qualcuno puo' impedirgli di averli? (usando i soldi regionali ovviamente^^) [SM=x751525] [SM=x751525]
negli USA la polizia regionale sono gli sceriffi nei comuni con qualche agente di aiuto, ma qui mi pare si parli proprio di corpo

sulla seconda parte secondo me hai ragione anche sul voto a schieramento politico e sul fatto che la riforma porti la fima di calderoli, poi c'è da considerare che una riforma federalista è osteggiata anche dall'estrema destra e dai nazionalisti, e il fatto che AN l'abbia firmata indica bene quale partito deforme sia diventato negli ultimi anni [SM=x751525]

se però ti puo' consolare io voto contro non tanto per partito preso ma proprio perchè aborro questa riforma [SM=x751524]

secondo me l'unica cosa giusta sarebbe il federalismo fiscale che però è già nella costituzione vigente solo che non ha un apparato legislativo che lo applichi, oppure si poteva lavorare per dare a tutte le regioni lo statuto speciale. E' stata più che altro una mossa propagandistica questa della rifomra costituzionale: si poteva fare molto senza arrivare ad un referendum che, forse, assumerà toni apocalittici.
Bisogna dire che la CDL si sta defilando da questo referendum e non so se prendere le ultime parole di berlusconi come un "vada come vada, chi se ne frega" mentre il silenzio degli altri leader mi fà pensare, anche se spero che non sia così, che ora che non sono loro al governo questa riforma non serve più [SM=x751554]
Riccardo.cuordileone
00domenica 4 giugno 2006 21:17
Re:

Scritto da: Lux-86 04/06/2006 17.46
1) (...), volevo chiedere se è già prevista l'eventualità di un cambio di sistema sanitario: nel senso che io lombardo vado in sicila faccio un incidente e non mi vogliono operare come accade in america?

2) (...) mi interessava sapere se la polizia regionale ha dei limiti di equipaggiamento? (...)


1)Il sistema sanitario resterà quasi invariato, seguendo l'esempio da te riportato verresti operato senza problemi solo che tutte le tue spese sanitarie saranno a carico della regione Lombardia e non della Sicilia come accade ora.

2)Non conosco la riforma nella sua completezza, quindi non posso confermarti che ci siano limitazioni ben precise, comunque l'equipaggiamento sarebbe fornito dallo stato centrale e dovrebbe essere quello standard ti tutte le forze di polizia, quindi: manganelli, pistole, fucili a pompa fino alle mitragliette, per i mezzi lo stesso, dalle moto alle camionette massimo.
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