'Sto film è
FUORISCALA
(e con questo voglio
dire, molto molto bello da non aver voto su una
scala di giudizio)
Impressioni a caldo (o a freddo) in poche righe,
se riesco:
la mia Londra, dipinta da un uomo di Manhattan, che,
se lo sa fare così e capire e trasmettere quell'eleganza,
beh... puo' veramente girare qualunque cosa.
arriva lungo, un po' lungo e forse la trama vi puo'
parere stereotipata, da tragedia greca o da opera lirica...
no? non so se mi spiego.... però se il ritmo rallenta,
quello dell'ansia è a un livello sempre più alto, nella parte
del "glielo devo dire, domani glielo dico, ecco sì ora, ora
glielo dico...." per poi culminare in un climax inaspettato,
folle e razionale assieme.
uomo e donna vivranno il film in due modi diversi.
Dialoghi secchi, precisi, a tratti passionali e a tratti
cinici, impregnati dal contesto prettamente british
(eccezionale campagna/città)
pensate con che schematicità in una scena conviviale
le due coppie, lui con la sorella, lei con il fratello,
si fronteggiano e si amalgamano
a colpi di sguardi due realtà vicine,
anche come estrazione sociale e completamente estranee
a quello che le ingloba, facendole ancor di più un tuttuno...
avete provato come me quella trasformazione, che porta
a vedere un mondo lussuoso e accomodante, in una prigione
sempre più soffocante? Quei discorsi sui terremoti in Cina?
incontrarsi di nuovo alla Tate Modern, tra i quadri...
...un loft, vetrata sul Tamigi, da levar il fiato,
non ho mai visto un film con gente vestita meglio
praticamente solo per questo gusto estetico generale,
ogni inquadratura era una pugnalata al mio ventre e lacrime
copiose di in
widia e bramosia di quelle strade, di quei
locali, di quelle stanze di museo da visitare tutti i giorni,argh!
forse oltre i richiami a "Dosto", io ho tentato
questa iperbole mentale: ora anche W.Allen ha il
suo Barry Lindon, tra cadute e risalite, dovute ad
alterne e romanzesche fortune.
Io veramente, se potessi, vi punterei
una doppietta addosso e vi intimerei di vederlo, a forza....ma se così non posso, ve lo consiglio e basta, dai!
ps: Scarlett Johansson, che già mi rapì il cuore in Lost in Translation, si riconferma più fuoriscala, del film stesso.