MAXI TEX 27 I tre fratelli Bill - Mauro Boselli & Alessandro Piccinelli
Albo dalle sensazioni contrastanti che in alcuni momenti ho trovato persino bello, per poi ripiombare nei solito triste andazzo attuale, salvo poi risalire un po' in superficie.
Poco meno di 300 pagine che se non soddisfano, per i motivi che proverò a spiegare eppure mostrano qualche spiraglio di luce.
Se solo Boselli si risolvesse per questi ultimi..
Mi sembra però opportuno partire dal lavoro di Piccinelli. Nella sterminata pletora di disegnatori appartenenti allo staff davvero non riesco più a distinguere i vari autori, tanto che di Alessandro mi sembra di ricordare solo una certa somiglianza di stile con Villa.
Bravo si, ma senza restare impresso nella memoria.
Bene, in questa avventura molto anni '50 mi pare di poter dire che si sia rifatto a quegli straordinari artigiani dell'epoca, i Muzzi, i Gamba, gli Uggeri, il grande d'Amy.
Forse a parte l'ultimo, non certo dei mostri sacri del fumetto, eppure così avventurosi.
Ecco, mi ha fatto piacere rivedere delle tavole apparentemente più "grezze", in grado, forse proprio per questo, di esaltare l'azione.
Tornando al racconto, il primo terzo è stato a tratti divertente. Bella la presentazione dei tre fratelli, ognuno con il suo carattere distintivo, Black il più in gamba con quell'aria un po' sinistra, Sam copia conforme all'originale di Gros-Jean
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anche nella presentazione, visto che abbatte un locale tirando giù la trave di sostegno, come nel Tranello fa l'amico meticcio di Tex
e Kid il giovane dongiovanni.
Faccio notare la semplicità dei nomi inventati da GLBonelli in confronto con quelli creati da Borden. E lo stesso vale soprattutto per i pellerossa che una volta si chiamavano Piccola Volpe o Nuvola Rossa che ti rimanevano subito impressi, da quelli recenti filologicamente più corretti ma astrusi di cui dieci secondi dopo non ricordi più.
Tutto fila abbastanza liscio fino
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allo scontro tra i tre Bill, gli apaches e coloro che viaggiavano sulla diligenza
. E qui purtroppo entra in azione il Boselli attuale. Leggere la discussione tra i tre e i viaggiatori è di una pallosità estrema. Accuse e ringraziamenti seguti da ringraziamenti e accuse e spiegazioni chilometriche, quando bastavano due parole e finirla lì.
Stessa situazione quando entrano in gioco Tex e Carson. Finché c'è da sparare tutto bene e apprezzabile. Poi si comincia a parlare con il frate, con il peones ed ecco puntuale lo sbrodolamento.
Una sequela di quanto sieti bravi, fighi, forti, belli, da far piangere i vitelli.
L'apice poi lo si raggiunge quando i nostri raggiungono
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il villaggio di Cochise.
Direi che la mielosaggine qui tocca vette inimmaginabili e insopportabili. Aggiungo anche che è molto improbabile che
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l'assenza di venti guerrieri, tra cui lo stesso Cochise, possa ridurre il suo "campo base" a un villaggio di soli vecchi, donne e bambini.
Strana anche la presentazione postuma dei tre da parte di Carson, anche qui con una serie di esagerazioni che ho tollerato solo nello spirito un po' d'antan del racconto.
Ancor più indigiribili tutti i richiami a storie pregresse - e vabbè - e addirittura future e per future intendo non ancora programmate!!! Ma che senso ha?
Il danno vero è dovuto proprio a questo voler spingere sulla continuity. Infatti quel bastardone di Tiago, appena lasciato
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fuggire nella recente storia dei Netdahe, torna a fare danni.
E vedere Tex che si autocolpevolizza, a ragione, dei guai attuali è doloroso quanto squallido. Come si fa a non rendersi conto che un eroe come Tex non può lasciare le cose a metà, senza diventare indirettamente responsabile dei crimini e come questo sia distruggere il personaggio.
E poco importa che in Massacro, per una volta, sia successo. Quella è una storia capolavoro assoluto, di una bellezza irraggiungibie.
Dopo le recriminazioni e il solito Carson rompicoglioni che si lamenta dell'età anche se gli sforzi richiesti sono fatti nel tentativo di ritrovare un amico, finalmente si ritorna a sparatorie, agguati, ecc. e si respira.
Non mancano certo i personaggi grigi, non proprio marci ma neanche limpidi che Boselli infila immancabilmente ovunque. E proseguono - potevano mancare? - anche gli proloqui, i soliloqui e i dialoghi mostre.
Per fortuna l'avventura però non manca e non ci addormenta.
Tutto bene dunque? No.
Il finale a tarallucci e vino per esempio è talmente bizzarro che non me lo riesco a spiegare. Va bene lasciare andare i pesci piccoli, tuttavia qui si perdonano
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razziatori e mercanti d'armi
. Che qualcuno nel frattempo per colpa di questi sia finito al creatore
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vedi i presenti nel Trading post distrutto
pazienza.
Tex è diventato democristiano, oltreché terribilmente politicamente corretto.
Peccato davvero che siano proprio Tex e Carson quelli che rovinano il buono fatto da Boselli da altre parti. Molto meglio i fratelli Bill. Comincio a credere che la sindrome di Nizzi abbia contagiato il collega, ovvero che l'overdose di Tex glielo abbia fatto andare in odio e faccia di tutto per rovinarne il ricordo ai lettori...