Apertura di nuovo topic meritoria, IMHO. Anche perchè in Italia lo si vede su satellite, e non so se vada sotto "ho visto in TV" o "ho visto-rivisto-stravisto" - e comunque io lo vedo, uhm, per vie asiatiche.
Comunque, recensione:
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C'è chi ha detto, ed è una cosa che mi sento di condividere, che dal punto di vista della struttura narrativa e della gestione dei personaggi e della continuity Buffy the Vampire Slayer è "il nuovo Star Trek."
Secondo la stessa linea di pensiero, Lost è "il nuovo Twin Peaks."
Prima che obiettiate: lo so che Twin Peaks è stato un serial di impatto inarrivabile, per il momento storico in cui era e per la assoluta innovazione che rappresentava. Ma fuori dal contesto storico. a livello puramente narrativo e di fabula, Lost ha la stessa struttura ampia e strettamente interconnessa, lo stesso esplorare sfaccettature di personaggi e reciproche interazioni in un continuo mosaico di situazioni, lo stesso sottile persistere di un ché di preternaturale e indefinibile che mescola la fantascienza, l'horror e il fantastico a quello che è un bellissimo dramma della vita umana.
A differenza di Twin Peaks, e a vantaggio su quest'ultimo, Lost è completamente libero dalla trappola della riconoscibilità, avendo ambientazione in una situazione in cui la quasi totalità della popolazione umana non si è mai (per fortuna) venuta a trovare.
Ma andiamo con ordine.
Un uomo si sveglia, sdraiato a terra tra l'erba alta, attorniato da giungla tropicale. Grida, voci, e un periodico mugghiare di turbine lo riscuotono e lo spingono a incamminarsi verso quella che scoprirà essere una spiaggia. Sulla sabbia, sparpagliati, uomini e donne (sani o feriti, morti o morenti) e rottami d'aereo.
Un jet passeggeri si è schiantato, i soccorsi tardano (c'è un motivo), la radio è muta (be', non precisamente), qualcosa scuote gli alberi e ruggisce (e gradisce il filetto di homo sapiens al sangue), orsi polari e cinghiali girano per la giungla, e quel tizio poco rassicurante pelato coi baffi di Millennium sta seduto a fissare l'oceano e a giocare a backgammon da solo. Già solo quest'ultima, non so a voi ma a me inquieta parecchio.
Da qui il complicarsi di un intreccio fatto di passati da cancellare, presenti miracolosi, capacità e soprattutto drammatica incapacità di convivere, di accettare, di adattarsi, di rassegnarsi, di lottare. Intanto, in sordina ma non troppo, il problema della sopravvivenza su un'isola che nasconde più misteri dei suoi nuovi abitanti.
Alcune performance gradevolissime: Charlie (Dominic "Merry Brandybuck" Monaghan), bassista di una rock-band, con la maturità emotiva di un biscotto ai mirtilli; Hurley (Jorge Garcia), ritratto dell'ottimismo solare; Locke (Terry O'Quinn), già citato giocatore di backgammon solitario e protagonista di un quarto episodio da antologia. Come al solito, il protagonista tira un po' al legnoso, ma non è male. Regia spesso di buon livello, a volte ottima. Sceneggiature dal buono allo STRAORDINARIO (cito, di nuovo, il quarto episodio).
Ne ho visti solo quattro, ma sto chiedendo a, ahem, un mio amico, uhm, proverbialmente testardo di procurarmi gli altri. Appena esce il cofanetto della prima stagione è mio (il doppio episodio finale va in onda negli USA giovedì prossimo, quindi mi sa che dovrò aspettare).
Consigliatissimo.
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[Modificato da Zapruder 19/05/2005 0.38]