Non esistono prove per dire che Lucia, Mattia, Elsa, Tirteo, Danilo, Marco e Valentina, i sette anarco-insurrezionalisti arrestati lo scorso 26 maggio, abbiano costituito un'associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell'ordine democratico [articolo 270 bis del codice penale].
Né che alcuni di loro siano responsabili dell'ordigno di via dei Terribilia del 18 luglio 2001 a Bologna e dei plichi inviati sempre nel luglio 2001 ai carabinieri e al prefetto di Genova, al Tg4, alla Benetton di Treviso e al sindacato degli agenti di polizia penitenziaria spagnola (Catac).
E c’è di più: secondo i magistrati la federazione anarchica informale non esiste.
Ancora una volta non resta che esprimere solidarietà alle vittime di queste macchinazioni: l'unico dato rilevabile dalle indagini è che gli indagati sono anarchici; ma per avere conferma di questo dato bastava semplicemente chiederlo agli interessati. Tra loro, solo gli abruzzesi Danilo e Valentina sono rimasti in carcere su ordine della procura di Roma, anche se il Riesame potrebbe ribaltare le accuse, nonostante l'amarezza del PM Di Nicola.
Tutta l''inchiesta della procura di Bologna è ruotata intorno alla redazione di Crocenera Anarchica, un bollettino periodico di informazione su repressione e carcere nato nel 2001 per sostenere le lotte dentro e contro le galere e l'intera vicenda si inserisce in un'ondata repressiva che in tutt'Italia ha portato a circa 22 arresti e 200 perquisizioni. C'è da dire inoltre che tra i provvedimenti tesi ad incastrare i "terroristi anarchici" vi fu anche il sequestro dei server di Indymedia commissionato all'Fbi e l'acquisizione delle copie delle memorie dei server Autistici/Inventati ed altri siti con migliaia di utenti, con gravi infrazioni ai diritti di privacy di migliaia di persone.
Comunicato degli Anarchici