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NEW del 10 gennaio 2006
L'etico imprenditore Silvio Berlusconi danneggiato dalla politica
di Rita Guma
"Credo sia normale che chi fa politica non utilizzi il suo potere per fare affari e non aiuti altri a farli". Lo ha detto Silvio Berlusconi in merito alle scalate alle banche, aggiungendo di essere stato penalizzato come imprenditore da quando fa politica, il giorno stesso in cui emergeva che un suo debito fiscale di decine di milioni di euro e' stato sanato versando 1800 euro in due tranche, una da 1500 euro e la seconda da 300 euro.
Quest'ultimo dato e' emerso dal procedimento sulle presunte irregolarita' compiute da Mediaset nell'ambito della compravendita dei diritti televisivi ora in corso a Milano e ancora in fase di udienza preliminare (il premier replica pero' che si tratta di accuse infondate).
Pochi giorni fa, invece, l'Autorita' garante della concorrenza e del mercato ha avviato un procedimento per il possibile conflitto di interessi derivante dalla politica del governo sui finanziamenti erogati per l'acquisto dei digitali terrestri che avrebbe avvantaggiato una societa' indirettamente controllata dal fratello del premier, Paolo Berlusconi. Si tratta del maxiemendamento alla legge finanziaria 2006, che prevede un contributo di dieci milioni di euro a sostegno dell'acquisto di decoder del digitale terrestre.
La stessa autorita' antitrust aveva dovuto invece, per via della formulazione della legge, affermare che non vi era stato conflitto d'interessi in un altro atto del governo Berlusconi che aveva avvantaggiato una azienda del premier. Si tratta dell'accordo stipulato nel giugno 2005 tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica e la societa' Poste SpA per il servizio - denominato 'Postescuola' - di consegna dei libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola secondaria di 1° e 2° grado.
In questo caso le Poste, tramite la propria struttura, inviano i testi scolastici a domicilio o presso gli istituti scolastici di appartenenza, mettendo a disposizione la propria rete, i propri call center e siti internet, per prenotare e acquistare i libri di testo. I volumi non sono pero' forniti direttamente dai singoli editori, ma da Mondolibri BOL, posseduta al 50% da Arnoldo Mondatori Editore SpA, di proprieta' del Presidente del Consiglio.
Tuttavia l'Antitrust - per come e' formulata la legge - ha dovuto concludere che poiche' l'atto da cui trae origine il beneficio e' stato adottato dal Ministro Letizia Brichetto Moratti e non direttamente da Berlusconi, non si puo' parlare di conflitto d'interessi anche se il premier ci guadagna.
Sono poi ben note le vicende delle leggi per il riordino della televisione e l'intervento dell'Antitrust sul duopolio RAI-Mediaset e sulla gestione delle risorse pubblicitarie in TV che vanno in cospicua parte a vantaggio delle aziende delle imprese familiari dell'imprenditore Silvio Berlusconi che casualmente e' anche premier.
Nel suo primo governo, poi, Berlusconi era stato avvantaggiato dalla Legge Tremonti 1, anche se il ministro querelo' per un miliardo la commercialista che calcolo' i vantaggi per le aziende del premier. Nella querela il ministro affermava non gia' che i vantaggi non fossero reali, ma di non aver progettato la legge per far ottenere benefici alle imprese del presidente del Consiglio.
Cosi' come per le questioni giudiziarie, dove alcune leggi hanno influito positivamente sulle vicende del premier mandando in prescrizione anticipata o cancellando i reati suoi, delle sue aziende e dei suoi sodali.
Ha ragione Silvio Berlusconi di affermare "Credo sia normale che chi fa politica non utilizzi il suo potere per fare affari e non aiuti altri a farli".
Normale, appunto. Ma il premier ha sempre detto di essere speciale.
Speciale etica e politica
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