Nichilista errante
00venerdì 17 marzo 2006 21:53
La vita umana nella sua essenza è una lunga sala d'aspetto. Ne sono convinto. Si sopportano noie e dolori, meschinità e falsità d'ogni sorta sperando che in un futuro...
Certo, l'illusione umana è un raffinatissimo folle gioco ammantato di matematico rigore: si pensa fra un anno troverò il grande amore, fra 5 anni questo insipido impiego di quart'ordine muterà in un posto migliore, tra 20 anni avrò casa mia, una famiglia felice che riempirà la mia esistenza.... e inconfessabile, sotto questo manto di razionale ed innocua illusione, arde silenziosa la fiamma dell'ideale. Sì, l'ideale. Ridete, non è vero? Nessuno lo confessa all'altro per paura d'essere deriso, ma tutti nel profondo coviamo un ideale che è immensamente sproporzionato alle nostre possibilità. Un demone che ghigna e che fà sembrare le piccole gioie che ogni tanto si sovrappongono al grigiore delle esistenze, meschini barlumi in confronto alla felicità granitica, monumentale che ci schiaccerà non appena avremo raggiunto l'ideale. non è così? certo, le delusioni che si accumulano negli anni, spingono inesorabilmente l'ideale a passare lentamente dal cuore al cervello, ed al cervello sempre più in giù verso lo stomaco...... ma se nel cuore il mostro fremeva e scalciava violentemente, provocando un dolore lacinante, ma di breve durata, e nel cervello si vestiva di rispettabilite seriosità, d'adulta alterigia del possibile, diminuendo la sua violenza ma moltiplicando la frequenza dei morsi e dei graffi, nello stomaco mostro diviene invisibile, ma ancora più insaziabile. Morde piano, con grazia e cortesia di vecchio amico, ed intanto inesorabilmente ci strappa lembo a lembo pezzi di stomaco che non si rigenerano. L'uomo consuma la sua vita nell'attesa, di cosa o di chi è impossibile dirlo; noi credendo di avere un qualche controllo cosciente dei nostri desideri ci diciamo "io desidero una bella donna che mi ami, io milioni di euro e la vita da nababbo...", però non è questa la verità, questi mezzi sogni non hanno nemmeno la reale illusorietà del sogno, hanno solo il sapore amaro delle necessità inghiottite a forza ed indorate con una spruzzata di desiderabile... la verità è che l'ideale è una forza oscura, uno spettro sfumato nella nebbia d'un orizzonte indefinito, un fioco bagliore di candela in una notte senza fine. Questo è la maledizione dell'essere umano: da milioni d'anni eserciti di uomini e donne ansimanti marciano nel regno dell'assurdo tentando di dare forma a quello spettro, di trovar la fonte della luce... ed io attendo. Sò che quella maledetta luce non esiste, è una deformazione dell'occhio troppo abituato alle tenebre, eppure continuo ad attendere... forse un giorno qualcuno riuscirà a dar forma a quel filo che muore all'orizzonte, magari mentre io sono ancora vivo....
lemieparole
00lunedì 20 marzo 2006 10:36
mi è piaciuto nich...riflessione arguta e ben scritta
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