James Ellroy

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Carlo Maria
00mercoledì 27 aprile 2011 21:35
Dalia Nera
Il mio primo approccio col poliziesco di Ellroy è fortemente positivo. La trama fornisce tutto ciò che richiedo ad un romanzo del genere: personaggi torbidi, misteri intricatissimi e continui giochi delle tre carte con rimescolamento del mazzo, intrighi, menzogne, sesso e sangue. Nessun personaggio ne esce completamente pulito, immacolato: SPOILER persino Russ Millard, il Padre, accetterà il compromesso. Tra tutte le qualità di quest'ottimo libro emerge però la qualità di scrittura dell'autore: periodi brevi, scarni eppure abilmente descrittivi laddove ve ne sia bisogno. Nessuna indulgenza in scene cool e neppure un eccessivo soffermarsi su scene hard che siano ingiustificabili. Ogni elemento risulta equilibrato e trova una sua precisa collocazione al termine della lettura. Tutto viene chiarito, le ombre si dissipano e rimane la sensazione di una gran bella lettura. [SM=x74874]
rimatt1
00mercoledì 27 aprile 2011 23:37
Se ti è piaciuta la Dalia, il mio consiglio è di avventarti senza perdere tempo sugli altri tre romanzi che compongono la "quadrilogia di Los Angeles", ovvero Il grande nulla, L.A. Confidential e White Jazz. Sono uno meglio dell'altro (La Dalia nera, che pure è strepitoso, è quello che a me è piaciuto meno, per dire), e a leggerli in successione le connessioni tra l'uno e l'altro si apprezzano molto di più (arricchendo ulteriormente il quadro d'insieme).
Carlo Maria
00giovedì 28 aprile 2011 21:30
Re:
rimatt1, 27/04/2011 23.37:

Se ti è piaciuta la Dalia, il mio consiglio è di avventarti senza perdere tempo sugli altri tre romanzi che compongono la "quadrilogia di Los Angeles", ovvero Il grande nulla, L.A. Confidential e White Jazz. Sono uno meglio dell'altro (La Dalia nera, che pure è strepitoso, è quello che a me è piaciuto meno, per dire), e a leggerli in successione le connessioni tra l'uno e l'altro si apprezzano molto di più (arricchendo ulteriormente il quadro d'insieme).




Sono curioso, ma per ora sono tornato alla fantascienza (con un romanzo giudicato positivamente da Vinnie e che invece per ora trovo orrido). Da qualche parte in casa ho però L.A.Confidential e se lo ritrovo lo leggo di fisso. Il film l'ho visto e, per quanto molto diverso, alcuni collegamenti li ho notati eccome, tipo molti nomi che tornavano e di cui sapevo magari già i destini!
koala3
00venerdì 25 maggio 2012 12:37
Il grande nulla

Secondo volume della quadrilogia di Los Angeles, l'ho letto dopo Dalia nera e L.A. Confidential.
Una scrittura potente, un incastro di universi imponente, il mio giudizio è positivo sebbene mi sia piaciuto (parola da intendersi come sintesi e banalizzazione di tutta la soggettività possibile nella fruizione, determinata da fattori razionali e irrazionali di molteplice natura [SM=x74935] ) meno rispetto a Dalia nera e L.A. Confidential.
Oltre allo stile, i punti forti sono per me i personaggi, ed in particolare i tre protagonisti, che però crescono con una certa lentezza (ci ho messo un po' ad entrare in sintonia con loro) fino a diventare grandi nell'ultima parte; il loro rapporto; il respiro noir della storia; la ricostruzione Usa anni Cinquanta, tra Hollywood e caccia alle streghe (I love Howard Hughes [SM=x74931] ); la scelta coraggiosa dell'inaspettato epilogo in particolare per uno dei protagonisti - ma in generale il finale è molto buono.
Il primo punto debole, secondo me, è il giallo. Intricato (che sia confuso glielo perdono), improbabile, farraginoso, nella soluzione non soddisfacente.
Il secondo punto debole è l'indulgere troppo nel morboso - che è la cifra di Ellroy, anche nel suo profilo personale, ma in questa misura diventa quasi scorrettezza, clichè, dunque debolezza.
Certe descrizioni, o semplicemente il riassunto completo della trama gialla, lo scioglimento del mistero nei suoi dettagli, sono secondo me francamente ridicoli, superano largamente follia e malattia per sconfinare in un eccesso che toglie forza, credibilità e capacità di coinvolgimento/soddisfazione alla trama.
koala3
00lunedì 24 dicembre 2012 13:34
American tabloid

Sono affascinata dalla storia americana.
I Kennedy, Howard Hughes, Hoover, Sinatra e Giancana sono personaggi di per sé fantastici.
Leggere di loro, degli impicci della Cia (piacerebbero ad Alex [SM=x74934] ), delle dinamiche con Cuba è un piacere.
Ellroy poi narra bene, nonostante il mare di carne che mette al fuoco. I suoi personaggi hanno il merito di distinguersi da tutti gli altri, qui più che altrove impopolarmente sgradevoli: tutti, sempre, senza trucchetti per blandire il lettore, hanno il coraggio di disgustare e di apparire quantomeno verosimili.
Non so quanto le cose siano andate davvero così (con la Monroe no, mi sento di poter dire [SM=x74931] ), ma è una grandiosa cavalcata.
A parte questo, però, un difetto grande Ellroy per i miei gusti lo ha, ed ormai posso dire che abbia trovato conferma definitiva. La ripetitività e l'insistenza morbosa nella violenza. Come non annoiarsi e sentire puzza di gratuito al quindicesimo pestaggio (e con quindicesimo arrotondo per difetto), al trentesimo dente sputato, alla decima cicatrice in faccia. Ecco, io mi sono stufata a 15, si è andati avanti fino a 45 circa [SM=x74996] Come detto qualche mese fa, così diventa maniera e perde efficacia.
Juan Galvez
00lunedì 24 dicembre 2012 13:47
Re: American tabloid
koala3, 24/12/2012 13:34:


(...) Come detto qualche mese fa, così diventa maniera e perde efficacia.



Yep! Per me Ellroy è la quadrilogia, Dalia Nera e AT. Ma non sono riuscito a leggere altro. Non ne ho più sentito il desiderio, per sazietà.

V.
rimatt1
00lunedì 24 dicembre 2012 15:07
Hai letto il meglio. Io adoro Ellroy e ho divorato tutto quel che ha scritto, però i due seguiti di American Tabloid, pur essendo ottimi, non hanno la potenza e la forza d'impatto del predecessore. Certo, sono dei grandi romanzi, ma per mole, complessità e scelte stilistiche adottate li consiglierei solo all'ammiratore di Ellroy, piuttosto che al lettore occasionale o a chi, come la Koalessa, nutre qualche perplessità sull'approccio dell'autore alla tematica.
Carlo Maria
00domenica 12 aprile 2015 14:31
Ho letto Clandestino, il suo secondo romanzo, scoprendo così che non viene ricompreso nella quadrilogia su Los Angeles, ma ne anticipa di anni sia molti aspetti sia l'ambientazione sia alcuni personaggi. SPOILER: fanno infatti capolino su queste pagine lo spregiudicato, astuto e violento Dudley Smith e i suoi sgherri, Mike Browning e Dick Carlisle.
Il romanzo mi ha appassionato meno rispetto alla Dalia nera, ma è una gran bella lettura lo stesso, quanto meno per lunghi tratti.
L'ho divorato in meno di due giorni, complice l'influenza che mi ha afflitto nell'ultima settimana.
Per me Ellroy si conferma un più che valido autore.
rimatt1
00domenica 12 aprile 2015 17:57
E io ho comprato proprio oggi l'ultimo suo libro, Perfidia, un bel "doorstopper" di 900 pagine.
koala3
00martedì 14 aprile 2015 11:33
Re:
rimatt1, 12/04/2015 17:57:

E io ho comprato proprio oggi l'ultimo suo libro, Perfidia, un bel "doorstopper" di 900 pagine.


Ho visto l'intervista in cui Ellroy parla di questo suo ultimo libro, sono curiosa. Tra due o tre mesi (vista la lunghezza [SM=x74930] ) facci sapere com'è a tuo giudizio


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