blog.panorama.it/mondo/2007/07/17/giappone-e-sempre-allarme-rad...
Il ministero del Commercio giapponese ha imposto la chiusura a tempo indeterminato della centrale atomica di Khasiwazaki-Kariva, la più grande del mondo, dopo il terremoto che ha sconvolto il Giappone . Il bilancio per ora è di nove morti, 979 feriti e 13 mila sfollati. Oltre 300 gli edifici distrutti.
Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, le autorità stanno ora indagando su una nuova possibile fuga radioattiva dall’impianto nucleare. Quello di Kashiwazaki-Kariwa, per altro, non è che l’ultimo incidente di una serie che ha funestato l’industria nucleare in Giappone.
Sulla base delle informazioni fornite all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) delle Nazioni Unite, alcuni osservatori ritengono però che quello avvenuto nella centrale giapponese di Kashiwazaki-Kariwa non sia stato un incidente nucleare. Secondo l’Associazione italiana nucleare (Ain) al momento del terremoto erano in funzione tre reattori sui sette della centrale che, così come prevedono le procedure di sicurezza, si sono spenti non appena si è verificata la scossa sismica.
Inoltre, secondo l’Ain, i 1.200 litri d’acqua riversati in mare dalla centrale provengono dalla piscina nella quale erano immersi i contenitori di acciaio nel quale si trova il combustibile nucleare. Si tratterebbe perciò di acqua distillata continuamente purificata la cui radioattività è pari a 50 Becquerel al litro. In alcune alcune acque minerali, sostiene sempre l’Associazione, si registrano valori pari a 100 Becquerel al litro.
Per quanto riguarda poi l’incendio del trasformatore, ‘’un incidente del genere - sttolinea l’Ain - non è un incidente nucleare e problemi analoghi avvengono almeno una volta al mese in tutti gli impianti elettrici del mondo'’. Analisi che sono decisamente in controtendenza rispetto a quanto emerso fino ad ora.
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