Il castello di Gradara

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Annablue
00mercoledì 2 agosto 2006 10:01
Boypoe
00mercoledì 2 agosto 2006 15:28
Gradara, distesa sulla cresta della collina, guarda verso oriente e verso nord, verso il mare e verso la Romagna, che si apre alla pianura subito dopo il promontorio di Gabicce.

Terra Malatestiana e marchigiana, Gradara respira il vento del mare e le ultime nebbie padane, in cui risuonano le voci e le musiche, e stingono i colori e le maniere delle grandi corti settentrionali, estensi e gonzaghesche e viscontee. Più che in tutti gli altri castelli malatestiani, in essa circola ancora aria di cavalleria cortese e crudele, mescolata al ricordo delle ultime prodezze dello sventato e coraggioso Sigismondo Malatesta, prima del declino.
Costruita su una collina a 5 chilometri dalla spiaggia di Cattolica, la Rocca di Gradara è un magnifico esempio di architettura militare del XIV secolo. Attorno al fortilizio primitivo, costruito probabilmente dai grifi nel XII secolo, quando erano signori di Gradara, il castello fu poi ingrandito e abbellito dai diversi feudatari che si succedettero nel dominio della zona. I Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere non si limitarono però ad accrescerne la potenza militare e difensiva, ma ne abbellirono anche le sale interne, raccogliendo diverse opere d'arte.

Oggi il castello è visitabile e contiene, oltre all'armeria, una sala delle torture, una cappella con sull'altare una terracotta di Andrea della Robbia e, al piano superiore alcuni ambienti con i mobili originali del Quattro e Cinquecento. Anche le mura che ancora circondano interamente il borgo antico sono percorribili e dalla torre più alta si gode un buon panorama sul territorio circostante. A Gradara soggiornarono, tra gli altri, anche Francesca da Rimini e Lucrezia Borgia e, quando nel 1289 i Malatesta erano esuli da Rimini, proprio a Gradara si consumò la passione e la tragedia di Paolo e Francesca, eternati da Dante nel V canto dell'Inferno.

Notizie utili
C.A.P.: 61012

Prefisso telefonico: 0541

Comune di Gradara - Via Mancini, 23 tel. 0541-964123

Associazione Pro Loco tel. 0541-964115

Museo Nazionale della Rocca tel. 0541-964181

Gradara Ludens tel. 0541-964142

Per informazioni aggiornate consultate: www.gradara.org




[SM=x884264]
Z.Cinzia
00mercoledì 2 agosto 2006 22:06
sarebbe bellissimo riuscire a visitare tutta l'italia!

[SM=x884264]

un super enalotto mi potrebbe aiutare.... :P [SM=x884294]

[SM=x884270]
StarTrader
00giovedì 3 agosto 2006 17:35
Già...se vinciamo giriamo l'Italia insieme ti va cinzia?

M[SM=x884365][SM=x884365] c'è un piccolissimo problema...io non gioco mai!!! ;8k;
Z.Cinzia
00venerdì 4 agosto 2006 22:18
e vabbèèèèèèèè, vorrà dire che mi toccherà dividerlo...!!!! [SM=x884287]
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;Uè; ;Uè; ;Uè; ma ci pensiii? miiiiiiiiiiiiiii, inviterei tutti i miei amici......affitterei la Costa Crociere ;8k; ;8k; ;8k; ;8k; e tu carissima, saresti sulla nave :D co consorte naturalmente!!

siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii









StarTrader
00venerdì 4 agosto 2006 23:51
Cinzia mi raccomando allora gioca forte...se no come fai a vincere una somma da poter dividere? ;)
AlbaChiara@
00venerdì 18 agosto 2006 09:21
Davvero splendido questo castello [SM=x884261]
Nocturnis
00giovedì 11 gennaio 2007 17:33
Il castello di Gradara..
LA ROCCA DI GRADARA

Gradara, cittadella dei Malatesta, è conosciuta soprattutto per la storia d'amore tra Paolo Malatesta e Francesca Da Polenta, che ebbe un tragico epilogo. La vicenda si svolse verso il 1280 e quello di cui si è certi è che Gianciotto Malatesta, signorotto di Gradara, che viene descritto brutto e sciancato, sposò Francesca , figlia del signore di Ravenna. Durante le numerose assenze di Gianciotto che era Podestà a Pesaro, suo fratello Paolo per curarne gli interessi, fece diverse visite a Gradara e il suo comportamento nei confronti di Francesca diede adito a sospetti.

Informato da una spia Gianciotto sorprese la moglie e il fratello soli in camera, cercò di uccidere Paolo, ma Francesca gli si parò davanti, finendo trafitta dalla spada per prima. Nei secoli che seguirono si cercò di giustificare il peccato dei due cognati ritenendo che Francesca fosse stata ingannata, dal momento che le era stato indicato proprio Paolo e non Gianciotto come suo futuro sposo.

Oltre a numerosi pittori e musicisti che tramandarono la tragica storia, essa è divenuta celebre grazie a Dante, che pone i due amanti nel V canto dell'Inferno,( "..Amor, ch'a nullo amato amar perdona..." ) e D'Annunzio con il dramma "Francesca da Rimini"

LA CAMERA DI FRANCESCA..



StarTrader
00giovedì 11 gennaio 2007 20:06
Grazie Nocturnis...è interessante la storia, anche se molto triste...
Lostrys63
00sabato 26 maggio 2007 18:25
Vorrei tanto visitare
il castello dove nacque e si consumò
l'amore di Paolo e Francesca
che ispirarono a Dante
i versi immortali:

Amor, ch'al; cor gentil ratto s'apprende,

prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,

mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende chi a vita ci spense».



kendy@
00domenica 27 maggio 2007 21:29
molto bello [SM=g27836]


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