IL PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA DA ROMA: "L'EPISODIO NON SI E' MAI VERIFICATO"

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INES TABUSSO
00giovedì 29 dicembre 2005 18:20

(Adnkronos) - ''L'episodio, ove riferito a quest'ufficio, non si e' mai verificato e i contenuti delle frasi suddette sono pertanto privi di fondamento di verita'''. E' quanto si legge in una nota firmata dal procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Roma, Salvatore Vecchione, in relazione, spiega il comunicato, all'articolo ''dal titolo 'Consorte: quel Rutelli e' vergognoso...' apparso a pag. 4 del quotidiano 'La Repubblica' del 28 dicembre corrente'' [1].
Nell'articolo, spiega il comunicato firmato dal pg di Roma, ''e' evidenziata la frase 'il procuratore generale di Roma ha avuto paura? Bene e' venuto a piu' miti consigli...' ed e' altresi' attribuita a Frasca Francesco, in una conversazione telefonica, tra l'altro, la frase: ... 'Ha avuto un duro scontro con il Procuratore generale. Gli ha detto che stavano facendo un disastro dal punto di vista economico di cui potevano essere responsabili. Allora lui ha avuto paura''.
''Si comunica che l'episodio, ove riferito a quest'ufficio, non si e' mai verificato -conclude Vecchione - e i contenuti delle frasi suddette sono pertanto privi di fondamento di verita'''



[1]
LA REPUBBLICA
28 dicembre 2005
le intercettazioni
Consorte: "Quel Rutelli è vergognoso"
Il leader della Margherita attaccato perché criticava la scalata alla Bnl
Ricucci chiama Prodi: "Vediamoci".
Replica: "Sono sempre in giro"
Nelle telefonate il nome del presidente del Lazio Marrazzo: lui è con noi
MARCO MENSURATI, walter galbiati, ettore livini


MILANO - Rutelli e Marrazzo. Ricucci che parla con Prodi. Fazio e Frasca che commentano l´attacco della magistratura. Ecco le nuove intercettazioni telefoniche depositate dalla Procura agli avvocati delle persone arrestate per l´inchiesta sulla scalata Antonveneta.

TUTTI CONTRO RUTELLI
Il 9 luglio c´è una telefonata tra Giovanni Consorte numero uno di Unipol e Angelo Piazza, Sdi, ministro alla Funzione Pubblica del governo D´Alema.
Angelo: «Mi ha telefonato ora Piero Marrazzo (presidente della Regione Lazio, ndr)... dicendo che ha avuto una chiamata di Rutelli il quale gli ha detto: "Hai visto la mia intervista (molto critica nei confronti dell´operazione Bnl, ndr) di oggi al Corriere?"... Veramente vergognosa».
Consorte: «Vergognosa. Lì Boselli deve intervenire adesso... Ho parlato anche con gli altri, eh».
A.: «Sì, sì adesso lo fa».
C.: «Sul piano politico, mica andrà nel merito di Bnl, eh?».
A.: «No, ma io... Guarda l´ho già avvertito, adesso poi quando torni ti do il numero, chiamalo, così... Eh, però glielo ho già detto stamattina, quindi hai tempo, adesso (...) No, questo stronzo di Rutelli ha chiesto a Marrazzo se faceva un intervento... Piero si è sentito con me e, ovviamente, ha detto no. Voglio dire: ma non ne parlare neanche... tu sei il presidente della Regione Lazio... Non c´ha la sede...».
C.: «La banca, c´è l´accordo, che rimarrà sempre su Roma».
LA POSIZIONE DI MARRAZZO
Prosegue la telefonata. Angelo: «No, ma guarda, ho detto a Piero di non, per il momento, di non dire niente, anche perché ha un ruolo istituzionale... anche perché se lo faccio parlare lo faccio parlare a favore nostro... ma può anche essere una cosa inopportuna (...) No, ma...questo l´ha chiamato per dirgli: prendi posizione, questa è una banca di Roma... è una banca sul territorio, poi chissà cosa succede...»
C.: «Non succede niente, Piero sa benissimo che noi rilanceremo la banca, che non si muoverà mai da Roma, perché fa pare degli accordi con la Banca d´Italia». Angelo: «Ah, ma guarda... no ma a parte che Piero, ovviamente, mi ha chiamato immediatamente, sa che siamo insomma in rapporti di amicizia...»
C.: «Poi (parola incomprensibile, ndr) può valutare chi gli ha dato una mano...»
A.: «No, ma stai scherzando... no, no ma lui è schieratissimo».
FASSINO CONTRO RICUCCI
Telefonata tra Stefano Ricucci e Stefano Bellaveglia (vicepresidente Mps). È l´8 luglio. Bellaveglia: «Allora che fate, avete venduto?» Ricucci: «Martedì noi consegniamo».
B.: «Ma avete chiuso l´operazione o no?»
R.: «Sì: io, Franco, Coppola e Statuto... ci manteniamo sotto l´uno per cento... il prezzo è intorno a 2,75... mi sembra giusto... rimane tutto in famiglia...». Pochi minuti dopo Ricucci chiama Consorte.
R.: «Gianni stai preparando i circolari?»
Consorte: «Sono qui come una bestia che firmo, firmo e firmo».
R.: «Ti abbiamo servito la banca su un piatto d´argento».
C.: «Non t´allargare che pure Fassino mi ha detto che voi, Ricucci siete troppo esosi...».
ABETE E FASSINO
È il 5 luglio. Consorte chiama Roberto Giay, segretario del consiglio di amministrazione di Unipol.
Consorte: «Roberto, scrivi per favore... la prima, fatti la verifica. Mi dicono che c´è una proposta di direttiva Cee, per cui nel lancio dell´Opa una società non può fare un aumento di capitale superiore al 70-80% della capitalizzazione... bisogna fare una verifica puntuale... perché Abete è già andato da Fassino a porgli sto problema... Vedi a che punto è lo stato di avanzamento di questa direttiva».
L´IRA DEL SEGRETARIO
Il 6 luglio, Consorte telefona a al tesoriere ds Sposetti.
Consorte: «Gli immobiliaristi vanno fuori tutti. L´operazione la fanno Unipol, le banche e le cooperative! Lo dico a te perché sei l´unico di cui mi fido».
Sposetti : «Grande Gianni».
C.: «Se riesco a chiudere la parte finanziaria è la più bella operazione fatta in Italia negli ultimi 15 anni»
S.: «Incrocio le dita...»
C.: «Adesso poi chiamo Fassino perché questo mi chiama s´incazza che tutte le volte – dice – chiama lui. Vabbè, però ho paura persino a dirglielo».
S.: «Tu però devi essere, dice, stiamo tentando, la cosa può andare bene però...»
C.: «Esatto, senza andare nei dettagli».
S.: «Niente, Gianni, niente».
PESCHE A GENNAIO
Sempre Consorte al telefono con Stefanini, numero uno di Holmo.
Consorte: «Bisogna tirarli fuori. Lo sai non sono uno snob né ho la puzza sotto il naso, ma a tutto c´è un limite. Sono lontani da noi come gennaio dalle pesche».
Stefanini: «Si può vivere anche senza di loro»
CAVALIERE ACQUA IN BOCCA
Conversazione tra Consorte e Marcellino Gavio, interessato all´Opa Bnl.
Gavio: «Volevo chiedere una cosa... che prezzo ci fate lì».
Consorte: «Ah, li purtroppo è fisso eh? perché stiamo comprando tutti dal contropatto è due virgola sette (...) le spiego... perché stiamo comprando tutte le azioni del contropatto, in modo da raggiungere con voi e noi il cinquantuno, per cui quando lanciamo l´Opa è già vinta».
G.: «E l´Opa quando andrà»?».
C.: «Lunedì prossimo».
G.: «A che prezzo? »
C.: «Uhm... sarà tra i due e sei, penso... Sì, però mi raccomando, Cavaliere, non si faccia scappare una parola eh?»
G.: «No, e che scherziamo, dico!».
PRODI LA TROTTOLA
Per la scalata a Rcs Stefano Ricucci le prova tutte. All´inizio di luglio si convince che è il caso di avvicinare qualche esponente del centrosinistra. E comincia, come sua abitudine, puntando in alto. Il 5 luglio raggiunge Prodi al cellulare.
Prodi: «Uhe! Come va?»
Ricucci: «Professor Prodi, buongiorno, come sta?»
P.: «Come va lei?»
R.: «Bene, bene, eh andrei meglio se potessimo parlare un po´ con lei...»
P.: «Facciamo due domande distinte. Come sta e come va...»
R.: «Molto molto bene, sabato mi sposo quindi sto ancora meglio».
P.: «Auguroni».
R.: «Sabato c´è il grande evento».
P.: «Poi ci vediamo presto».
R.: «Quando, quando?».
P.: «Le dico io, adesso so che lei è in qualche modo in giro. Io sono una trottola, appena mi sarò fermato a girare ci vediamo presto».
IL VERTICE RICUCCI-BERLUSCONI
Sponda più agevole, Ricucci la trova a destra. Dall´altra parte del telefono c´è Adriano Galliani.
Galliani: «...Il grande Presidente mi sembra che t´ha fatto un assist mica da poco, eh? massacra».
Ricucci: «E ssì, ma, domani... Domani lo vedo». In avvio di telefonata, un avvocato che si trovava con Galliani aveva consigliato a Ricucci di tenere d´occhio «l´onorevole Petrizzi, parlamentare dei ds».
A.: «Ha presentato un emendamento (...) "...non si possono dare a garanzia le azioni acquistate con finanziamenti bancari"».
R.: «Vabbè ma nun passerà mai ‘na robba del genere».
FAZIO, FRASCA E L´OPA
L´otto luglio viene intercettata una conversazione tra Antonio Fazio, ex governatore di Banca d´Italia e il suo braccio destro Frasca.
Fr.: «Scusa che mi sposto un attimo, sono a cena con quelli del Fondo monetario».
Fa.: «Ti volevo dire: l´Opa è stata approvata. nel senso che c´è...c´è.. ehm. M´ha telefonato. Non è pubblico ancora eh...»
Fr.: «Finalmente! Guarda, era una specie di....» Poi dopo una chiacchierata con la moglie di Fazio in cui Frasca dice «Forse per un periodo non avremo problemi dalle Procure» riprende a parlare con il Governatore.
Frasca parlando di un terzo dice: «Ha avuto un duro scontro con il Procuratore generale. Gli ha detto che stavano facendo un disastro dal punto di vista economico di cui potevano essere responsabili. Allora lui ha avuto paura...»
Fa.: «Bene è arrivato a più miti consigli, va bene, va bene».



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