I Super eroi con la Gazzetta

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Carlo Maria
00venerdì 17 settembre 2010 20:19
E' una collana che ormai esce in edicola con la Gazza da ben 78 settimane. L'ho sempre snobbata: la ritenevo interessante a livello antologico, ma a me i super eroi piacciono solo a tratti.
Il numero ora in edicola, però, contenente l'intero ciclo di Straczynski di Supreme Powers, mi è stato caldamente consigliato da un mio collega e l'ho acquistato.
Ora:
a livello cntenutistico, mi esprimerò una volta letto, ma la mia considerazione in questo momento vuol essere di tipo diverso. Un volume di oltre 400 pagine, a colori, di grande formato, per 9,99 €!!! [SM=x74960] [SM=x74960] [SM=x74998] [SM=x74998] [SM=x74998] [SM=x74998]
Vacca miseria, va bene che solo un quotidiano si può permettere una cosa del genere, ma qui siamo su livelli impensabili, per una qualunque casa editrice!!! Un altro pianeta!
Juan Galvez
00venerdì 17 settembre 2010 20:54
Sì, a livello quantitativo non si batte. Però, francamente, su 78 secondo me ce ne sonbo massimo 7-8 buoni.

V.
Carlo Maria
00venerdì 17 settembre 2010 22:05
Re:
Juan Galvez, 17/09/2010 20.54:

Sì, a livello quantitativo non si batte. Però, francamente, su 78 secondo me ce ne sonbo massimo 7-8 buoni.

V.




Non conoscendoli, non posso esprimermi: il mio giudizio ammetto che era principalmente quantitativo. E come edizione, comunque, mi sembra buona sia per qualità di stampa sia per il formato. Supreme Powers com'è? Lo annoveri tra quelli buoni?
Il prossimo volume è su Capitan America...
rimatt1
00venerdì 17 settembre 2010 23:10
Qualcuno ne ho letto anch'io: effettivamente i volumi sono lussuosi (c'è anche la carta patinata!) e costano pochissimo, ma la qualità non è sempre alta. Magari non c'è niente di obbrobrioso, ma mi dà l'idea che si tratti per la maggior parte di fumetti medi, da leggere e dimenticare. Ma magari mi sbaglio; comunque, della dozzina di volumi che ho letto ce n'è stato solo che mi ha convinto del tutto: Gli eterni di Kirby (e per motivi principalmente grafici).

Supreme Powers l'ho letto qualche annetto fa: mah, bah, boh. Se non sbaglio la mini riprende e aggiorna una vecchia serie di Mark Gruenwald (conclusasi con una graphic novel che ricordo bellissima, ma che non rileggo da almeno un decennio). Brutto non è, ma come al solito Straczynsky non mi convince mai fino in fondo.
Juan Galvez
00sabato 18 settembre 2010 07:36
Supreme Powers non l'ho proprio preso (in considerazione). Paradossalmente, anche per la quantità: quei volumi pesano da paura.

V.
LucaL@
00sabato 18 settembre 2010 10:19
Accidenti, a me questo Supreme Powers interessava parecchio però quando sono passato per l'edicola della stazione di Trieste (unica dove ho visto distribuiti questi volumoni) non ce l'avevano o era già andato via.
Qui da me esce il lunedì quindi mi sa che ormai è perso, per fortuna dopo uno o due mesi li rimettono disponibili sull'Anteprima.
Gary Frank secondo me è un bravissimo disegnatore, quest'anno sarà ospite a Lucca.
Dei numeri che ho preso di questa collana mi è piaciuto moltissimo Thunderbolts di Ellis & Deodato jr mentre il costo abbastanza contenuto mi ha permesso di toccare con mano opere mitiche come Excalibur, la Saga della Fenice Nera e la Guerra Kree/Skrull, scoprendo così che razza di porcate sono in realtà!
rimatt1
00sabato 18 settembre 2010 11:05
Gary Frank è bravo ma lo preferivo inchiostrato da Mark Farmer. Comunque, ricordo che leggendo Supreme Powers rimasi stupito dall'abbondante presenza di situazioni "adulte" e nudità varie: mai letto niente del genere in un fumetto Marvel (per quanto SP appartenga alla linea Max).
Carlo Maria
00domenica 19 settembre 2010 02:38
Finito.
E in effetti ha ragione Matte: non è eccezionale. Si fa sicuramente leggere ed è anche abbastanza coinvolgente, ma non si eleva dal prototipo del supereroe con superproblemi a cui è applicato lo svecchiamento anni ottanta e l'intruzzimento moderno. I disegni sono secondo me molto validi, mentre a livello di testi ogni tanto diviene retorico, ma in altri punti è narrativamente valido. Mancano tuttavia reali picchi che diano i brividi, quelli che le vere grandi saghe degli eroi in calzamaglia mi hanno saputo regalare quando ho letto il meglio di Miller e Moore e altri.
Bah, comunque, per l'eccezionale rapporto qualità/prezzo, sono pienamente soddisfatto di averlo preso.
tanonippur
00lunedì 27 settembre 2010 19:44
Io ho preso solo la saga di Fenice Nera degli X-men e devo dire che è geniale!!!!!! Io leggo di più DC Comics, ma questa serie Marvel merita i 9,99 € spesi. Chi non l'ha letta e volesse prenderla non se ne pentirà.
La miglior saga degli X-men in assoluto!!!
LucaL@
00lunedì 27 settembre 2010 21:27
Re:
tanonippur, 27/09/2010 19.44:

Io ho preso solo la saga di Fenice Nera degli X-men e devo dire che è geniale!!!!!! Io leggo di più DC Comics, ma questa serie Marvel merita i 9,99 € spesi. Chi non l'ha letta e volesse prenderla non se ne pentirà.
La miglior saga degli X-men in assoluto!!!




Mi inchino davanti alla cultura fumettistica che hai dimostrato altrove qui sul forum e mi riprometto, turandomi il naso, di rileggere la saga della fenice nera... ma puoi dirmi intanto cosa ci hai trovato di tanto speciale? Per me è una storia infantile e pure scritta male.
tanonippur
00martedì 28 settembre 2010 11:43
Infantile non direi proprio, ma ad ogniuno la propria opinione.

Che mi è piaciuto?....tutto!
Vediamo: l'introduzione di Kitty Pride (fondamentale per "Giorni di un futuro passato"), lo scontro con l'Hellfire Club e sopratutto lo scontro con la Guardia Imperiale, dove gli X-men sono sconfitti, cosa rara per loro e nel fumetto in generale che i protagonisti non vincano sempre, tenendo anche conto che lottavano per una di loro.
Il finale che non commento perchè non so mettere lo "spoiler", ma visto che l'hai letto lo conosci.
Poi, una trama ben congeniata e senza un attimo di respito, che ti appassiona ad ogni pagina. La conclusione di varie sottotrame iniziate in passato e che culminano quasi tutte qui.
La dualità tra Jean e Fenice Nera e la metafora di come il potere può corrompere anche l'anima più pura (un tema molte volte trattato nelle pagine di Nippur, per esempio).
I dubbi dei compagni se è giusto difendere Jean dopo quello che ha fatto, i vari X-men dubitano prima dello scontro invece di schierarsi senza ripensamenti con l'amica.
Una caratterizzazione molto profonda dei personaggi in questa saga. Vedi anche lo scontro tra Ciclope e il professore Xavier, "geloso" del proprio pupillo e sentendosi obsoleto davanti ai suoi studenti ormai adulti e incapricciandosi a trattarli ancora come ragazzi, cosa che manda in bestia Wolverine.
Oppure quando Xavier lancia la sfida senza consultare gli altri e le varie reazioni degli X-men.
La poca riconoscenza dei "capi di stato", come Lilandra che deve il suo trono e la salvezza del suo regno a Fenice, ma non ci pensa due volte a voler uccidere Jean dimenticando l'enorme debito che ha con lei.
Va beh, ci sono mille spunti nella lettura che non sto qui a elencare.

Secondo me dovresti leggerla ancora e cercare di carpire tutte queste cose e altre personali tue.
Infantile........non direi..........scritta male........neanche.
LucaL@
00martedì 28 settembre 2010 20:55
Beh, in effetti a leggere il tuo intervento di carne al fuoco questa saga ne avrebbe messa molta, ma metà dei pregi che elenchi sono, diciamo così, autoreferenziali, cose che apprezzi se conosci quello che c'è stato prima e quello che ci sarà dopo nella storia degli X-Men, e quindi la saga va collocata nel corpus complessivo della serie (e magari del genere supereroistico in generale) per poter essere veramente apprezzata, non ha le caratteristiche "universali" che credo sia lecito chiedere a un fumetto per potergli dare tanto credito. Watchmen, pur trattando di supereroi, ha invece una sua validità indipendente dal contesto che l'ha generato, e senza ricorrere sempre agli stessi esempi mi viene in mente anche il ciclo di Morrison per Animal Man, tanto per dire.
Le altre doti che elenchi non bastano secondo me a salvare o a giustificare una storia: le metafore vanno bene, ma solo se vanno a "condire" un piatto già ricco di suo.
Per quel che riguarda lo stile di Claremont, io sinceramente provo affetto per questo sceneggiatore (lo so che non sembra...) perchè lui nella vita voleva fare l'attore e si è trovato per puro caso a scrivere fumetti per vivere senza avere le basi tecniche per farlo.
In un mondo stereotipato come quello dei supereroi Marvel la sua "bizzarria" è passata per stile e col tempo mi pare che si sia ulteriormente incancrenita su se stessa. Tu stesso citi delle scene cariche di pathos, che risaltano ancora di più perchè spesso sono collegate in maniera molto labile col resto della trama.
Ma magari quando avrò un momento proverò a rileggere la saga.
tanonippur
00martedì 28 settembre 2010 21:33
Amico mio, hai citato due "opere" che ho nella mia fumettoteca persolane e........alla fine non siamo così lontani come gusti:
-Watchmen.....inutile aggiungere qualcosa sull'argomento.
-Animal Man di Morrison, ho i tre volumi, ma non ancora letti. Ho letto solo i due episodi dove lo Psico Pirata rievoca la Crisi e mi hanno incuriosito molot tanto da prendere l'intera epoca Morrison. Ancora tutto da scoprire.
Sashimi
00martedì 28 settembre 2010 21:52
Come tutti i fumetti USA in stretta continuity (e gli X-Men ce l'hanno davvero strettissima - no doppi sensi please [SM=x74974]), credo sia sempre meglio giudicarli sui tempi lunghi, ovvero su molti numeri, oppure procedendo per team creativi. Estrapolare una singola saga di una decina di numeri, pur interessante, fornisce comunque una visione parziale che sicuramente risultera' ostica al "non iniziato" (ed e' per me il piu' rilevante tra i vari problemi cronici dei supereroi Marvel, gia' la DC ha un'impostazione di fondo assai diversa).

Per me ha senso ad esempio parlare di Uncanny X-Men 94-143 (circa sei anni di storie), oppure degli X-Men di Claremont/Byrne (circa quattro anni), entrambi periodi nei quali si inserisce la storyline di Fenice Nera in qualita' di saga principale, pero' in mezzo a numerose altre sottotrame a lunga gittata che divengono via via storie portanti. Un modo di scrivere che probabilmente esisteva gia', ma che Claremont (coadiuvato ai testi dallo stesso Byrne) porta gia' qui alle estreme conseguenze, rendendolo di fatto un marchio di fabbrica - e rendendo impossibile la vita al lettore occasionale per i secoli successivi [SM=x74933].

Detto questo, confesso che ho sempre seguito gli X-Men se e quando disegnati da matite che mi piacevano, facendo a meno del loro drammatico polpettone soapoperistico in quasi tutte le altre occasioni [SM=x74970], e addirittura recuperando numeri singoli come quelli disegnati da Windsor-Smith e alcuni di RomitaJr. Devo dire pero' che le note alle edizioni italiane Star dei primi anni '90 erano fantastiche e permettevano davvero di riempire il gap senza problemi.

Tornando alla Fenice, Byrne e' ai suoi massimi e chinato da Terry Austin e' uno vero piacere per gli occhi (almeno, per i miei) ma anche il primo Cockrum non mi spiaceva affatto.

La storia in se', e con i caveat di cui sopra (andrebbe vista come parte di un tutto), la definirei onesta, sicuramente appassionante se si amano i personaggi, ma ovviamente il paragone con Watchmen e' improponibile. Quel che di universale si puo' trovare negli uomini X e'gia' dato dalla loro impostazione di base (il tema del reietto e del freak escluso dalla societa') che e' richiamata in quasi tutte le storie, non solo in questa; qui gli autori aggiungono il tema spinoso della morte/autosacrificio di un personaggio amato, tema raramente o forse mai trattato in modo cosi' esplicito fino a quel momento, per cui effettivamente c'e' un'importanza storica innegabile che pero' non fuoriesce dall'ambito della serialita' superomistica e dal mainstream made in USA (*). L'idea per altro non fu di Claremont, che aveva scritto una prima versione molto piu' blanda (dove Fenice perdeva i poteri e tutti piangevano per questa orribile menomazione), ma con fiuto commerciale venne imposta dall'editor Jim Shooter.


(*) aggiungo pero' che, se gli X-Men hanno messo definitivamente un piede dentro la cultura popolare americana (e di riflesso inevitabilmente nella nostra), lo si deve probabilmente al successo di questo arco di storie fra il 75 e l'81 di cui Fenice e' la piu' famosa. Senza, sarebbero rimasti personaggi secondari.

Sash
tanonippur
00mercoledì 29 settembre 2010 20:06
Niente da dire Sashimi, un'analisi molto accurata e soddisfacente sulla saga degli X-men e la saga di Fenice in particolare.

Concordo con te e con Lucal che non è una storia a sè e nemmeno per il lettore casuale. In questo senso è un maestro il buon Robin Wood, dove le sue serie possono godersi anche in uan singola lettura o in modo seriale.

Lo stesso "modus operandi" della serie X-men a fumetti fu ripresa nel fortunato cartone animato degli anni '90, dove conobbi la saga di Fenice Nera, in seguito ho letto il comic.
Anche in quei cartoni c'erano tante sottotrame che culminarono in quella saga.
Il finale tv ripropose il finale "light" di Claremont, essendo per un pubblico infantile.

Ho letto anche la versione originale del finale e solo con l'acquisto del Grandi Saghe sono venuto a conoscenza della mano di Shooter. Cosa che lanciò definitivamente gli X-men in effetti.
LucaL@
00mercoledì 29 settembre 2010 20:44
Warren Ellis però era riuscito a rendere il suo ciclo di Thunderbolts godibile al lettore occasionale pur essendo fortemente impantanato nella continuity. Lo stesso si può dire per Planetary.
Ma quelli della fenice nera erano altri anni, forse non è correttismo paragonarla a quello che è uscito 20 anni dopo.

Due piccoli dubbi: la saga della fenice nera ha veramente rappresentato il culmine della x-saga e il suo ingresso nell'immaginario collettivo? L'albo speciale dei nuovi X-Men del 1974 (0 1975?) non era stato una overnight sensation che si impose immediatamente e senza alcuna previsione di tanto successo?

Ora non ce l'ho sotto mano, però il volume della Gazzetta attribuisce a Jim Shooter la scelta del suicidio di Fenice Nera per il suo acume commerciale, ma altre fonti riportano che la scelta venne imposta a Claremont perchè Shooter riteneva immorale che la Fenice Nera la passasse liscia dopo il disastro che aveva combinato. Per forza che non ci furono problemi a rappresentare un suicidio: Shooter era il boss e poteva fare quello che voleva (come anni prima Stan Lee scippò alla DC l'idea di inserire il tema della droga nei suoi fumetti: lui poteva farlo perchè ne aveva l'autorità, O'Neill sbattè inizialmente contro il veto dei vertici DC).
Secondo voi il finale della saga fu dettato a Shooter da motivazioni commerciali o "morali"? O magari lo impose a Claremont solo per fargli un dispetto, visto le manie di onnipotenza che pare avesse?
Dopotutto, Shooter fece centro con Frank Miller e le Guerre Segrete ma mi pare che nel suo curriculum ci furono anche sonori flop, come il New Universe.
tanonippur
00giovedì 30 settembre 2010 17:00
Normalmente alla voce "X-men" che ho letto, sia in Argentina che qui, danno a intendere che il rilancio di X-men con Wolverine & Co risollevò il titolo che da anni erano solo ristampe e che i vari cicli del Cristallo M'kraan, Proteus e altri culminarono nella saga di Fenice Nera, una delle più amate dagli x-aficionados, oltre a Giorni di un futuro passato. I motivi di Shooter non lo so, come detto lo appreso da poco il fatto.

Thunderbolts.....mai letto!

Planetary è una squisitezza, una signora serie, ma.....
Testo nascosto - clicca qui
Sashimi
00venerdì 1 ottobre 2010 00:09
LucaL@, 29/09/2010 20:44:


Due piccoli dubbi: la saga della fenice nera ha veramente rappresentato il culmine della x-saga e il suo ingresso nell'immaginario collettivo? L'albo speciale dei nuovi X-Men del 1974 (0 1975?) non era stato una overnight sensation che si impose immediatamente e senza alcuna previsione di tanto successo?



Per come la vedo fu piu' un crescere (di successo e qualita') abbastanza lento nei primi anni (75-77) e poi piu' accelerato; crescere che continuo' anche dopo Fenice Nera finche' rimase Byrne ai disegni (1981).

Il Giant Size di sicuro fu "dirompente" (anche perche' li' SPOILER per CARLO! moriva subito un personaggio) ma quell'albo scritto da Len Wein, vero creatore dei nuovi X-Men assieme a Cockrum, l'avevo letto ed era si' pieno di spunti e personaggi nuovi ma anche fumettisticamente grezzissimo, sia come testi che come disegni. Passata la sorpresa, a posteriori il successo non credo sia stato davvero eclatante: in fondo la testata regolare rimane bimestrale fino al 1978.

Claremont, subentrato a Wein subito dopo il Giant Size, inizialmente stenta e Dave Cockrum, disegnatore titolare, ci mette un po' a diventare abbastanza piacevole all'occhio - le storie dopo il 100 secondo me cominciano a diventare discrete, pero' il cambio di marcia per critica e pubblico c'e' con l'arrivo di Byrne e siamo ormai a fine 77.




Secondo voi il finale della saga fu dettato a Shooter da motivazioni commerciali o "morali"? O magari lo impose a Claremont solo per fargli un dispetto, visto le manie di onnipotenza che pare avesse?
Dopotutto, Shooter fece centro con Frank Miller e le Guerre Segrete ma mi pare che nel suo curriculum ci furono anche sonori flop, come il New Universe.



Su Shooter, se fai una capatina anche solo su it.arti.fumetti tramite l'archivio di google, trovreai davvero di tutto e di piu' e fin da tempi remoti: e' un personaggio che ha sempre diviso le opinioni in modo nettissimo. Sul piano umano, per quel che se ne puo' leggere, e' (eufemisticamente [SM=x74932] ) difficile averlo in simpatia; su quello fumettistico, nei vari ruoli che ha coperto, per me i lati positivi sono parecchio superiori ai negativi, ma e' un parere personale abbastanza poco condiviso.

Quella del fiuto commerciale, nello specifico degli X-Men, e' vera ma e' anche una semplificazione della Gazzetta.

C'era una "tavola rotonda" che la Star Comics pubblico' sul suo antologico Star Magazine, assieme alla versione originale della conclusione della saga di Fenice Nera. In USA apparve come one shot "The Dark Phoenix Tapes" nel 1984,.

Partecipavano Claremont, Byrne, Shooter, Austin e un paio d'altri editor: ognuno di loro raccontava ed esponeva il suo punto di vista su come arrivarono a produrre quella storia e quella conclusione - sarebbe da rileggere, ovviamente se la tiravano tutti un po' (ok il dare importanza al proprio lavoro, ma non e' che stai decidendo del finale della Divina Commedia!) ad usum et beneficium del fanboy marvelliano medio, ma a parte questo era davvero molto lunga e molto interessante.

Purtroppo non l'ho sottomano adesso, ma andando MOLTO a memoria Shooter citava i dilemmi morali ma anche il fatto che la storia a suo avviso sarebbe stata una bomba, diceva mi pare esplicitamente qualcosa come "voglio che la gente pensi che alla Marvel non siamo come alla DC dove risolvono tutto con la kriptonite rossa, da noi se un personaggio fa fuori un pianeta deve pagarne le conseguenze. E poi ho avuto ragione io, abbiamo venduto un sacco!"

Sempre andando a memoria (e googlando qualcosa) direi che di Claremont si percepiva piu' che altro il dubbio e l'indecisione, mentre la fustrazione era soprattutto di John Byrne, che del resto odiava Shooter e lo dimostro' in diverse occasioni anche clamorose sia prima che dopo (due ego colossali, sicuramente). Ma a denti stretti ammetteva che la storia, anche se dovette ridisegnare alcune tavole, filava meglio cosi' come fu pubblicata.

Sash

LucaL@
00venerdì 1 ottobre 2010 16:22
Re:
Sashimi, 01/10/2010 0.09:




Purtroppo non l'ho sottomano adesso, ma andando MOLTO a memoria Shooter citava i dilemmi morali ma anche il fatto che la storia a suo avviso sarebbe stata una bomba, diceva mi pare esplicitamente qualcosa come "voglio che la gente pensi che alla Marvel non siamo come alla DC dove risolvono tutto con la kriptonite rossa, da noi se un personaggio fa fuori un pianeta deve pagarne le conseguenze. E poi ho avuto ragione io, abbiamo venduto un sacco!"







Come si fa a non amarlo?
Sinceramente io non trovo Cockrum poi così grezzo in quelle sue prime performance anche se in effetti in seguito Byrne sarebbe stata un'altra cosa.
tanonippur
00venerdì 8 ottobre 2010 20:44
Ragazzi, ho preso Devil:Rinascita....molto bello!
Sono ancora a metà, ma è tremendo.
Spero non deluda il finale.
Juan Galvez
00venerdì 8 ottobre 2010 20:58
Tranq, è una gran bella storia, tra le 3-4 cose di Miller davvero notevoli.

V.
Carlo Maria
00venerdì 8 ottobre 2010 21:44
Re:
tanonippur, 08/10/2010 20.44:

Ragazzi, ho preso Devil:Rinascita....molto bello!
Sono ancora a metà, ma è tremendo.
Spero non deluda il finale.




Lo acquistai (o mi fu regalato?) dopo aver conosciuto il personaggio grazie alla prima collana di Repubblica. E' sicuramente un fumetto splendido. Devil è il mio supereroe preferito, insieme a Batman.
LucaL@
00sabato 9 ottobre 2010 13:35
Veramente un bellissimo fumetto, anche l'introduzione italiana dell'edizione che ho io era scritta meravigliosamente.
Questo Miller lo salverei visto che non ho capito chi ha copiato stavolta (immagino comunque fonti letterarie) e che i disegni non sono suoi.
Anzi, adesso vado a riguardarmi le scene con Capitan America: Mazzucchelli era un mostro, con due tratti in croce sapeva rendere il movimento e faceva recitare mervigliosamente i personaggi.
rimatt1
00sabato 9 ottobre 2010 13:59
Mazzucchelli era bravissimo, vero, e pensa che secondo me Batman: Year One (altro Miller imperdibile), di poco successivo, è disegnato ancora meglio.
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