LucaL@, 29/09/2010 20:44:
Due piccoli dubbi: la saga della fenice nera ha veramente rappresentato il culmine della x-saga e il suo ingresso nell'immaginario collettivo? L'albo speciale dei nuovi X-Men del 1974 (0 1975?) non era stato una overnight sensation che si impose immediatamente e senza alcuna previsione di tanto successo?
Per come la vedo fu piu' un crescere (di successo e qualita') abbastanza lento nei primi anni (75-77) e poi piu' accelerato; crescere che continuo' anche dopo Fenice Nera finche' rimase Byrne ai disegni (1981).
Il Giant Size di sicuro fu "dirompente" (anche perche' li' SPOILER per CARLO!
moriva subito un personaggio) ma quell'albo scritto da Len Wein, vero creatore dei nuovi X-Men assieme a Cockrum, l'avevo letto ed era si' pieno di spunti e personaggi nuovi ma anche fumettisticamente grezzissimo, sia come testi che come disegni. Passata la sorpresa, a posteriori il successo non credo sia stato davvero eclatante: in fondo la testata regolare rimane bimestrale fino al 1978.
Claremont, subentrato a Wein subito dopo il Giant Size, inizialmente stenta e Dave Cockrum, disegnatore titolare, ci mette un po' a diventare abbastanza piacevole all'occhio - le storie dopo il 100 secondo me cominciano a diventare discrete, pero' il cambio di marcia per critica e pubblico c'e' con l'arrivo di Byrne e siamo ormai a fine 77.
Secondo voi il finale della saga fu dettato a Shooter da motivazioni commerciali o "morali"? O magari lo impose a Claremont solo per fargli un dispetto, visto le manie di onnipotenza che pare avesse?
Dopotutto, Shooter fece centro con Frank Miller e le Guerre Segrete ma mi pare che nel suo curriculum ci furono anche sonori flop, come il New Universe.
Su Shooter, se fai una capatina anche solo su it.arti.fumetti tramite l'archivio di google, trovreai davvero di tutto e di piu' e fin da tempi remoti: e' un personaggio che ha sempre diviso le opinioni in modo nettissimo. Sul piano umano, per quel che se ne puo' leggere, e' (eufemisticamente
) difficile averlo in simpatia; su quello fumettistico, nei vari ruoli che ha coperto, per me i lati positivi sono parecchio superiori ai negativi, ma e' un parere personale abbastanza poco condiviso.
Quella del fiuto commerciale, nello specifico degli X-Men, e' vera ma e' anche una semplificazione della Gazzetta.
C'era una "tavola rotonda" che la Star Comics pubblico' sul suo antologico Star Magazine, assieme alla versione originale della conclusione della saga di Fenice Nera. In USA apparve come one shot "The Dark Phoenix Tapes" nel 1984,.
Partecipavano Claremont, Byrne, Shooter, Austin e un paio d'altri editor: ognuno di loro raccontava ed esponeva il suo punto di vista su come arrivarono a produrre quella storia e quella conclusione - sarebbe da rileggere, ovviamente se la tiravano tutti un po' (ok il dare importanza al proprio lavoro, ma non e' che stai decidendo del finale della Divina Commedia!) ad usum et beneficium del fanboy marvelliano medio, ma a parte questo era davvero molto lunga e molto interessante.
Purtroppo non l'ho sottomano adesso, ma andando MOLTO a memoria Shooter citava i dilemmi morali ma anche il fatto che la storia a suo avviso sarebbe stata una bomba, diceva mi pare esplicitamente qualcosa come "voglio che la gente pensi che alla Marvel non siamo come alla DC dove risolvono tutto con la kriptonite rossa, da noi se un personaggio fa fuori un pianeta deve pagarne le conseguenze. E poi ho avuto ragione io, abbiamo venduto un sacco!"
Sempre andando a memoria (e googlando qualcosa) direi che di Claremont si percepiva piu' che altro il dubbio e l'indecisione, mentre la fustrazione era soprattutto di John Byrne, che del resto odiava Shooter e lo dimostro' in diverse occasioni anche clamorose sia prima che dopo (due ego colossali, sicuramente). Ma a denti stretti ammetteva che la storia, anche se dovette ridisegnare alcune tavole, filava meglio cosi' come fu pubblicata.
Sash