Articolo Secolo XIX
Da Il Secolo XIX online di oggi
Morzenti: «Vivai, gioco di squadra e marketing. Così si può rilanciare lo sci»
SPORT INVERNALI, Il futuro presidente
Il candidato unico ai vertici della Fisi, presidente dello Sporting Riserva Bianca a Limone, spiega i progetti per uscire dalla crisi.
29/03/2007
GIOVANNI MORZENTI, 56 anni, sarà il nuovo presidente della Fisi, la Federazione italiana sport invernali, che oggi conta su 110 mila tesserati. La sua candidatura (unica) è stata presentata tre giorni fa e la nomina ufficiale avverrà a Modena, il prossimo 14 aprile, probabilmente per acclamazione, perché sul suo nome si sono ritrovati d'accordo i Comitati regionali di Piemonte, Veneto, Lombardia, Alto Adige, Emilia-Romagna, Lazio, Friuli e Valle d'Aosta. Una ritrovata compattezza che fa ben sperare sulle potenzialità di rilancio della Fisi, che avrà al vertice un personaggio di grande esperienza nel mondo dello sci e della neve (è già stato presidente del Comitato regionale Alpi Occidentali della Fisi), con un curriculum professionale poliedrico (è dirigente d'azienda con esperienze in Fiat, in aziende a partecipazione statale e in alcune banche), molto conosciuto anche da tutti gli appassionati liguri della montagna d'inverno, che spesso lo incrociano a Limone Piemonte, dove è presidente della Lift e dello Sporting Club Riserva Bianca.
Morzenti, gli sport invernali, in Italia, hanno vissuto negli ultimi tempi una fase un po' opaca. Come pensa di rivitalizzare il settore?
«Al primo punto del programma che ho presentato c'è una riforma strutturale della Federazione, che dovrà passare attraverso una riedizione dello Statuto, consultando la base e di concerto con il Coni. Va ridisegnata l'azione politica e tecnica della Fisi, che dovrà essere attenta non solo all'attività sportiva, ma dovrà anche assumere un ruolo più importante in tutti gli aspetti, sociali ed economici, che riguardano la montagna italiana. Come tutte le federazioni sportive, poi, ci occupiamo essenzialmente di agonismo e di far vincere medaglie ai nostri tesserati. La Fisi non prevede il gioco di squadra: il nostro atleta deve battere quello che magari dorme nella sua stessa stanza. Ma ci vuole, lo stesso, uno spirito di gruppo fortissimo. La scommessa sarà proprio quella di riuscire a coniugare questo spirito con la sana voglia di competizione di ogni sciatore».
Dove pensa di concentrare l'attenzione maggiore?
«I Gruppi Sportivi Militari e di Stato sono quelli che hanno il più alto numero di atleti e allenatori. E' chiaro che per loro ci vorrà un occhio particolare. Va valorizzata la figura dell'atleta-soldato. E poi si cercherà di potenziare e sviluppare tutta l'attività giovanile. Solo da buoni vivai possono arrivare buoni risultati. La stessa Liguria, nell'agonismo, ha buoni sci club e buoni atleti».
Una delle note dolenti è quella delle risorse. Come pensa di affrontare questo capitolo?
«E' necessario mettere insieme le risorse più importanti: quelle del ministero dello Sport e del Coni che finanzia la preparazione olimpica, per esempio. Ma c'è anche l'intenzione di avvalerci della collaborazione dei settori che, grazie allo sci, vivono e guadagnano. Accanto agli sport invernali e grazie a loro si è sviluppata un'industria notevole: sono quasi 6 milioni i turisti, 2 milioni gli sciatori, 450 mila gli snowboarder che nel periodo invernale producono un fatturato diretto di 3,9 miliardi, che sale a 12,3 miliardi se si considera il giro d'affari complessivo. Bene, che questi settori dell'indotto vivano senza dare un contributo al mondo da cui traggono profitto, non mi sembra giusto. C'è da registrare, poi il rientro di marchi importanti come quello della Fiat. Devo dire grazie a Montezemolo, Barilla e tanti altri industriali che hanno promesso sostegno. E ora spero che il Parlamento recepisca nella "Legge della Montagna" il ruolo che può recitare la Fisi».
Nel suo programma si parla anche di una profonda riorganizzazione dell'ufficio marketing.
«E' necessaria, non solo per recuperare risorse, ma anche per un rilancio massiccio e complessivo della proposta agonistica e amatoriale».
Avete già affidato lo studio delle strategie future a un nome noto: Romy Gai, ex direttore commerciale e marketing della Juventus.
«In questi campi va preso qualcuno che è davvero bravo. E Romy Gai lo è».
Un obiettivo ambizioso che cercherà di centrare, nel corso del suo prossimo mandato?
«Ci batteremo per avere i mondiali del 2013 a Cortina».