Emile Zola

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koala3
00mercoledì 8 giugno 2011 15:35

Anni fa lessi Therese Raquin, in questi giorni ho letto La bestia umana.
Due esperienze affini, sensazioni molto simili durante e dopo la lettura.
Non nego che Zola abbia grandi capacità descrittive, espressive ed introspettive. Crea figure e situazioni forti, interessanti anche, e genera una suspense notevole.
Quel che manca - sensazione del tutto personale - è la vera identificazione, il riconoscimento di un'umanità più comune, più vera, più riconoscibile al di là dei caratteri da lui tratteggiati.
Ne La bestia umana 5 personaggi (tutti i protagonisti) sono, in circostanze e per ragioni diverse, assassini. Non molto diverso era il quadro in Therese Raquin.
In Zola l'assassinio non è una variante impazzita della natura umana, pur non estranea ad essa, spesso sorprendente ed imprevedibile. E' praticamente la norma, che fa della ferinità qualcosa di estremo ed ingestito.
Ho sentito molto più vicini e più miei i personaggi verghiani, per citare un esempio, sempre nell'ambito di un preciso periodo storico, di un approccio e di una visione irrimediabilmente pessimistica della vita umana.
Juan Galvez
00mercoledì 8 giugno 2011 16:55
Yes

Be', molti potranno non essere d'accordo, ma per me Verga è uno dei più grandi narratori.

V.
Carlo Maria
00mercoledì 8 giugno 2011 22:38
Re: Yes
Juan Galvez, 08/06/2011 16.55:


Be', molti potranno non essere d'accordo, ma per me Verga è uno dei più grandi narratori.

V.




Infatti, come ci siamo detti anche a voce una volta, Verga è uno dei narratori che trovo più pallosi e sopravvalutati in assoluto. Posso dire con un buon grado di approssimazione che di suo non mi sia piaciuto proprio niente (ed ahimé a scuola ci hanno costretto a leggere praticamente TUTTO).
Scartando l'ironia ed il motteggio soliti, Vinnie, legata a differenza di gusti, trovo che Verga sia un autore invecchiato molto male e che sia il meno affine alla mia sensibilità fra i tanti straordinari narratori di quell'epoca (o quasi coevi).
Del naturalismo francese, più che Zola e Flaubert, di cui poco mi ha appassionato, ho preferito le novelle così moderne di Guy de Maupassant, mentre di Italiano lamento un indubbio buco nel non aver mai approfondito a dovere il Capuana o la Deledda.
Conosco però benino il verismo russo (che se non erro ti manca del tutto) e trovo che abbia tutto un altro spessore: la grande arte di Tolstoj, per citare solo il jolly, per me sta piani sopra al nostro Giovanni per capacità letterarie, ma anche per la capacità far riflettere su più livelli di lettura. E di quel poco che ho letto, molto mi ha appassionato anche il naturalismo scandinavo di Ibsen e Strindberg. Di quest'ultimo ricordo che mi colpì molto il fatto che sapeva coniugare nei suoi romanzi la filosofia verista con una vena ironica che ai suoi contemporanei mancava e che andava a stemperare la gravità di trame fortemente drammatiche, come tipico di quell'epoca.
Anche chi propriamente verista non fu, cioè un Dickens che è vissuto al limbo del periodo verista, seppe ben compendiare l'esigenza di leggibilità ed il genere avventuroso dei suoi magnifici feuilleton con una visione analitica della realtà che lo circondava e ciò senza risultare greve fino allo sfinimento, mentre vorrei evidenziare le forti componenti naturaliste presenti in un altro gigante come Jack London, per esempio.
Ebbene, tra gli autori che cito brevemente, Verga per me è l'ultima ruota del carro. Ho nominato un'elite, ma non lo vedo far parte di quella risma, bensì assai più in basso... [SM=x74996]

Juan Galvez
00giovedì 9 giugno 2011 05:42
Ma tu non capisci nulla, Carlin, quindi non conti :-PPPPPP

V.
koala3
00giovedì 9 giugno 2011 11:01
Io non ho mai fatto fatica ad entrare nel mondo verghiano e l'ho trovato tutt'altro che noioso.
Anche se profondamente ancorato alla sua terra ed al suo periodo, l'universo verghiano mi sembra molto vivo e molto umano.
Trovo più verità ed interesse nei suoi affreschi dolorosi, animati da uomini autentici e da dinamiche quotidiane, che nel mondo di soli assassini di Zola. Perché i fallimenti umani nascono non solo dal cedere ad una natura fatalmente ferina, ma anche dall'apatia, dalle occasioni perse, dal caso, dagli errori di valutazione.
Certo, poi il realismo russo per me resta insuperabile.
Juan Galvez
00giovedì 9 giugno 2011 19:31
Conosco poco i russi, però ho assai vivido il ricordo della lettura giovanile dei Malavoglia, uno dei romanzi più emozionanti che abbia mai letto.

V.
Morello
00venerdì 10 giugno 2011 09:50
verga...
i malavoglia ok, mastro don gesualdo ko! anche se è un libro straattuale. in genere perà verga lo trovo pallosissimo, come carlin.
zolà lo amo tutto, così come i vari Gustave Flaubert, I fratelli Goncourt etc.
i russi se fanno legge eccome!
Sashimi
00venerdì 10 giugno 2011 17:59
Ah, il Naturalismo e il Verismo

I cugini poveri del Decadentismo [SM=x74932] [SM=x74926]

Verga: ricordo, quindicenne, la lettura tardo estiva del Gesualdo, che terminai sul pullman di ritorno da una vacanza in Spagna - no, niente viaggio alle radici iberico-borboniche dello scrittore, decisamente la costa Brava non era il posto adatto. [SM=x74923]

Lo trovai una lettura non facile, specie stilisticamente: tanti costrutti del parlato, tanto "siciliano tradotto", tante ripetizioni, interiezioni, dialoghi spezzettati, soprannomi, un procedere abbastanza faticoso. Pero' dovetti assimilarlo davvero bene, grazie anche alla bella e dettagliata introduzione, dato che la relazione che ne feci (era, ebbene si', un compito delle vacanze) fu accolta in modo addirittura trionfale dalla prof. a settembre, lasciandomi persino un poco stupito. Anche per questo mi si e' fissato nella mente e ancora oggi ricordo bene trama e personaggi e tematiche.

Dei Malavoglia ho invece ricordi piu' vaghi, giusto i nomi e soprannomi (come sordarsi un Piedipapera?), forse per una lettura fatta con l'avanti veloce: era parte della vagonata di testi dell'Otto e Novecento che bisognava portare all'esame di quinta e che non avevo mai tempo di leggere davvero. Damn! persino la coscienza di Zeno e il fu Mattia mi tocco' di leggerli-non-leggerli a quel modo, in parte rovinandomeli: ma d'altronde "sono testi che non potete non aver letto!"... ok, ma magari avvertirci per tempo no, eh? :P

Zola: di lui ho letto vari lustri addietro solo La Curée (la Cuccagna) di cui ricordo in pratica soltanto le descrizioni botaniche ultra puntigliose, che a un certo punto iniziai a saltare; ma nulla mi è rimasto di trama e personaggi.


Sash
Muasie
00domenica 12 giugno 2011 21:22
Serbo un bellissimo ricordo de I Malavoglia di Verga, letto al secondo anno delle superiori. L'insegnante di italiano aveva individuato, nel romanzo, delle aree tematiche e le aveva affidate poi a ciascun allievo che avrebbe dovuto esaminarle per poi relazionare all'interrogazione. A me e a una mia compagna furono affidati i proverbi. Chiamate a raccontarne ricordo che ci scontrammo perché - diversissime - ne demmo un'interpretazione e lettura completamente differente. :-) Sulla scia dell'entusiasmo mi riproposi di affrontare Mastro don Gesualdo senza però poi dare seguito alla cosa… Di certo lessi anche qualche racconto, perlomeno tra i più noti ma dovrei rivederli per ricordare bene…. Stando a quanto mi restituisce la memoria direi che mi ritrovo senz'altro nel commento di Raffaella. Mai letto nulla invece di Zola...
koala3
00lunedì 13 giugno 2011 15:34
ehhh, il dramma delle letture scolastiche
Quasi sempre di malavoglia (gioco di parole involontario), e, peggio ancora, di fretta tutti in un giorno saltando i pezzi.
Per fortuna i veri capolavori o li ho letti dopo, per scelta, o sono riuscita ad apprezzarli subito, a dispetto dell'imposizione dei professori. Ricordo che nella mia classe tutti odiarono profondamente (e ben pochi finirono davvero) La coscienza di Zeno, che io invece adorai da subito (da brava futura studentessa di psicologia [SM=x74946] ); sorte affine per Proust, ma tutto sommato pure per Verga. Nei miei ricordi l'unico che piacesse ai miei compagni di classe era Herman Hesse [SM=x74946]
Non a caso leggevo poco finché andavo al liceo, non ho più smesso da quando ho terminato la scuola [SM=x74931]
Chissà se esiste un modo per dare letture a scuola senza renderle sgradevoli (è una cosa che ho sempre sognato).
Morello
00lunedì 13 giugno 2011 16:02
la coscienza di zeno
è il mio libro!
Juan Galvez
00lunedì 13 giugno 2011 20:42
Re:
koala3, 13/06/2011 15.34:


Chissà se esiste un modo per dare letture a scuola senza renderle sgradevoli (è una cosa che ho sempre sognato).


Certamente sì, farlo con intelligenza. The most difficult way, I know. Le mie insegnanti variamente letterarie fallirono tutte, ma io già leggevo onnivoro di mio, e alla fine ho anche consigliato alla prof d'italiano un romanzo di Mann che non conosceva. Invece il mio professore di fisica seppe farmi leggere due capolavori della saggistica scientifica quali "Fisica e filosofia" di Heisenberg e "L'evoluzione della fisica" di Infeld e Einstein, inoculandomi per sempre il piacere della lettura dei saggi scientifici.

V.

Carlo Maria
00lunedì 13 giugno 2011 20:55
Re: Re:
Juan Galvez, 13/06/2011 20.42:


Certamente sì, farlo con intelligenza. The most difficult way, I know. Le mie insegnanti variamente letterarie fallirono tutte, ma io già leggevo onnivoro di mio, e alla fine ho anche consigliato alla prof d'italiano un romanzo di Mann che non conosceva. Invece il mio professore di fisica seppe farmi leggere due capolavori della saggistica scientifica quali "Fisica e filosofia" di Heisenberg e "L'evoluzione della fisica" di Infeld e Einstein, inoculandomi per sempre il piacere della lettura dei saggi scientifici.

V.




L'insegnante d'Italiano delle medie mi fece conoscere due narratori d'eccezione come Mark Twain e Harper Lee, mentre al ginnasio la prof mi fece adorare gli antichi commediografi leggendo (e interpretando con partecipazione [SM=x74909] ) in classe la Lisistrata di Aristofane. L'insegnante del liceo, invece, non apprezzava granché Dante ed il mio amore per la Divina Commedia è tutto frutto del mio affetto sviscerato per questo superbo componimento.
Alcuni autori me li hanno cacciati in gola con sforzo: Verga e Svevo su tutti (ma non ho mai letto Zeno, di cui tanti mi hanno detto un gran bene: mi sono fermato all'orrido Senilità).
Altri autori penalizzati da quest'obbligo scolastico sono stati Hesse e Hemingway, mai piaciuti e Montale, che invece apprezzavo molto, ma era dannatamente difficile e sarebbe occorsa una lettura più ragionata.
Sashimi
00lunedì 13 giugno 2011 21:58

Premesso che per sfizio divoravo pure le antologie - sempre adorata la distanza breve: racconti, novelle, frammenti- delle letture scolastiche in genere non posso davvero lamentarmi, a parte quel grosso malloppo per l'esame di quinta di cui dicevo sopra. E si', con Zeno mi fermai al fumo, trovandolo anche godibile - ma al resto diedi un'occhiata supersonica.

Negli anni precedenti pero' mi era andata di lusso: sia alle medie che al liceo, i prof per le vacanze offrivano sempre un ampio ventaglio di scelte e cosi' potevo sbizzarrirmi.
Vacanze di Natale in prima liceo: Racconti di Edgar Allan Poe [SM=x74879] Vacanze estive: Gesualdo. Estate tra la seconda e la terza: un bel saggio sul medioevo e una scelta di romanzi cavallereschi (ho linkato anobii perche' il primo commento e' un perfetto esempio di cio' di cui stiamo discutendo). Curiosamente non ricordo che cosa lessi tra terza e quarta, per cui vi risparmio [SM=x74933]

In terza media, la prof ci fece leggere per tutto l'anno racconti di Buzzati, magnetici a dir poco, con il potere di interessare anche i compagni piu' refrattari e "de coccio". Nell'introduzione si faceva un parallelo tra Buzzati e Kafka... risultato: tra l'estate di quell'anno e quella del successivo, mosso da curiosita', mi ero gia' sciroppato per conto mio tutto il reperibile del vecchio Franz.

Altra intuizione fortunata: portare ogni tanto a teatro le masse studentesche (sempre che la classe non sia troppo indisciplinata, altrimenti non serve a nulla). Il prof d'inglese non aveva letture di Shakespeare in programma, se non come inquadramento storico, ma ci porto' a vedere un bel Riccardo III con un Lavia ancora in forma. Non c'e' tempo di fare tutto Pirandello? Ok, vediamo il Mattia a teatro, e in saletta audiovisivi (alias: tv con videoregistratore [SM=x74933]) quando c'era un'ora buca e riuscivano a organizzarsi, ci facevano vedere un Sei Personaggi o un Pensaci, Giacomino.

Sash


Morello
00martedì 14 giugno 2011 13:28
fortunello!
a noi ci hanno fatto vedere i guerrieri della notte in lingua originale e mentre tornavamo in classe se semo massacrati! considerando chi mi consoce, sappiate che in classe mia ero nella media delle stazze, per cui, sangue ad ettolitri!!!
però che spasso!!!!

picchiall'occhi!!!
[SM=x74861]
Carlo Maria
00mercoledì 15 giugno 2011 00:54
Re: fortunello!
Morello, 14/06/2011 13.28:

a noi ci hanno fatto vedere i guerrieri della notte in lingua originale e mentre tornavamo in classe se semo massacrati! considerando chi mi consoce, sappiate che in classe mia ero nella media delle stazze, per cui, sangue ad ettolitri!!!
però che spasso!!!!

picchiall'occhi!!!
[SM=x74861]




[SM=x74909]
Ahah! Però che culo vedere I guerrieri della notte a scuola!! A noi mostravano solo polpettoni senza senso!!! L'unico film figo che abbiamo visto è stato Le ali della libertà! [SM=x74967]
koala3
00mercoledì 15 giugno 2011 15:10
Una volta al ginnasio per le vacanze estive una professoressa ci diede da scegliere un libro per ogni principale genere letterario.
Un'ottima idea, secondo me, sia per la possibilità di scelta personale, pur all'interno di un genere - che ha sempre un effetto motivante - sia per la spinta ad assaggiare qualcosa di potenzialmente nuovo e riflettere sulle "regole" dei generi.
A sorpresa, ciò che risultò più ostico alla maggioranza (specie femminile) fu la fantascienza; ci fu anche chi dichiarò di non esserci riuscito. [SM=x74996]
Altri, invece, una volta partiti con un genere, proseguirono con quello - accadde con i gialli.
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