più che superuomo io direi oltreuomo: preferisco questa traduzione del pensiero di Nietzsche... super-uomo da troppo di Nazista o di razza superiore, mentre ciò che voleva il filosofo di Rocken era un altro tipo di umanità, un'umanità che fosse diversa, stravolgendo i canoni normali... un uomo-oltre-l'uomo, più che un uomo-sopra-l'uomo. E aggiungo che se ha scritto chiaramente che l'oltreuomo non può esistere senza gli uomini inferiori, i meno evoluti, i deboli, è perchè si è reso conto che soltanti pochi hanno le potenzialità di uscire dalla massa, questo lo sappiamo già anche noi - e onestamente un mondo popolato solo di oltreuomini sarebbe del tutto impensabile.
L'importante è saperlo prendere con moderazione l'alcolismo...
allo scopo di conoscersi l'ideale secondo me è raggiungere quello stato intermedio in cui sei brillo a sufficienza da perdere parte dei freni razionali ma ancora abbastanza lucido da poterti guardare come spettatore disinteressato mentre non sei tu a muovere il tuo corpo. Sarà per questa capacità di rivelare il nascosto che quasi tutti i filosofi della storia hanno sempre apprezzato il vino?
in vino veritas... è un proverbio, oltre che un'opera di Kierkegaard, Kant ha scritto vari saggi sull'alcolismo (deprecando un po' la birra, che da una sbronza più introvarsa, mentre quella da vino è più socievole), nell'antica grecia erano tutti ubriaconi (col vino loro, poi... facevano le gare a chi beveva più quartini di vino puro e ogni tanto ci scappava il morto, da quant'era forte)... il tragediografo Cratilo ha scritto: se bevi solo acqua non scriverai mai un verso decente... signori, è la nostra tradizione culturale quella dell'alcol... perchè diventare schiavi del no? perchè negare le nostre radici?
ok, per il momento smetto di istigare alla bevuta, sia perchè è un sacco che non me ne faccio una decente (ma proprio tanto) sia perchè aspetto di comprarmi il libro "la filosofia del vino" prima di aprire un editoriale apposito.
per me l'iunconscio è, più che un condominio, un vero e poprio calderone ribollente, dove si mescolano le sotanze più disparate, a formare un unicum ma sempre mutevole.
Il sesso... mah, la paura di perdere il controllo è giustificata se quella persona sa di avere nell'inconscio una gran dose di violenza repressa... come anche io so di averla... (ma purtroppo la maschera che indosso è troppo resistente per permettermi di sfogarla e liberarmene - anche se non condivido questo terrore nei confronti del sesso...)
comunque è vero che nell'atto sessuale, come nel bacio o nell'amore, secono me bisogna lasciarsi trasportare dalla parte inconscia, altrimenti l'atto è soltanto un falso insoddisfacente.