Contro e dentro lo schema.

La pagina è il tuo spazio vitale
il tuo destino, ma hai perso la strada
che conduce al centro della vocazione
ora riaffermi la meccanica, la logica perduta
dei tasti e del discorso, senza tremare
per la menzogna quotidiana a cui ti presti
in cui cerchi di farla franca, tu stesso
bugia, accensione e visione del non senso

basta spulciare gli occhi, aprire i sensi
per godere dello spettacolo, per sentire
l’estraneità come un programma - ma si fa abitudine
dici, anche all’inaccettabile - sei al quinto piano
di un parallelepipedo chiamato casa, traballi
ad ogni passaggio di mezzi pubblici, auto
carichi pesanti, cerchi la finzione o il salto
la ricucitura col mondo, rifacendo il verso all’universo

stai diventando come tutti, stai adeguando
lentamente la tua disfatta all’apatia
alla mercificazione dei gesti, alla dimenticanza
ora rifatti il letto, ordina i libri, staccati un minuto
dallo scrollare l’abisso monocorde del cellulare
attieniti alla mortalità delle cose, nulla porta
più da nessuna parte, respira il totale
e liberatorio vuoto di senso, scrivi per colmare
il ritardo dalla vita, la letteratura è un covo
di vittime, di frustrati, scrivi per dissentire dalla vita.

che angoscia!

stai per caso presenziando a presentazioni di libri o frequenti circoli di poeti o editori? No perchè ho l'impressione che tutto ciò ti sia estraneo e pesante . Scherzi a parte l'ho apprezzata molto questa tua poesia e ben venga tutto ciò che ti riporta alla scrittura anche il ritardo della vita

ciao
Anto

Ciao Pasquale,
c'è sempre qualcosa che mi attira in ogni tuo scritto anche quando mi co-stringi a tornare più e più volte sul senso e la "dinamica" del testo. In questa mi piace molto quel "spulciare" gli occhi; ormai abbiamo anche un intasamento visivo tra PC, tablet, cellulari che davvero "liberare" lo sguardo lo trovo un grande atto di coraggio e, perchè no, di leggerezza...

Tu, però, continua a scrivere, per favore...

Anna