Re:
Scritto da: TheRainMaker 08/11/2005 17.29
Levi intende dire che gli USA sono nati in un certo senso come "risposta" al modello Europeo, o chiamiamolo anche Occidentale (Levi dice addirittura che questa era la loro ragione di vita), e si son ritrovati invece coinvolti in uno scontro che li ha visti difender quell'antico che avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle, contro gli eredi di quel mondo, i più abili, i più armati di tutte le antiche risorse, i più radicati alla terra(e qui penso che intenda il blocco comunista).
Ricordiamo che Levi era infatti un intellettuale di sinistra, che ha visto nei suoi viaggi in Russia ed in Cina un modello di vita a quell'epoca in espansione (soprattutto quello sovietico) basato sulla figura del contadino, a lui tanto cara.
Però anch'io attendo altri interventi, per cercare di comprendere meglio questa sentenza sugli USA.
Premetto che gli storici filosofeggianti dicono spesso un mare di minchiate, condite bene con ottima retorica, passionali, ma pure sempre vaccate.
Mi spiego. L'America nasce dall'Europa. Non c'è nessuna differenza fra Washington e un qualsiasi borghese colto inglese dello stesso periodo. Mentalmente l'unica differenza che c'era fra inglesi ed americani (ovviamente stiamo parlando di inteligentsia) era la fedeltà alla corona.
Lo spirito era lo stesso, le richieste erano le stesse, gli ideali erano gli stessi.
Inghilterra ed USA infatti hanno da sempre vissuto un rapporto di amore/odio. Ma con "l'odio" che era frutto da una parte dello stesso amore, dall'altro della semplice rivalità.
Ciò che di fatto è accaduto fra '800 e '900 è il passaggio di testimone dall'Inghilterra agli Stati Uniti. Ma se fondamentalmente guardiamo la politica dei due stati (adattandola ai tempi) troviamo delle corrispondenze importanti.
E' sbagliato dire che l'America nasca come avversaria d'Europa, l'America nasce come partner dell'Europa.
E qui c'è il ma. L'America è il partner di un'Europa, non di quella continentale ma di quella che (guarda caso) è nuovamente frutto di un eterno rapporto di amore/odio. Ovvero della Francia ed Inghilterra.
Basta guardare agli eventi per notare come fondamentalmente gli Stati Uniti siano stati la soluzione migliore per Francia ed Inghilterra. Nati sul finire del'800, una loro indipendenza (favorita dai francesi) risolve di fatto il contrasto per il nuovo mondo, crea uno stato in grado di bloccare definitivamente qualsiasi pretesa spagnola e portoghese ed impedisce a Francia ed Inghilterra di farsi la guerra direttamente. E questo evolversi non è altro quello che porterà alla tacita alleanza fra Francia ed Inghilterra prima in campo coloniale e poi contro gli imperi centrali.
Inoltre gli Stati Uniti, figli del periodo di transizione fra moderno e contemporaneo, seguiranno da lì in poi sempre la politica britannica (che si lega poi in determinati frangenti, escluso il periodo di Bismarck, a quella francese). Lo scopo di questi paesi sarà quello di impedire la creazione di un blocco continentale che danneggi l'ordine mondiale. Quel blocco è quello che farà scoppiare entrambe le guerre mondiali, il blocco che Bismarck voleva evitare.
Perciò, in campo internazionale, le sorti dell'Europa riformatrice sono legate profondamente agli Stati Uniti. I contrasti sono apparenti, sono di facciata, così come quelli fra Francia e Germania. Sono lo scontro naturale fra potenze in espansione o in declino ma che non sfociano mai in guerra perchè c'è alla base un'alleanza mai scritta che fa comodo a tutti.
Perciò gli Stati Uniti sono rivali di quella stessa Europa di cui sono rivali Francia ed Inghilterra. E' questo l'errore di fondo del pensiero di Levi. Ed infatti poi tutto ciò si rispecchierà in guerra, quando gli Stati Uniti (@Max) entreranno in guerra non tanto per motivi economici (trovami poi i vantaggi economici della prima e della seconda guerra mondiale, esclusi i debiti di guerra degli alleati, per gli Stati Uniti) ma per impedire la vittoria di un blocco ostile. Come Francia ed Inghilterra, gli Stati Uniti non potevano concedere il primato mondiale alla Germania perchè equivale al proprio declino. Sia nella prima guerra mondiale così come nella seconda.
Ecco qui, come diceva bacco, la questione dell'isolazionismo. Di fatto gli Stati Uniti sono stati isolazionisti in campo militare per lungo tempo. Chi era un'internazionalista era una parte del partito democratico, aperto più a problemi di carattere etico e romantico. Ma la gente non aveva importanza ad occuparsi di ciò che non li riguardava, così come faceva il partito repubblicano, fedele a Monroe e al principio per cui gli Stati Uniti dovessero occuparsi solo dei fatti americani (america del sud compresa). Insomma, il mare era lì per tenere lontani gli americani dalle solite beghe europee.
Questo principio cade nel momento in cui il continente può creare un problema pur non coinvolgendo direttamente gli Stati Uniti. Cresciuti in prosperità e ricchezza grazie all'isolamento (attenzione, è la stessa politica che ha avuto l'Inghilterra sino alla spinta coloniale!) intervengono quando condividono lo stesso problema dei loro partner. Il blocco continentale. mai e poi mai gli Stati Uniti e l'Inghilterra (qui la Francia è più vittima che altro) potevano permettere un blocco unico continentale capace poi di espandersi sui mari. Una potenza del genere era la loro fine.
Ecco quindi che sono costretti ad intervenire. La frase di Levi quindi è corretta (soprattutto quando si riferisce alla Germania), ma sbaglia in principio. Perchè afferma che gli Stati Uniti nascono come risposta. E' questo che è falso, così come è falso dire che la Francia è la risposta dell'Inghilterra (ovviamente parlo di Francia ed Inghilterra contemporanee, non medievali). Tutti questi stati sono fra loro rivali per natura (vista la loro potenza) ma è una rivalità che non sfocia in contrasto, e appunto perchè non può risultare in uno scontro risulta nella più prolifica delle alleanze storiche.
E' invece vero sostenere che gli Stati Uniti sono la "risposta" all'Europa continentale. Ne sono l'antitesi. Ma infatti non intervengono e non interverranno mai in difesa di quell'Europa.
Max, invece, per quanto riguarda il paragone fra impero romano e statunitense non sta nè in cielo nè in terra. Primo perchè non è possibile un paragone così distante nella storia, perchè le mentalità cambiano e non si possono adattare ad altri tempi e secondo perchè, appunto, l'impero romano nasce in un'epoca che sarà da lì in poi caratterizzati da imperi, gli Stati Uniti da un'epoca che sarà caratterizzata da lì in poi da
potenze diplomatiche.
E mio dio, di quanto dici tu non impongono proprio nulla. Le loro imposizioni sono a livello diplomatico, economico. E' da qui che nasce l'egemonia, non da un controllo di tipo imperiale. Il controllo imperiale vuole il direttismo, vuole il totale sfruttamente delle colonie, vuiole la colonizzazione delle stesse da parte dei propri cittadini.
Quella della lingua poi è una grandissima vaccata. Questa è pura e semplice linguistica. Si chiama
prestigio. Una lingua prevale sulle altre per ragioni di prestigio. Quando l'Inghilterra s'isolava (nel '700) e la Francia era un po' ovunque, le mode parigine passavano nei salotti e Parigi era la culla dell'occidente il francese era lingua internazionale.
Ora invece gli stati uniti sono la più grande potenza, così come prima lo era l'inghilterra e la lingua internazionale diventa l'inglese. Non è una scelta imposta, è una scelta naturale, è una lingua che diventa più prestigiosa delle altre.
E' lo stesso motivo per cui noi parliamo un discendente dell'antico dialetto toscano. Prestigio (quello fu anche indotto però). Eppure il granducato di toscana non ha mai avuto grande fortuna in campo di conquiste.
Poi, in un'epoca di globalizzazione la lingua più prestigiosa raggiunge l'apice. Deve essere usata ovunque perchè tutto il mondo è in costante comunicazione e necessita di un unico linguaggio. In quest'ottica la lingua che ha il maggior prestigio subisce un'espansione colossale e diventa lingua internazionale. Ma non è una scelta imposta, è un fatto di linguistica di base, le lingue funzionano così.
E così vale per le mode. Ora tutto il mondo puà comunicare in un secondo, le mode viaggiano a grande velocità e gli stati s'influenzano reciprocamente. La maggiore influenza la ha chi è più sviluppato chi sa comunicare meglio, ma ancora una volta in questo non c'è nulla di programmato. Prima gli imperi dovevano imporre le loro scelte ora le potenze (perchè attualmente gli imperi sono morti e mai rinasceranno per una questione di mentalità) comunicano. E' una differenza colossale.
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Sapete, con il tempo, con l'età, tante cose ci vengano tolte ma questo fa parte della vita, però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere, e scopri che la vita è un gioco di centimetri e così è il football, perchè in entrambi questi giochi - la vita e il football - il margine di errore è ridottissimo, capitelo, mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloce o troppo lenti e mancate la presa, ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo.
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ah poi 'bit non prendertela, sei ganzo, solo che ti fai ste uscite che spero lo fai per racimolare qualche pelo di figa, sennò c'hai i neuroni che fan circo. o forse son pochi tuoi neuroni che fan circo, poi son tutti pregiudizi, bella napoli, pulita, bella gente, poco casino sempre.
by FaPioggia
[Modificato da DrSandmann 09/11/2005 13.19]