CONTINUITA': LETTERA-APPELLO DEI PM A CASELLI

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INES TABUSSO
00mercoledì 24 ottobre 2007 00:09


CORRIERE DELLA SERA
23/10/2007
"Torino, Caselli pronto a tornare in Procura"
Per il magistrato, adesso pg, sarebbe formalmente un passo indietro
Lettera-appello dei pm. Oggi scadono i termini per la richiesta

Vera Schiavazzi

TORINO — L'annuncio è atteso per oggi, giorno di scadenza per la presentazione delle domande al Csm. Oggi, dunque, con ogni probabilità, il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli (uno dei protagonisti della lotta al terrorismo e poi, come procuratore capo di Palermo, di quella alla mafia) chiederà di passare dall'incarico che ricopre ora a un altro più operativo, meno elevato nella gerarchia della magistratura ma comunque di primissimo piano: procuratore capo a Torino. Un gesto carico di significato, inconsueto all'interno della stessa magistratura, e sul quale l'ultima parola spetta al Csm. Ma è davvero improbabile che l'organo di autogoverno delle toghe non approvi, se verrà presentata, una candidatura del peso di quella di Caselli. Oggi, la Procura di Torino è guidata da Marcello Maddalena, procuratore capo dal 1999, che dovrà lasciare nel febbraio del 2008 secondo la nuova legge che limita a otto anni il periodo durante il quale un magistrato può ricoprire «incarichi direttivi o semidirettivi ». Una norma contestata, per la quale fino all'ultimo si è sperato in una proroga che non è arrivata.
Le ragioni della scelta di Caselli le hanno spiegate, indirettamente, i 38 sostituti procuratori che nei giorni scorsi hanno rivolto a Caselli un appello in favore della sua candidatura. «La tua guida assicurerebbe alla nostra Procura, una salda e autorevole direzione che sarebbe percepita da tutti noi come una garanzia di continuità — hanno scritto pubblici ministeri di diversi orientamenti e correnti —. Sappiamo bene che le risposte che quotidianamente diamo alle tante domande di giustizia dei cittadini appaiono inadeguate. Ma l'impegno di tutta la Procura di Torino e del suo attuale capo è stato costantemente teso al raggiungimento del miglior risultato possibile: cercando di prestare ascolto alla città; tentando di fornire, anche con scelte organizzative nuove, risposta alle nuove sfide; non sottraendosi mai al confronto e alla discussione, in primo luogo con l'avvocatura, su tali scelte e il loro possibile miglioramento ».
Poi, dopo aver espresso rammarico per la partenza di Maddalena, i magistrati torinesi hanno ricordato perché Caselli, sbarcato a Palermo all'indomani della tragica stagione di attentati che costò la vita a Falcone e Borsellino, sarebbe il miglior capo possibile: «La tua esperienza e autorevolezza — maturate sin dai tempi della lotta al terrorismo e confermate dalla tua scelta di Palermo nelle tragiche settimane del luglio 1992 — costituirebbero per il nostro ufficio un'iniezione di ottimismo nel guardare al futuro e uno sprone a continuare con pazienza e intelligenza, e con la speranza di migliorare, il nostro quotidiano impegno per la giustizia».
Caselli ha risposto, a titolo personale, ai suoi colleghi, ringraziandoli per le loro parole, che lo hanno «toccato profondamente». E ha preso tempo fino all'ultimo per pensare. Ma tutti, a Palazzo di Giustizia, pensano che dirà di sì: «È nella sua natura, ed è nella tradizione di questa Procura e di questa città, mettere lo spirito di servizio davanti a ogni interesse personale».


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