Napoli, il premier torna ad accusare gli avversari di brogli elettorali
e di fomentare una campagna di odio nei suoi confronti
Berlusconi attacca gli avversari
"Sinistra attenta o scendiamo in piazza"
Berlusconi attacca gli avversari
"Sinistra attenta o scendiamo in piazza"
Silvio Berlusconi a Napoli
NAPOLI - Torna ad accusare l'attuale maggioranza, Silvio Berlusconi. In primo luogo, di brogli elettorali. E poi di fomentare l'odio nei suoi confronti. "Stiano attenti i signori della sinistra - dichiara ai cronisti in un albergo napoletano, in una pausa del tour elettorale in Campania - perché se dovessimo portare in piazza l'Italia che io vedo in giro intorno a me in tutte le regioni, male sarebbe per loro".
"Questa Italia - prosegue il Cavaliere - non accetterà che questi signori vadano avanti a comportarsi come si sono comportati e che trasformino in cose vere tutte le minacce che stanno facendo contro le nostre riforme e contro la nostra azione di governo".
Quanto al presidente della Repubblica, "su Napolitano - precisa il leader di Forza Italia - non fornisco commenti nella maniera più assoluta. Solo che quando qualcuno dice che bisogna avere meno odio, bisogna che si sappia chiaramente che l'odio sta solo da una parte, cioè a sinistra, e che fa paura, perché a furia di vilipendere il presidente del Consiglio si incontrano persone che hanno un atteggiamento di rancore e di odio che fa paura".
Berlusconi continua sul tema dell'odio: "Fa paura - spiega - perchè a furia di vilipendere la politica del governo, l'ex presidente del Consiglio, e a furia di raccontare storie su di noi e su ciò che abbiamo fatto, in giro incontro delle persone che hanno i tratti del viso che si irrigidiscono in un atteggiamento di rancore e di odio che personalmente mi fa paura".
Ecco un esempio: "Oggi a Napoli mi si sono scagliati contro. In mezzo alla generalità delle persone che invece dimostrava un grande entusiasmo, quasi un fanatismo, nei miei confronti... Una ragazza è venuta vicino a me e mi ha detto: 'A' mmerda'. Una cosa del genere non l'avevo mai sentita". Conclusione: "Mai a noi passerebbe nella testa, vedendo, che so, Fassino o D'Alema, che sono applauditi dalle loro persone, di fare i gesti o di dire le cose che fanno a me".
(25 maggio 2006)