BEN AMMAR? MEDIOBANCA? SPORTITALIA?

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INES TABUSSO
00martedì 11 ottobre 2005 18:40
CORRIERE DELLA SERA
11 ottobre 2005

Ben Ammar: Coppola e Zunino? Benvenuti in Mediobanca
«Non hanno chiesto di entrare nel patto». Giovedì l’assemblea dell’accordo parasociale

MILANO - A soli due giorni dall’assemblea del patto di sindacato che governa Mediobanca, in programma giovedì, il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar [1] parla dell’istituto di piazzetta Cuccia e ne traccia l’identikit futuro. Nuovi soci? «Il loro ingresso non deve essere vissuto come un’aggressione». Gli immobiliaristi Danilo Coppola e Luigi Zunino? «Sono i benvenuti. Nessuno, però, ha chiesto per il momento di entrare nel patto. Se qualcuno lo farà, esamineremo la richiesta». Ben Ammar, socio e consigliere di Mediobanca, conferma l’appuntamento di giovedì e spiega che la riunione servirà a individuare le persone destinate a sostituire i consiglieri in scadenza nell’assemblea dei soci del 28 ottobre prossimo. «La mia cultura è di assoluta apertura - aggiunge -. Non mi piacciono i pregiudizi nei confronti degli immobiliaristi. Io stesso, come arabo, ho dovuto affrontare mille difficoltà quando mi sono presentato a Hollywood per fare affari nel mondo del cinema».
Cauto, disponibile, aperto nei confronti degli altri partner: è un Ben Ammar deciso a proseguire la sua avventura in Mediobanca quello che si è presentato ieri a Milano alla conferenza stampa nella sede di Sportitalia, il canale televisivo sportivo edito da Prima Tv (71% Ben Ammar, 29% Tf1, la più importante rete televisiva francese).
«Sarà un piacere rivedere gli altri soci», osserva. Poi, con una punta di soddisfazione, ricorda che dal momento del suo arrivo a oggi «gli azionisti sono molto più ricchi di prima». Nel 2003, all’atto dell’autorizzazione al suo ingresso il titolo Mediobanca valeva infatti 6,8 euro; ieri ha chiuso a Piazza Affari con un prezzo di riferimento pari a 15,911 euro. Insomma, più di un raddoppio, che dimostra da un lato la buona gestione («da parte di un management indipendente») e dall’altro che «questo patto funziona».
Quanto al futuro dell’istituto di Piazzetta Cuccia, Ben Ammar auspica che continui a essere «la Mediobanca delle imprese italiane». E che in prospettiva si vada verso una maggiore diffusione delle azioni fra il pubblico. Più flottante, insomma, riducendo la quota sindacata. «E’ sempre bene avere più titoli in Borsa - spiega il finanziere -. Le stesse banche azioniste avevano espresso il desiderio che ciò avvenga. Poi le cose sono andate diversamente, va bene così». In ogni caso si tratta per il momento soltanto di un auspicio, dal momento che «il tema non è all’ordine del giorno».
Un’altra questione che per ora i soci di Mediobanca non intendono affrontare è quella dell’amministratore delegato. «Nello statuto c’è la possibilità di nominarlo», spiega Ben Ammar. Ma non c’è alcuna necessità di farlo. «E siccome la squadra funziona bene, non serve un altro allenatore in campo».

Giacomo Ferrari





[1]
5 febbraio 2004
VIDEO AMMAR QUANT¹È BBELLO
di Marco Travaglio

Quando Berlusconi è in difficoltà, i
casi sono due. O lo salva l'opposizione,
come tre giorni fa alla Camera sulla Gasparri.
Oppure salta fuori un arabo, à la
carte. Pur convinto della «superiorità della
civiltà occidentale su quella araba», il Cavaliere
degli arabi apprezza almeno un particolare:
i soldi. A caval donato - come diceva
Vittorio Mangano - non si guarda in
bocca. È notizia fresca che il produttore
franco-tunisino Tarak Ben Ammar sbarca
in Italia con due nuovi canali tv: uno analogico
di sport (Sportitalia), l'altro digitale
terrestre (D-Free) con film, notiziari, spettacolo.
Tutto gratis. Tarak, che è anche
molto spiritoso, assicura che il suo vecchio
amico e socio Berlusconi non c'entra: «L'
amicizia è sacra, ma non mi occupo più di
Fininvest né diMediaset.Ora sono un concorrente
». Immaginabile il terrore di Confalonieri
e il panico ad Arcore. I programmi
D-Free li forniranno Canale 5 e Italia 1.
Il responsabile di Sportitalia è Angelo Codignoni,
già direttore de La Cinq (la tv berlusconiana
francese), già padre fondatore
dei club Forza Italia. Grazie al duo Tarak-
Codignoni la favola del digitale terrestre
- pezzo forte del cosiddetto ministro
Gasparri - avrà almeno un appiglio nel
mondo reale, così sarà più facile salvare
Rete4 dal satellite. Ma Berlusconi non c'entra.
Insignito della Legion d'onore da Mitterrand
nel 1984, da vent'anni Tarak rappresenta
in Europa il principe saudita Al
Waleed, antico azionista Fininvest e noto
finanziatore del fondamentalismo islamico
tramite l'Arab Bank. Dopo l'11 settembre,
lo sceicco ebbe la pensata di offrire un
obolo al sindaco Rudy Giuliani per la ricostruzione
delle Due Torri. Giuliani rifiutò
l'assegno, trovando curioso che un possibile
amico di chi le aveva abbattute s'impegnasse
a rimetterle in piedi. Per conto di Al
Waleed, Tarak è stato per anni nel Cda di
Mediaset. Ne è uscito qualche mese fa per
accomodarsi in quello di Mediobanca. E,
visto che «l'amicizia è sacra», si è gettato
più volte al salvamento dell'amico Silvio.
Soprattutto una.
Siamo a fine '95. Il pool di Milano
scopre il vero proprietario della misteriosa
società off-shore All Iberian, con sede nelle
Isole del Canale, da cui partì un mazzettone
di 15 miliardi finito sul conto svizzero Northern
Holding di Bettino Craxi. Il proprietario
è il cavalier Berlusconi, che naturalmente
giura e sempre giurerà di non averla
mai sentita nominare. All'epoca il «riformismo
» all'italiana è di là da venire, e pagare
tangenti a Craxi è ancora considerato
poco igienico. Il Cavaliere spiega che è tutto
un equivoco: «Massima trasparenza. È
una delle tante transazioni commerciali di
un gruppo che opera nel cinema e nella tv
a livello internazionale. Il nostro settore
esteri ci ha confermato che la nostra Principal
Communication pagò 15 miliardi all'
olandese Accent Investment del produttore
Tarak Ben Ammar per la commercializzazione
di diritti televisivi e cinematografici
in Francia per 100 miliardi. Il contratto
era seguito da All Iberian, che non appartiene
a Fininvest e che, dovendo procedere
al pagamento, chiese alla Accent di indicarle
un conto». Tarak avrebbe indicato quello
di uno studio legale «usato anche da
altre persone». Compreso Craxi. Così, per
puro caso, i 15 miliardi finirono a Bettino.
Un semplice disguido. La versione di Silvio,
rilanciata a reti unificate, convince gli
italiani che il pool di Milano ha imbastito
l'ennesimo complotto politico. Tanto più
che il 24 novembre '95, con cronometrico
tempismo, il Tg5 dell'«indipendente» Enrico
Mentana mette a segno uno scoop sensazionale:
riesce a scovare e a intervistare,
collegato da Parigi, Tarak Ben Ammar. Il
quale conferma puntualmente le parole
del Cavaliere: a indicare il conto fu un
avvocato iracheno legato all'Olp, Zuhair al
Kateeb, che lavorava anche per Craxi e che
poi dirottò i 15 miliardi ai palestinesi di
Arafat. Craxi, pover'uomo, non vide una
lira.
Purtroppo, più volte convocato dal
Tribunale di Milano per ripetere il suo
fiabesco racconto al processo All Iberian,
Tarak si guarda bene dal presentarsi. Purtroppo
l'Olp smentisce di aver mai visto
quei soldi. Purtroppo Zuhair al Kateeb nega
di averne mai saputo nulla. E purtroppo
i revisori dei conti Arthur Andersen,
che sanno tutto dei conti del Biscione, testimoniano
di non essersi mai imbattuti nel
fantomatico accordo Fininvest-Tarak per i
diritti in Francia. Così Berlusconi e Craxi
vengono condannati in primo grado per
finanziamento illeciti. In appello li salva la
prescrizione. La Cassazione, nel 1999, sbugiarda
definitivamente il Cavaliere e l'amico
Tarak: «Le operazioni societarie e finanziarie
prodromiche ai finanziamenti estero
su estero dal conto All Iberian al conto
Northern Holding furono realizzate in Italia
dal gruppo Fininvest Spa con il rilevante
concorso di Berlusconi quale proprietario
e presidente».
Ultimo particolare: pochi mesi dopo
l'intervista-scoop al Tg5, Tarak Ben Ammar
entra trionfalmente nel CdaMediaset.
L'amicizia è sacra.




16 Novembre 2004
da BARBA E CAPELLI
di Marco Travaglio

"Nel '95 serviva una faccia presentabile per depistare le indagini su All Iberian, la società off-shore usata da Berlusconi per imbottire Craxi di miliardi. Il 24 novembre l'apposito Mentana intervistò, a Parigi, il socio arabo del Cavaliere, Tarak Ben Ammar, il quale giurò al Tg5 che non c'era nulla di illecito: l'amico Silvio gli aveva pagato 15 miliardi per certi diritti televisivi e per uno spiacevole disguido i quattrini erano finiti su un conto di Craxi anziché sul suo.
La balla era talmente grossa che, convocato dal tribunale per ripeterla sotto giuramento, il buon Tarak preferì non farsi vedere".

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da un'intervista di Maria Latella a Marcello Dell'Utri (Corriere della Sera 25/1/2004) :

"Dell'Utri torna a pensare agli altri: 'Forse bisognerebbe
ricordarsi di chi oggi non c'è, quelli che si sono persi per strada, anche per colpa nostra. Abbiamo bloccato un processo di crescita'.
Un nome, ecco,tiri fuori un nome, senatore Dell'Utri. Trascorrono secondi pensosi.
Previti?
Alla fine, esce un sofferto soffio: 'Era bravo Codignoni, aveva passione. Poi ha preferito tornare a lavorare. Sì, certo, la politica è roba complessa.
Ma io, oggi, mi sarei ricordato anche di loro'."



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La Padania
4 febbraio 2004

ANGELO CODIGNONI, L'UOMO DEI MIRACOLI DI TARAK BEN AMMAR E PATRICK LE LAY
Hanno creato due reti tv in 15 giorni

In quindici giorni, tolte le feste di Natale e fine anno, Angelo Codignoni e i suoi tecnici hanno messo in piedi e creato dal nulla una TV all-sports. E nel frattempo, con un poco più di respiro e senza una data-limite, stanno mettendo in piedi una nuova rete tv digitale.
La prima rete, Sportitalia, la potete già vedere, gratis, sui vostri televisori e i programmi partiranno dopodomani, venerdì: il logo è questo, "Sì", vuol dire Sport Italia". Da venerdì cominceranno i programmi, li potrete ricevere gratis, il nuovo progetto tv ha l'ambizione di essere posizionato nel tasto numero 8 del telecomando. E' pronta un'azione massiccia su antennisti e soprattutto portinai e inquilini dei 360 mila condominii che esistono in Italia. Per intanto chi non riuscisse a sintonizzarsi può telefonare al numero verde 800-855850, e avrà tutte le istruzioni, oppure la visita di un antennista autorizzato. Insieme a questa Tv sta per nascerne un'altra, questa volta digitale, D-Free. Basterà avere un decoder e si riceveranno, gratis e quindi senza dover pagare abbonamenti mensili, una serie di programmi importanti. Ma questo è un discorso ancora in evoluzione.
A presentare ieri a Milano Sportitalia e D-Free ci hanno pensato Patrick Le Lay, (Presidente di TF 1, Télévision Française 1), Tarak Ben Ammar (Presidente di Holland Coordinator and Services B.V.) e Angelo Codignoni (Presidente di Eurosport). Il nuovo progetto televisivo per il mercato italiano è composto da due iniziative: Europa TV e Prima TV.
EUROPA TV - TF1, attraverso la controllata al 100% Eurosport, ha concluso un accordo con la società HC&S B.V., controllata da Ben Ammar, per acquisire una partecipazione fino al 49% di Europa TV. Quest'ultima è titolare di una concessione nazionale su frequenze terrestri che garantiscono una copertura pari all'81% (47 milioni di persone) della popolazione. L'operazione è stata approvata il 30 ottobre dalla Commissione Europea e in seguito dalle competenti autorità italiane ed europee.
Il 6 febbraio Europa TV lancerà una rete sportiva nazionale in chiaro contraddistinta dal marchio Sportitalia.
PRIMA TV - TF1 ha inoltre perfezionato un accordo con Holland Coordinator and Services B.V., società controllata da Tarak Ben Ammar, per l'acquisizione di una partecipazione del 49% della società Prima TV. Quest'ultima è titolare di autorizzazione provvisoria per l'attività di radiodiffusione nazionale su frequenze terrestri analogiche che garantiscono una copertura pari al 75,7% (44 milioni di persone) della popolazione. L'operazione è stata approvata il 30 ottobre dalla Commissione Europea e, poi, dalle competenti autorità europee ed italiane. Il 9 gennaio 2004 Prima TV è stata inoltre abilitata alla sperimentazione nazionale di diffusione di programmi in tecnica digitale fino alla copertura del 58% (33,5 milioni di persone) della popolazione. La trasmissione in digitale avverrà attraverso un multiplex digitale terrestre D-Free che diffonderà inizialmente 4 canali tv.

Il Cda di Europa TV: Tarak Ben Ammar (Presidente), Angelo Codignoni (ad), Marc Lombardo, Jacques Behar, Farid Djourhi (consiglieri). Management: Angelo Codignoni (Direttore di Rete) Marc Lombardo (Amministrazione e Finanza), Paolo Pagani (Direttore Giornalistico), Fabrizio Rossi (Responsabile Tecnico), Fulvio Zendrini (Comunicazione). Sede operativa: Via Tazzoli 15, Milano (tel. 02.6231601, www.sportitalia.com)

Il Cda di prima TV è composto da: Tarak Ben Ammar (Presidente), Serge Laroye (ad), Patrick Le Lay, Farid Djourhi, Marc Lombardo (consiglieri). Management: Serge Laroye (ad), Marc Lombardo (Amministrazione e Finanza), Paolo Pagani (Direttore Giornalistico), Fabrizio Rossi (Responsabile Tecnico), Fulvio Zendrini (Comunicazione). ww.dfree.com
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