Appello della Sinistra giovanile per i bambini di Gaza
Sinistra Giovanile di Pisa
«Ci pare opportuno ed utile, in questi giorni in cui, come di consueto prevale, in Palestina, il parossismo e l'illogicità, testimoniare in favore di quelle migliaia di persone che soffrono giornalmente. Lungi dal ricercare qualsiasi tipo di schieramento, che non sia quello, convinto, per chi oggi soffre e vive in uno scenario di guerra e di odio. In questo difficile e drammatico momento sembra forse non vano sottolineare che, in attesa di improbabili e lontane soluzioni politiche, se si cercasse di venire incontro alla quotidiana necessità della gente comune, che nulla ha a che fare con la cruenta partita che si gioca da quelle parti se non subirne le conseguenze, forse si riuscirebbe a fare un piccolissimo passo avanti.
Per questa ragione rivolgiamo un appello a tutte le parti in causa, perché il soldato Gilad Shalit venga liberato e perché lo scempio dell'assedio di Gaza ad un milione e mezzo di abitanti finisca immediatamente. Per questo invochiamo l'aiuto per i bambini dell'ospedale pediatrico di Gaza, prima che sia troppo tardi. Forse a Gaza, di bambini, non ce ne sono più, costretti a diventare adulti troppo in fretta, imparando a convivere con una normalità scandita dalle armi e dalla violenza.
La vita deve tornare ad avere valore e dignità, equa, là dove ogni equilibrio sembra essere stato spazzato via dalla violenza che oltre a strade, ponti e abitazioni, distruggono il dono più grande per ogni essere umano: la possibilità di sperare, di immaginare il proprio futuro. Sarebbe un crimine normalizzare o accettare, perché non si può rimanere indifferenti allo sguardo vuoto eppure così denso di umanità dei volti raggrinziti di anziani ormai troppo stanchi per versare altre lacrime, o quello di bambini troppo aridi per saper ancora giocare con innocenza. Uno, due, cinque, trecento, migliaia di occhi ci osservano, nomi e storie e sofferenze che squarciano come una ferita le coscienze, interpellando la nostra umanità. Sono sguardi dinanzi ai quali le strategie belliche crollano in tutta la loro intima fragilità e morale ingiustizia; sono sguardi che richiamano ai più nobili valori, che gridano quanto assurdo e perverso sia il linguaggio della violenza nelle relazioni umane, per questo noi chiediamo a gran voce:
STOP THE CONFLICT NOW.»
Sottoscrivi l'appello cliccando
gcomuniello@gmail.com