Altre dissonanze.

Del Giudice P.P
00sabato 3 giugno 2017 17:37


Inconcreto animale, sonnolente e inoperosa
divinità, tra il sogno e la vita, trascorre i secoli
le ere, lasciandosi sfuggire le scie di fumo
del verbo, nel disfarsi cerimoniale delle ore,
il fuoco da distanze siderali, noncurante
sulla stagione provinciale, come l'osservatore
sta senza intenzioni, le pedine girano sulla scena

il respiro lavora, ronfa e l'afa conquista
particelle d'ossigeno, parole chiedono di essere
dette e altre non saranno mai pronunciate
in bilico nella messinscena dei giorni, mentre
affiorano residui dall'inconscio, ecco una sveglia
immaginaria, un'ansia scardinare il sonno
inaugurare lo spazio del lavoro, una terra,
una poesia da dissodare, tra gli oggetti della stanza

habitat conformato ai suoi rigori, ricognizioni
pseudodomestiche, psicolabili, paratestuali
davanti a sè minute, memorie, alcuni stralci
un cancellino a nascondere e suggerire
reti, rette, ponti, sfera delle possibilità e campo
delle loro relazioni, tracciarne una significa
dividere, affermare un viso, la linea d'una vita
serie unica delle scelte, così studia e accartoccia
le tracce, le espunzioni più o meno rilevanti

mentre precipita nel computo delle mancanze
dei ritardi, dei progetti abbandonati agli sbadigli
rimettendo in moto il nastro delle fissazioni
dei tarli, di tanto in tanto corrucciandosi
per banali disgiunzioni sentimentali, per croniche
ostruzioni, per nevrosi prostatiche, maledicendo
il nesso tra salute e amore, augurandosi altri baci
nella dissonanza, riconoscimenti nella disarmonia
nello scarto dalla vita, obbedendole ancora
suo malgrado, nelle forme ostili del sabotaggio
del collasso e dell'immobilismo disfunzionale.

luigi38
00mercoledì 14 giugno 2017 16:36
Egr. Del Giudice,
mi addolora vedere che dopo tanti giorni dalla presentazione di questa sua poesia non si sia presentato alcun commento.
Le assicuro che non è passato un giorno senza che io non la leggessi, cercando di entrare nel suo mondo poetico.
non ho mai commentato per non dire qualcosa che potesse sembrarle scortese, ma oggi non posso esimermi dal farlo e mi vedo costretto a dirle che, malgrado la mia buona volontà, la mia passione per la poesia, una certa consuetudine con testi anche non sempre facili, insomma, non ho cavato il classico " ragno dal buco " dai suoi versi.
Mi scuso per la mia franchezza, e spero di non averla offesa in alcun modo.
cordialmente
il_rimario
00giovedì 15 giugno 2017 19:51
Re:
Del Giudice P.P, 03/06/2017 17.37:



Il fuoco da distanze siderali






Concordo col poeta e critico Luiss per solito non troppo severo verso le opere che qui appaiono.

Ammirevole anche il suo scrupolo nel rileggere tale prosa oltre dieci giorni sperando di ricavarne qualcosa di positivo.

Se ricordo tempo fa gli piacquero perfino alcuni miei versi!

Comunque per me non tutto è negativo: queste parole, sia pure preziose o desuete, giustapposte a caso, sono da tenere quale esempio.
Non comunicano nulla né mi pare catturino con il ritmo.

Lodabili da qualcuno che scrive allo stesso modo o ha un'idea ancora confusa di "poesia".





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