3 Stages of Hell...3 Spots for Jack Leone

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cell in the hell
00mercoledì 16 agosto 2006 15:43
3 Stages of hell x Blood River 2006, 3 spot

1: spot personale

2: spot sulla stipulazione

3: spot filosofico su una parola



Regalo di compleanno (1°spot)
04.08.1976
Una data importante per Jack, il suo undicesimo compleanno. Quando arrivava il 4 agosto, per lui era sempre tempo di festeggiare, questa era una cosa che lo faceva sentire importante. Come gli anni precedenti, veniva organizzata una festa a casa Leone, dove tutti gli amici di Jack si radunavano attorno a lui. C’era Andy Madison, il migliore amico, e tanti suoi compagni di classe, nessuno poteva perdersi la festa in un posto così grosso.

Andy: “ehi, Jack, vieni qui. Voglio farti gli auguri”
Jack: “me li avete già fatti tutti insieme!”
Andy: “sì, ma io sono un amico, ci tengo a farteli di nuovo”
Jack: “ok, ti ringrazio. Pensi che saremo sempre amici?”
Andy: “e me lo domandi? Certo! L’amicizia è importante e poi gli amici servono sempre ad essere d’aiuto l’uno con l’altro”
Jack: “bene, quindi fra tanti anni al mio compleanno ci saranno ancora tutte queste persone?”
Andy: “magari saranno altre persone, però di sicuro nessuno ti lascerà solo, poi con una casa del genere attirerai gente ad ogni età”
Jack: “grazie, è bello sapere che il proprio futuro sia felice”

Jack tornò insieme al gruppo di amici, tutti scattarono molte foto e per Jack quello fu uno fra i giorni più felici della sua vita perché si sentì apprezzato da tutti.

04.08.2006
La sveglia continuava a suonare all’impazzata, ma Jack, sapendo che era il suo compleanno, non aveva il coraggio di aprire gli occhi. Cinque secondi dopo, la sveglia era stata disattiva e Jack si stava alzando, pronto a fare i conti con questa giornata. Niente feste, niente amici, soltanto un profondo senso di solitudine. Era rimasto solo! Jack si chiese come potesse essere giunto a sentirsi abbandonato da tutti, scoprendo che era stata la sua vita a prendere questa piega. Lui era solo una pedina in mezzo ad un grande gioco di scacchi, una di quelle pedine che, seppur potenti, quando vengono colpite, finiscono per essere sbattute fuori dal campo di gioco. Jack era la torre, che a forza di difendere la sua “regina” si era fatto buttare fuori da un semplice pedone dopo un errore madornale. Autorete, errore sulla linea difensiva.

Jack accese il cellulare in attesa di qualche messaggio confortante. Vi erano solamente tre messaggi.

Sylvia scrive:
“buon compleanno ^^”

Avv.Sunner scrive:
“auguri di buon compleanno alla mente della nostra federazione!”

“numero sconosciuto” scrive:
“EDF up your ass, bitch!”

Due messaggi di auguri ed uno di spam, bel bilancio per l’inizio della mattina. L’avvocato Sunner, da buon lacché qual’era, si era segnato la data di compleanno per fargli gli auguri in tempo, in modo da mantenere la sua fiducia. Poi, c’era Sylvia, la ex moglie, che nonostante non avesse grande ammirazione di lui era sempre puntuale sugli auguri. Nessun messaggio da parte di Jessica, lei era sempre stata molto legata a queste cose e ad ogni data importante si faceva sentire. Questa volta niente auguri, era troppo arrabbiata con lui, si sentiva tradita dal suo comportamento, lui non le aveva rivelato che non era figlia unica. Poi, una chiamata al numero di casa, molto più privato del suo cellulare.

???: “ciao, Jack, volevo farti gli auguri”
Jack: “scusa, ma non riesco a ricordare chi sei”
???: “capisco, sei sempre così preso dagli affari personali”
Jack: “eh, già, puoi immaginare che al mio compleanno ho molte cose da fare, tanti amici per me”
???: “stasera sarò da te, tanto lo so che non desideri altro!”
Jack: “aspetta, ma chi sei???”

Cadde la linea, Jack era rimasto confuso, quella era una voce femminile, ma chi poteva essere?

Cinzia
Una ragazza, distesa sul letto, in attesa che il suo idolo le facesse capire il margine fra immaginazione e realtà. Dal ring alla vita privata, lei avrebbe potuto assaporare il VERO Jack Leone.

Jack ricordò tutto. Quasi cinque mesi prima, il 13 marzo 2006, Jack ebbe la meglio su Bruce, vincendo il suo primo titolo mondiale. Fu una grande festa per lui, un po’ di alcool di troppo e l’euforia per essere diventato la maggiore stella della propria federazione. Dopo essere uscito dall’arena, Jack si preparò a tornare a casa, ma una ragazza bionda ed attraente riuscì a fermarlo prima che salisse in macchina.

“ehi aspetta, volevo farti i complimenti”
Jack: “ti ringrazio, ma ora torno a casa, ho bevuto troppo”
“mi chiamo Cinzia, vorrei propormi per festeggiare con te”
Jack: “tu scherzi! Non posso avere rapporti con le mie fans”
Cinzia: “perché no? Hai vinto il titolo mondiale e meriti di festeggiare”

L’eccitazione dovuta alla quantità di alcool cominciò a farsi sentire, Jack si accorse di avere di fronte a sé una bella ragazza sui 25 anni, pronta ad offrirsi a lui. Non poteva essere una campagna mediatica, quella era la classica ragazza così malata di tifo da voler far sesso con il proprio idolo. Jack si sentì desiderato, aprì la portiera della sua fuoriserie e lasciò entrare la ragazza. Jack si sentiva a disagio a farla entrare nella sua casa, un posto così privato, ma era lontano da occhi indiscreti. Era la prima volta che una ragazza qualunque si denudava di fronte a lui, non avrebbe dovuto neanche pagarla e stava per renderla felice. Lui, invece, sarebbe stato al settimo cielo. Jack scaricò tutta la tensione con questa ragazza, neanche più si ricodava che si chiamasse Cinzia. Il giorno successivo, se la ritrovò nel letto, lei era soddisfatta e fu un addio normale, lei sapeva bene che non avrebbe potuto catturare il cuore del nuovo campione mondiale.

L’incontro
Jack, capì finalmente come lei aveva ottenuto il numero di casa, semplicemente guardando la targhetta in oro sul telefono. Cinzia lo avrebbe raggiunto, ma Jack non sapeva se farla entrare. Ora era lucido, sapeva bene che non poteva farne a meno e rispedirla a casa, non c’era più bisogno di…oh, sì, ce n’era ancora. Cinzia sarebbe stata il suo regalo di compleanno, la classica brava ragazza che voleva realizzare il suo sogno, ed evitentemente lo voleva ancora. Jack si sistemò i capelli, indossò il suo abito migliore ed aspettò la sera.

Alle ore 08:58 p.m. suonò il campanello, Cinzia era arrivata. Non era cambiata in questi mesi, il suo viso angelico era sempre il medesimo. Jack la lasciò entrare con la sua macchina, una buonissima Mercedes, a quanto pare a lei non mancavano i soldi, era davvero venuta lì per lui. L’eccitazione cresceva sempre di più e Jack si affrettò verso il garage per dare il suo saluto a Cinzia.

Jack: “ciao, Cinzia, benvenu…”

La frase ebbe un’interruzione, Cinzia aveva qualcosa con sé, una pancia piuttosto esplicita. Era incinta! Jack non aveva il coraggio di chiederle chi era il padre, ma aveva una brutta sensazione.

Cinzia: “ciao, Jack, grazie per avermi accolto. Non ti spaventare per la mia pancia, sono incinta, al quinto mese di gravidanza, ma non sono qui per richieste varie, mi sembrava solo giusto dirti la verità”
Jack: “andiamo in salotto, è meglio se parliamo di lì”

Cinzia gli raccontò tutto dopo aver giurato che sarebbe stata sincera, non gli avrebbe detto alcuna menzogna. La ragazza aveva 23 anni ed era di buona famiglia, ancora single e senza intenzioni di fidanzarsi. Eppure, voleva realizzare il suo sogno, avere una relazione con Jack Leone, il suo idolo da vari mesi. Fu così che lei ebbe il suo primo rapporto dopo 2 anni proprio con lui, una notte di follia che però lasciò qualcosa alla ragazza.

Cinzia: “mi dispiace, ho dovuto dirtelo. Sappi che non ho detto a nessuno che sei stato tu a mettermi incinta, questo è il nostro piccolo segreto. Se vuoi, puoi ripudiarmi, negare di avere avuto una relazione con me, non ti costringerò a fare il test del DNA. Però, dovrò dare in adozione nostro figlio, non ho un lavoro fisso e non posso occuparmi di lui”

Presente e passato si ripetevano, lui aveva già vissuto questa scena. “Dovrò dare in adozione nostro figlio”, lui avrebbe nascosto tutto, ma se in futuro la verità fosse uscita allo scoperto, si sarebbe creato un altro scandalo. Jack era stufo di mentire, lo aveva fatto con Denny, Jessica e con il mondo intero, stavolta voleva essere sincero.

Jack: “Cinzia, ascolta. Io ho sempre sognato di crescere un figlio maschio, non ho potuto farlo in passato, ma voglio provarci ora. Cinzia, non darlo in adozione, ti aiuterò io, vieni a vivere con me!”
Cinzia: “davvero? Io non riesco a credere che tu mi stia offrendo questa opportunità, non sono venuta da te per chiederti qualcosa. Volevo solo che sapessi la verità, non credo di poter essere la tua ragazza”
Jack: “ora che so tutto, devo pagare per il mio errore. Eppure, non sono dispiaciuto. Forse, questo è il modo per rimediare agli sbagli del passato, quella sera mi sono lasciato andare, ero fuori di me, ma tu eri troppo bella per chiudere gli occhi e fregarmene di te. Non sono legato verso nessuno, vuoi essere la mia donna?”
Cinzia: “lo voglio, questo è un sogno che si realizza”

Cinzia cadde fra le braccia di Jack, entrambi stavano scoprendo di essere innamorati l’uno dell’altra. Come potevano vivere con una differenza d’età del genere? Questo non poteva saperlo, però capì che poteva provarci e questa volta non sarebbe stato un segreto, tutti avrebbero saputo la verità, non c’era più spazio per le menzogne.

Abbandonato dagli amici, abbandonato dai sentimenti, ma vicino ad una persona che era appena entrata nella sua vita e ci sarebbe rimasta a lungo. Jack capì di aver perso cinque mesi con Cinzia, avrebbe recuperato e lei, insieme al figlio che teneva in grembo, sarebbe stata la cosa più preziosa della sua vita. Denny e Jessica potevano anche opporsi, ma non importava. Jack era tornato felice, aveva ottenuto un miglior regalo di compleanno della sua vita.

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3 Steps to live (2°spot)
Giunge un momento nella vita in cui si tirano le somme della propria esistenza. Chi sei veramente? Per cosa lotti? Nella vita, bisogna porsi ogni obiettivo con razionalità, affrontando un ostacolo alla volta. Jack Leone sapeva bene a cosa andava incontro, 3 Stages of Hell match, 3 sfide per avere un vincitore. Affrontare il proprio figlio è un’esperienza agghiacciante, bisogna essere così lucidi da sapere che c’è un prezzo da pagare in tutto ciò comunque vada a finire. Jack si sentiva come Abramo con Isacco, pronto a colpirlo per la sua fede, in questo caso la fede in colui che era diventato. Un’analisi intensa di quello che lo aspettava, scoprire se era pronto al grande passo in avanti, a mostrare la sua essenza di guerriero del ring.

Extreme Chain match
Ogni persona è diversa dall’altra, tutti ci siamo chiesti il perché almeno una volta nella vita. Siamo esseri superiori, però l’autocontrollo è qualcosa di personale e difficile da ottenere. È come se ognuno fosse legato dalle catene ed in possesso solo di alcune chiavi. Liberare quello che si vuole, oppure quello che si crede giusto. Il modo di essere e quello di apparire, due cose strettamente collegate. Jack sapeva di essere incatenato dalla sua storia, non credeva che fosse possibile liberarsi da quello che aveva fatto, un rimorso che si sarebbe portato con sé per tutta la vita. Aveva distrutto il sogno di un ragazzo indifeso, quello di avere una vera famiglia. Ancora una volta, il Dio denaro regnava sovrano e lui aveva dovuto inchinarsi al suo cospetto ed accettare l’adozione di suo figlio. Perché nascondere il segreto a tutti? Perché non dire a sua figlia la verità? Sicuramente l’avrebbe accettato, ma c’era qualcosa che glielo impediva. Le catene! Sì, Denny aveva catturato suo padre fin dai primi giorni della sua vita. Come una maledizione, le catene della sua mente gli impedivano di parlare, sapeva che un giorno l’avrebbe pagata per il suo egoismo.

Denny era favorito, il suo utilizzo delle catene era il marchio di fabbrica, il suo modo di apparire. Però, non quello di essere, non era lui a sentirsi incatenato. Denny, uno spirito libero in WBFF, non soggetto a regole rigide da seguire; Jack, invece, un uomo bloccato da se stesso. Questa era l’ultima opportunità per sfruttare le catene a suo favore, dimostrando che dopo tutti questi anni finalmente poteva chiudere i conti con il passato, liberarsi da una sofferenza così grande. Una sola regola: non avere rimorsi! Fu così che Jack comprese che le catene legano la vita di ogni singolo individuo, questa volta sarebbe stato Denny a risentirne.

Trasformare le catene in carezze di sangue, questo era il miracolo da apportare.

Ultraviolent Death match
“Jack, Jack, mi senti? Come va?”

Troppe volte Jack aveva sentito questa frase, lottando in match di violenza inaudita, finiva per perdere i sensi. Si vergognava a crollare di fronte al suo pubblico, preferiva farlo fuori dalla scena, “a luci spente”. Pochi passi nel backstage e poi il crollo, la vergogna di ammettere di essere un ultra quarantenne con molti acciacchi. Per quanto avrebbe ancora potuto sostenere match di questo genere? 1 anno, forse 2 al massimo, magari ancora pochi mesi. L’età avanza, l’uomo non vuole mai ammetterlo. 10 anni prima era un’altra persona, già corrotto dal potere e dalla voglia di emergere nel Business, 20 anni prima, un’idealista, un sognatore, anche dopo aver abbandonato il suo primo figlio, l’unico maschio della sua vita. L’amore lo faceva sentire vivo, i suoi sentimenti per Sylvia gli davano la carica anche di fronte alla sua povertà. Come Taty Locker…Sì, Jack era esattamente come lei, povera, ma innamorata, per questo riusciva a comprendere perché quella povera ragazza continuasse sempre a sostenere suo marito Denny, non c’era motivo di stare accanto ad uno che in poco tempo avrebbe toccato il fondo, non riuscendo più a risalire.

Finalmente, un motivo per sorridere, poter competere in qualcosa in cui Jack poteva trovarsi a suo agio. L’ultraviolence era la sua vita, lottando in questi match poteva sentire di essere finalmente un vincente, uno che dalla vita poteva ancora ottenere soddisfazioni. Avrebbe tanto voluto morire come uno dei suoi eroi, quando guardava film come “The Gladiator” vedeva nel protagonista se stesso. Persa la famiglia, era in cerca della morte, ma non prima di aver fatto quello che doveva. Un eroe assassino in cerca di vendetta, ma verso chi? Jack capì che lui non era un eroe, in un film sarebbe stato il bastardo che pensa solo per sé. Purtroppo, era un uomo diverso da quello che sperava di essere, ma avrebbe lottato. Non gli importava se a questo punto era lui ad avere il ruolo di antagonista, la sua spada era l’esperienza in questo tipo di match. Neon e chissà quali altri oggetti insani avrebbe dovuto sopportare nel match, però, doveva rialzarsi, dare una lezione di vita a Denny. Il Death Match non è qualcosa per i pazzi, è la pazzia che porta a crederlo, questi sono solo un motivo di punire il proprio corpo, di soffrire per i propri errori. Allora, qui sarebbe arrivata la sua purificazione, non avrebbe più avuto nulla di cui pentirsi.

Risvegliarsi all’istinto primordiale del dolore, questo era il miracolo da apportare.

15 minutes Iron Man match
Che Jack Leone fosse un duro era risaputo, il suo primo titolo da singolo era stato il Desperation Iron Man Title. Un titolo mantenuto per pochi giorni, evidentemente sapeva bene di non essere un Iron Man. Perché considerarsi un uomo di ferro quando si sa di essere interiormente ancora più duri? Gli indiani dicevano che il cuore dell’uomo è più duro della pietra, ma Jack non ci credette mai. Lui riusciva a vedere nelle persone com’erano veramente. Sua figlia una volta pianse fra le sue braccia e lui la abbracciò senza proferire parola, riuscendo a percepire con chiarezza quanto provava la figlia. Le voleva bene ed il pensiero di averla persa dopo tutti questi anni lo tormentava, era veramente l’unica persona a cui era legato. Non gli restava un’altra persona per cui valesse la pena di combattere se non lei. Jessica era la donna più sentimentale che avesse mai conosciuto, ogni tanto si chiedeva come poteva essere figlia sua e di Sylvia. Da due persone così distaccate, come può nascere una creatura così buona? Infatti, non poteva essere così. Jessica lo aveva pugnalato alle spalle, aveva stretto alleanza con Denny, non volendolo ascoltare. Ci si chiede perché l’uomo commette atti atroci, ma nessuno ha mai il coraggio di dire che l’uomo solo è un pericolo per tutti. Jack era solo e lo sarebbe restato finché ce ne sarebbe stato bisogno.

15 minuti di agonia, l’importante era resistere fino all’ultima goccia di sangue, sopravvivere al dolore, credere in se stessi finché non ci fosse stato quello che più contava: la vittoria. Quando è il cattivo a vincere, molte persone rimangono deluse, ma nella vita, il cattivo è solo un buono convertito. Non esiste l’uomo cattivo, è la rabbia a trasformare una persona in quello che non è. Jack si guardò allo specchiò e capì di essere un’ombra, una creatura lontana da Jack Leone. Mr.Attitude era ridotto ad abbassare la considerazione di sé, almeno una volta poteva essere sincero, niente più menzogne, solo la voglia di resistere questi ultimi 15 minuti, alzare il dito e toccare la gloria.

Comandare il tempo, viaggiare fra presente e passato per scrivere il proprio futuro, questo era il miracolo da apportare.

Realizzazione
Come Abramo, Jack era pronto a sacrificare suo figlio per la fede in se stesso. La scena era quella, i ruoli erano differenti. Jack non era il padre assassino, era l’angelo venuto a fermarlo, lui era l’uomo dei miracoli. Padre e figlio avevano la stessa faccia, la stessa espressione, erano la stessa persona. Denny stava uccidendo se stesso, niente Abramo ed Isacco, solo una persona che aveva sancito il proprio suicidio. Jack era un angelo per lui, lo avrebbe guidato verso la salvezza, sconfiggendolo avrebbe salvato la sua vita una volta per tutte. Jack fu compiaciuto da questa scoperta, era venuto per salvare Denny, non ci sarebbe stato un 3 stages of Hell, sarebbe stato un 3 Steps To Live. Solo 3 semplici passi e Denny avrebbe scoperto la vita, Jack sarebbe stato un salvatore invece che un oppressore.

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Lotta (3°spot)
Sul fatto che noi siamo lottatori non ci sono dubbi. Ogni settimana, ci battiamo con tutte le nostre forze davanti ad una folla di fans esaltati da noi. Riusciamo a dare tutto quello che vogliono, sangue, violenza, spettacolo, voli insani, tutto questo per loro… o per noi stessi?

Perché lottiamo? Da quando l’uomo è diventato così generoso da mettere a rischio il proprio fisico e la propria mente per gli altri? Ovviamente, ogni lottatore ha un motivo per combattere: la libertà! Sul ring, si lasciano fuori tutte le amarezze della vita reale, le delusioni d’amore, i problemi familiari, lì, ti senti adorato come un Dio oppure odiato come un demonio. Ottieni una personalità, puoi sentirti qualcuno, illuderti di essere davvero una persona migliore (o peggiore!). Siamo veramente liberi, possiamo picchiarci a piacimento, con un arbitro che ha il ruolo di controllare che la lotta non degeneri. Libertà! Noi chiediamo solo di essere liberi, con la lotta lo siamo veramente.

Credo che ognuno di voi abbia dei conti in sospeso con qualcuno, magari vorreste poter mettere le mani addosso a chi non vi piace oppure a chi si è comportato male con voi. Solo lottando potete farlo, ma anche fra di noi non è detto che ci siano sempre inamicizie. Spesso, si lotta contro se stessi, cercando di superare i propri limiti e rendere la sfida memorabile, storica. Ci vuole una rivalità dietro che renda giustizia alla battaglia! Tirare fuori la propria grinta ci rende orgogliosi di noi, uomini pronti ad utilizzare il nostro fisico e tutte le conoscenze apprese. Come eroi delle leggende, ci battiamo per un obiettivo, ottenere la gloria terrena. La WBFF è il territorio da conquistare oppure difendere, il ring è un campo di battaglia.

Se Omero fosse nato ai giorni nostri, utilizzerebbe il Wrestling per scrivere l’Odissea. Noi siamo degli eroi in fazioni opposte, ogni settimana che passa cerchiamo di fare meglio della precedente ed incidere il nostro nome fra quelli principali, le leggende di questa nostra era.

Io sono Jack Leone, una leggenda della mia federazione. All’esterno, sono poco conosciuto e non mi interessa esserlo. Gioco in casa, ogni mio avversario deve sapere di affrontare colui che è consapevole di rappresentare una intera federazione. Mi faccio portavoce di un movimento pulito e glorioso. Spesso sono chiamato “combattente spazzatura” per la mia passione per l’hardcore, il desiderio di rendere in rissa ogni sfida. Ok, non mi interessano i match tecnici, quelli li lascio a chi è troppo codardo per mettere il proprio fisico in gioco. Sono un Bloody Fighter, il più grande di cui la WBFF possa disporre. Lottare per me è più che un lavoro, è la mia vita. Sul ring, sono disposto a tutto, ma non per i miei fans, solo per me stesso. Io affronto me stesso, le insidie che da solo sono riuscito a crearmi con una vita piena di doppi giochi e bramosia di potere. Sadicamente, mi compiaccio delle disgrazie dei miei nemici, poiché chi combatte contro di me ne esce moralmente distrutto, nessuno finora ci ha guadagnato ad affrontarmi. Andare contro il potere significa soccombere, Sylvia me l’ha detto molte volte senza sapere che in realtà io conto più di lei, io sono il potere, io sono la lotta, io sono la WBFF.

In questa occasione, affrontare Denny è più importante che lottare normalmente. La libertà che mi prenderò questa volta sarà maggiore di ogni reponsabilità legale: l’eliminazione fisica del mio avversario. Sì, non rabbrividite, non sono un omicida, ma sono un uomo dal cuore freddo, spezzato dalla sua volontà di opporsi a me. Padre contro figlio, cosa vista sotto ogni salsa e risultato finale. Però, stiamo per scrivere un nuovo capitolo nella storia, ci sono delle incognite che renderanno la sfida ancora più avvincente. La battaglia che chiude un’era, un solo sopravvissuto. Voglio mettere la mia vita in palio, realizzare che la sconfitta sarebbe peggio di uno scontro frontale contro un muro a grande velocità. Non posso perdere, il codice d’onore non esiste in una battaglia del genere, si va sul piano personale. Due persone che pretendono di essere l’una migliore dell’altra sotto ogni aspetto.

Allora lottiamo, Denny, dimostriamo perché siamo dei professionisti, capaci di cogliere dall’odio reciproco uno stimolo in più per fare bene, per regalare ai fans qualcosa che nessuno prima d’ora ha saputo offrire.

Lottare per vincere
Lottare per sopravvivere
Lottare per la gloria eterna

cell in the hell
00mercoledì 16 agosto 2006 15:44
ho accettato la sfida di Wordlife di fare 3 spot di 3 tipi differenti per alimentare questa sfida. Appena torna dalle vacanze posterà i suoi tre spot. :Sm1:
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