[POL-IT] Risultati elezioni regionali

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pilbur
00martedì 30 marzo 2010 21:42
Strano ancora mancava la notizia....ci sono i risultati delle regionali [SM=x751538]


Conferme per Vendola e Formigoni.
In Veneto Carroccio meglio del Pdl
che conquista Campania e Calabria.
La sinistra mantiene le regioni rosse
ROMA
Dopo una battaglia all’ultimo voto, anche in Lazio e in Piemonte i giochi sono fatti. A favore del centrodestra. La mappa generale assegna così 6 regioni al centrodestra, con un asse compatto al Nord che schiera Piemonte, Lombardia e Veneto e segnala una forte avanzata della Lega. E 7 regioni al centrosinistra, con il blocco dell’Italia centrale che conferma il proprio orientamento e il Sud dove spicca l’affermazione di Nichi Vendola in Puglia. È il quadro che esce dalle elezioni regionali mentre lo scrutinio è alle battute finali.

PIEMONTE
La Regione passa al centrodestra. Il leghista Roberto Cota ha dato filo da torcere a Mercedes Bresso, governatore uscente che si è ripresenta per il centrosinistra. Ma alla fine ha dato un distacco di oltre due punti alla sua avversaria, attestandosi su una percentuale poco sopra il 48%. Con Zaia in Veneto, Cota inaugura quindi la stagione dei governatori "made in Carroccio". E in Piemonte la lista del Carroccio incassa oltre il 17%.

LOMBARDIA
La partita era già scritta. Roberto Formigoni, centrodestra, si avvia ad affrontare il suo quarto mandato alla guida della giunta lombarda. Con il 56% delle preferenze e uno stacco di circa 23 punti dal suo avversario, Filippo Penati, appoggiato da Pd, Idv e una serie di liste del centrosinistra, la sua vittoria non è più in discussione. Boom della Lega: la lista del Carroccio sfiora il 27%.

VENETO
Il centrodestra resta alla guida, ma la leadership va alla Lega. Archiviata l’era Galan, esponente Pdl, ora è la volta di Luca Zaia, leghista della prim’ora, attuale ministro delle Politiche agricole, che ha stracciato l’avversario, Giuseppe Bortolussi, col doppio dei voti e una percentuale sul 60%. «Con questi risultati finisce il bipolarismo», ha dichiarato. E il Carroccio in Veneto prende più voti del Pdl: circa 10 punti percentuali in più.

LIGURIA
La Liguria riconferma Claudio Burlando sulla poltrona di presidente. Nel corso dello spoglio dei voti, l’attuale governatore, sostenuto dal centrosinistra, è sempre stato in testa su Sandro Biasotti, con una percentuale superiore al 50%. «Abbiamo fatto una bella campagna elettorale, pensavo di farcela, hai vinto tu. In bocca al lupo», si è già complimentato l’esponente del centrodestra.

EMILIA ROMAGNA
La vittoria di Vasco Errani, presidente uscente tornato in pista, per la terza volta, con Pd e centrosinistra, non è mai stata in dubbio e resta solida: la lista Pd è vicina al 41%, lui ha quasi il 52% delle preferenze. Ma rispetto alle regionali del 2005 ha perso 10 punti: una flessione che dà da pensare. Anche perche la Lega sorprende e supera il 13%. Anna Maria Bernini, parlamentare Pdl, ha tentato la sfida a Errani, ma si è fermata sotto la soglia del 40%.

TOSCANA
Anche in Toscana si continua sulla scia della tradizione, con una netta affermazione del centrosinistra. Enrico Rossi, ex assessore alla Sanità, parla già da governatore: «Sarò il presidente di tutti», ha detto. Con quasi il 60% dei voti, ha tenuto a netta distanza Monica Faenzi, che si è fermata qualche punto sopra il 30%.

MARCHE
La Regione resta in mano al centrosinistra e va spedita verso la riconferma di Mario Spacca governatore. La quota dei votanti a suo favore viaggia sul 53% e il circa 40% di Erminio Marinelli (Pdl) ovviamente non intimorisce e non rischia certo di presentare dei colpi di scena.

UMBRIA
Anche l’Umbria si conferma a prevalenza centrosinistra. Il passaggio di testimone avverrà tra due donne: Maria Rita Lorenzetti, che lascia la poltrona di governatore a Catiuscia Marini. Quest’ultima, con un risultato superiore al 57%, tiene a netta distanza la candidata del centrodestra Fiammetta Modena.

LAZIO
È il vero caso di queste elezioni. E anche una regione chiave, il cui risultato fa senz’altro la differenza rispetto agli equilibri nazionali. L’affluenza alle urne qui è andata a picco. Tra Emma Bonino e Renata Polverini è stato un testa a testa estenuante sul filo della parità. Ma via via che il quadro è andato definendosi, l’ex sindacalista in corsa per il centrodestra ha avuto la meglio per un pugno di voti. E a Piazza del Popolo è scattata la festa.

CAMPANIA
I giochi, di fatto, sono chiusi. Il margine a favore Stefano Caldoro (circa 53%), centrodestra, è tale non consentire cambi di scena. «La cattiva politica è stata sconfitta», ha detto il futuro presidente. Vincenzo De Luca, centrodestra, ha 10 punti di stacco. La Campania si avvia quindi a cambiare colore, lasciandosi alle spalle l’esperienza della giunta di centrosinistra guidata da Antonio Bassolino.

PUGLIA
«Qui c’è il laboratorio di buona politica». Dopo aver affrontato il contropiede interno al centrosinistra e sbaragliato le primarie, Nichi Vendola si riprende la guida della Regione forte di un risultato senza ombre, attorno al 50%. Rocco Palese, candidato del centrodestra ’sponsorizzatò dal ministro Fitto, resta 10 punti dietro. Adriana Poli Bortone, che ha corso col sostegno dell’Udc, non raggiunge il 10%.

BASILICATA
Le previsioni sono state ampiamente rispettate. Il governatore uscente, Vito De Filippo, Pd, è stato rieletto con oltre il 60% dei voti. Il suo rivale del Pdl, Nicola Pagliuca, si deve accontentare di molto meno e non raggiunge il 30%. E indica nell’Udc, che qui ha appoggiato il centrosinistra, il fattore chiave della sua sconfitta.

CALABRIA
La Regione guidata fino a ieri da Agazio Loiero, Pd, trasloca sotto le insegne del centrodestra. Giuseppe Scopelliti stravince: l’esponente del centrodestra incassa oltre il 60% dei voti. E non ce n’è per nessuno. L’uomo nuovo dell’Idv, Pippo Callipo, supera di poco il 10%. Loiero, che ritentava la corsa, si attesta poco sopra il 30%.

Dal Corriere della Sera
Arvedui
00martedì 30 marzo 2010 22:13
Il pd ha perso circa due milioni di voti, il pld 1,6, tenendo conto che circa 4-500 mila voti non li ha presi causa la mancata presenza nel lazio, il pdl più o eno ne ha persi circa 1,2 milioni. Quelli che hanno vinto davvero in queste elezioni sono stati la Lega Nord (in Toscana ha avuto un boom pazzesco) l'Italia dei Valori e Nichi Vendola in puglia, che ha vinto nonostante avesse contro tutto il politburo del pd (o forse ha vinto proprio per questo :D ) Se qualcuno ha dei dati precisi li posti per favore.
DarkWalker
00mercoledì 31 marzo 2010 00:12
Re:
Arvedui, 30/03/2010 22.13:

Il pd ha perso circa due milioni di voti, il pld 1,6, tenendo conto che circa 4-500 mila voti non li ha presi causa la mancata presenza nel lazio, il pdl più o eno ne ha persi circa 1,2 milioni. Quelli che hanno vinto davvero in queste elezioni sono stati la Lega Nord (in Toscana ha avuto un boom pazzesco) l'Italia dei Valori e Nichi Vendola in puglia, che ha vinto nonostante avesse contro tutto il politburo del pd (o forse ha vinto proprio per questo :D ) Se qualcuno ha dei dati precisi li posti per favore.




a quanto ne so io il pd perde un milione di voti rispetto alle europee, il pdl ne perde più del doppio anche aggiungendo a queste elezioni i voti ottenuti a roma nelle ultime europee.
Mi spiace, posso capire la solita acredine nei confronti del pd ma l'unica cosa che ha permesso una sconfitta al posto della tragedia è stato proprio il mezzo patto tra Bersani e Casini: l'udc in Piemonte ha permesso almeno un ex aequo, nel lazio sarebbe stata determinante, in Liguria lo è stata e anche in Puglia benchè tutti gridino al successo di vendola se gli apparentamenti con il pd non avessero impedito ai centristi di andare con il pdl a quest'ora racconteremmo una storia diversa. E questi sono fatti.
Perdono voti poi anche la lega (200mila, meno di tutti), l'idv (500mila) e l'udc (poco).
Le mie conclusioni sono le seguenti: sconfitta del pd e di buona parte della linea bersani, a parte l'intesa con l'udc (almeno nei fatti). Il pd soffre ulteriormente se si considera che questa volta ci si poteva aspettare, e ci si aspettava, qualcosa di più specie rispetto alle europee. Sì, ci sono dei dati positivi di recupero sul pdl etc ma non bastano, neanche a mantenere la leadership delle opposizioni. Anzi praticamente è già iniziata la tradizionale sequela Tafazziana sia all'interno del pd sia con l'idv. Senz'altro perde la politica seria, di cui il pd è l'unico portatore, rispetto a quella pagliacciata e urlata di idv e pdl. Praticamente, perde l'alternativa di una classe politica che possa essere seria, anche dopo Berlusconi.
Il risultato del pdl non è certo esaltante, ma spicca il ruolo avuto da berlusconi e questo è quanto basta per sbaragliare le opposizioni interne.
Il quadro passa da grigio a nero con uno sguardo al futuro: Berlusconi non è al tramonto ed è sostanzialmente imbattibile. Io non vedo errori rilevanti e determinanti nelle opposizioni in questa tornata, nè meriti del centro destra che eppure vince lo stesso. La soluzione più logica è che è più forte non solo perchè più carismatico ma perchè ha sostanzialmente tutto: soldi e finanziatori, media, gruppi di potere per non parlare poi ovviamente del governo e del parlamento. E sopratutto ha una assenza di freni. Con un tratto di penna ha azzerato gli spazi di approfondimento politico e nessuno ha battuto ciglio come quando del resto ha presentato un coacervo di illogicità come la cura contro il cancro. E gli esempi purtroppo si moltiplicano e si moltiplicheranno perchè è scatenato e può fare letteralmente quello che vuole. La magistratura è ko e praticamente cesserà di esistere con le prossime leggi come (ultimo e, come al solito, pressochè solo) baluardo delle istituzioni democratiche.
Insomma, per quanto mi riguarda, la partita tra anomalia antidemocratica e normalità è finita. A cambiare il corso delle cose potranno essere solo Berlusconi o altri eventi al limite dell'impossibilità. Senza questi l'unica è aspettare un altra epoca.
Hareios
00mercoledì 31 marzo 2010 00:21
In Campania è giusto che abbia vinto la destra. Tenersi Bassolino è veramente una cosa disgustosa.
In Veneto vittoria annunciata di Zaia.
In Lombardia pure vittoria annunciata. Ottimo risultato della Lega anche qui.
In Piemonte la Bresso poteva vincere, ma i grillini hanno preferito non dare il loro appoggio. Così si beccano TAV e lega, davvero furbi non c'è che dire.
In Calabria non saprei, mi verrebbe da dire che lì uno vale l'altro.
Nel Lazio io non mi aspettavo una vittoria. Non dopo Marrazzo (persino io ero un indeciso). Ridicolo il commento della Polverini sul risultato (manco ha iniziato e già mi cala) e in generale al fatto che facciano passare la loro vittoria come uno strebiliante esempio di volonta democratica contro uno stato oppressore e liberticida. La Bonino si è comportata da Signora.

Per il resto quoto Arvedui: grande vittoria della Lega, buono IdV, non bene PD e poco meglio PDL. Vediamo se adesso cambia qualcosa dentro la maggioranza.

EDIT

DarkWalker, 31/03/2010 0.12:


A cambiare il corso delle cose potranno essere solo Berlusconi o altri eventi al limite dell'impossibilità. Senza questi l'unica è aspettare un altra epoca.



Non credo dovremo aspettare troppo: presto o tardi comincieremo realmente a pagare il prezzo di una politica scritierata e allora vedremo se è vero che l'italia debba toccare il fondo per rialzarsi oppure se ormai ha le ginocchia spezzate.
DarkWalker
00mercoledì 31 marzo 2010 00:26
ah giusto, manca la lega. Io non vedo valanghe o tsunami, piuttosto una conferma non nuova nè insapettata. Rimango dell'idea che sia chi vota lega che chi vota pdl scoperchia magari senza saperlo un vaso di pandora molto pericoloso, che mette oggi una ipoteca su domani. Solo sul domani però in quanto nel futuro prossimo i leghisti non faranno proprio niente come non lo hanno fatto fino ad ora, il federalismo fiscale rimarrà un bluff nella realtà, così come la campagna sicurezza non ha influito sul numero di reati commessi/puniti, così come l'immigrazione è un fenomeno non controllabile e anzi maroni sta già aumentando le quote di immigrati "consentiti" nel decreto flussi.
Insomma, i leghisti sono buoni giusto per assecondare Berlusconi (molto pià dello stesso pdl) e per il resto oltre una scadente ordinaria amministrazione non vanno. Sempre che ci arrivino: v Lecco
Arvedui
00mercoledì 31 marzo 2010 00:36
Re: Re:
DarkWalker, 31/03/2010 0.12:




a quanto ne so io il pd perde un milione di voti rispetto alle europee, il pdl ne perde più del doppio anche aggiungendo a queste elezioni i voti ottenuti a roma nelle ultime europee.
Mi spiace, posso capire la solita acredine nei confronti del pd ma l'unica cosa che ha permesso una sconfitta al posto della tragedia è stato proprio il mezzo patto tra Bersani e Casini: l'udc in Piemonte ha permesso almeno un ex aequo, nel lazio sarebbe stata determinante, in Liguria lo è stata e anche in Puglia benchè tutti gridino al successo di vendola se gli apparentamenti con il pd non avessero impedito ai centristi di andare con il pdl a quest'ora racconteremmo una storia diversa. E questi sono fatti.
Perdono voti poi anche la lega (200mila, meno di tutti), l'idv (500mila) e l'udc (poco).
Le mie conclusioni sono le seguenti: sconfitta del pd e di buona parte della linea bersani, a parte l'intesa con l'udc (almeno nei fatti). Il pd soffre ulteriormente se si considera che questa volta ci si poteva aspettare, e ci si aspettava, qualcosa di più specie rispetto alle europee. Sì, ci sono dei dati positivi di recupero sul pdl etc ma non bastano, neanche a mantenere la leadership delle opposizioni. Anzi praticamente è già iniziata la tradizionale sequela Tafazziana sia all'interno del pd sia con l'idv. Senz'altro perde la politica seria, di cui il pd è l'unico portatore, rispetto a quella pagliacciata e urlata di idv e pdl. Praticamente, perde l'alternativa di una classe politica che possa essere seria, anche dopo Berlusconi.
Il risultato del pdl non è certo esaltante, ma spicca il ruolo avuto da berlusconi e questo è quanto basta per sbaragliare le opposizioni interne.
Il quadro passa da grigio a nero con uno sguardo al futuro: Berlusconi non è al tramonto ed è sostanzialmente imbattibile. Io non vedo errori rilevanti e determinanti nelle opposizioni in questa tornata, nè meriti del centro destra che eppure vince lo stesso. La soluzione più logica è che è più forte non solo perchè più carismatico ma perchè ha sostanzialmente tutto: soldi e finanziatori, media, gruppi di potere per non parlare poi ovviamente del governo e del parlamento. E sopratutto ha una assenza di freni. Con un tratto di penna ha azzerato gli spazi di approfondimento politico e nessuno ha battuto ciglio come quando del resto ha presentato un coacervo di illogicità come la cura contro il cancro. E gli esempi purtroppo si moltiplicano e si moltiplicheranno perchè è scatenato e può fare letteralmente quello che vuole. La magistratura è ko e praticamente cesserà di esistere con le prossime leggi come (ultimo e, come al solito, pressochè solo) baluardo delle istituzioni democratiche.
Insomma, per quanto mi riguarda, la partita tra anomalia antidemocratica e normalità è finita. A cambiare il corso delle cose potranno essere solo Berlusconi o altri eventi al limite dell'impossibilità. Senza questi l'unica è aspettare un altra epoca.




Io non parlavo dei voti delle elezioni europee, ma delle precedenti regionali, quelle del 2005. Per il resto i miei presagi sono ancora più cupi. Quasi quasi spero nella secessione del nord, forse così consegnando la padania alla lega potremo liberarci di berlusconi..... da pazzi [SM=x751575]
Arvedui
00mercoledì 31 marzo 2010 00:38
Re:
Hareios, 31/03/2010 0.21:



Non credo dovremo aspettare troppo: presto o tardi comincieremo realmente a pagare il prezzo di una politica scritierata e allora vedremo se è vero che l'italia debba toccare il fondo per rialzarsi oppure se ormai ha le ginocchia spezzate.



Comincio a chiedermi quando arriveremo a toccare il fondo, visto che scendiamo sempre più in basso e del tunnel non ne vediamo la fine.
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 31 marzo 2010 08:46
Direi che da queste elezioni sono emersi dei risultati molto interessanti.

In primis l'astensionismo che ha toccato il 35%, personalmente ritengo che sia dovuto ad un'assenza di campagna elettorale (almeno inizialmente) e poi agli scandali delle liste.

Per quanto riguarda i numeri invece direi male PdL, male PD, bene LN, benino Idv, così così UDC e delusione sinistra che così frammentata non andrà da nessuna parte.

In merito ai risultati pratici grandi vittorie per il CD che adesso ha più regioni del CS ma sopratutto ha le regioni più importanti del paese, ossia le più popolose e le più ricche... eccenzion fatta per l'Emilia Romagna.

Per quanto riguarda un'analisi più approfondita sui partiti, non spendo troppe parole per il Pdl/PD poichè i loro risultati variano profondamente secondo la percentuale di indecisi (ossia ignoranti) che vanno a votare.
Ottimo risultato della Lega Nord che si conferma sempre di più al nord, dove si appresta a trasformarsi da partito determinante a partito trainante della coalizione, e al centro dove si sta lentamente infiltrando.
Purtroppo per loro però non otterrano niente come sempre e gli appelli di Bossi lasciano il tempo che trovano...
Buon risultato per l'Italia dei Valori che si conferma forza importante del CS.
UDC invece conferma i suoi limiti.
Sinistra vedi sopra.

Interessante ora la cartina italiana che mostra il nord del paese che marcia verso una direzione, un centro in un'altra e il sud, va bè il sud non ha propriamente una coscienza politica.
Pius Augustus
00mercoledì 31 marzo 2010 11:20
La lega avrà quello che vuole, ovvero la secessione mascherata (tipo imporre i dazi alla cina, che dovrebbe essere prerogativa dello stato centrale, passerà alla regione piemonte), e questo significherà la fine dell'italia unita per come la conosciamo. Il che mi rattrista ma c'è di peggio: la lega in cambio di questo (la distruzione dello stato per conto del quale dovrebbe governare) lascerà fare a berlusconi esattamente quello che vuole, ovvero distruzione totale e completa della magistratura, sovversione di ogni moralità pubblica, presidenzialismo senza contrappesi, politica economica pericolosa ed infine suicida per il consenso. La chiesa farà il resto, imponendo la sua legge in maniera definitiva, magari fino a toccare l'aborto. Peggio ancora, i fascisti riusciranno definitivamente a ribaltare la memoria storica di questo paese. Chi è felice della secessione si renda conto che così invece di impiccarci tutti insieme ci impiccheremo separatamente, e che la lega non è il lander tedesco.
Mai si vide un periodo così cupo dal 1943.
=Mimmoxl=
00mercoledì 31 marzo 2010 14:47
Re:
Pius Augustus, 31/03/2010 11.20:


Mai si vide un periodo così cupo dal 1943.



Quoto perfettamente questa affermazione...

Anche se forse più che dal 1943 direi dal 1861 xkè almeno anche nel ventennio fascista, almeno inizialmente vi era un certo orgoglio (malato) nell'essere italiani e ciò che si decideva era, almeno in linea teorica, per il bene dell'Italia...

Invece qui stiamo peggio xkè queste persone dell'Italia non se ne FOTTONO per niente e pensano o ai cavolacci loro (Berluscones) oppure a distruggerla (Lega)

E peggio ancora siamo noi che glielo permettiamo... Almeno nel fascismo avevamo la scusa che avevano compiuto un quarto di golpe permesso dal re...Qui siamo direttamente noi a martellarci sui coglioni...

Che popolo di cacca


Riccardo.cuordileone
00mercoledì 31 marzo 2010 15:06
Re:
Pius Augustus, 31/03/2010 11.20:

La lega avrà quello che vuole, ovvero la secessione mascherata (tipo imporre i dazi alla cina, che dovrebbe essere prerogativa dello stato centrale, passerà alla regione piemonte), e questo significherà la fine dell'italia unita per come la conosciamo. Il che mi rattrista ma c'è di peggio: la lega in cambio di questo (la distruzione dello stato per conto del quale dovrebbe governare) lascerà fare a berlusconi esattamente quello che vuole, ovvero distruzione totale e completa della magistratura, sovversione di ogni moralità pubblica, presidenzialismo senza contrappesi, politica economica pericolosa ed infine suicida per il consenso. La chiesa farà il resto, imponendo la sua legge in maniera definitiva, magari fino a toccare l'aborto. Peggio ancora, i fascisti riusciranno definitivamente a ribaltare la memoria storica di questo paese. Chi è felice della secessione si renda conto che così invece di impiccarci tutti insieme ci impiccheremo separatamente, e che la lega non è il lander tedesco.
Mai si vide un periodo così cupo dal 1943.



Ah ah ah ma dai... non crederai veramente che siamo in questa situazione "apocalittica"! [SM=x751525]

Sicuramente è il periodo storico peggiore per il centro sinistra, sicuramente la costituzione centralista italiana e la magistratura rossa se la vedranno brutta, però nello scenario più cupo possibile la Lega otterrà un federalismo annacquato, Berlusconi una riforma della giustizia e i fascisti qualche piccola revisione sui libri scolastici.
Colpi durissimi per l'ideologia di sinistra ma nessuna rivoluzione dello stato post-bellico italiano.

Il tutto poi dovrebbe verificarsi in un breve periodo visto che Berlusconi ha 73 anni e ormai da tempo ha Fini sul collo pronto a rimpiazzarlo o comunque a far crollare il CD alla prima concessione alla Lega.

In conclusione, è un periodo nerissimo per il centrosinistra, ma la luce arriverà presto e senza trovar troppi danni.


Arvedui
00mercoledì 31 marzo 2010 16:28
L'Istituto Cattaneo fotografa i flussi 2005-2010. Raddoppiati i voti di Bossi
Il peso specifico del Carroccio nel centrodestra è arrivato al 31 per cento
Due milioni in fuga dal Pd, un milione dal Pdl

E l'astensionismo ha "salvato" la maggioranza
di ALBERTO D'ARGENIO

ROMA - La Lega che raddoppia i consensi, il Pdl che ne perde un milione. E il Pd lascia per strada 2 milioni di voti, mentre l'Italia dei valori moltiplica i suoi per quattro. Con un forte mutamento nei rapporti di forza all'interno delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Sono questi i dati shock usciti dalle urne delle regionali di domenica e lunedì rielaborati dall'Istituto Cattaneo di Bologna.

Partendo dalla maggioranza di governo, rispetto alle regionali del 2005 la Lega è passata da 1 milione 380 mila voti a 2 milioni e 750 mila. Dati da brivido: in Veneto i consensi leghisti sono schizzati del 134%, in Piemonte dell'83% e in Lombardia del 61%. E se si considera che il Pdl di voti ne ha persi un milione e 69 mila, si capisce la portata delle regionali all'interno del centrodestra: nel 2005 i consensi di Forza Italia e An erano 5,1 volte superiori rispetto a quelli dei leghisti. Oggi il rapporto con il Pdl è sceso a 2,2, con il partito di Umberto Bossi che porta il 31% dei voti della maggioranza di governo. L'unica attenuante per il partito del predellino arriva dal Lazio, dove ha perso 600 mila preferenze. Nel 2005 An e Fi solo a Roma e provincia ne avevano incassate 610 mila, risultato in questa tornata impossibile vista l'esclusione della lista pidiellina.

Un simile cambiamento di pesi si è verificato nel centrosinistra, dove il Pd ha perso 2 milioni di voti rispetto a quanto raccolto nel 2005 da Ds e Margherita, mentre l'Idv ha quadruplicato i consensi (+1 milione e 227 mila voti). E così il rapporto Pd-Idv muta radicalmente. Se cinque anni fa i voti di Di Pietro erano 23 volte inferiori a quelli del Pd, oggi lo sono solo 3,7 volte.


Sale, anzi decolla, il MoVimento 5 stelle di Beppe Grillo: ha raccolto 390 mila consensi nelle 5 regioni in cui si è presentato e se in Emilia Romagna è arrivato al 6%, in Piemonte il suo 3,7% è stato determinante per la sconfitta di Mercedes Bresso, battuta dal leghista Cota di 0,42 punti. Altro grande vincitore è l'astensionismo: con un italiano su tre assente dalle urne, ha fatto segnare il record nella storia della Repubblica. Tuttavia l'effetto punizione per il governo dato dall'astensionismo di massa, in questi giorni ribattezzato "effetto Sarkozy", non ha colpito. Tre i fattori dello scampato pericolo individuati nello studio dell'Istituto Cattaneo: l'assenza talk show ha evitato il dibattito sulla crisi; le amministrative sono arrivate nella prima metà della legislatura; la Lega è riuscita a mobilitare il suo popolo.
-Giona-
00mercoledì 31 marzo 2010 16:53
Le elezioni regionali sono andate più o meno come mi aspettavo: le differenze più significative sono che pensavo che Cota infliggesse almeno 2 punti percentuali di distacco alla Bresso in Piemonte (invece che lo 0,4%) e che la Bonino vincesse nel Lazio grazie all'handicap della Polverini.
Del resto, si è visto che l'astensione non ha danneggiato il centrodestra più di tanto, a differenza di quanto avvenne nel 2005, e sembra che abbia coinvolto anche una grossa fetta di potenziali elettori di centrosinistra, cosa che del resto dev'essere successa già alle politiche del 2008 e alle europee del 2009.
Quello che veramente mi ha sorpreso è stato l'exploit delle liste di Beppe Grillo, addirittura col 7% in Emilia-Romagna. Qui Errani ha preso "solo" il 52% (nel 2005 aveva oltre il 61%, nel 2000, in cui il centrosinistra non aveva brillato, il 56%). Probabilmente ha pesato lo scandalo di Delbono a Bologna.
Bersani se l'è presa con Beppe Grillo anche perché lo accusa di aver fatto perdere l'elezione alla Bresso in Piemonte. A parte il fatto che dà per scontato che tutti i voti di Grillo vengano dal centrosinistra (non è affatto detto che sia così) la situazione in quella regione è molto più complessa, e sarebbe bello che Lpoz intervenisse per dire la sua. Nelle righe seguenti cerco di rispondere brevemente all'intervento di Hareios.
In Piemonte l'UdC ha scelto di sostenere la Bresso più per imposizione di Casini, che voleva cercare di sbarrare la strada alla Lega in tutte le maniere, che per reale convinzione. Infatti il dirigente locale Deodato Scanderebech, contrario ad appoggiarla per le sue posizioni laiciste e anticlericali, ha formato una propria lista (Al centro con Scanderebech) aderente alla coalizione di Cota che pur con solo lo 0,6% è stata decisiva. Altri, nell'UdC piemontese, avevano chiesto che la Bresso rompesse con le forze di estrema sinistra contrarie alla realizzazione della TAV in cambio dell'alleanza con loro, cosa che la candidata non ha fatto.
Se guardiamo i risultati del comune di Venaus in provincia di Torino, centro della protesta anti-TAV, vediamo che la lista del Movimento a Cinque Stelle è stata di gran lunga la più votata. L'estrema sinistra, che aveva avuto un grande successo nel 2006 e ancora nel 2008 aveva colto una buona percentuale come Sinistra Arcobaleno, ha avuto un tracollo. 1,58% (6 voti) i Verdi (meno addirittura dei "cugini" Verdi Vedri di centrodestra), 0,52% (2 voti) la lista comunista, 0,26% (1 voto) SEL. La lista No Nucleare-No TAV che appoggiava Rabellino (più che altro uno specchietto per le allodole) ha avuto 8 voti (il 2,11%). Evidentemente Beppe Grillo è stato ritenuto il combattente più credibile del fronte anti-TAV, credibilità che l'estrema sinistra deve aver perso del tutto, altrimenti non si spiegherebbero questi risultati.
Diverse forze minori di sinistra hanno perso la gran parte del loro seguito: vediamo i risultati dei Verdi (sotto i Verdi Verdi in tutto il Piemonte e sotto l'1% nella maggioranza delle regioni), la lista PRC-PdCI (in calo rispetto alle europee), il PSI di Nencini e Boselli (ormai insignificante ovunque tranne che in Calabria e in alcune realtà locali). Il movimento di Vendola, invece, ha tenuto (e bene) malgrado la defezione di Verdi e PSI rispetto alle europee. La scomparsa di queste forze dal parlamento ha comportato certamente una scarsa presenza sui mezzi d'informazione, ma per me c'è anche la disaffezione dell'elettorato che può derivare dal non aver trovato, per diverse occasioni consecutive, il simbolo del partito prediletto sulla scheda elettorale. Se uno si trova costretto a votare un altro partito (o una "lista-ammucchiata") per mancanza di alternative (o per il ragionamento del "voto utile"), c'è il rischio che poi ci faccia l'abitudine. Probabilmente questo ha anche arrestato l'emorragia di voti dal Partito Democratico rispetto alle ultime europee.

La parte più interessante per me sarà vedere adesso l'atteggiamento dell'opposizione sulle riforme: secondo me, ora che la dirigenza del PD ha visto che con la "vecchia unione", a meno che non ci sia un Vendola a trainarla, non si vince al di fuori delle regioni rosse (in Liguria, che è parzialmente rossa, è stata determinante l'UdC, come lo sarebbe stata in Piemonte in caso di vittoria), si apre uno spazio per un dialogo con la maggioranza. In passato a "remare contro" erano soprattutto le forze della sinsitra estrema e Di Pietro, e finora non si è fatta molta strada sulle riforme perché il PD doveva tenerseli buoni per le alleanze nelle elezioni amministrative, così come nel 2006 i partiti dell'Ulivo indicarono il no al referendum costituzionale non tanto per una questione di merito (infatti la cosiddetta "bozza Violante" ripropone molte delle riforme bocciate all'epoca) ma perché in gran parte condizionati dalle forze massimaliste. Ieri sera però, a Ballarò, Di Pietro mi è sembrato abbastanza possibilista a discutere del merito delle cose. certo, c'è da sperare che Berlusconi non faccia una riforma della giustizia eccessivamente dura e punitiva verso i magistrati perché altrimenti il dialogo va a rotoli, e c'è il rischio che ci ritroviamo tra qualche anno nella situazione di partenza, con un referendum (per il quale non è previsto quorum) che cancella in un colpo solo tutti i cambiamenti tanto buoni come cattivi.
-Giona-
00mercoledì 31 marzo 2010 16:54
Re:
Arvedui, 31/03/2010 16.28:

l'assenza talk show ha evitato il dibattito sulla crisi;


Per me, al contrario, l'assenza dei talk show ha danneggiato più il centrodestra che il centrosinistra, a causa delle polemiche che ne sono seguite.

-Giona-
00mercoledì 31 marzo 2010 17:21
Ho trovato questo interessante articolo che fa un minimo d'analisi sui flussi elettorali:

www.sabatoseraonline.it/home_ssol.php?site=1&n=articles&category_id=15&article_id=128...

Elezioni regionali 2010: i numeri della sconfitta di Berlusconi
Il risultato elettorale e le lezioni di Gianfranco Fini e Nichi Vendola.

Elezioni 2010. Per il Corriere di ieri "hanno vinto la Lega e Berlusconi", per quasi tutti i commentatori, il Cavaliere, se non ha vinto, ha quantomeno dimostrato una grandissima resistenza, una grande forza di reazione.
Nessuno contesta l'energia e l'entusiasmo dell'anziano presidente del Consiglio, ma sono i numeri, al termine di un'elezione, a determinare sconfitte e vittorie.
Sia chiaro, non si tratta di mettere in dubbio la vittoria del centrodestra che è netta, perchè ha vinto nelle regioni più importanti ed è riuscito ad aggiudicarsi Piemonte e Lazio. Ma la novità di questa tornata elettorale sta proprio nel fatto che questa volta, per la prima volta, il centrodestra non ha vinto grazie a Silvio Berlusconi, ma grazie alla Lega.
Mostrando quindi che le critiche che FIni ha riversato per mesi su Berlusconi sono sacrosante. Si tratta, quindi, di una sconfitta quantitativa e qualitativa.
Ma si passi ai numeri. Il raffronto più facile e vicino è quello con le Europee 2009, che sono state considerate "deludenti" per il premier.
Partiamo dal vittorioso Piemonte. Qui il Pdl ha ottenuto lo scorso week end il 25,04% dei voti, nel 2009 aveva ottenuto il 32,4. In un anno è passato da 778.000 a 474.000 voti. Alla Camera, nel 2008 il Pdl aveva ottenuto 935.000 voti, quindi ha praticamente dimezzato i consensi. Tanto che, confronto al 2005, un'altra era per certi versi, il Pdl ha ottenuto circa gli stessi consensi della sola Forza Italia. 474.00 oggi, 458.000 Forza Italia nel 2005. An cinque anni fa aveva ottenuto 194.516 voti.
Passiamo alla Lombardia di Formigoni. Qui il calo del Pdl è più contenuto, ma comunque è passato dal 33,9% al 31,78, un calo di più di due punti percentuali e di quasi mezzo milione di voti. Settecentomila confronto a due anni fa.
In Veneto, la regione in cui ha trionfato la Lega, il raffronto è ancora più impietoso. Il Pdl è passato, in un anno, dal 29,3% al 24,74% con una perdita di 237.000 voti.
900.000 voti persi in un solo anno in tre Regioni, rispetto ad elezioni "deludenti". Evidentemente, al Nord, astensione e Lega hanno punito duramente il Pdl.
Anche nelle regioni in cui il partito di Berlusconi è storicamente all'opposizione, nelle "roccaforti rosse", i numeri sono impietosi.
In Toscana lo scorso week end, il partito di Berlusconi ha ottenuto il 27,12% e 412.000 voti. Un anno fa aveva ottenuto il 31,4% e 654.000 voti. In Emilia Romagna la perdita è invece di quasi tre punti dal 27,4% al 24,55.
Nel Lazio è difficile fare un raffronto a causa della questione delle liste Pdl presentate in ritardo, quindi i raffronti li abbiamo provati a fare in Calabria, Puglia e Campania. Dove la Lega, ovviamente, non ha rubato voti a nessuno.
In Campania, l'anno passato, sull'onda della "soluzione" del problema rifiuti, il Pdl aveva ottenuto un risultato storico, il 43,5% dei voti, più di 1.200.000 preferenze. Lo scorso week end ha ottenuto il 31,66% e 872.000 voti.
In Puglia il raffronto con il 2009 è impietoso (43,2% del 2009 contro il 31,1% del 2010) ma la presenza della lista "La Puglia prima di tutto", non permette un confronto minimamente significativo. Ma la Regione è comunque rimasta a Nichi Vendola e non si può certo parlare di vittoria del Pdl.
In Calabria, dove la vittoria del centrodestra si è trasformata in trionfo, il Pdl ha ottenuto il 26,39%, alle europee 2009 aveva ottenuto il 34,9%.
Anche qui il raffronto non è significativo a causa della presenza delle liste civiche di sostegno a Scoppelliti, Ma qui si può passare dal discorso quantitativo a quello qualitativo.
In Calabria, Berlusconi voleva candidare uno dei suoi tanti medici, così come in Campania puntava su Nicola Cosentino.
Il presidente della Camera lo ha costretto a cambiare idea e si è portato a casa due trionfi.
Non solo, da mesi Fini va ripetendo che appiattendosi sulle politiche del Carroccio, il Pdl rischiava di farsi cannibalizzare dalla Lega, perchè gli elettori preferiscono sempre l'originale alla copia. Ora qualcuno vuole dargli torto?
Ricapitolando, al Nord il Pdl è uscito con le ossa rotte a causa delle Lega, nelle regioni storicamente di sinistra ha perso, e al Sud, dove anche i suoi candidati hanno trionfato, il Pdl è stato prosciugato dal voto alle liste civiche.
I numeri parlano quindi di una sconfitta forte e decisa che, però, ha il grande vantaggio di non avere come contraltare una vittoria dell'opposizione. Perchè è vero che il Pd non perde consensi in termini percentuali, ma il centrosinistra perde nel suo complesso, non solo perchè sono passate al centrodestra Piemonte, Lazio, Calabria e Campania, ma perchè la sinistra radicale pare ormai incapace di riprendersi (resiste solo Nichi Vendola) mentre anche l'Italia dei valori ha perso consensi nei confronti delle liste di Beppe Grillo. L'Udc infine, che si era presentata come il partito anti- Lega non può certo gridare vittoria.
E' evidente che, quando l'avversario principale perde montagne di voti ma nessuno finisce nelle tasche della coalizione avversaria, le speranze di rivincita sono ridotte al lumicino. Il successo delle lliste di Grillo è una lezione per il Pd al nord, mentre al centro sud, per spiegare i risultati del Pd basta elencare alcuni nomi: Loiero, Marrazzo, Bassolino.
Perchè Nichi Vendola, invece, ha vinto, nonostante il Pd. Mostrando che si vince con il legame con gli elettori, con sogni e progetti, non attraverso teoremi ed alleanze elettorali partorite dalle grandi menti di piccoli dirigenti.
DarkWalker
00mercoledì 31 marzo 2010 19:59
In Piemonte sono stati determinanti i voti dei no tav, confluiti nel movimento 5 stelle. Questo la dice lunga sulla "serietà" del movimento, mentre la serietà, senza virgolette, della Bresso, ne esce punita.
L'articolo postato presenta molti errori a mio avviso:
Su Nichi Vendola ho già detto: l'udc si è bruciata la strada con il centro destra grazie all'interessamento di bersani, fosse stata con il centro destra a quest'ora vendola anzichè essere idolatrato come modello vincente sarebbe un eccellento sconfitto stile bresso. La verità è che la coalizione allargata ha fatto la differenza.
Inoltre l'autore parla del pdl come se a Berlusconi gliene fregasse qualcosa, invece è solo uno strumento nelle sue mani:è del tutto ininfluente per i suoi piani chi sta sulla potrona del lazio o del veneto, a lui interessa/serve solo lo scranno di roma e in questo probabilmente preferisce la lega al pdl.
Fini è annichilito, c'è stato un effetto berlusconi vincente e tanto basta per rimetterlo all'angolo, odiato da tutti.

@riccardo: non sottovalutare l'ora nera: non si parla di "leggine" ma di alterare le più importanti leve del potere e dell'assetto costituzionale di uno stato
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:03.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com