Ho trovato questo interessante articolo che fa un minimo d'analisi sui flussi elettorali:
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Elezioni regionali 2010: i numeri della sconfitta di Berlusconi
Il risultato elettorale e le lezioni di Gianfranco Fini e Nichi Vendola.
Elezioni 2010. Per il Corriere di ieri "hanno vinto la Lega e Berlusconi", per quasi tutti i commentatori, il Cavaliere, se non ha vinto, ha quantomeno dimostrato una grandissima resistenza, una grande forza di reazione.
Nessuno contesta l'energia e l'entusiasmo dell'anziano presidente del Consiglio, ma sono i numeri, al termine di un'elezione, a determinare sconfitte e vittorie.
Sia chiaro, non si tratta di mettere in dubbio la vittoria del centrodestra che è netta, perchè ha vinto nelle regioni più importanti ed è riuscito ad aggiudicarsi Piemonte e Lazio. Ma la novità di questa tornata elettorale sta proprio nel fatto che questa volta, per la prima volta, il centrodestra non ha vinto grazie a Silvio Berlusconi, ma grazie alla Lega.
Mostrando quindi che le critiche che FIni ha riversato per mesi su Berlusconi sono sacrosante. Si tratta, quindi, di una sconfitta quantitativa e qualitativa.
Ma si passi ai numeri. Il raffronto più facile e vicino è quello con le Europee 2009, che sono state considerate "deludenti" per il premier.
Partiamo dal vittorioso Piemonte. Qui il Pdl ha ottenuto lo scorso week end il 25,04% dei voti, nel 2009 aveva ottenuto il 32,4. In un anno è passato da 778.000 a 474.000 voti. Alla Camera, nel 2008 il Pdl aveva ottenuto 935.000 voti, quindi ha praticamente dimezzato i consensi. Tanto che, confronto al 2005, un'altra era per certi versi, il Pdl ha ottenuto circa gli stessi consensi della sola Forza Italia. 474.00 oggi, 458.000 Forza Italia nel 2005. An cinque anni fa aveva ottenuto 194.516 voti.
Passiamo alla Lombardia di Formigoni. Qui il calo del Pdl è più contenuto, ma comunque è passato dal 33,9% al 31,78, un calo di più di due punti percentuali e di quasi mezzo milione di voti. Settecentomila confronto a due anni fa.
In Veneto, la regione in cui ha trionfato la Lega, il raffronto è ancora più impietoso. Il Pdl è passato, in un anno, dal 29,3% al 24,74% con una perdita di 237.000 voti.
900.000 voti persi in un solo anno in tre Regioni, rispetto ad elezioni "deludenti". Evidentemente, al Nord, astensione e Lega hanno punito duramente il Pdl.
Anche nelle regioni in cui il partito di Berlusconi è storicamente all'opposizione, nelle "roccaforti rosse", i numeri sono impietosi.
In Toscana lo scorso week end, il partito di Berlusconi ha ottenuto il 27,12% e 412.000 voti. Un anno fa aveva ottenuto il 31,4% e 654.000 voti. In Emilia Romagna la perdita è invece di quasi tre punti dal 27,4% al 24,55.
Nel Lazio è difficile fare un raffronto a causa della questione delle liste Pdl presentate in ritardo, quindi i raffronti li abbiamo provati a fare in Calabria, Puglia e Campania. Dove la Lega, ovviamente, non ha rubato voti a nessuno.
In Campania, l'anno passato, sull'onda della "soluzione" del problema rifiuti, il Pdl aveva ottenuto un risultato storico, il 43,5% dei voti, più di 1.200.000 preferenze. Lo scorso week end ha ottenuto il 31,66% e 872.000 voti.
In Puglia il raffronto con il 2009 è impietoso (43,2% del 2009 contro il 31,1% del 2010) ma la presenza della lista "La Puglia prima di tutto", non permette un confronto minimamente significativo. Ma la Regione è comunque rimasta a Nichi Vendola e non si può certo parlare di vittoria del Pdl.
In Calabria, dove la vittoria del centrodestra si è trasformata in trionfo, il Pdl ha ottenuto il 26,39%, alle europee 2009 aveva ottenuto il 34,9%.
Anche qui il raffronto non è significativo a causa della presenza delle liste civiche di sostegno a Scoppelliti, Ma qui si può passare dal discorso quantitativo a quello qualitativo.
In Calabria, Berlusconi voleva candidare uno dei suoi tanti medici, così come in Campania puntava su Nicola Cosentino.
Il presidente della Camera lo ha costretto a cambiare idea e si è portato a casa due trionfi.
Non solo, da mesi Fini va ripetendo che appiattendosi sulle politiche del Carroccio, il Pdl rischiava di farsi cannibalizzare dalla Lega, perchè gli elettori preferiscono sempre l'originale alla copia. Ora qualcuno vuole dargli torto?
Ricapitolando, al Nord il Pdl è uscito con le ossa rotte a causa delle Lega, nelle regioni storicamente di sinistra ha perso, e al Sud, dove anche i suoi candidati hanno trionfato, il Pdl è stato prosciugato dal voto alle liste civiche.
I numeri parlano quindi di una sconfitta forte e decisa che, però, ha il grande vantaggio di non avere come contraltare una vittoria dell'opposizione. Perchè è vero che il Pd non perde consensi in termini percentuali, ma il centrosinistra perde nel suo complesso, non solo perchè sono passate al centrodestra Piemonte, Lazio, Calabria e Campania, ma perchè la sinistra radicale pare ormai incapace di riprendersi (resiste solo Nichi Vendola) mentre anche l'Italia dei valori ha perso consensi nei confronti delle liste di Beppe Grillo. L'Udc infine, che si era presentata come il partito anti- Lega non può certo gridare vittoria.
E' evidente che, quando l'avversario principale perde montagne di voti ma nessuno finisce nelle tasche della coalizione avversaria, le speranze di rivincita sono ridotte al lumicino. Il successo delle lliste di Grillo è una lezione per il Pd al nord, mentre al centro sud, per spiegare i risultati del Pd basta elencare alcuni nomi: Loiero, Marrazzo, Bassolino.
Perchè Nichi Vendola, invece, ha vinto, nonostante il Pd. Mostrando che si vince con il legame con gli elettori, con sogni e progetti, non attraverso teoremi ed alleanze elettorali partorite dalle grandi menti di piccoli dirigenti.