" Col corpo capisco " - David Grossman

metamorfosi
00sabato 12 gennaio 2008 22:01

Riporto due pagine della novella di David Grossman "Col corpo capisco", che dà anche il titolo al libro, comprendente in tutto due racconti, edito da Mondadori (2003).
Fin dalla prima lettura di quest'autore, sono stata colpita dalla incredibile capacità di muoversi "attraverso" le complesse relazioni tra i corpi e gli animi dei personaggi, come fossero densità diverse della stessa sostanza. Con parola lucida, impietosa e ricca, spesso di desolata bellezza, riesce ad evocarne le minime sfumature e a donare quelle sospensioni "fuori dal tempo" che non so definire se non poesia. Lo propongo anche in relazione al tema di questa settimana...(vedasi cartella delle poesie a tema....)



Talvolta, alla fine della lezione, lei fa sedere il ragazzo su una sedia e gli insegna come mantenere una posizione corretta, come distendere i muscoli delle cosce, rilassare i piedi, i polpacci, e traccia la radice che collega l’estremità della sua colonna vertebrale alla terra, vi affonda, ne attinge la forza e vi espelle i veleni del corpo e dell’anima. Poi si inginocchia accanto a lui e controlla fino a che punto i suoi piedi scalzi, bruni e lunghi, aderiscano al pavimento. Ve li spinge contro facendo pressione su ogni dito. Anche questo è yoga?, domanda lui. Sì, risponde, è lo yoga come lo intendo io. Anche se non ha mai fatto sedere un allievo così giovane su una sedia, sempre sul pavimento. Ma forse, di tutte le cose che gli insegna, quando lui se ne andrà, pensa Nili, porterà con sé proprio il ricordo di questa semplice sedia bianca di plastica. Come quell’uomo di cui aveva letto una volta – non cerca nemmeno di ricordare dove, non ci riuscirebbe – che aveva sognato di andare in Paradiso e di ricevere un fiore, e quando si era svegliato aveva il fiore in mano. La cosa più importante quando si cammina è ricordare di appoggiare bene la pianta del piede a terra, dice Nili, di stendere comodamente le dita, di aggrapparsi alla terra con gioia, di provare piacere a ogni passo. La morte comincia dai piedi, gli ripete, da lì parte l’incuria verso noi stessi, la nostra rinuncia...
Ogni momento che passa lei vede con maggiore chiarezza l’interno del corpo del ragazzo, il diverso colore delle sue sensazioni, la rude malinconia dei suoi rifiuti, le sensazioni di stupore e di allegria, macchie di luce che si riflettono in lei. Nili apre gli occhi, e anche Kobi. Forse ha sentito il battito delle mie ciglia? O è semplicemente abituato a stare sul chi vive? Lei gli rivolge un sorriso affabile che negli ultimi tempi ha l’impressione somigli alla smorfia ormai logora di un vecchio pagliaccio. Gli domanda cosa voglia fare adesso. Cosa vorrebbe cambiare, migliorare, imparare.
Che significa? le belle sopracciglia del ragazzo si inarcano, stupite: si può migliorare qualcosa con lo yoga?
Certo che si può, sorride Nili, lo yoga è...
Da dove cominciare?, pensa. E come cominciare?
Abbiamo così poco tempo a disposizione, tutto quello che dirò sembrerà superficiale e mediocre. Sai Kobi, Nili inspira profondamente, lo yoga è un metodo, semplicemente un metodo per potenziare le nostre forze psichiche e spirituali, il legame tra l’anima e...
Si interrompe perché le pupille del ragazzo si levano verso l’alto come tirate da un filo invisibile e i suoi occhi quasi si chiudono per il piacere. Lei osserva incantata quelle ciglia frementi, finché lui acquista il solito sguardo.
Dillo un’altra volta.
Lei torna su quelle parole lentamente, guardandolo ansiosa in volto e, apriti sesamo, l’incantesimo si ripete. Nella foga di innescarlo Nili aggiunge anche una massima che un tempo teneva incorniciata sulla parete del suo studio, a Gerusalemme: “Quando la mia coscienza sarà limpida e pura, la realtà vi si rispecchierà nitida”. Un tempo il significato di questa frase le era chiaro e concreto come uno dei cinque sensi, il gusto e l’olfatto. Ora prova solo un senso di vuoto nel pronunciare quelle parole, ma quando le scandisce per Kobi, ha l’impressione che lui ne sia impregnato.
E’ incredibile, pensa. Nili si spreme le meningi per riuscire a ricordare qualche massima del suo primo insegnante: “Un pensiero sbagliato è una conoscenza errata, non basata sulla forma.
Questa volta, però, Kobi la guarda insepressivo.
C’è un silenzio prolungato, vuoto, Nili d’un tratto si impensierisce: capisci cosa significa?
No.
Io non...Sai, un tempo, anni fa...Tace imbarazzata, perché anche dieci, o vent’anni fa, quando citava quella massima ai suoi allievi, non la capiva fino in fondo.
A dire il vero è sempre stato così, non solo per quanto riguarda lo yoga. Sempre. Ogni volta che nell’aria vibrava il “gong” di una frase ben formulata e perentoria, una qualche verità lustra e ridondante, Nili sentiva una vaga puntura alla tempia sinistra, la bruciatura di un’offesa familiare. Si chiudeva in se stessa e le parole si disperdevano, vagavano nella sua mente con una sorta di fiacca rinuncia, diventando nuvole soffici di impressioni che lentamente si dissolvevano. Io afferro le cose solo in modo intuitivo, spiegava a se stessa e ai suoi cari stringendosi nelle spalle, sono una sensitiva non un’erudita...Sai, sbotta ora con strana foga, a dire il vero non sono portata per le cose astratte, in generale lascio molto a desiderare sotto un profilo teorico. E anche sotto un profilo pratico – ammette con il solito sorrisetto – non riesco ad assimilare i fatti. Ecco, le cose stanno così. Poi tace, sbalordita.
Ma per insegnare lo yoga – domanda il ragazzo, sconcertato da quella confessione – non bisogna sapere queste cose? Queste massime?
Sai, spiega lei con semplicità, quando eseguo un esercizio, capisco. Col corpo, capisco.




D.
dueanime
00domenica 13 gennaio 2008 21:58
Scoprii Grossman

e mi innamorai di lui con il romanzo "che tu sia per me il coltello", a cui sono per vari motivi particolarmente legata.
se non l'hai ancora letto te lo consiglio...
"col corpo capisco" è stata la lettura precedente a quella della Vinci [SM=g27822]

un abbraccio
b.
raelmax
00lunedì 14 gennaio 2008 09:24
Già letto! ;-)
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