CHE VE NE SEMBRA DELL'AMERICA? - WILLIAM SAROYAN

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il Poeta 1
00domenica 11 ottobre 2009 12:28
CHE VE NE SEMBRA DELL'AMERICA? - WILLIAM SAROYAN
- Traduzione: Elio Vittorini-
( Racconti)

- Era un carro scoperto pieno di sassi che venivano dalle montagne del Nevada. E mi misi a sedere sul più alto del mucchio, guardai il mondo passare... all'improvviso trovarmi senza più alcun rapporto famigliare, sentirmi sperduto, sospeso, spaesato... Ogni ragazzo che si è trovato solo, di notte, lontano da casa, ha sentito questo.-

- Poco dormire, niente cambiarsi per giorni e giorni, un po' di paura, e via di seguito.
Mi venne una gran voglia di sapere... uno scrittore desidera sempre di penetrare nella realtà delle persone.
I guai di uno scrittore sono sempre un po' irreali.
La gente può ribattere:
< Bene, e chi vi ha chiesto di fare lo scrittore?>.-

Lo scrittore legge e fa parlare la gente cogliendo e immagazzinando in Riflente cammin facendo...

- Dopo il comizio io andai da mio zio e gli chiesi: < L'hai detto sul serio quello che hai detto su Dio?>
E lui mi disse: < Ho, l'ho detto per ragioni di oratoria! Bisognava raccogliere quel denaro… Altro che Dio!>-

- Bene, io sono armeno. Anche Michael Arlen è armeno, e piace al pubblico... ma io non voglio scrivere come scrive lui. É gente morta prima di cominciare.
Questo racconto ho scritto in omaggio al ragazzo povero, e al Giappone, all'Assiria, all'Armenia, a tutti gli uomini di ogni paese, e alla dignità di essi, alla fratellanza delle cose create che vivono.-

< Mio padre scrive poesie, signor Kosak...>
< Guadagna denaro quando scrive poesie?>.
< Non guadagna mai denaro> dissi io. < Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, signor Kosak.>
< Bene, non è un lavoro che mi piace, allora> disse il signor Kosak. < Perché tuo padre non lavora come tutti gli altri?>
< Lavora più di tutti gli altri. Lavora il doppio di chiunque altro.>
< Bene, sono cinquantacinque centesimi che tu mi devi, Jonny> disse il signor Kosak.
< Voglio accontentarti per questa volta, ma è l'ultima.>

- Posso amare un onesto ignorante, ma non posso amare un genio disonesto.
Tutta la mia vita ho riso delle regole, dei costumi, delle convenzioni eccetera.
Come si può applicare una regola a questa meravigliosa invenzione che è l'uomo?-

- Io desidero semplicemente far sapere che sono uno scrittore... E potrei scrivere, se volessi, come John Dos Passos o William Faulkner o James Joice.
Ma ho detto che voglio conservare la mia identità. E lo voglio a qualunque costo.-

- Quale differenza può esistere tra un uomo che scrive grandi romanzi e li pubblica, e un altro che li scrive e non li pubblica? Che centra la pubblicazione dei romanzi con la grandezza loro? E il denaro averlo o non averlo, che c'entra con il carattere dell'uomo?
… Bisogna avere una inverosimile forza accumulata in sé. Anni e anni occorrono, secoli alle volte, per diventare uno scrittore...
E scrivo per la semplice ragione che non ho nulla di più civile o decente da fare.
… Io credo soltanto che vi è l'uomo. Il resto è trucco, artifizio.
In questi racconti cerco di metter fuori l'uomo ch'io sono. E il più che posso della terra mia.-

Ho solo un plauso d'AMORE verso il giovane Saroyan da consigliarlo a tutti...
Pontiggia Lorenzo
il Poeta marylory















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